Kanon78

Kanon78: La vecchia e la nuova scuola dentro una “Città Affollata”

Kanon78 è un rapper romano, classe 2000, che ha pubblicato da poco il suo progetto Città Affollata, dove racconta le sue esperienze di vita in una Roma caotica e disordinata.

Ama sperimentare non solo tra vecchia e nuova scuola, ma anche tra stili e linguaggi differenti creando un atmosfera indie e introspettiva.

Le sue canzoni sono un viaggio tra sentimenti, preoccupazioni e sogni rimasti sospesi in una fredda giornata di pioggia.

INTERVISTANDO KANON78

Kanon78 cosa significa?

La parola Kanon è un linguaggio in codice che usavamo a scuola per avvertire gli amici che stavamo andando a fumare e alla fine ho deciso di usarlo come pseudonimo. Il numero 78 viene dal mio vecchio collettivo Spleen78, ispirato alle poesie di Charles Baudelaire.

Quanto è importante la contaminazione di più stili e correnti nel tuo modo di fare rap?

È importantissima. Per me il rap è influenza, seguo da quando avevo 13/14 anni sia la scena rap italiana che quella francese. Ovviamente all’epoca il rap era un’altra cosa e, secondo me, il mio modo di scrivere è stato influenzato sia dalla vecchia scuola che dalla nuova. Mi piace anche molto campionare pezzi vecchi e famosi, sia di musica italiana che estera.

Se domani potessi realizzare un desiderio cosa sceglieresti?

Se domani potessi realizzare un sogno sarebbe quello di lavorare viaggiando per il mondo nei posti più suggestivi insieme alla mia persona. In realtà la stabilità è un sogno di per se.

Kanon78

Ti piace vivere la Città Affollata o preferisci trovare pace nei luoghi più riservati?

Ho sempre vissuto in una città affollata, quindi sono abituato al movimento e al caos ed è per questo che nessuna altra città può reggere il paragone con mamma Roma.

Detto ciò, molte volte i posti riservati sono una grande fonte di ispirazione, se suggestivi,  ti permettono di rendere più chiari i pensieri e le emozioni (sono un modo per tenere i piedi per terra).

Tutto bene a chi è dedicata?

Tutto bene è dedicata a una persona speciale che mi da gran parte dell’ispirazione per i pezzi che scrivo ultimamente. 

Senza di lei probabilmente la mia musica dell’ultimo anno e mezzo non esisterebbe manco.

È peggio stare Senza mai dormire o fare Brutti Sogni?

Preferisco di gran lunga stare senza mai dormire.

In realtà non ricordo l’ultima volta che ho fatto un brutto sogno (o un sogno in generale), ma in ogni caso per me la notte è un momento molto produttivo musicalmente.

Il problema è vivere come uno zombie il giorno dopo….

Non smette di piovere non rappresenta soltanto il tempo fuori dalla finestra, ma diventa un pretesto per descrivere del disagio interiore?

Non smette di piovere non parla solo della pioggia, ma esprime la voglia di fare qualcosa che appaia in risalto rispetto alla situazione di vita nella quale mi trovavo.

In quel periodo vivevo in Olanda in un momento molto stagnante della mia vita e avevo bisogno di una sveglia, un qualcosa che mi mandasse “fuori di casa” a vivere.

Quando l’ho scritta avevo appena passato 3 giorni consecutivi di diluvio in casa con un amica ed è quello mi ha dato lo spunto per la canzone. 

Quando parli di droga ti viene da dire Scusa Mamma?

Non mi viene di dirlo ma può capitare di pensarlo. In ogni caso “I’m just tryna make my mama proud”.

Come spiegheresti ai francesi il gusto della carbonara?

Non glielo spiegherei, gliela farei assaggiare direttamente.

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