New Indie Italia Music Week #145

“Il lume della ragione s’incendia
Se il boomer non dà ragione al millennial
E muore chi non si adegua
Alzi la testa tipo la giraffa di Lamarck
E si lamenti che viviamo in una società dove” (Coca Zero – Pinguini Tattici Nucleari)

Non cercare approvazione negli altri, lascia che il vento porti via le polemiche e le delusioni: fiorisci come i paesaggi che scorrono dalla visuale del treno che ti condurrà verso le tue mete esistenziali e ricomincia a vivere liber* da ogni pretesa sugli altri.

Proiettati nel futuro ascoltando i migliori brani #IndieItalia della settimana scelti e recensiti dal team di Indie Italia Magazine!

Mondo Rosso – Ep

Dove trovare il senso della vita? Come affrontare questo mondo e tutto questo caos, tra inflazione e crisi climatica, tra sfide globali e personali, tra il senso del venerdì sera e le difficoltà di trovare un affitto? Non c’è una risposta in Generic Animal. C’è solo un ritorno alla musica, alla sua sperimentazione, così come ha sempre fatto, da quando ha iniziato la sua carriera da solista.
Nell’Ep “Mondo Rosso” tutti gli inediti sono diversi, è quasi un concept, in cui il gigante rosso che tracima il mondo sta per scoppiare. Se “Mondo” parte con una forte batteria e una voce distorta, in cui Generic dice anche di non aver mai scritto una vera canzone, “Venerdì” lo fa con una chitarra acustica, anche stavolta distorta, ma con la voce limpida in cui “il periodo è frustrante” e ci si chiede pure “che vita è?”. Una domanda lasciata insoluta anche in “Rosso”, dove il “gigante rosso scalda il continente”. Ma è con “Fine” che la raccolta si chiude, in un brano chill con un forte autotune, dove le speranze sembrano svanire perché “forse siamo già alla fine”.

È una rincorsa al “fammi prender aria” che non ha senso straparlare, è l’ora di ingoiare la rabbia che “non so come sfogare”. È una fine in cui lo strumentale prende il sopravvento, oltre la parola, in cui alla fine non ci resta che arrenderci e dire che “forse il mondo è già troppo giusto così”.

(Lorenzo Ottanelli)

Generic Animal: 9,5

 

Morso sul collo

Il Duopop ci continua a parlare del sapore dolce e amaro che può avere l’amore, con il taglio ironico di chi sa bene che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Sembrerebbe che sia proprio la tendenza autodistruttiva legata al concetto di questo complesso sentimento ad essere – forse quasi paradossalmente – un motore che alimenta la musica e i testi del duo, che ha saputo sorprendere singolo dopo singolo. In un mix di generi, tra sonorità di un pop che strizza l’occhio all’elettronica e forti influenze urban, l’amore viene visto da un altro punto di vista: quello in cui la vittima e il carnefice, almeno a tratti, combaciano e si mordono sul collo.
(Benedetta Fedel)

Duopop: 8

 

Serenata Iceberg (Album)

SERENATA ICEBERG è il debut EP di LUCREZIA. Il disco, anticipato dai singoli BRAD PITT e SERRATURA, è il primo capitolo di un progetto cresciuto e maturato rispetto all’esperienza televisiva all’ultima edizione di X FACTOR, che ha messo in luce il talento cristallino della voce della giovane artista.

Ora è il momento di condividere e presentare una scrittura di assoluto livello e capace di arrivare con immediatezza, con sei brani accomunati dalla necessità di guardare in profondità dentro sé stessi e dentro alle cose, restando però galleggianti e fluttuanti in superficie, senza sprofondare.

Tra i brani di Serenata Iceberg, CAMOMILLA ha uno spazio particolare: è una canzone che parla di mettere la punta di un piede nel mondo adulto, e farsi luce col telefono per capire in quale strana terra ci si stia inoltrando. C’è la paura di essere lasciati indietro e che crescere significhi per forza cambiare, ma c’è anche la voglia e la felicità di andare avanti tenendo stretto per mano chi sa farci stare tranqulli anche nella più burrascosa delle tempeste.

Serenata Iceberg è il personalissimo testamento fatto di scene di vita vissuta, di sogni e di emozioni per salutare un’età che forse non si saluterà mai del tutto, spensierata ma allo stesso tempo fatta di grande sfide.

