New Indie Italia Music Week #144

“Chi sono, dove sono
Quando sono assente di me
Da dove vengo, dove vado
Chan-son egocentrique self centred song
Dalla pupilla viziosa delle nuvole
La luna scende i gradini di grattacieli
Per prendermi la vita (per prendermi la vita)“ (Alice, Franco Battiato – Chanson Egocentrique)

Navighiamo a vista in un apparente deserto di emotività dove la sabbia della frenesia tenta di impossessarsi voracemente della nostra natura.

Rifugiamoci in momenti nostri, disegnando la realtà che più ci corrisponde, perdiamoci tra i grattacieli dell’esistenza, mentre risuonano le note di un album che parla di noi, che celebra il nostro egocentrismo così che possiamo trovare la forza di riprenderci la vita e di offrirci in splendida forma!

Nuove colonne sonore per viaggi intra-emozionali con il nuovo numero di New Indie Italia Music Week!

Indaco (Album)

Dopo aver inanellato i primi successi all’interno del duo PSICOLOGI insieme a Lil Kvneki, Drast (Marco de Cesaris) dà seguito alla pubblicazione dei due singoli “Lontanissima” e “Tutta la vita” con “Indaco”, il suo primo album. Lavoro che parte dai presupposti indie pop già mostrati all’interno del duo, il disco è composto da 12 tracce concepite in cameretta, come da tradizione per la scena del nuovo pop italiano e poi rielaborate in una dimensione da band. Proprio questa vena suonata, con un minore utilizzo di sample, è un primo punto di interesse del disco e di novità rispetto alla carriera del giovane artista partenopeo: Drast, spesso anche produttore, ha voluto lasciare molto spazio in studio ai membri della formazione che lo accompagnerà dal vivo (Winnietheputa, Golden Years, Alberto Paone e Giovanni de Sanctis), rendendo “Indaco” una release, almeno dal punto di vista della produzione musicale, scritta quasi a 8 mani.

Registrato e rifinito presso i Rex Studios di Londra, “Indaco” unisce riferimenti culturali e musicali appartenenti a più generazioni e influenze: pur guardando fieramente all’indie pop internazionale, con anche sprazzi alternative e indie rock (“Solo noi”), l’album mantiene comunque una forte componente italiana, reinterpretando la tradizione de nostro cantautorato in chiave 3.0. È il caso ad esempio di “Anima”, traccia che strizza l’occhio alla canzone napoletana e in cui, per la prima volta, Drast utilizza il suo dialetto. Interessante e inaspettata l’assenza di featuring nel disco, a prova di una scelta estremamente personale e intima in cui il cantautore partenopeo ha voluto dare molta importanza al proprio vissuto. Più maturo dal punto di vista dei testi e della scrittura, prova di un autore che sta crescendo anche anagraficamente, “Indaco” è un disco dalle chiare tinte biografiche in cui i personaggi principali sembrano essere i luoghi (New York, Napoli, Procida e soprattutto il mare).

Drast: 8

Ancestrale (Album)

“Ancestrale” è l’EP d’esordio di Corinna, così come ancestrale è la connessione che la lega alla musica. cinque tracce che sono tappe in quei luoghi che prima erano considerati sicuri mentre adesso sono diventati pericolosi. L’elemento ricorrente, metafora di questa corruzione, è il fumo visto come nebbia, smog, che offusca la vista, pervade i pensieri, blocca il respiro. Il sogno di Corinna non può che essere quello di tornare a respirare a pieni polmoni.
(Ilaria Rapa)

Corinna: 8

Cambi stagionali (Album)

Si chiama come quelli che ormai non ci sono più, i “Cambi stagionali”, che è anche il nuovo album di Nostromo. Con lui oltre al cambio di stagione tornano anche le sonorità retò e nostalgiche: ogni brano trasmette l’urgenza del racconto, della cosa vissuta e di quella anche soltanto immaginata. Lirica e armonia si intrecciano in un ballo che va a passo lento tra i ricordi nostri e di chi ce li ha passati. Un disco che viene dal profondo e per questo sincero, e con la stessa onestà non possiamo che approvare ancora una volta la maturità di un artista che traccia dopo traccia riesce a rapirci nel suo mondo che ci ricorda una foto sbiadita in cui ancora c’erano i cambi stagionali.
(Ilaria Rapa)

Nostromo:8

Allegria del tempo che passa

Una riflessione, dolceamara sui cambiamenti, accompagna dall’identificazione di un nemico più grande, che Dente definisce come quella stupida paura di stare bene, che accomuna tutti chi più e chi meno. Il ritornello è indubbiamente arricchito dal coro dei Selton.

