Best Indie Italia | I Nuovi Protagonisti della Musica Italiana

Di Margherita Ciandrini, Benedetta Fedel, Salvatore Giannavola

Quante volte ci siamo detti: “vorrei che qualcuno riuscisse a capire il mood che mi assorbe in questo momento” certi che nessuno sarebbe stato in grado.

Ma poi è arrivata lei, la musica Indie, portandosi dietro tutti quegli artisti che, come noi, cercavano solamente un posto nel mondo ed un modo per esprimere quei sentimenti che a volte ci sembrano troppo e che non riusciamo bene a contenere.

Ci siamo presi quindi l’onere, in questo articolo, di proporvi i gli artisti che secondo noi negli ultimi anni si sono distinti dal resto, riuscendo a comunicare tutto quello che anche noi avremmo voluto dire, ma non abbiamo mai trovato le parole giuste, per fortuna le hanno trovate loro al posto nostro.  

Scopri insieme a noi i migliori artisti della scena indie italiana: cantautori, cantautrici, band.

 

FULMINACCI

Fulminacci, cantautore romano classe 1997 che dal suo primo progetto del 2019 “La vita veramente” a quello più recente “Tante care cose e altri successi” non ha mai smesso di farci provare quella sensazione di avere le farfalle nello stomaco. Il suo modo di raccontare storie, esperienze e sentimenti, ci avvolge come una coperta ed ha la capacità di farci sentire meno soli: improvvisamente raggiungiamo la consapevolezza di essere tutti sotto lo stesso cielo. Tra pop, ballad malinconiche e collaborazioni iconiche, Fulminacci è perfetto da ascoltare in ogni momento e riesce sempre a risolvere i nodi ingarbugliati del nostro cuore. 

 

EUGENIO IN VIA DI GIOIA

Gli Eugenio in Via Di Gioia sono uno di quei gruppi che ti fanno ricordare quanto bello, importante e non scontato sia essere vivi e non è certo una cosa da poco, diciamocelo. “Eugenio” come Eugenio Cesaro, in “Via” come Emanuele Via, “Di Gioia”, come Paolo Di Gioia sono il nucleo fondante della band, a cui si aggiunge successivamente anche Lorenzo Federici, da cui, per par condicio, prende il nome il loro primissimo album. Nessuno più di loro vive la musica e chi li segue lo sa bene. Il palco preferito della band sono infatti le strade e le vie delle città, i vagoni dei treni, le piazze. Qui che nasce la magia, in mezzo alla gente, dove la distanza tra pubblico e artista non esiste.

La magia dei testi, la bellezza di una musica dalle forti influenze folk e il grandissimo impegno nel sociale sono racchiusi proprio nella capacità di sorprendersi ancora, come fanno i bambini, della terra, del cielo, del mare, degli altri esseri umani. Una carriera importante, dischi e singoli apprezzatissimi dal pubblico, molteplici premi alla critica, non li hanno mai cambiati. Non hanno creato nessuna distanza tra noi e loro, che ancora fanno risuonare le vie di Torino con le voci e gli strumenti. E “li amiamo ancora” (semi-cit.), forse sempre di più ,proprio per questo: perché al loro decimo anno di carriera e quinto album, “Amore e Rivoluzione”, non hanno ancora smesso di lasciarci a bocca aperta. Di lasciarci sorpresi, come i bambini.

 

BNKR44

Il collettivo toscano BNKR44 si è fatto strada all’interno del panorama musicale, introducendo suoni, sperimentazioni e generi diversi, amalgamando tutte le personalità all’interno del gruppo e declinandole in chiave moderna. La generazione Z, con le sue insicurezze, incertezze, sentimenti e paure, viene cantata dai sette ragazzi che si mettono in gioco e a tratti ci danno la carica a tratti ci trascinano in un loop di emozioni che ci travolge e ci fa mancare il respiro. L’ultimo progetto discografico “Farsi male a noi va bene 2.0” che ha segnato il loro ingresso ufficiale nella scena indie italiana, ci ha totalmente convinto e ci ha fatto cadere tra le loro braccia, proprio come le stelle.

