New Indie Italia Music #142

“Non capiscono, parlo greco antico
Άνδρος κακώς πρασσοντος εκποδών φίλοι
C’hai paura, eh? Eh, ho fatto il classico
Te a malapena distingui un accento grave da un apostrofo (capra)” (Romeo – Margherita Vicario Ft Speranza)

Parliamo lingue incomprensibili all’udito degli altri che ci guardano con aria di curiosità e di sospetto. Siamo il nuovo che avanza con una parata di colori, ideali e creatività. Non riuscirete a fermarci. Fino a quando avremo qualcosa da dire, saremo qui, con le nostre diversità, con la tenacia che ci contraddistingue, con gli occhi sgranati sul presente e con la saggezza del passato a mostrarci la strada.

Ma una cosa è certa, il nostro destino è una costellazione di canzoni che ci condurranno alla conquista di ogni singola conquista anche quando il risultato sarà la momentanea sconfitta.

Aggiungi nuovi corpi celesti nella tua galassia musicale, scopri le migliori nuove uscite Indie Italia della settimana!

Femmina (Album)

Anticipato dai singoli “Ahinoi” e “Peggiore mossa”, “Femmina” è il primo vero e proprio disco di Rareş. Contiene infatti il risultato più maturo e organico dell’eclettismo che contraddistingue l’artista: 13 tracce che spaziano dall’electro pop, al punk, al romanticismo fino all’hyperpop. “Femmina” è la scoperta del proprio io, la messa in luce davanti al suo pubblico di questa esperienza, un percorso in primis introspettivo e poi musicale durato dal 2019 al 2022. Noi non possiamo che accoglierlo e ascoltarlo con la giusta cura.

(Ilaria Rapa)

Rareş: 8,5

 

Vivere di nascosto- ALBUM

Che cosa vuol dire per i BRX!T “vivere di nascosto”? Sicuramente lasciare che ad andare sotto la luce dei riflettori ci sia in primis la loro musica e poi se stessi in quanto musicisti. Il quartetto torinese prodotto da Bianco è pronto a farci ascoltare il loro primo album fatto di più sfumatore del rock, da quello pop a quello più “grezzo” e punk. Ogni brano racconta una storia più o meno personale, ma sicuramente ogni narrazione riesce a rimanere impressa non solo per la sincerità con cui è cantata ma specialmente suonata.
(Ilaria Rapa)

BRX!T:8

 

Brughiera

Disegna solo con la musica e non con le parole, quelle forse sarebbero state superflue, la ritmicità della quotidianità, l’insieme di tutti i piccoli gesti e magari anche della loro ritualità. Parliamo del nuovo singolo degli Anna Ox (senza la a finale, perché loro “suonano e basta”) dal titolo “Brughiera”. È una canzone che decanta la pianura per esaltare il saliscendi della vita.
(Ilaria Rapa)

Anna Ox: 7,5

 

SERRATURA

“Una canzone che cammina tra malinconia e rabbia ma con lucidità e con speranza” così Lucrezia ci racconta il suo pezzo “Serratura”. Una fotografia dell’esatto momento in cui l’equilibrio in un rapporto viene meno. Un continuo rincorrersi in quella che sembra quasi una danza senza una fine.

Come una serratura in cui da un lato c’è la consapevolezza di essere autonomi e autosufficienti e dall’altra il tentativo di aggrapparsi a ogni pretesto per non dividersi. Anche quando sembra l’unica opzione rimasta. Lucrezia non solo descrive questa sensazione, ce la mostra come una scena di un film.

(Sara Pederzoli)

Lucrezia: 8,5

 

Marciapiedi

Un bagaglio di emozioni ed esperienze ricchissimo, quello che dile mette in musica singolo dopo singolo grazie alla sua spiccata sensibilità artistica. “Marciapiedi” è il racconto delicato passo dopo passo dell’intensità di un legame quasi simbiotico in cui oltre a sentimenti, promesse e racconti ci si scambiano addirittura le labbra.

Ricordi dolceamari, raccontati dalla delicata voce del cantautore e accompagnata da una malinconica chitarra, allo stesso tempo estremamente avvolgente. Ricordi che si insinuano come lame che tagliano quello che c’era un tempo, dolorosi a tratti come questa canzone.

(Sara Pederzoli)

dile: 8

 

Rosso

Dal sangue alle fiamme dell’Inferno, il rosso ha da sempre agitato e attirato gli esseri umani evocando passione, pericolo, energia. Se a livello inconscio il titolo del nuovo singolo di Generic Animal vi suggerisce tutto questo, rimarrete sorpresi. 

