Lo Scontro “Beef” by Netflix | Recensione

Di Giuseppe Gualtieri

LO SCONTRO “Beef”

Piattaforma: Netflix

Voto: 7,5/10

Lo “Scontro” è una serie tv statunitense, dramedy, ultimo grande successo di A24, casa di produzione del fortunatissimo e premiatissimo “Everything Everywhere All at Once”, “Euphoria” e  di registi cardini della horror comedy come Ari Aster o Lanthimos.

La storia si svolge a Los Angeles e racconta le vicende, più o meno fortunate, di due grandi famiglie asiatiche.

L’incipit è apparentemente molto semplice: un ragazzo e una ragazza danno vita ad un classico diverbio automobilistico a bordo delle proprie vetture. Colpi di clacson, gesti ed insulti sono il preludio di uno “scontro” che dura 10 puntate.

I due protagonisti affrontano situazioni lavorative differenti (milionaria lei/precario lui), si trovano in fasi della vita prettamente speculari (sposata con famiglia lei/single incallito lui), ma entrambi vivono su un sottilissimo filo emotivo che tiene in bilico famiglia, amore, ambizione.

REVIEW

  • Sceneggiatura 3,5/5

La trama è fitta, densa e inaspettata. Imprevedibile puntata dopo puntata, si passa dall’ironia semplice a discorsi introspettivi sulla vita.

Ci saranno gag e dispetti reciproci ma, nel contempo, l’obiettivo sarà la rappresentazione sociale del risentimento giovanile tipico dei nostri giorni.

Trapela quindi tutto il bisogno di autoaffermazione, in una società che richiede uno sforzo costante.

  • Capacità di tenerti incollat* allo schermo 3/5

Il risultato è un gioco a tratti accattivante, a tratti meno superficiale del previsto ma, probabilmente, leggermente allungato per intrattenere 10 puntate.

Menzione d’onore per le illustrazioni della sigla. Vale la pena finire la serie solo per vederle tutte.

  • Colonna Sonora 4/5

“Drive” degli incubus e “The Reason” degli Hoobastank ci trascinano nei nostri ricordi giovanili.

Limp Bizkit, System of Down sono la “quota rock”.

Bjork sul finale della quarta puntata aiuta a confermare le inevitabili 4 stelle.

  • Attori 4/5

Steven Yeun (candidato Oscar con Minari) e Ali Wong sono perfetti per i due ruoli, si intrecciano alla perfezione. Tutti i personaggi secondari sono incredibilmente centrati nei loro ruoli da pazzi, idioti o ingenui.

  • Consigliata per:

  • Amanti del nuovo filone asiatico, dell’imprevedibilità e dell’ironia dark.
  • Leggera, ironica e a tratti disgustante, come accade spesso ultimamente in molti film di successo  (“The Menu”, “Triangle of Sadness”, “Beau Ha Paura”, “Parasite”).
  • Psicoanalizzante e terapeutica per amore/lavoro, come accade nell’altra serie di successo di quest’ultimo periodo: Fleishman Is in Trouble.