New Indie Italia Music Week #84

“Le endorfine rilasciate da un abbraccio sono un tripudio di emozioni e calore nel quale amiamo perderci per poi scomparire”.

Tra quale braccia vorresti abbandonarti per ballare, ridere ancora, pronunciare un arrivederci oppure un laconico addio?

Scegli la colonna sonora più adatta per i tuoi abbracci e ubriacati ascoltando le migliori uscite della settimana selezionate  dai nostri editor Alessandra, Salvatore, Nicolò, Ilaria R., Ilaria C., Margherita, Benedetta e Filippo !

 

Come minimo (EP)

Con il suo primo Ep dal titolo “Come minimo”, Giuse The Lizia ufficializza il suo debutto nella scena musicale italiana: l’uscita del suo primo singolo lo scorso aprile, dal titolo “Vietnam” è la sua carta d’identità artistica!

Quello del cantautore palermitano, di casa Maciste Dischi, infatti, è uno stile che rapisce chi ascolta fin dal primo accordo: note di pianoforte, trombe e batterie si mescolano ai testi che seguono un flow tipico del rap, creando così un atmosfera urban funky grazie anche alle produzioni di Bais e Mr. Monkey.

I brani affrontano tematiche che riflettono il punto di vista di chi (come l’autore, o tutti noi, ndr) è parte integrante di un contesto sociale in cui ogni azione, pensiero, ogni sentimento viene soffocato da una velocità di risposta che non riusciamo a controllare: chi di noi non viaggia “più in fretta di un Freccia Rossa”?

Giuse afferma che “viviamo tempi folli” in cui non riusciamo quasi più a sorridere, in cui non riusciamo ad amare, in cui “ti sei fatta una foto, ma non hai messo a fuoco”.

Il suo essere genuino, senza filtri è ciò che lo caratterizza maggiormente, a cui si aggiunge quella consapevolezza razionale che piace all’ascoltatore: “vediamo il tempo che passa come un nemico ed ogni bacio che diamo come il definitivo, come la fine di qualcosa a cui non diamo un nome che ci ha cambiato la vita, stravolto il cuore!”.

(Alessandra Ferrara)

Giuse The Lizia: 9

 

Mystic Motel (Album)

“Mystic Motel” è il primo, attesissimo album, di Laila Al Habash: tra le protagoniste più rappresentative dell’R&B italiano contemporaneo. Una raccolta di 12 brani attraverso i quali Laila si presenta al pubblico in tutto il suo splendore artistico fatto di sonorità avvolgenti e da una vocalità che si sposa perfettamente con i tappeti musicali, tutti magistralmente prodotti. Non è un caso che Coez figuri nella tracklist di questo album  con il brano “Sbronza”.

Laila Al Habash, ancora una volta, dimostra di aver sviluppato un’identità artistica unica per il panorama artistico italiano; una caratterista che di certo non è facile da riscontrare al giorno d’oggi. “Mystic Motel” è un album curato in ogni suo minimo dettaglio: una presentazione impeccabile per la principessa del nuovo R&B italico.

(Salvatore Giannavola)

Laila Al Habash: 8

 

Femminuccia

“Sono una femminuccia, io sono una femminuccia” ripete più volte nel brano Galea, riferendosi magari proprio a quella foto di copertina che ritrae questa bimba vestita da Biancaneve con rossetto rosso e guance accese.

Galea, infatti, si riferisce proprio a quella bambina lì, vestita dalla sua principessa preferita che da grande ha imparato che non è il rosa che ci rende più femminili, così come non è il sentirsi “maschiaccio” a farci sentire più forti: l’importante è sentirsi sé stessi senza troppe connotazioni di genere, perché alla fine è davvero quello che conta davvero.

(Ilaria Rapa)

Galea: 8

 

Piovono segreti

I segreti si sa, hanno le gambe corte e a quanto pare riempiono anche le nuvole che sfociano poi in un temporale. Di questo ci canta Francesca Moretti, la nuova scommessa di La Clinica Dischi, suo singolo d’esordio “Piovono segreti”.

Voce sottile ma che sa toccare nei punti giusti, una lirica posata come quella cinica di chi ha ormai capito che forse è meglio essere lasciati da soli in Autogrill, anziché temere di poter affogare perché sommersi dai segreti e dagli sbagli di qualcun altro.

(Ilaria Rapa)

Francesca Moretti: 7,5

 

Cotto

Vibes malinconiche e distorte, sintetizzatori e basi rap sono all’origine del nuovo singolo di LE ORE, “Cotto”.