Lucrezia: 7.5

 

CASA SENZA LETTO DORMI

Una ninna nanna visionaria, quasi una nenia onirica che rappresenta un dialogo tra un bambino che piange sconsolato e la mamma che cerca di calmarlo. Il pezzo scivola tra ingranaggi elettronici ossessivi e quasi disturbanti, frequenze basse e melodie infantili senza abbandonare il pop e R&B contemporaneo distintivi della band.

Una riflessione su cosa significhi crescere e fare i conti con i traumi nel passato, per esorcizzare la paura e i dubbi attraverso suono e voci, lontano da uomini cattivi, spettri del passato e archetipi inquietanti.

(Sara Pederzoli)

/handlogic: 7

 

Moondrone

Quando non ci saremo più, purtroppo prima o poi succederà, lasceremo dentro le altre persone un senso di vuoto che neanche il tempo riuscirà mai a colmare.

Giovanni Truppi è pronto a sacrificarsi, come gesto d’amore supremo, per evitare, anche in maniera egoistica, di soffrire di più in caso di addio e abbandono.

Le relazioni possono avere mille complicazioni dovute al carattere, all’esperienze del passato o ad altre assurde variabili, ma quando si trova la persona giusta e i sentimenti sono ricambiati ogni attimo diventa eterno e infinito. Come si fa quindi ad accettare che prima o poi  in ogni rapporto dev’essere inserita la parola a fine per cause naturali o per incomprensioni d’amore? No, non si può!

(Nicolò Granone)

Giovanni Truppi: 8,5

 

2 o 3 minuti

Ytam dedica un abbraccio a tutti quelli che sono stati costretti a crescere da soli, con situazioni familiari difficili e senza un sostegno sicuro. “2 o 3 minuti” è un incoraggiamento a non smettere mai di lottare per raggiungere la felicità. Quella non è mai irraggiungibile.
La voce di Ytam è delicata, e dona quella tranquillità che tutti tanto bramano.

Se vi sentite soli, abbattuti e disillusi, non vi resta che ballare, anche solo per due o tre minuti.
O ascoltare questa canzone.

(Sara Pederzoli)

Ytam: 8

 

Per le ragazze come me

Un brano per emanciparsi, per parlare di sé, come donne. Perché sì, è sempre più necessario e Maria Antonietta e Laila Al Habash hanno trovato il modo giusto per farlo. È la costruzione della propria “cattedrale”, è il creare senza il bisogno di qualcuno. Da quella stanza per sé, come diceva Virginia Woolf, “tesoro non mi mancherai” perché “adesso ho fame, come non l’ho avuta mai”. È tutta un’analogia sulla bocca, sulla fame, sul fatto che anche l’altro ne è provvisto, di una bella e forte, ma che non ride e che non fa risplendere.
Con un ritmo itpop che non può lasciarci indifferenti, le due cantanti creano l’inno del lasciarsi andare, del prendere le redini della propria mente e farla funzionare al meglio. Un modo per trovare il proprio spazio perché “per le ragazze come me il mondo non si può fermare” e se lui va nel buio, beh, non è il caso di andarlo “a cercare”.
(Lorenzo Ottanelli)

Maria Antonietta, Laila Al Habash: 8,5

 

Nelle teste degli altri – EP

Si chiama “Nelle teste degli altri” ed è il nuovo EP di ceneri, sequel del precedente “Nello spazio che resta”. Composto e prodotto insieme ai B-CROMA, il nuovo lavoro di ceneri è un insieme di pop ed elettronica, il tutto reso in maniera minimal grazie a dissolvenze e sintetizzatori.

“Nelle teste degli altri” è il racconto di chi per la prima volta ha fatto i conti con la società, con il mondo che la circonda, ma allo stesso tempo la narrazione da parte di chi ha vissuto questa esperienza come un viaggio a tappe, un viaggio verso l’autodeterminazione nel mondo.