L’atmosfera è completamente opposta a quella legata al colore “Rosso”. Chiudendo gli occhi immagino il verde, l’azzurro… colori chill quanto le sonorità del pezzo. Il titolo è random, o meglio “generic” così come il testo che non ha un vero senso compiuto. Crea immagini inconsce, tratteggia, schizza (forse una metafora del riscaldamento globale??? Azzardo). 

A chi ha fantasia le vibes ricordano un po’ Jack Stauber, così come l’artwork col piedone rosso che schiaccia il mondo. 

(Vernante Pallotti) 

Generic Animal: 8

 

Lampi e tuoni

Comete torna con una ballad pop super dolce, dedicata a tutti quelli che hanno appena interrotto una relazione d’amore importante. A coloro che si sentono abbandonati come un criceto sotto il temporale (sotto “Lampi e tuoni!”). 

Se anche voi come il cricetino avete solo una foglia di insalata con cui proteggervi, da oggi almeno potrete ascoltare questo singolo di Comete e sentirvi meno soli. Basta piangere, è ora di cantare.

(Vernante Pallotti) 

Comete: 7,5

 

Nella tana del mostro

Trasformarsi. Prendere la parte più oscura e mostrarla. Tirare fuori l’odio e accrescerlo, perché non se ne ha mai abbastanza. Per essere quello che si vorrebbe, basterebbe avere quel coraggio di “non guardare negli occhi nessuno”.
“Nella tana del mostro” è un cielo racchiuso in una “stanza dipinta di blu”, è un racconto dark, un grande dialogo con sé stessi, dove le lacrime sono affascinanti e gli occhi neri “trafiggono come un dardo”. È lasciare una parte per mostrare l’altra, dopo essersi vestiti a lutto. Anche la produzione scurisce, grazie alla scelta degli archi e dei bassi potenti, che scandiscono il tempo. A rendere il brano perfetto è il timbro di Roshelle, la produzione vocale e quella ritmica serrata che ascolteresti in loop.

(Lorenzo Ottanelli)

Roshelle: 9

 

Drive-in (Sapore 80)

Nostalgia degli anni ’80, è questo di cui ci parla Dodicianni nella sua “Drive-in (Sapore 80)”, impreziosita dalla collaborazione con Marquis.
Tanti riferimenti ai cult di quegli anni ci vengono riproposti all’interno del brano: “Fammi stare ancora solo con Miguel, Maracaibo, capelli, sole, jeans, le tue valige vuote, hotel, motel drive-in” e ci sentiamo come se un treno ci passasse sopra mentre ritorniamo lentamente alla realtà e ci accorgiamo che gli anni ’80 sono solamente un ricordo.
Ci resta forse solamente il “mare che ascolta” e allora, per non farci stendere dalla vita, proviamo a raccontare i nostri problemi all’acqua salata, con il vento che ci accarezza e, magari, scaccia via i brutti pensieri e continua a farci sognare.

(Margherita Ciandrini)

Dodicianni, Marquis: 8

 

Kulbars – Album

Gaube con il suo progetto “Kulbars” ci riporta indietro di anni, trasportandoci all’interno del progressive rock simil Pink Floyd e allo stesso tempo trattando temi pericolosamente attuali: un album che ha come intento quello di aprirci gli occhi e spronarci a cambiare “sii il cambiamento che vuoi vedere” (“Kulbars”).
“Verme”, “Spettro” e “Sangue I, II” si intersecano e raccontano una storia unica, che ha come focus il percorso di un esponente dei ceti più deboli che prende coscienza di sé e dell’importanza di un’ideologia che può spingerti a compiere le azioni più complicate ed importanti.
“Confini” e “Muro” trattano il delicatissimo tema dell’immigrazione, mentre “La crepa, il declino” è un brano totalmente introspettivo, quasi una richiesta di evasione: “ora, soltanto ora ho capito, che toccare il fondo è il nostro destino”.

(Margherita Ciandrini)

Gaube: 8,5

 

Foto

Una ballad pop quella che ci propone Oratio, che insieme a Dente canta “Foto”, e ci immerge in un mondo fatto di piccole paranoie.
Quel momento in cui cerchiamo di riprenderci da una grande delusione, quando ci siamo lasciati da poco, così poco che ancora teniamo la foto del nostro amore passato sul comò, tutte le persone che vengono dopo ci sembrano quasi dei “chiodi scaccia chiodo”.
Chiudiamo gli occhi e baciamo, tocchiamo, sussurriamo parole dolci alle orecchie di altre persone, fingendo che siano proprio quella che abbiamo perso, e non è giusto nei confronti di nessuno, ma siamo umani: non ci piace soffrire e nemmeno stare soli, quindi qualche volta non riusciamo a controllare i nostri comportamenti.
La soluzione è quella di cercare di risolvere i nostri problemi in autonomia, cercando di riversare tutto questo extra amore in noi stessi, senza infrangere altri cuori o distruggere equilibri. Il nuovo amore poi, quello vero, arriverà quando saremo pronti ad accoglierlo.