Racconta della sofferenza vissuta durante un amore a distanza, ma anche della gioia che si ha quando alla fine del viaggio ci si rincorre per abbracciarsi. LE ORE ci parlano del brano come di un qualcosa nato dopo un periodo di sofferenza; sono le lacrime che hanno dato vita a tutto questo.

Ma come si sa, dopo il temporale c’è sempre l’arcobaleno e “cotto” racchiude in sè tutte le risate e le emozioni che hanno scaturito il brano.

(Ilaria Rapa)

Le ore: 7,5

 

Enter Sandwich (Album)

Come Duchamp ha trasformato in opera d’arte un orinatoio, così Popx, che per l’occasione coinvolge anche l’artista rumena Iioana, ci porta ad esplorare luoghi angusti ai quali, senza sapere bene il  perchè è rimasto inevitabilmente affascinato.

Dare un morso a “Enter Sandwich” provoca un trip del subconscio fatto di sesso, perversione, ma soprattutto la consapevolezza che la maggior parte delle cose che facciamo hanno lo scopo di portarci altrove (sia fisicamente che mentalmente), quasi per scappare dalla realtà.

Bisognerebbe buttare via tutta la negatività e lasciar perdere i giudizi degli altri, come si fa con una pisciata liberatoria quando si è sul punto di esplodere.

(Nicolò Granone)

Popx + Iiona: 7,5

 

Spine

Il nuovo singolo della giovane rapper Leslie è un grido di ribellione a chi cerca di ostacolarci, a chi non crede in noi, a chi cerca in tutti i modi di buttarci giù senza quasi alcun motivo ma “ho dinamite nella cassa toracica”.

La base elettronica scandisce quel sentimento di rabbia che spesso teniamo represso per paura di sbagliare: è proprio quando, un pensiero simile ci attanaglia, che dobbiamo avere il coraggio di dire no!

“Non sono come mi vuoi tu, non sarò mai come te”

(Alessandra Ferrara)

Leslie: 8-

 

con la tua saliva

“Che cosa te ne fai dei giorni pieni se poi diventano vuoti,  che cosa te ne fai delle convinzioni se poi diventano vuote?”

A volte facciamo fatica ad ammettere le nostre fragilità e paranoie, che si riproducono sempre più velocemente ogni volta che incontrano la tua saliva, come virus che infettano il cuore, provocando cortocircuiti emotivi.

Non esiste nessun vaccino per prevenire questo contagio perchè da sempre l’amore distrugge e ricostruisce, l’amore ricostruisce e distrugge.

(Nicolò Granone)

Miglio: 7,5

 

Sempre qui (album)

Gira che ti rigira ci troviamo sempre qui, nonostante gli anni e i drammi. Un po’ diversi ma un po’ sempre gli stessi: i Te quiero Euridice ci portano mano nella mano nel loro giardino segreto.

Un’esplosione di colore, un prato pieno di fiori, ognuno dei quali ci racconta una storia: un grande show in mezzo alla campagna, nel sole che cala alla fine dell’estate.

E noi rimaniamo stupiti, qui, seduti sull’erba davanti a due che ci cantano in modo semplice quanto sia difficile essere giovani. Quanto sia doloroso e quanto sia incredibilmente bello.

L’amore, le birre, gli amici del cuore, il letto dei tuoi, io che ti cerco nei bar alle 3.

Sempre qui ti fa venire voglia di  “qualcosa che assomiglia alla felicità o che – almeno – ci vada vicino”.

(Benedetta Fedel)

Te quiero Euridice: 9

 

Autoscuola

Tra qualche settimana mi scade la patente, lo so sto invecchiando, però mi sono accorto che certe paranoie giovanili sono cresciute con me.

L’amore, l’insicurezza, la felicità interrotta senza motivo da posti di blocco nella testa, non sono come direbbe qualcuno solo una fase che tutti affrontiamo e che vanno via con il passare del tempo.

Alcuni pensieri infatti rimangono incastrati come macchine nel traffico, e non accelerano neanche spaventati dal rumore dei clacson in sottofondo. Questo succede perchè ognuno di noi dovrebbe girare con una P tatuata sul cuore, perchè saremo sempre principianti emotivi che avranno difficolta a comprendere i sentimenti.

(Nicolò Granone)

Solo Campa: 7,5

 

Ho sempre odiato il lunedì

“Ho sempre odiato il lunedì, e lo odio ancora”
Il lunedì è da sempre uno dei giorni più odiati della settimana, quando tutto ricomincia, quando il weekend e il riposo sono ormai lontani ricordi.