(Ilaria Rapa)

Ceneri: 8

 

(S)hit

Una parola, doppio significato. Eppure col significante “(S)hit” condivide principalmente la seconda parte, l’”hit”, appunto. Il nuovo singolo di fogg, l’ultimo che anticipa l’uscita dell’album, è un brano senza mezzi termini, una canzone per chi non ha e non vuole avere peli sulla lingua:”dopo una lunga ricerca introspettiva sentivo il bisogno di una canzone che fosse all’opposto di tante altre presenti nel disco, una canzone senza troppe complicazioni, senza orchestre, citazioni o arrangiamenti complicati”, dice l’autore. Come ha fatto a raggiungere questo risultato? Semplice, lasciando parlare il suo io più nascosto e facendo riaffiorare i suoi ascolti più inconfessabili.

(Ilaria Rapa)

fogg:7,5

 

Cioccolata e Xanax

Fiat131 in “Cioccolata e Xanax” conferma la sua capacità di esprimere frammenti della vita, intrappolati in immagini mentali, come in una polaroid. Insieme ad Hanami, che nel pezzo riesce ad essere la perfetta controparte sia da un punto di vista emotivo che vocale, parla di un momento in cui ci si trova intrappolati in una relazione che non funziona più e si cercano palliativi, come la cioccolata e lo Xanax, da usare come via di fuga per non accettare la realtà dei fatti. La sola idea del distacco, la sola idea del dolore, può fare paura e a volte ci ritroviamo incapaci di fare un passo, tenendo strette in mano solo una manciata di scuse.

(Benedetta Fedel)

FIAT131, Hanami: 7

 

PER RIDERE

I Funky Lemonade avevano avvisato fin dal titolo su quale fosse l’utilità del loro nuovo album, “PER RIDERE”. Scanzonati, irriverenti, funkeggianti, elettronici, distopici, leggeri. Ma non ci facciamo ingannare dal sorriso spensierato del gruppo. Citando Alberto Sordi, “Quando si scherza bisogna essere seri”, e i Funky Lemonade dimostrano per tutto l’album quanto siano dei musicisti incredibili. Dai pezzi cantati dalla splendida voce di Spinozo, come “Stare nel Chill” o “Passerà”, ai soli brani strumentali, stile “Mesopotamio” o “:]]”, l’album è una colorata montagna russa dentro la testa dei gruppo da cui non siamo ancora pronti a scendere.

(Benedetta Fedel)

Funky Lemonade: 9

 

Gli anni di Cristo – ALBUM

33 anni sono un’età importante, sia per chi è credente sia per chi non lo è. Sembra quasi che questo leggendario numero si circondi di una strana sacralità per cui ci si aspetta di essere saggi e maturi. Mobrici, negli anni di Cristo ha scritto il suo nuovo disco, maturo sì, ma ben lontano dallo smettere di cercare le risposte alle domande esistenziali, come l’amore, il futuro, il passato e la vita stessa.

“Gli anni di Cristo” è un disco che unisce perfettamente il cantautorato più classico alla musica più moderna, dando vita ad una serie di canzoni generazionali in cui la voce disperatamente romantica di Matteo Mobrici ne è l’assoluta protagonista. Ogni brano si trascina dietro quel barlume di speranza nel futuro, che se anche le previsioni ci remano contro, non si smette di credere che tutto andrà per il meglio. Questi sono i 33 anni di Mobrici, pieni di domande le cui risposte ce le potrà dare solo il tempo. Ma adesso noi non ci pensiamo, “beviamoci e balliamo”.

(Filippo Micalizzi)

Mobrici: 9

 

Stare con te

“Che a stare con te vado fuori di testa”

In questo nuovo singolo Svegliaginevra ci mostra come a volte l’amore disperato, arrivato al culmine, finisca con lasciare il comando alle paranoie e alle insicurezze facendo emergere la nostra parte peggiore. Non si può amare qualcuno se prima non si ama se stessi. Questo è il punto principale del brano, con cui la cantautrice lancia un invito a costruire la propria fiducia come base di partenza per vivere al meglio le relazioni future.

(Filippo Micalizzi)

Svegliaginevra: 7

 

Pelle

“Pelle” nasce da non so chi sia, guarda le mie storie ma continua a non seguirmi, nel tentativo di raccontare la storia di una persona che non si conosce partendo dall’immagine che questa offra di se a partire da foto pubblicate su Instagram e relative caption.

