Delico: “I miei periodi PsicoDelici” | Intervista

Un progetto nato solo pochi mesi fa in piena pandemia quello di Delico, romano classe 1997. Un progetto che parla di introspezione ed amicizia, due concetti solo apparentemente distanti.

Perché attraverso l’altro conosciamo noi stessi, ci sono amici che ci conoscono talmente bene da essere lo specchio perfetto per la conoscenza di sé. Il primo brano, uscito il 13 gennaio, è “Massimo (Plaid)” e parla, come tutti gli altri che seguiranno, di un amico, ma anche di Delico stesso e dei suoi periodi cosiddetti “PsicoDelici”. Un album talmente originale da non poter essere definito con nessun genere esistente.

Intervistando Delico

Ciao! Chi è Delico nella vita di tutti i giorni?

Delico nella vita di tutti i giorni è Simone. Abito a Roma e sono un ragazzo parecchio vivace, a cui piace stare al centro dell’attenzione, ma allo stesso tempo ha anche la necessità di stare da solo. Come un po’ tutti, penso. Le mie giornate sono sempre accompagnate dalla musica, mi piacciono un po’ tutti i generi. Sono amante del vintage, dall’oggettistica all’abbigliamento. Non so vestirmi coordinato e ho parecchi indumenti da 70enne. Ho due gatti, Robert Delano Roofio e Diana, e sì, anche io faccio le vocine quando parlo con loro. Nel tempo libero sto con i miei amici, i quali ancora non so se mi vogliano bene oppure no! Lavoro in un’azienda che si occupa di allestimento e organizzazione eventi.

“Massimo (Plaid)” fa parte di un progetto sull’introspezione. Quanto ha influito il periodo che stiamo vivendo nella scelta di questa tematica?

Ha sicuramente influito perché è proprio in questo periodo che ho deciso, insieme ad alcuni amici, di intraprendere questo percorso. Sicuramente il periodo di quarantene a casa ha suscitato la parte un po’ più riflessiva e di consapevolezza di me stesso, non sempre in modo positivo. È comunque un’esperienza che ti lascia qualcosa dentro. Il progetto dell’introspezione è nato dal fatto che io ho sempre analizzato in modo diretto i miei sentimenti, paranoie e desideri cercando un supporto da parte dei miei amici, ma rimanendo in linea con ciò che provo io. La tematica di questo progetto vuole far emergere semplicemente come sono fatto e quale ambiente ho attorno e frequento. Quindi direi che questo periodo assurdo è stato un fattore determinante, ma non l’unico.

Ogni brano descrive la personalità di un tuo amico, ma contiene anche tue caratteristiche. Quali sono le tue nel brano “Massimo (Plaid)”?

Sicuramente la frase “ora sono impegnato a stare con me stesso, ancora più malmesso” descrive esattamente come mi sento in determinati momenti. Come se mi servisse effettivamente essere impegnato a stare con me stesso per capire in cosa devo migliorare e quanto sono per l’appunto, malmesso. Anche la frase “Avessi trenta ore al giorno sai cosa farei, le lascerei passare inerme dentro questo plaid” mi riguarda perché è la metafora di tutto quello che la gente reputa un posto sicuro, in cui può rifugiarsi, stare sola e non, riflettere o divertirsi, come per può essere una casa, un amico o entrambi.

“Vediamoci più in là, ora sono impegnato a stare con me stesso”. Il fatto che abbiamo imparato a stare da soli ci creerà difficoltà a tornare alla vita di prima, secondo te?

Secondo me no, anzi. Probabilmente, dopo un periodo così duro, credo ci sarà una voglia irrefrenabile di uscire e fare tutto quello che si vuole, e di conseguenza essere più aperti a qualsiasi cosa ci si presenti davanti, che sia un’esperienza o una persona, senza troppi dubbi. Praticamente in quella frase, provo a spiegare il mio concetto di socialità. Ovvero stare da solo per un periodo, anche se a volte è complicato, per fare un esame di coscienza, riflessioni e conclusioni che mi fanno uscire un po’ diverso. Un periodo da “PsicoDelico”, cioè un periodo caratterizzato da solitudine.

Sarà anche un album sugli amici. È cambiato il tuo rapporto con loro in quest’ultimo anno? Se sì, in che modo?

Non lo so, probabilmente ci sono stati ingressi e uscite di scena. Ho più o meno gli stessi amici da sempre. Sono profondamente sinceri, a volte troppo. Secondo me il rapporto con una persona cambia ogni giorno. Tanti piccoli cambiamenti quasi impercettibili che però, sommati tra loro, possono rafforzare o indebolire l’amicizia. Posso dire quindi che sì, il mio rapporto con loro è cambiato in meglio, perché da quando seguiamo insieme questo progetto mi incoraggiavano o scoraggiavano su molte decisioni senza mai dover chiedere nulla, partiva sempre da loro.

Come definiresti il tuo genere musicale?

Credo sia una specie di Indie-EDM. Non so neanche bene se esista, probabilmente è frutto della fusione tra il mio testo un po’ triste e le basi del mio amichetto Bindy, nonché Producer. Fatto sta che più andiamo avanti più siamo convinti che potrebbe essere questo il genere di Delico.

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