Per Alessandro Furlan, nella sua nuova veste rock che abbiamo imparato ormai ad apprezzare, il lunedì non è altro che un’altra insicurezza da superare, da combattere e da respingere, per non fermarsi mai, anche quando tutto intorno a noi vediamo solo buio.

Ma la felicità, la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, e mentre ci concentriamo su tutto ciò che odiamo e non riusciamo a sopportare, proviamo a ribaltare la situazione ed accendere la luce, per rialzarci. Tanto poi alla fine arriva martedì…e finiamo per odiare pure lui.

(Margherita Ciandrini)

Alessandro Furlan: 8

 

sto bene

Drink rovesciati a causa di baci improvvisi e inaspettati, seduti su divani sgargianti ma allo stesso tempo un po’ retrò.

E poi cosa succederà?

Sarà stata la storia di una notte o  racconteremo di questo sabato sera tra qualche anno?

Non lo so, “eppure io sto bene” ma non vado molto d’accordo con le conseguenze delle mie scelte e non vorrei mostrarti il peggio di me.

(Nicolò Granone)

Alaska: 8

 

Astronavi & Carriattrezzi (Album)

Abbiamo seguito passo passo tutti i brani che hanno anticipato l’uscita di questo EP, e finalmente, con l’ultimo arrivato “Niente di speciale” feat. Loomy abbiamo collezionato tutti i cinque brani che compongono “Astronavi & Carriattrezzi” dell’artista sardo Zeep.

Il disco parla di lui, dei sogni, delle difficoltà, delle gioie e anche delle illusioni che sono difficili da raccontare, e allora non resta altro che scriverli e sperare di cantarli davanti a milioni di persone, così da non provare quelle sensazioni da soli, perché “certi giorni non ritornano”, quindi rimaniamo insieme ancora un po’, a guardare un tramonto che è solo il simbolo del giorno che non muore, ma va a fondo come noi. E nel frattempo ragioniamo su quanto Roma sia bella, ma stronza, e abbiamo tutti un motivo diverso per pensarlo

(Margherita Ciandrini)

Zeep: 8,5

 

Ossa

“Non mi ricordo nemmeno chi sono, tu non sai chiedere nemmeno perdono”
La voce malinconica di Granger ci trasporta all’interno di una situazione morbosa e tossica, quando non riusciamo a staccarci da qualcuno che ci trascina sempre un po’ più a fondo e improvvisamente non sappiamo neanche più chi siamo noi.

Quando ci annulliamo completamente e veniamo costantemente usati dalla persona che dovrebbe amarci e sostenerci, per proteggerci scriviamo tutti i nostri pensieri più cupi dentro diari che speriamo non vengano mai ritrovati, mentre cerchiamo la forza dentro di noi di spezzare quel legame profondamente sbagliato, anche se per qualche motivo non riusciamo a farne a meno.

“Ossa” mette i brividi e racconta perfettamente cosa vuol dire sentirsi legati da un filo invisibile, che non riusciamo a sciogliere, perché non lo troviamo: l’abbiamo creato noi, e solo noi possiamo rialzarci e andarcene, tagliandolo per sempre.

(Margherita Ciandrini)

Granger: 8,5

 

Affogare

L’importanza di una relazione non è direttamente proporzionato alla durata del tempo passato insieme, anzi alcune storie che sono durante meno di un battito di ciglia sono peggio di un pugno nello stomaco.

Ho provato sulla mia pelle che affogare dentro sogni e illusioni di quello che sarebbe potuto essere provoca ferite che neanche il tempo riesce a curare, tagli sul cuore che sanno di avrei voluto indicarti le stelle, ma tu mi hai lasciato sul fondo.

Mi sono sentito un po’ come un bambino che senza saperlo, cade e sbatte la testa iniziando involontariamente a conoscere il dolore e così anch’io “sono scivolato  giocando sul bordo e ho scoperto che il sangue era rosso”.

(Nicolò Granone)

Eames, Sela: 9

 

Qualcosa è andato storto

Ok, avevi delle aspettative su di me, ma evidentemente qualcosa è andato storto.

Sì, lo so come sono, sempre troppo di tutto: “troppo poco normale, troppo poco normale”.

Mi sembra di non riconoscermi nemmeno io, figurati se riesco ad essere quello che volevi tu. “Guardami negli occhi, tu non mi conosci, perdi solo tempo”.

Avevo dei piani, ma c’è stato un cortocircuito, un attimo di buio, e mi sono ritrovato così, un mutante imprigionato nella sua REM.