Torregrossa, cantautore siciliano classe ’90, non conosce personalmente la ragazza di cui parla il brano seppur questa sia una persona realmente esistente e sappia dell’esistenza della canzone (la foto scelta per la copertina è una tra quelle pubblicate dalla persona in questione).

Il cantato e l’arrangiamento seguono due linee emotive differenti tra romanticismo quasi-adolescenziale e angoscia, con l’ambizione di ricreare la percezione dell’autore di nervosismo e rabbia.

La scelta di collocare il brano in un contesto musicale prettamente lo-fi nasce dalla continua ricerca e sperimentazione sonora da parte dell’autore, ed legata ad un profondo bisogno di trovare un punto d’incontro tra una dimensione “analogica” e una più “digitale” sia per quanto concerne l’esperienza musicale che per quella personale e umana – tutti le linee strumentali sono state arrangiate ed eseguite dall’autore in maniera canonica, con strumenti “fisici”, ad esclusione della linea di batteria che per limiti tecnici è stata prodotta digitalmente a partire da campioni.

Pelle vuole rappresentare la totale e tristemente diffusa indifferenza rispetto alla creazione di pregiudizi privi di fondamento – il non so assolutamente di cosa sto parlando è il tema centrale alla base del processo compositivo.

Torregrossa: 7

 

ALTA MAREA

Quello di riuscire ad accettarsi è un viaggio lungo e ben lontano dall’essere semplice. In questo nuovo singolo La musica di FORTE si interroga su ciò che realmente vuole, se essere se stesso o adattarsi ad una società piena di avvoltoi.
In mezzo alle domande, agli sforzi per trovare un proprio posto nel mondo, il cantautore, in una straordinaria progressione musicale, guarda dentro se stesso, decidendo infine di accettarsi nonostante i mille difetti.
“E lo so che sono io ad odiare tutto il mondo, e lo so che sono io ad aver toccato il fondo”.

(Filippo Micalizzi)

La musica di FORTE: 8

 

Fede (Ep)

“Fede”, il nuovo Ep dell’artista, è un buco nero di emozioni che attrae a sè e disintegra tutto ciò che ha la fortuna di orbitargli intorno. Un tunnel metafisico di sonorità aliene e di vocalità angeliche e paradisiache in cui il fluire dei sentimenti e il tempo si fondono, smaterializzandosi per sfociare in una nuova dimensione: il regno di Erio, un non-luogo in cui non c’è spazio per la banalità emozionale, in cui l’empatia e la sensibilità sono le virtù degli eroi.

E “anche se tra dieci anni crollerà la civiltà” ci basterà intonare un brano di “Fede” per scomparire salvandoci dalla distruzione mentre ci terremo per mano.

Erio, con questa nuova raccolta di brani, si conferma tra gli artisti più particolari e unici del panorama musicale italiano.  “Fede” è un’esperienza sensoriale in cui perdersi e ritrovarsi.

(Salvatore Giannavola)

Erio: 8

 

Il giardino di Maddalena

La voce calda di Napoleone si lega a quella dolce e sporca di Kaze ne “Il giardino di Maddalena” e tra chitarre strimpellate e suoni a tratti eterei, ci accompagna in un viaggio non proprio previsto. Ci sono dei momenti nella vita, che ci colgono completamente di sorpresa, una decisione improvvisa da prendere che ci farà cambiare totalmente percorso, un evento imprevisto che ci lega a persone che fino a qualche secondo prima erano sconosciute, ma che ora ci sembra quasi di avere vissuto insieme a loro una vita intera.

Solitamente un cambio di rotta inizia sempre con una grande perdita: andare via dalla casa in cui si è cresciuti per fare esperienze diverse, abbandonare una persona a cui abbiamo dato tanto e da cui abbiamo ricevuto tutto, ma che ora non ci fa provare più nulla…e quindi chiudiamo una porta dietro di noi e guardiamo avanti, senza fermarci, e sappiamo che anche in mezzo ad una tempesta saremo capaci di ritrovare il nostro sentiero. Se poi questo viaggio ci permette anche di guardare il mare fuori da una finestra, tanto meglio.

