“Sciogliersi un po’ ” è il mantra estivo degli Heron Temple | Intervista

Ci sono occasioni in cui bisogna avere il dover di agire, e per gli Heron Temple questo era il giusto momento per tornare con un nuovo pezzo.

Il nuovo singolo “Sciogliersi un po’ “strizza l’occhio ai tormentoni estivi, con un ritornello che rimane nella testa e fa venire voglia di ballare, ma dal punto di vista del testo è più una critica filosofica alla timidezza inteso come concetto concreto.

Mettersi a nudo con i propri sentimenti e buttarsi senza troppi pensieri non è mai stato così divertente!

INTERVISTANDO GLI HERON TEMPLE

Siete tornati dopo un lungo periodo di silenzio e adesso?

Il periodo di silenzio ha riguardato fondamentalmente il nostro aspetto discografico, perché in realtà prima della pandemia abbiamo girato il lungo e il largo l’Italia con un tour acustico, da Palermo a Vicenza e tutto ciò che c’è in mezzo. 

Quando abbiamo iniziato a scrivere ed arrangiare il nostro disco che uscirà prossimamente ci siamo chiesti quali fossero le modalità migliori per esprimerci. È vero, le logiche di mercato vogliono che tu sia sempre pronto, vogliono che pubblichi singoli e dischi con costanza per rimanere “sulla cresta dell’onda”. 

Per il nostro primo disco però abbiamo voluto prenderci del tempo, trovare un sound che ci soddisfacesse a pieno, scrivere dei testi in cui ogni singola parola è pesata e pensata, lavorare ad arrangiamenti che ci rendessero fieri di ciò che facciamo. 

Non è stato facile arrangiare, registrare, scrivere i testi e produrre un disco intero. Non lo è mai in generale, ma in un duo come i The Heron Temple tutto passa dalle nostre idee (con la direzione artistica fondamentale di Roberto Cammarata) e ci ritroviamo spesso a scrivere e suonare ogni linea strumentale delle canzoni, dal groove di batteria ai synth alle chitarre ai bassi etc. 

Adesso, dopo l’uscita di “Sciogliersi un po’”, abbiamo già il disco in mano e pubblicheremo nuove canzoni a breve. Non nascondiamo però che siamo musicisti “vecchia scuola” ed il nostro habitat naturale è il palco. Non vediamo l’ora di ricominciare a suonare davanti al pubblico, questa volta non più in duo acustico ma con la band al completo. 

Da artisti come vivete i giudizi degli altri?

Pensiamo che il giudizio degli altri sia qualcosa con cui l’artista dovrà sempre scontrarsi, cercando di trarre il meglio dai feedback positivi e negativi. La chiave tuttavia, come abbiamo potuto dire prima, è essere prima di tutto fieri di ciò che facciamo e che abbiamo fatto. 

L’artista mette a nudo le sue idee, le sue emozioni e le sue storie. Quando ti esponi così tanto, con le tue canzoni e sul palco, devi essere conscio che non può essere sempre rose e fiori, ma allo stesso momento devi prendere il meglio dalle critiche. Abbiamo imparato che non sono le risposte ad essere fondamentali nel processo artistico, ma le domande che ti poni. E queste domande spesso arrivano dal giudizio degli altri, quindi che ben venga! 

L’abito non fa il monaco?

L’abito non fa il monaco ma bisogna capire che spesso l’abito aiuta. Sei più propenso a mangiare un piatto che si presenta bene o una poltiglia – magari buonissima a posteriori – che non sembra per nulla deliziosa? 

L’abito non è certo fondamentale ma fa parte di tutte quelle caratteristiche che rendono un “prodotto” interessante.

Avete voluto rappresentare nel video di “Sciogliersi un po’” atmosfere leopardiane?

Non diremmo leopardiane, piuttosto sceglieremmo il termine “Gattopardesche”. Dopo aver avuto l’idea per il videoclip ci siamo chiesti quale sarebbe stato il modo migliore per entrare nel mood giusto. Lo slancio creativo è arrivato ispirandoci a “Marie Antoinette” di Sofia Coppola: ci piaceva da morire lo scontro tra due visioni opposte, il nuovo contro il vecchio, il rigore contro la ribellione. 

Abbiamo fatto una ricerca ed abbiamo scoperto che una sartoria palermitana, da quasi cento anni, realizza a mano i vestiti per il Teatro Massimo di Palermo, uno dei più importanti in Europa. Quando siamo arrivati là dentro siamo rimasti fulminati dal vestito che ci avevano proposto, era ciò avevamo immaginato dal primo momento. In più Palermo è piena di palazzi storici di una bellezza sconvolgente. 

La commistione di questi elementi, la scelta della protagonista, delle due differenti location, ha creato queste atmosfere “Gattopardesche” che abbiamo amato fin dal primo frame guardato in anteprima. 

Qual è l’emozione più difficile da nascondere?

Le emozioni sono generalmente difficili da nascondere. Se sei felice vuoi gridarlo al mondo, se sei arrabbiato non vedi l’ora di sfogarti. 

L’emozione più difficile da nascondere? La paura, probabilmente. Per quanto tu possa fingere, la paura di sbagliare, di fallire, di non essere felice, ha ripercussioni su ogni tua azione, annichilendoti. Fin quando non la superi, nascondere la paura è impossibile: te la si legge negli occhi. 

The Heron Temple

È un pensiero comune quello di non fare nulla piuttosto che rischiare di sbagliare?

È vero, è un pensiero che sicuramente rappresenta la strada più semplice. Non vogliamo addentrarci nelle vite private e personali di ognuno di noi, ma da artisti non fare nulla per non sbagliare equivale ad essere morti. Purtroppo, come dicevamo prima, quando fai questo lavoro devi anche mettere in conto il fallimento e gli errori.

Ma da qualsiasi errore devi prendere il meglio. Avere paura di sbagliare non porterà mai ad una crescita reale. Insomma, la distorsione di un suono di chitarra è fondamentalmente un “errore” del suono…eppure, qualcuno ha capito le potenzialità di quell’errore ed ha dato il via ad una nuova era musicale!

Come si sopravvive al caldo estivo?

Ascoltando “Sciogliersi un po’ “ su un fiordo norvegese. Oppure con un gelato in mano, prima che si sciolga. 

Perché la musica si è dimostrata un settore vulnerabile?

La musica è sempre stata un settore vulnerabile, ma la pandemia ha aperto il Vaso di Pandora. L’arte in generale si è da sempre basata su equilibri instabili e la musica non è di certo un’eccezione. I motivi sono tanti, troppi, e le colpe vanno ben suddivise tra attori e fruitori della musica. 

È un cane che si morde la coda e se prendessimo questo argomento in modo serio e completo ci ritroveremmo a scrivere un trattato. Abbiamo tutti delle colpe, nessuno escluso e forse avevamo tutti bisogno di questo schiaffo per pensare davvero ad una ricostruzione di un intero settore. 

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