 

MECNA

Cantautore, rapper, grafico, ci verrebbe da chiedere cosa non sia Mecna, che nonostante faccia musica da anni, solamente recentemente è diventato una stella fissa nel panorama musicale italiano. Attraverso la continua collaborazione con il produttore Sick Luke ed il collega CoCo nell’album “Bromance”, Mecna ci ha travolto come un tornado, proprio nel momento in cui ci serviva di più, ed ha raccolto tutti i pezzi dei nostri sogni sgretolati, aggiustando i meccanismi dentro di noi, che sentivamo come bloccati. Del rapper ci colpisce particolarmente l’introspezione e la capacità di parlare a cuore aperto, senza maschere, senza filtri, siamo solo noi e lui.

 

BRESH

Rapper genovese classe 1996, Bresh è una delle promesse della musica indie italiana attuale, con la sua penna sincera e irriverente, ci porta dentro il suo mondo, facendoci per un attimo dimenticare il nostro spazio-tempo. Attraverso la collaborazione con artisti del calibro di Tedua, Izi e Rkomi si fa strada e si insinua nella nostra mente, parlandoci da vicino, sussurrandoci all’orecchio tutto quello che abbiamo sempre cercato di non ascoltare, ma questa volta siamo costretti ad accogliere dentro di noi. Il nuovo progetto “Oro blu” è la conferma di quanto questo artista sia riuscito ad insinuarsi nella nostra vita, e realizziamo che stare senza ansia ci fa stranire, come se dovessimo per forza provare questo sentimento per vivere: invertiamo quindi l’alcool e l’acqua, pensando che in ogni caso ci penserà il karma, dobbiamo solo mantenere la calma.

 

ANDREA LASZLO DE SIMONE

Nonostante il suo ritiro dalla scena dei live musicali a tempo indeterminato, sentiamo di dover inserire Laszlo de Simone all’interno di questa classifica, per le emozioni ed i sentimenti puri che ci fa provare attraverso la sua musica. Il cantautore ci immerge in un mondo immacolato, formato da locus amoenus di ognuno di noi, che interpretiamo i suoi brani in modo personale, riuscendo ad immedesimarci totalmente in questo mondo etereo ed onirico. “Immensità” rimane il progetto che più di tutti ce l’ha fatto conoscere sotto questa ottica idealizzata della perfezione e difficilmente riusciremo a staccarci da questa visione, intanto, ci limitiamo a volteggiare a ritmo dei suoi brani, che ci risvegliano sempre i giusti sensi.

 

PINGUINI TATTICI NUCLEARI

Sono partiti da “Bergamo” e, soprattutto dopo la partecipazione a Sanremo,  hanno raggiunto tutti i cuori d’Italia: i Pinguini Tattici Nucleari ci hanno fatto “Ridere”, piangere, cantare e sognare, e grazie al cielo non hanno intenzione di smettere. Con i loro testi introspettivi e pieni di citazioni che ogni volta non vediamo l’ora di individuare  e riconoscere, ci fanno sentire come dei  pastelli bianchi, in attesa di essere  utilizzati per colorare tutti i fogli neri  che altro non sono che cieli stellati dentro di noi. Mentre i Pinguini ci ricordano che “la felicità sta dentro le piccole cose”,  fantastichiamo insieme a loro di trovare il nostro pezzo di “Tetris” longilineo, quello che “aspetti una vita, ma quando arriva, ti risolve tutto”.

Perfetti per ogni serata karaoke e per affrontare qualsiasi viaggio, soprattutto quelli nelle autostrade che portano al mare, i sei componenti de i Pinguini Tattici Nucleari ci accompagnano in tutti i momenti della nostra vita, anche quando vogliamo usare la musica in forma catartica.

JOAN THIELE

È tempo di parlare donne particolarmente importanti perché l’indie non è certo solo un men’s world.

Iniziamo con un’artista che in pochissimi anni ha dimostrato tutta la sua originalità, tra le prime ad apportare alla scena indie qualcosa che prima non c’era: Joan Thiele. Italo-svizzera d’origine colombiana, figlia di un mondo che sembra appartenerle e che ci canta con la voce soave e leggera che abbiamo imparato a riconoscere bene, esordisce nel 2018 con “Tango”, collaborando con i protagonisti e le protagoniste della scena musicale, fino alla sua partecipazione nel pluri-ascoltato “OBE” di Mace, e l’incisione di “Atto II” e “Atto III”. In soli tre anni è diventata uno dei volti indiscussi del R&B italiano, ampliando la scena indipendente e proponendo un genere di cui non sapevamo di aver bisogno.