Tutto passa, il tempo senza dubbio, ma anche la magia, quasi fosse una stella cometa che se ne va veloce tanto quanto è arrivata. Cosa rimane? Solo la malinconia, sentimento che accompagna anche l’ascolto del brano.

(Sara Pederzoli)

DENTE: 7,5

moonlight

Un viaggio nella cultura e la tradizione di Bluem, nello specifico della Sardegna dell’antichità. Bluem ci ricorda la leggenda delle Janas, donne specializzate nella tessitura dell’oro, che nelle sere si mescolavano agli esseri umani. É proprio una Jana tradita la protagonista di moonlight, che come le parole del testo ci racconta la sua storia.

La Jana è uno dei vari personaggi antichi del genere femminile che l’artista usa nell’album per narrare la sua esperienza, come fosse un omaggio nato dal desiderio di celebrare personaggi straordinari.

Nella canzone BLUEM ha scelto di collaborare con l’artista emergente italiana Yasmina.

(Sara Pederzoli)

BLUEM: 8

 

Io e te certamente

C’è un amore, ed è quello che sorpassa l’innamoramento. È l’amore che dura, quello della normalità e della stranezza, dell’illusione e dell’incertezza. È un amore che è un gioco, senza il quale siamo persi, sono i silenzi, le scelte che ci hanno costretti, a cui vogliamo adeguarci. A volte però ci pensiamo e tormentiamo, perché può essere una “questione di assenza, la mia fedeltà”.
Maria Antonietta ha scritto una canzone, Colombre l’ha ampliata e migliorata. È un lavoro di squadra ed è un lavoro di coppia. In questa ballata che è “io e te certamente” si sente la complicità, la volontà di parlarsi, di fare qualcosa insieme. Tra il basso, le chitarre e la batteria le voci si trovano cullate nel gioco della musica, che è quello degli “illusi di sempre”.

Colombre ft. Maria Antonietta: 8

 

Guardami! – MANGO

Vuole essere guardato, idolatrato, cercato. Vuole essere trovato. Ha fame del successo, poco altro. Questo nuovo personaggio, fotocopia di tutti gli artisti contemporanei (o quasi), è il perfetto contrario di Pino Mango, cantautore che ha fatto della sua arte il suo lavoro. Vipra questa volta ci trasporta in un universo scuro, non meno di quanto avesse già fatto con “Musica dal morto – MIA MARTINI”, ma utilizzando un repertorio post-punk. E lo fa prendendo in giro tutti quegli artisti, in particolare maschi, che farebbero di tutto pur di entrare nel giro giusto e farsi amare dai fan.
“Guardami! – MANGO” è un brano che è finalmente una (auto-)critica al mondo della musica. Un mondo che ha bisogno più dell’immagine che del contenuto. E che forse, ha tanto bisogno di quel “Fuck!” che Vipra si/gli augura.

Vipra: 9

le cose che non dici mai

“Non mi parli mai e ti nascondi lì, tra le cose che non dici mai, ma urli con gli sguardi e pure se non parli mi gridi bye bye”.
Nel suo nuovo singolo Santachiara parla di quello che non si riesce a dire, di quei momenti in cui le cose che abbiamo dentro sono così tante da non riuscire a farsi strada e diventare parole. Ma se è vero che gli occhi non mentono mai, trapela tutto come dal vetro di una finestra. Il giovane cantautore adottivo di Napoli ha dimostrato di avere grandi capacità cantautorali, che conferma e, anzi, rafforza in questo nuovo singolo prodotto da Golden Years. Ne “le cose che non dici mai” Santachiara riesce a parlare di incomunicabilità usando abilmente – e, forse paradossalmente (?) – le parole giuste, sopra una musica che sa sorprendere durante tutto il pezzo.
(Benedetta Fedel)

