In un mondo di Paradossi con Marceau | Intervista

Cercare le risposte alle tante contraddizioni in cui ci imbattiamo ogni giorno non è semplice: dai canali informativi, al pensiero non critico delle persone, alla nostra falsa onniscienza.

La penna di Ludovico Sergent-Marceau e le note del compositore Elia Cicero vogliono però tentare nell’impresa. C0me? Attraverso la musica!

Le sfumature dei colori delle luci che, inondano la testa capovolta del protagonista del video del primo singolo di Marceau dal titolo Non ho mai capito un cazzo, sintetizza perfettamente l’obiettivo del progetto musicale: descrivere in chiave ironica la realtà e la quotidianità che viviamo ogni giorno.

INTERVISTANDO MARCEAU

Quale è stato l’input che ha dato vita al progetto Marceau?

L’input che ha dato vita al progetto è lo stato attuale della scena sociopolitica italiana (e mondiale). Siamo stati messi duramente alla prova da una situazione di emergenza che ha esasperato molti dei mali della società e della politica di oggi, soprattutto attraverso i social, capaci di dare voce a chi “grida di più” e la “spara più grossa”. Tutto ciò ha portato all’esasperazione del negazionismo e dell’ignoranza favorita dal diffondersi di fake news. Da qui lo stimolo a rielaborare tutto ciò in chiave ironica e diretta in modo da mettere il pubblico di fronte alle contraddizioni che stiamo vivendo e di cui è vittima o forse artefice.

Quali sono secondo voi i paradossi che regolano la nostra routine?

Il paradosso più esasperato oggi è la velocità: siamo sempre più connessi per tenere il passo, vogliamo essere sempre aggiornati, ma in realtà restiamo sempre più indietro. La velocità toglie tempo alle nostre vite. Le tecnologie che ci dovrebbero far risparmiare tempo non ci lasciano neanche un minuto per pensare a noi stessi, a cosa stiamo facendo. Anche le informazioni viaggiano più veloci, sacrificando qualità ed attendibilità. Paradossalmente, infatti, la nascita di infinite testate sui social, insieme alla profilazione dell’utente, ha creato una personalizzazione di massa delle notizie portando ciascuno a chiudersi nella sua nicchia, senza preoccuparsi di conoscere altri punti di vista. Chi ha scelto di nutrirsi di disinformazione sarà sempre più spinto a farlo: la minaccia della “scuola della vita” è dietro l’angolo!

Un altro paradosso è l’illusione di aver preso parte ad un’azione sociale abusando di ciò che forse, purtroppo, non ci sfiorerebbe nemmeno: gli arcobaleni sui terrazzi o hastag come #blacklivesmatter. Ciò accadrà fino al prossimo “tormentone” che inevitabilmente spazzerà via i precedenti, perchè gli avvenimenti ci travolgono ma non ci appassionano, come i giocattoli vecchi per un bambino.

Quanto è importante mettersi in discussione, essere critici con se stessi nel contesto sociale in cui viviamo?

Mettersi in discussione ed essere critici con noi stessi, ora, è più importante che mai, ma per farlo bisogna prima convincersi di non poter sapere tutto e che è necessario documentarsi con criterio.

Attualmente, è stato favorito il successo di fenomeni da baraccone, ritagliati per una società che non sembra voler guardare in faccia la realtà, scegliendo di negare o trasformarla in riso amaro e quasi isterico. Vi è un abuso nell’utilizzo di simboli ed ognuno di noi resta lì, nell’ombra di quello che più lo rispecchia, con la coscienza pulita per aver esposto il proprio credo al suo pubblico mentre le cose non cambiano, anzi, precipitano. Bisogna appassionarsi alle tematiche attuali, non possiamo permetterci di prenderle con leggerezza. Solo così potremo avere un’idea più chiara e completa di ciò che ci circonda e prendere le nostre decisioni.

Non ho mai capito un cazzo: prima o poi riusciremo a fare chiarezza su chi siamo, quali obiettivi raggiungere?

“Spes ultima dea” anche se la situazione attuale non è per niente rassicurante. Credo che nella società attuale ci sia proprio un problema di identità. Come ho detto bisogna discernere meglio le notizie e gli input che ci vengono quotidianamente somministrati prima di farli nostri: il rischio di manipolazione è molto forte.

Cosa e come cambiereste la nostra Nazione?

Bisogna investire sicuramente di più nell’educazione e nella cultura per limitare i rischi esposti prima. La classe politica dovrebbe dimostrarsi competente e preparata nell’ordinario e nello straordinario, cosa che non sa fare da parecchio tempo e la situazione in cui ci troviamo oggi ne è una triste conferma.

La vita è la tua scuola, insegnami!. Imparare solo dalle esperienze altrui o soprattutto dalla propria?

Imparare soprattutto dalla propria ma essere disposti ad un sano e ragionato confronto. Non si può vivere solamente della propria esperienza, ma neanche affidarsi totalmente agli altri: bisogna cercare un equilibrio. Provando e riprovando si arriva alla verità.

Cosa riserva il futuro per il vostro progetto?

Continueremo a prendere spunto dal quotidiano e presentarlo a modo nostro al pubblico. Speriamo di avere un buon riscontro e far riflettere, fermare, anche solo per un istante, chi ci ascolta, prima che qualcuno possa scrivere ancora su dei post-it lasciati in giro per la città: “Andrà tutto bene”.