 

 

MARGHERITA VICARIO

Margherita Vicario è senza ombra di dubbio una delle artiste più eclettiche della scena indie. Che poi, Artista in questo caso lo dovremmo scrivere con la “A” maiuscola perché sembra che non ci sia niente che la Vicario non sa fare, lei che è attrice, cantautrice, figlia d’arte e vanta importantissime collaborazioni. Propone un genere a sé, senza legarsi mai a niente di specifico, di recintato, e vola libera proponendo un mix di tutto. La vedi rappare con Speranza, uscire dalla quarantena e rispondersi alla domanda più difficile che potevamo farci: “Come va?”. È tagliente, ironica, brutale a tratti, potente, ma anche dolce, commossa, innamorata in “Fred Astaire”, amica insostituibile in “Pincio”. Margherita Vicario si fa portavoce di un mondo colorato che non conosce etichette, confini territoriali o religiosi, e lo fa con la grazia e la grinta di un essere umano che sa piangere e sanguinare, alzare la voce e ridere a crepapelle.

 

VENERUS

L’artista degli ultimi anni per eccellenza è il “cantautore mago”, l’istrionico e inimitabile Venerus. Un artista che non fa la musica, la vive. Il suo timbro particolare, morbido e rotondo, come onde, cerchi e disegni, lo abbiamo sentito da tutte le parti, ma sembra non essere in grado di stufarci mai. I più affezionati si ricorderanno bene quante volte hanno ascoltato in loop “Love Anthem”, ma da lì Venerus ha fatto un salto di qualità. Non solo lo abbiamo visto tra i protagonisti di OBE con il collega e grande amico Mace, ma il suo ultimo album, “Magica Musica” è stato ascoltatissimo e apprezzatissimo. E quelli che hanno avuto la fortuna di vederlo dal vivo sanno bene quanto ancora più incredibile può essere. Uno degli aggettivi più citati da Venerus nei suoi pezzi non può che essere “magico” e magia è quella che si prova ad ascoltarlo.

 

GENERIC ANIMAL

Inconfondibile con il cappellino a visiera e l’aria di chi sa cantarti la vita da così vicino che credi di essere tu stesso a scandire le parole, Luca Galizia, in arte Generic Animal, ha 27 anni e ha già detto molto. Il nome deriva dall’animaletto “senza genere” da lui inventato. Il suo primo album, che dal nome d’arte prende il titolo, conteneva già pezzi apprezzatissimi dal pubblico – ve la ricordate “Trenord”? -. Musicalmente complesso, vocalmente intrigante, anche nel caso di Generic Animal le influenze, dettate soprattutto dal cantautorato che si mixa con l’hip hop che si ri-mischia con altre cento sonorità, fanno sì che l’identità dell’artista sia divenuta forte e chiara. Complesso e molto personale, Generic Animal non è per tutti, ma tutti possiamo affermare che nell’ampissimo orizzonte indie sia indiscutibilmente uno dei nomi più degni di nota.

 

TROPICO

Davide Petrella è un massimo esperto quando si tratta di parole. Sì, perché non è solo cantautore, ma è anche un abilissimo autore. Forse non molti lo sanno, ma molti dei testi di “Logico”, famosissimo album di Cesare Cremonini, o hit come “Pamplona” o “Da sola/In the night” li ha scritti lui, collaborando con alcuni degli artisti più rinomati in Italia. Ma non scrive cose belle solo per altri. Davide Petrella quando sale sul palco diventa Tropico ed emoziona raccontandoci di una Napoli vista con gli occhi di qualcuno che la ama proprio perché è diversa dalle altre. Proprio perché è complicata, violenta e dolce come nessun’altra sa essere. E l’amore che canta spesso Tropico è un amore che ti ritrovi sui muri di casa, nella luce fioca dei lampioni, ed è potente tanto che non rimane niente, nemmeno Milano con la sua “Piazza Garibaldi”. Quello che propone Tropico è un cantautorato pop che nei suoni e nelle strutture dimostra di non essere affatto banale (ascoltate attentamente “Bambolina Woodo”). Tra gli artisti di maggior talento non poteva non esserci perché non c’è niente di più complesso che rendere speciale qualcosa di apparentemente semplice. Qualcosa che si nasconde “Dint O Scuro” e solo pochi sanno vedere.

