Kiele: Lasciarsi cullare dalla sensazione di quiete | Intervista

Ho sempre pensato che per sapere se mi piace una ragazza devo uscirci almeno tre volte e il disco di Kiele mi ha dato questa conferma.  Infatti “Quiete”, il suo nuovo Ep è composto proprio da tre tracce che potrebbero descrivere una storia d’amore.

“Caffè” è la storia di un primo appuntamento, ricco di sogni e speranze.

“Lei” descrive il momento in cui due persone iniziano a piacersi, scoprendo nuove passioni da condividere facendo finta di nascondere i difetti, sapendo benissimo che ci stanno conquistando anche quelli.

“Il coro delle voci fragili” invece è una canzone sofferta che parla di tutt’altro, ma può lasciare a chi l’ascolta un abbraccio nel quale trovare riparo, dando quella sensazione di potersi completamente abbandonare in una situazione di “Quiete”.

INTERVISTANDO KIELE

Come descriveresti  la tua musica?

Cerco di unire più generi e mi lascio influenzare dagli ascolti del periodo, ma direi che faccio del dream pop malinconico.. anche se mi ispiro molto spesso al post -rock.

A cosa è ispirata la copertina dell’album?

La copertina è il risultato di uno scatto fatto da un mio amico sulle Dolomiti e appena l’ho visto, ho chiesto di poterla usare ,perché mi sembrava perfetta per rappresentare l’idea di quiete che avevo in mente. Dopodiché ho affidato l’editing della cover per l’ep a Marta, un’amica grafica con cui collaboro dall’inizio del progetto Kiele, che ha modificato il tutto e l’ha resa più Naif. Sono soddisfattissimo del risultato finale

Possiamo definire questo ep una trilogia d’amore?

Anche, ma non solo. Il mio obiettivo era sintetizzare in 3 canzoni il concetto di quiete dopo un periodo non proprio felice. L’amore c’è, certamente, ma in varie forme e sfumature.È uno degli aspetti contenuti nei pezzi, ma non il predominante in Quiete Ep.

Ti sei mai fatto leggere i fondi del caffè?

A dire il vero no, ma se dovesse capitare l’occasione lo farei senza dubbio. Non saprei neanche cosa “aspettarmi”, ma lo farei di sicuro.

“Il coro delle voci fragili” parla di depressione?

Lo pensano in tanti ma no. In realtà parla di una persona allo stadio finale di un cancro. All’inizio ero molto in difficoltà per la scrittura del testo, sono rimasto fermo giorni interi alla prima strofa, ma sono riuscito a sbloccarmi attraverso il blog di una ragazza che si chiamava Anna Lisa, nel quale lei raccontava della sua storia. Ha scritto tutti i giorni con una semplicità spiazzante e mi ha colpito profondamente.

Quanto è importante per l’essere umano stabilire delle relazioni? 

Importante per mantenere un certo equilibrio mentale bilanciato dalla capacità di saper anche stare da soli. In qualsiasi tipo di relazione però deve esserci alla base sincerità, complicità e tanto altro. Una cosa che mi dispiace molto è ad esempio vedere persone in gruppi dove non sono accettati o capiti e che non riescono a lasciarli solo per la paura di rimanere soli.

Quale film consigli di vedere per provare un po’ di malinconia?

Sicuramente “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, “Requiem For A Dream”, “The Elephant Man”, “Edward Mani di Forbice” “Le pagine della nostra vita” “Nel Nome Del Padre” “Amabili Resti”. Mi vengono in mente questi.

Per raggiungere la quiete, a volte, bisogna essere disposti anche a smettere di lottare?

Credo sia un processo naturale che viene affrontato da tutti con tempistiche e modalità diverse. Personalmente sono riuscito a stare bene solo dopo aver ricominciato a muovermi e lottare. Stavo fermo e mi ingannavo convincendomi che mi stavo muovendo. Più che altro vagavo.

Hai notato anche tu che si cerca di dare molta più importanza al numero di ascolti che totalizza un brano rispetto ai sentimenti ed emozioni che ne escono fuori?

Assolutamente! Penso sia successo da quando abbiamo trasformato l’arte in qualcosa di matematico, o comunque in qualcosa che ha una scadenza. A me non interessa quante visualizzazioni ha quello che vado ad ascoltare, ma più che altro a cosa può donarmi mentre l’ascolto. Per me l’importante è che la musica che ascolto sia autentica, sia reale. E in ogni caso, nel lungo periodo ci si accorge sempre di chi mentiva e di chi era sincero.

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