SANTACHIARA: 8

Ad occhi chiusi

Dopo “Campo di Marte” il gruppo fiorentino – e il suo “dirty pop nudo e crudo” (cit.) – torna con il primo singolo del 2023, “Ad occhi chiusi”, una canzone d’amore scritta con tutta la dolcezza e tutta la sincerità che ci vogliono quando chiediamo a qualcuno di fidarsi di noi. Perché a volte ci sembra rischioso tanto quanto stare “con gli occhi chiusi sulle rotaie”. Il pezzo deve molto al cantautorato italiano, ma la musica non rimane banale, anzi, è in perfetto equilibrio col testo e fa da amplificatore alle parole. Lasciarsi andare non è mai semplice come lo vogliono far sembrare ma, diciamocelo, chi di noi dopo una dedica del genere non si sarebbe buttato? Come va, va, intanto “stanotte prendiamo vita”.
(Benedetta Fedel)

Cassandra: 8,5

Il canto del villaggio (Atto I) – EP

Il nuovo viaggio intrapreso da Livrea ha inizio con questo primo atto. Una dolce partenza cullata dalla voce dell’artista, ma che nel profondo nasconde il gusto amaro di una disperata richiesta d’aiuto.

 

I quattro brani racchiusi al suo interno sono unici tra loro, come uno specchio infranto di cui i singoli pezzi ne rappresentano le diverse sfaccettature. “Ascoltami” si nasconde dietro la leggerezza dei suoni per mascherare il bisogno di aiuto, “Non ti brillano gli occhi” è più deciso, mosso dalla rabbia di dover sfogare la frustrazione. Chiudono l’EP “Visioni Notturne” e “Katàbasis”, il primo è quasi un sogno ad occhi aperti in una città di notte con sottofondo un basso incisivo, il secondo è la purificazione che ha permesso di rimettere insieme tutti i pezzi.

(Filippo Micalizzi)

Livrea: 9

Riserve (Album)

 

“Riserve” è un disco generazionale, che attraverso il suono di chitarre distorte canta, o per meglio dire urla, tutto il malcontento, il degrado e la frustrazione di chi cerca ogni giorno il suo posto nel mondo.
Ogni brano abbraccia un singolo problema interiore, trasformandosi in un’autoanalisi per arrivare a capire di chi è la colpa, se nostra o del marcio in cui viviamo. “Saranno altri”, seconda traccia del disco, senza ombra di dubbio incarna alla perfezione il tema centrale dell’album, che fra senso di colpa e voglia di rivalsa cerca di guardare il lato positivo, con la promessa che “se non saranno questi gli anni belli saranno altri”.

I Boschi Bruciano con quest’ultimo lavoro hanno dimostrato di avere qualcosa da dire, ma soprattutto di saper prendere determinati temi amplificandone la portata con della musica di qualità suonata alla perfezione.

(Filippo Micalizzi)

I Boschi Bruciano: 8

 

senza la barba sono grande anche io

“senza la barba sono grande anche io” è un crescendo. Il brano parte calmo, un’intro distorta, poi un reef di chitarra dolce, da classico rock italiano. Si alza un po’ la voce e si grida, fino a quando non si mostra agli altri quanto sia rilevante il fatto che nonostante tutto si è già grandi. Anche se gli altri non lo capiscono appieno. Il tutto accompagnato da una batteria dai bassi potenti.

È il racconto di un adolescente alla fine dell’adolescenza. È il racconto dei dubbi, dei mostri sotto al letto, di quell’incertezza nel comprendere chi è davvero il mostro, forse anche se stessi. È una lettera a qualcuno da amare. E può essere una lettera alla vita, un fermoimmagine di una fase del proprio vissuto, da non dimenticare.

(Lorenzo Ottanelli)

centomilacarie, B-CROMA: 8,5

 

Lovesong

Il mondo ci può dare la sensazione che sia importante dimostrare l’amore nei confronti delle altre persone, con segni tangibili o meno, ma che sia molto più difficile essere in pace con se stessi, accettandosi con pregi e difetti.
Rosolo Roso critica gli stereotipi della trap moderna fatta di sesso, droga e soldi, cercando ispirazioni dentro la verità delle proprie passioni, senza il bisogno di costruire sovrastrutture fittizie per sentirsi più figo.
Anzi tira fuori il suo stile ironico e chill in modo da presentarsi con il cuore in mano davanti alle orecchie degli ascoltatori.
Per stare bene non serve promettere mare e monti, invece è fondamentale capire chi siamo e quali lati vogliamo mostrare del nostro essere.