 

SERENA BRANCALE

Avete presente la storia di Ulisse e le sirene, no? Ecco, più o meno questo è l’effetto che fa la voce di Serena Brancale. Magnetica e talentuosa, non poteva che essere tra le regine di questo gruppo di artisti. Serena è nata in mezzo alla musica e l’impressione che si ha quando la si ascolta è che sia stata creata per fare questo. Figlia di musicisti, suona, canta il jazz e balla fin da quando è “uagnedd”, come ci racconta nel suo ultimo album. Ed è proprio “Je so’ accussì” che mischia le carte e fa stringere la mano al jazz e al pop. E loro si mettono d’accordo e creano qualcosa di indimenticabile, qualcosa che non si era mai visto. In questo splendido e terribile mondo musicale quello che si sente dire spesso è che oggi c’è così tanto che non si riesce a riconoscere bene cosa ha valore e cosa no. Ma Serena questo discorso ce lo fa scordare. Serena ride e canta e noi non possiamo che vedere solo questo: talento. 

 

MOBRICI

Mobrici, l’ex frontman dei Canova, si è lanciato nel mondo solista, come altri prima di lui, e non ha affatto deluso. Cantautore milanese con uno stile inconfondibile, riesce ad entrare dentro i nostri poveri cuori e a mandarci in confusione. Le classifiche ci dicono che il suo brano più apprezzato è proprio “Povero cuore” insieme a Brunori Sas, e noi non possiamo dissentire, anche se il nuovo pezzo “Giovani mai” ci dà la carica che ci serve per affrontare ogni giornata e probabilmente “Stavo pensando a te”, storico brano di Fabri Fibra reinterpretato da Mobrici e Fulminacci, rimarrà sempre dentro la nostra anima.

 

MYSS KETA

Un’altra personalità femminile forte da citare è sicuramente Myss Keta, che dal 2013 ci delizia con la sua scrittura irriverente e il beat che ci conquista ogni volta. Cinque i progetti attualmente pubblicati, l’ultimo “Club Topperia” proprio qualche settimana fa. La biondissima rapper e cantautrice canta di esperienze, serate milanesi e tutte le tipologie di amore possibili e immaginabili, Myss Keta è infatti anche una grande sostenitrice della comunità LGBTQ+ e attraverso il suo cocktail fatto di trash, provocazioni e tutine aderenti, ci trasporta nella sua personalissima dimensione e fa uscire la nostra parte più trasgressiva, quella che spesso cerchiamo di nascondere, ma che dovremmo invece liberare più spesso. In un’epoca in cui l’immagine è tutto, il fatto di non sapere chi effettivamente si celi dietro il progetto di Myss Keta ci esalta e sottolinea l’enorme estro di chi potremmo definire come la Lady Gaga nostrana, che è proprio un “Finimondo”. 

 

FRAH QUINTALE

Rapper e cantautore bresciano, Frah Quintale si è fatto spazio al grido di “Banzai” dentro i nostri cuori. I sentimenti, quelli che ci dilaniano dentro, che sentiamo amplificati e che spesso non riusciamo neanche ad interpretare, Frah ce li canta all’orecchio, spogliandosi di ogni barriera e condividendo con noi tutti i suoi “Missili”, e va tutto bene fino a quando siamo in volo, ma quando ci schiantiamo a terra, abbiamo bisogno di aiuto per risalire. “Storia breve”, l’ultimo EP dell’artista, ci ha teso una mano e ci ha fatto rialzare attraverso il racconto di tutte le fasi di un amore, che è nato, cresciuto e finito, ma che ci ha lasciato una cicatrice dentro e non sempre questo è un male. Dopotutto, proprio come Frah, riconosceremo i loro nomi anche tra quasi “8 miliardi di persone” e non vogliamo tornare a casa da soli, ma anche quando non ci si vuole più bene e stiamo al “2%” ritroveremo le forze per risollevarci: la voce calda dell’artista ci metterà “due ali”.