Salvati finché puoi, è tutto inutile “sono morto dentro”.

(Benedetta Fedel)

Sethu, ISIDE: 8,5

 

Tutto qui

“Tutto qui” è il nuovo singolo dei 1998. Un brano che in superficie gioca molto sul pop-elettronico degli ultimi anni, ma che in realtà nasconde al suo interno molte influenze diverse. Dalla musica EDM, che si allaccia perfettamente alla metrica, ad una sottile linea lo-fi riconoscibile nell’utilizzo dei sintetizzatori.

Il risultato è un sound accattivante che suona bene, si fa ascoltare, ma soprattutto, cosa più importante, si fa RIASCOLTARE.

Questo fa di “Tutto qui” un brano riuscito, segno che porta il duo milanese a guadagnarsi un posto in risalto tra gli emergenti più promettenti del panorama musicale.

(Filippo Micalizzi)

1998: 7,5

 

Aloe vera

L’aloe vera, si sa, cura ogni bruciatura, a volte pure quelle che ci ritroviamo sul cuore, pure la paura e la meteoropatia.

Come quella che hai sempre tu sul comodino, nella tua stanza, in cui non riusciamo a fare altro se non volerci bene fino a farci male.

E non ragiono più, mi confondi i pensieri e li ritrovo tutti tra i tuoi vestiti. So che sono sempre in ritardo su tutto. Forse devo andare, o forse ero in ritardo prima di bussare alla tua porta.

È che quando ci sei, non so mai bene cosa dire. Quando ci sei sto così bene. Quando ci sei non sento più dolore.

(Benedetta Fedel)

Fanoya: 8

 

Occhi rossi

“Occhi rossi” è la tipica frenesia notturna che scatta quando hai qualcuno da dimenticare. Cerchi con tutto te stesso di sfogare ogni tipo di frustrazione interiore, e lo fai attraverso quel che la città ha da offrirti.

Giri senza una vera e propria meta, ti ubriachi in giro, con la speranza di riuscire ad affossare un ricordo che ti si è stampato in testa per sempre, come una foto.

Ma si sa, le fotografie sono state create per immortale nell’eternità un particolare momento, quel che resta da fare a quel punto e lasciare che di quel momento ne rimanga almeno un ricordo piacevole.

(Filippo Micalizzi)

Danu: 8

 

Uniti

I colori della copertina del nuovo singolo dei Loren sembrano quasi dettarci ogni singola parola del testo così attuale e vicino a noi da far paura.

L’azzurro riflette quello stato d’animo di malinconica tristezza che a volte ci porta a “respingere chi ci vuole bene, poi ci resta dentro qualcosa di rotto”. Il verde è l’augurio a tornare ad utilizzare le mani per non perdere il contatto con la realtà. Le chiazze di nero sono quel senso di colpa che la band stessa suggerisce che “dobbiamo toglierci” dalla testa.

L’occhio è però catturato dall’arancione, un coloro caldo che racchiude la volontà di essere “uniti per resistere”.

(Alessandra Ferrara)

Loren: 8,5

 

Canzoni d’amore 

“Che fine fanno le canzoni d’amore quando non ci si ama più? Il cuore non c’entra. Il cervello è il carnefice”.

Cosa ne è delle canzoni d’amore quando l’amore si è ormai dissolto nel marasma dei sentimenti e delle emozioni che ci pervadono? Un interrogativo ostico ma necessario al quale il duo Nomi di ieri cerca di rispondere attraverso il loro primo singolo dal titolo “Canzoni d’amore”: una dedica a tutti coloro che credono ancora nell’amore e che non vedono l’ora di condividerlo.

(Salvatore Giannavola)

Nomi di ieri: 7 

 

Nuvole sul Divano 

“Tu sei un porto sicuro in cui approdare quando il mare è mosso e sto per naufragare, quando ciò che sento lo tengo nascosto. Sei tu il mio posto”

Il cantautore Oreste Muratori torna con un nuovo singolo “Nuvole sul Divano”. Si tratta di una canzone pop, dalla sonorità delicata e da un testo che trova grande espressione nella voce del cantante. “Nuvole sul divano” è una canzone romantica, una dichiarazione d’amore, un sentimento che si muove nel quotidiano e trova il suo spazio nei piccoli dettagli. Le abitudini, gli oggetti, i particolari sono le cose a cui possiamo aggrapparci quando la distanza si fa sentire. Una canzone da dedicare e da condividere!

(Ilaria Cantoni)

Oreste Muratori: 8

 

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