(Nicoló Granone)

Rosolo Roso: 8

DISCO DUE (Album)

“Tu non mi fai dormire più, non lo vedi che sei tu, l’alta marea a casa mia” (Venezia).
Il nuovo progetto di Bais “DISCO DUE” ci culla e ci spinge dolcemente dentro questa primavera con i suoi sound pop e le sue ballad che hanno sempre delle esplosioni: le percepiamo nitide sia nelle nostre orecchie che nella nostra anima, “Amore, abbiamo dentro un vuoto bestiale” (“Vuoto bestiale”).
Numerose sono le collaborazioni all’interno dell’album, da Galeffi a Laila al Habash e possiamo con sicurezza affermare che “DISCO DUE” è uno degli album che ci permette di apprezzare l’attuale indie italiano, e riconosciamo un pezzetto di noi proprio dentro ogni brano, soprattutto in “Vita stupida”: “voglio una storia normale, ma come puoi fare se non sai stare senza scappare” .
Il mare, i viaggi, le onde, sono le evasioni che Bais utilizza per essere libero e ci racconta tutto il “DISCO DUE”: “Non lo riesco ad accettare ma sto bene così, col buio nella fronte” (“Tagliami le ali”).

(Margherita Ciandrini)

Bais: 9

Neverending Highway (Album)

Dodicianni con “Neverending Highway” ci porta la sua visione del mondo nelle orecchie: nostalgia, amore, felicità, inadeguatezza e fede sono le parole chiave di questi 11 brani che ci prendono per mano e provano ad indicarci la strada per la felicità, o almeno, per la pace dei sensi.
“Voglio perdere tutto perché sto bene così, perché sogno una fine, ma una fine da film” (“in mezzo alla gente”). Viaggiamo velocissimo verso Parigi tra “Petite jolie” e “Delacroix” ed un ritmo dico electro ci entra dentro, costringendoci a muoverci a tempo e a ragionare su quali sono i nostri valori imprescindibili, il tutto incorniciato da luci di lampioni che vorticano velocissime e ci lasciano frastornati.

La ballad, con influenze electro rock, “Lolita dei Parioli” è una dedica a tutte quelle persone che ci hanno lasciato, che pensavamo fossero impossibili da dimenticare, da superare, pensavamo che il mondo si sarebbe fermato. Ci accorgiamo presto che non è così: il mondo va avanti senza problemi, e così faremo anche noi.

Balliamo e riflettiamo con Dodicianni e alla fine del disco abbiamo tanta consapevolezza in più e di sicuro una grande convinzione: “Non chiedere mai più di me”.

(Margherita Ciandrini)

Dodicianni: 9

Catastrofe

Si può trovare la bellezza anche nella distruzione. La forza della natura quando esplode travolge tutto, lasciando disastri e macerie. L’amore arriva all’improvviso uscendo dagli argini, stravolgendo le nostre vite con un impeto difficile da combattere.
Una bomba che esplode, spargendo schegge di noi stessi dentro ricordi spesso confusi e disordinati, che emergono come resti quando tutto è finito, il fuoco ha bruciato la passione mentre siamo soli, nascosti tra pensieri al buio della stanza.

Il mondo sembra apatico, indifferente alle nostre storie d’amore, ma quando tutto gira per il verso giusto abbiamo la sensazione di essere diventati finalmente immortali.

Caleydo: 8.5

 

la mia canzone nuova

Ci sono relazioni che si consumano velocemente, come quei pranzi luculliani da consumare di fretta con il prossimo treno in partenza al solito orario improbabile. Si arriva al dolce senza aver gustato tutto come si sarebbe dovuto. Fabiè, con il suo terzo singolo, realizza una dedica in musica a una storia d’amore che compare e scompare, con la speranza di riuscire a fermare (per sempre) i momenti che contano, quelli vissuti insieme alla persona amata. Sonorità urban e narrazioni romantiche: “La mia canzone nuova” di Fabiè, è un nuovo prezioso tassello di un percorso artistico che ha ancora molto da dire nella nuova scena musicale italiana.

Fabiè: 7.5