(Margherita Ciandrini)

Napoleone, Kaze: 8

 

Giorno libero

I Delicatoni ci regalano flussi di parole e di suoni nell’EP “Giorno libero” e ci prendono per mano accompagnandoci lungo un viaggio dentro un giardino verdissimo e pieno di fiori, che sono i nostri sogni e i nostri desideri più profondi. Brani come “La mela” ci trasportano in questo locus amoenus e ci parlano di amore, l’amore incondizionato che proviamo guardando la persona che per noi è tutto il mondo fare qualsiasi cosa, anche dormire beatamente. Si possono unire ritmi disco a quelli del cha cha cha? Certamente, parola di Delicatoni, che con

“Tuyo” esplorano proprio questi due generi musicali e li fondono insieme, creando colori sconosciuti che riescono ad illuminare qualsiasi giorno triste. Chiude l’EP “Bobo’s waltz”, degna colonna sonora per un “arrivederci”: unici nel loro genere, i Delicatoni ci lasciano con una sensazione di chiusura ma anche di nuovo inizio, e rimaniamo in tensione, come se dovesse ancora accadere qualcosa di grande.

(Margherita Ciandrini)

Delicatoni: 8

 

Realismo magico in Adriatico

Un ritmo coeso, un Adriatico che sa essere calmo e allo stesso tempo il mare più pericoloso del mondo, come diceva Shakespeare. È un volersene andare dalle situazioni, trovare uno spazio altrove, nella mente, perché non si è piloti “di questo decollo” e tutto ci infastidisce. Volersi trovare sopra uno scoglio, a fare i conti solo col mare, senza gli sguardi e i discorsi.

E poi i ricordi, che stanno racchiusi nel mezzo del niente, che a volte tornano, da alcuni luoghi nascosti e remoti. Come quella stella lontana che è invisibile e che sembra quel segreto che non ti vuole confidare. Ma tu le vuoi bene, ma se solo tu fossi onesto durerebbe un’ora, quella storia d’amore, ma forse è solo la tua confusione.

Colombre è come sempre un mago, un autore che sa trascinarti in spazi reali e onirici, grazie alla musica, grazie al testo. Questo “Realismo magico in Adriatico” è un racconto immenso e minimo, che raccoglie esperienze minuscole e le fa diventare grandissime. È l’analogia col mare. È il pensiero che può tutto, nel bene e nel male. È quella modalità di racconto usata da Borges, Marquez e Buzzati, e che Colombre sa maneggiare al meglio.
(Lorenzo Ottanelli)

Colombre: 9,5

 

Mi sono perso

Lasciati libero di perderti, accetta i tuoi errori e non farti troppe domande alle quali ti viene scomodo e difficile azzeccare le risposte giuste. Vivi come preferisci, non sentirti obbligato a scegliere solamente per dare retta a certe circostanze, sacrificando la tua essenza perché tutti gli altri non si comportano come pensi tu.

I Regione Truccosalgono sul palco con la voglia di divertire ed emozionare, con brani sinceri indirizzati verso la libertà, ognuno deve imparare a conoscere davvero chi è, prendendosi tutto il tempo di cui ha bisogno, invece che sacrificare la  felicità davanti al tempo o al dio denaro.

La società di oggi tende all’omologazione, giudicando sbagliato chi ha il coraggio di sognare, per fortuna ancora oggi la musica e il rock sono simboli di ribellione!

(Nicolò Granone)

Regione Trucco: 7

 

Retrò – Marcia

Quante volte abbiamo avuto l’ansia di diventare grandi, rimpiangendo i tempi in cui eravamo bambini spensierati e incoscienti?

Ci sono momenti della vita in cui diventa necessario fare un bilancio, riflettere su tutte le scelte fatte cercando di capire quale strada abbiamo intrapreso. Se ci concentriamo, anche se abbiamo una vita perfetta, sarà inevitabile pensare di non voler modificare nulla, chissà se avessimo una macchina del tempo quali eventi avremmo intenzione di modificare.

Il cambiamento però genera cambiamento, e probabilmente modificando anche il minimo tassello della nostra storia personale, potremmo rischiare di non essere più noi stessi e, anzi, non è detto che il risultato finale sia meglio di quanto immaginato.

Il passato ci ha insegnato a dominare le nostre emozioni, il futuro dev’essere l’occasione per saperle gestire e mettere in ordine i nostri pensieri in maniera di sentirsi in pace.

(Nicolò Granone)

Avanzi, Ama Dee: 7,5