YONIRO

YONIRO: “Soltanto La Muerte è per sempre” | Intervista

YONIRO ha da poco pubblicato il suo nuovo singolo, La Muerte in un sabato (4 dicembre) di luna nuova ed eclissi solare in Sagittario.

Il singolo, cantato in spagnolo, affronta la tematica della morte e della rinascita, nel senso simbolico di rinnovo e cambiamento. A motivo del gigantesco imprevisto che ha sconvolto l’umanità negli scorsi due anni, YONIRO si è trovata bloccata in Australia. Catapultata in una diversa fase della vita, non voluta e non pianificata.

Da qui un processo di di accettazione, di distruzione e di ricostruzione. Un percorso forzato ma affascinante, in una natura selvaggia e in un ambiente estraneo, che ha portato ad una nuova fase del processo creativo.

La Muerte ci vuole raccontare che confrontarsi con i processi di distruzione della personalità che si abbattono su di noi a causa di eventi esterni ci può portare a rinascere in una nuova forma, in un nuovo ciclo, che può farci paura ma anche catapultarci in nuove esaltanti realtà.

Perdere tutto, perdere se stessi per trovare qualcosa di nuovo. Accettare che questa è la vita. Un ciclo continuo di morte e rinascita. Maledizione e benedizione. Ricordarci che niente è per sempre. Soltanto La Muerte.

Intervistando YONIRO

Come nasce “LA MUERTE”?

La Muerte nasce dal mio periodo di “reclusione” in Western Australia, che non si è ancora concluso, perchè qui i confini sono ancora chiusi per via del Covid. Sono arrivata qui a Marzo 2020 e sono rimasta bloccata qui. Venendo in Australia ho perso tutto: amore, affetti, il contratto discografico dei miei sogni, il mio lavoro, la mia casa. Ho dovuto ricominciare tutto da capo. E` stato un po’ come morire e quindi poi rinascere. Ho imparato ad amare i processi di distruzione, ad accoglierli come presagio di un nuovo inizio.
Il brano ha le sue radici in un sogno che ho fatto nell’estate 2017 – scrivo spesso le mie canzoni nei miei sogni ed è compreso in un concept EP dedicato all’Arcano numero 13, la carta dei Tarocchi identificata come La Morte.

L’estetica, il mondo de La Muerte, nasce dalla collaborazione di un team internazionale in cui i ruoli chiave sono stati tutti ricoperti da giovani donne: diretto da Giusy Amoroso – italiana, ha un proprio studio di produzione a Berlino – e girato, secondo le direttive di Giusy, da Stephanie Senior, fotografa australiana.

“Nulla è per sempre” eppure facciamo del nostro meglio per essere ricordati in futuro…perché?

Il voler essere ricordati per sempre non è legato alla nostra realtà fisica, ma piuttosto al nostro sè essenziale. Non voglio essere ricordata per sempre come al liceo, come l’universitaria ubriaca alle feste, come la ragazza con due lavori che scrive canzoni. Parlo di me, ma parlo di tutti noi, capito? Noi vogliamo sia ricordata la nostra essenza, il nostro spirito, le cose belle che abbiamo fatto e le cose brutte che abbiamo superato, la somma di tutte le mille vite vissute. Vogliamo che sia ricordato che dopo ogni fine, siamo stati capaci di crearci un nuovo inizio. Non è questo un inno alla volatilità del tutto e al nostro viaggio attraverso le infinite versioni di noi? Diciamo: ho reso la distruzione un processo di magnificenza e per questo voglio essere ricordat*.

Cosa apprezzi di più e di meno nella musica italiana? Quali sono i tuoi artisti di riferimento internazionali?

– Della Musica italiana amo la tradizione e la lingua. La mia è una lirica cantautoriale e sono cresciuta con De Andrè, Bianconi, Battiato, Baglioni, Zucchero. La nostra è una lingua magica, profonda, melodiosa. Non ritrovo la stessa emozione cantando in altre lingue e scrivo sempre le mie canzoni prima in italiano, passando dopo alla traduzione.
Della musica italiana non mi piace l’ambiente: misogino, corrotto e bigotto. Ma questo non è altro che uno specchio del macrocosmo Italia.

I miei artisti internazionali di riferimento sono: Arca, Lana del Rey, Sega Bodega, Grimes e Marina Abramovich, che non rientra nel campo semantico “musica” ma rimane mio punto di riferimento nello sviluppo delle mie opere, nel mio modo di vivere la musica.

LA MUERTE non è una fine e non è un inizio: cos’è per te?

– La Muerte è una parte di un ciclo che dovremmo imparare ad apprezzare e abbracciare. E` molto spesso lasciare andare cose a cui siamo affezionati, parametri confortevoli che ci definiscono, accettare il cambiamento, accettare il fatto che la realtà è fragile e labile e che il corso degli eventi non dipende interamente da noi. La Muerte è anche imparare ad accettare il fallimento e saper ricominciare. Niente di tutto questo è semplice. I processi distruttivi fanno male, ma sono l’unica strada che ci aiuta a crescere.

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