(Margherita Ciandrini)

Orario, Dente: 8

 

Anomalie (Album)

Dopo i singoli 10 Anni, una space-ballad dai toni caldi e delicati e 3 Cose un viaggio nostalgic pop verso un altro pianeta, arriva Anomalie l’affascinante spettacolo della fine di tutto.

Anomalie è la storia di un viaggio diviso in tre capitoli attraverso canzoni e immagini diverse. Le immagini raccontate si trasformano attraverso la dimensione sonora, creando illustrazioni démodé. Mentre le storie raccontante sembrano parlare di una donna nel nostro presente, le figure descrivono uno scenario apocalittico immerso in un contesto fantascientifico: il tempo è il futuro e la donna di cui si parla è in realtà un pianeta, Venere.

La produzione sonora e la scrittura armonica del disco accompagnano l’ascoltatore indietro nel tempo, in un omaggio alla musica italiana. I brani mescolano la canzone napoletana e il jazz d’oltreoceano dei primi del ‘900, si evolvono abbracciando gli anni ’60, Gino Paoli e i The Platters si incontrano per poi lasciare spazio ai Beatles e Paul Simon e ad una grezza versione del primo Funk Statunitense: proprio qui la rotta si conclude temporalmente con le ballate indi-pop degli anni 2000, non prima però di scendere di qualche punto sotto l’equatore e mescolare la suadade brasiliana importata dalle grandi cantanti e cantautrici italiane degli anni ’70, con la musica elettronica.

Anomalie è l’essenza della musica e della cultura del nostro paese, un recipiente folle e contraddittorio sempre in bilico tra eleganza, ignoranza, ironia e dramma.

Fosco17: 7

 

Uno9999

Un sound jungle anni Ottanta-Novanta ci fa spazio nell’immaginario di Ele A, che ci porta nella sua mattina senza sonno, quando sono già le sei e conta fino a uno 9999 per dormire. Si appella anche a Dio, alla fine, pur di cercare una spiegazione, una scusa, il fatto è che “non sono responsabile”. È lo specchio di una generazione che vede un mondo pieno di contraddizioni, dove anche chi non ha niente vuole la “macchina costosa” per mostrarsi, per illudere gli altri che quello “determini chi sono”.
“Uno9999” è nel testo uno sfogo senza mezzi termini, necessario e voluto, che trova la sua completezza con le sonorità drum&bass molto amate in Inghilterra, in un sound interessante che non ha niente di scontato.
(Lorenzo Ottanelli)

Ele A: 9,5

 

Joanne

Joanne è una ragazza forte, che non si scalfisce mai, che non si fa trascinare. È una donna che non lascia niente al caso, ed è quella che è perché “per punire sé condanna il mondo”. Così sa farsi odiare, lascia qualsiasi ragazzo, anche quelli che la amano davvero e, forse, sa anche sparire. Joanne è quell’amica che non vorresti perdere, ma che a volte tira la cinghia fino quasi a spezzarla, alla fine ti recupera e tu non vuoi lasciarla mai.

Claudym canta un brano onesto che può essere dedicato a tutte coloro a cui vogliamo bene, anche se sono difficili, magari anche a quella parte di noi che non vuole trovare compromessi. “Joanne” è una ballad malinconica che funziona grazie alla produzione di okgiorgio, che sfrutta sapientemente un reef di chitarra elettrica che si accompagna a una acustica e a un basso, per poi trovare la batteria nel bridge e nel ritornello e che suonano all’unisono con la voce.

(Lorenzo Ottanelli)

Claudym: 8

 

Dovrei dire la mia – Album

“Dovrei dire la mia è il nuovo EP di N.A.I.P., un insieme di quattro brani in cui l’artista si interroga su ciò che una persona dovrebbe o non dovrebbe fare. Sembriamo circondati da doveri, da un’impellente voglia di aggiungere qualcosa in più a quel che di fatto non ha bisogno di essere toccato. Il primo brano che riprende il titolo dell’EP è il simbolo di quest’ultimo lavoro dell’artista, a questo si aggiunge poi “Io non so”, in cui N.A.I.P. si sfoga in un grido disperato in cerca di risposte ai suoi interrogativi, ma finisce per accettare che va bene non sapere. “Ho bisogno di” un canto popolare 2.0, con tutte le sue caratteristiche ma aggiornato alle esigenze del 2023. L’EP si chiude con “Tempo”, un brano che prende il concetto di tempo e lo adatta a quello presente completamente digitale. Nell’insieme “Dovrei dire la mia” è un lavoro concreto, in cui N.A.I.P. sembra divertirsi a sperimentare e giocare con i suoni creando qualcosa di totalmente estraneo alla classica forma canzone. Non ci aspettavamo di certo di meno da lui.

(Filippo Micalizzi)

N.A.I.P.: 8

 

Ex

“Ex” è il nuovo singolo di Davide Diva, un brano che si concentra sul dualismo di un sound spensierato, ed un testo che invece racconta tutta la sua disperazione. L’artista è stato in grado di centrare alla perfezione la sensazione “tragicomica” nell’essere lasciati, che ti porta a non sapere come comportanti, dilaniato tra un sentimento di odio e uno di amore che è ancora presente. Non ti resta altro che canticchiare e andare avanti.
“Ripenso e ripenso se ti amo lo stesso o ti odio di più”

(Filippo Micalizzi)

Davide Diva: 7

 

attore

In certe occasione è facile indossare una maschera, fingere di essere diversi, provando a rappresentarsi per quello che non si è perché in questo modo si ha la sensazione di sentirsi meno vulnerabili.

Il problema, che alla fine è anche qualcosa di molto importante, sta nel fatto che le persone che ci vogliono bene e ci conoscono riescono a capire cosa stiamo pensando in un determinato momento al punto di accorgersi subito se stiamo leggendo le frasi di un copione che ci siamo scritti da sole, con la supponenza di essere davvero credibili.

Dovremmo avere il coraggio di mostrare le nostre delusioni, invece di provare a scarabocchiarci sopra sentimenti posticci che al primo sguardo cadono giù, lasciando la ferita ancora più in bella vista per chi sa dove guardare.

(Nicolò Granone)

Fil Ricchiardi: 8,5

 

Febbre

Le circostanze della vita ci obbligano a crescere anche se, in certe situazioni soprattutto, ne faremo volentieri a meno. Invece di vivere nel ricordo, vorremmo avere la possibilità di fermare il tempo e decidere con quali persone vogliamo condividerlo.

Quelle persone diventano un ancora per non affondare nella confusione dei nostri pensieri, per chiedere consigli e provare a comunicare come stiamo. Quanto è difficile dire: “guarda non sto bene” a chi non è davvero interessato a sapere come stiamo, per questo motivo siamo spinti a creare legami solamente con cui ci fidiamo veramente al di là di parentele o relazioni improvvisate.

(Nicolò Granone)

Alessandro Forte: 9

 

Per sempre con me

Non è semplice elaborare un lutto, dire che la vita comunque va avanti.

Come si fa a far finta di nulla, dimenticare chi non c’è più? Serve un processo che ha come scopo non il cancellare il passato ma conservare il ricordo da portare “Per sempre con me”.

L’uomo difficilmente riesce ad accettare il fatto che il dolore sia una parte della vita, quando riuscirà a comprendere questo principio sarà più semplice anche superare i momenti più tragici, dai quali non si può scappare, ma capire come affrontarli.

(Nicolò Granone)

Sick tamburo,  Roberta Sammarelli: 7,5

 

Hotel De La Ville (Album)

“Hotel De La Ville” è l’album d’esordio di Laurino. Con questo disco, l’artista offre all’ascoltatore le chiavi per entrare nelle stanze che compongono il peculiare castello di suoni di “Hotel De La Ville”. Nel suo album d’esordio, il versatile scrittore, arrangiatore, polistrumentista e produttore di casa Garrincha Dischi / Fonoprint Records alterna brani che invitano a fermarsi e riflettere, per cogliere tutte le sfumature della sua calda voce, a canzoni uptempo che spronano a ballare a scapito della tristezza.

Le costanti che tengono insieme il viaggio di 8 tracce (rispetto alla versione in digitale, nel vinile esclusivo si aggiungono 4 intermezzi strumentali, portando così le tracce a 12) sono la sua sensibilità nella scrittura, che gli permettere di trasmettere messaggi profondi con parole semplici ed evocative, e le sonorità, che combinano elementi provenienti da neo-soul, folktronica e cantautorato.

Laurino: 7.5