 

 

PSICOLOGI

La collaborazione tra Drast e Lil Kaneki, insieme Psicologi, nasce nel 2019 e i due rapper entrano diretti nella scena emo indie italiana, conquistandosi il nostro pieno sostegno. Quante volte abbiamo detto “Non lo faccio più”, lo sa bene il duo che ci racconta a cuore aperto i traumi che ci attraversano e con cui cerchiamo di convivere ogni giorno. Ascoltarli di notte, sotto le coperte, ci fa raggiungere il momento di maggiore catarsi, mentre cerchiamo di discernere i sogni dalla realtà e allo stesso tempo ci nascondiamo da un passato in cui a tratti vorremmo tornare e a tratti ci spaventa a morte. Le collaborazioni di Psicologi con numerosi artisti della scena underground e non arricchiscono la loro proposta musicale che ci insegna a metterci a nudo e a dire che va tutto bene anche quando non è così, ma prima o poi riusciremo a donare la chiave della nostra anima a quella persona che la custodirà per sempre e che camminerà a fianco a noi lungo la strada della vita.

 

LIBERATO

Un’altra figura iconica dall’identità sconosciuta è Liberato, cantautore che ci propone testi prettamente in napoletano e che unisce un sound dance pop a tematiche spesso legate all’amore, in tutte le sue sfaccettature, ma trattando anche argomenti attuali, mantenendo come filo rosso sempre Napoli, nei luoghi, nelle descrizioni, nelle sensazioni e nei colori che percepiamo attraverso le sue canzoni. Dopo il primo album pubblicato il 9 maggio 2019 (“Liberato”) il 9 maggio 2022, senza nessuna anticipazione, Liberato pubblica il suo secondo lavoro “Liberato II”, che ci ha di nuovo trasportato tra le strade di Napoli mostrandoci scorci di paesaggi, amori nati tra i vicoli, storie di una sera che bruciano come fiammiferi ma che ci porteremo dentro per tutta la vita. Un senso di malinconia insieme ad una forte sensazione d’estate ci pervade e non riusciamo proprio a smettere di ascoltare il disco mentre ci distacchiamo dalla nostra realtà fatta di cemento e smog ritrovandoci improvvisamente davanti al mare, e smettiamo di pensare.

 

COMA COSE

Il duo milanese indie rap Coma Cose, composto da Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, ci dimostra come l’amore, unito alla musica, può fare grandi cose. Sin dal primo progetto “Hype Aura” uscito nel 2019, la chimica vocale e nella vita dei due artisti emerge prepotente in ogni brano e ci lasciamo cullare dalle loro sperimentazioni e ritroviamo una Milano underground che si racconta e si fa raccontare, e non possiamo che essere d’accordo con i Coma Cose quando ci cantano “mai una Gioia, tranne la fermata prima di Centrale”. Il secondo progetto “Nostralgia” del 2021, figlio della partecipazione al Festival di Sanremo dello stesso anno, ci presenta un duo più introspettivo e focalizzato non solo sui testi, ma anche sulle sperimentazioni musicali e vediamo la chiara crescita dei Coma Cose, che non hanno paura di andare controcorrente: riescono comunque sempre a cadere in piedi come i gatti, entrando di soppiatto dentro di noi.

 

WILLIE PEYOTE

Come non inserire in questa rubrica Willie Peyote, rapper e cantautore torinese eclettico e irriverente, che vanta una carriera musicale nata nel 2004 ma è con “Sindrome di Tôret” del 2017 che raggiunge un pubblico più ampio, conquistandosi un posto nel panorama indie italiano. Da sempre un grande sostenitore del libero pensiero e critico sopraffino del genere umano e di tutte le sue debolezze, Willie ha costruito una carriera sulla sincerità e sul fatto che “fare schifo è quasi un dovere morale”, perché siamo tutti umani e nessuno è perfetto. Questo artista non è per tutti, deve essere capito, prima di poter essere apprezzato, e spesso la sua penna tagliente potrebbe passare per senso di superiorità e spocchia, ma Willie rimane uno dei pochi artisti italiani che non si è ancora piegato alle masse e che racconta veramente la situazione per com’è, senza indorare la pillola o chiudere gli occhi davanti agli eventi, ed è proprio quello che ci serve per svegliarci da questo sonno apatico che spesso ci assale.

COSMO

Cosmo, cantautore, produttore e dj, ha creato un nuovo genere musicale, fondendo la musica elettronica e le sperimentazioni con il suo secondo grande amore: il cantautorato italiano. Il nome dell’artista a nostro parere rispecchia in pieno la sua personalità, dentro di lui c’è proprio un Cosmo, milioni di stelle e pianeti che uniti insieme non possono fare altro che farci dire “mi piaci, cazzo se mi piaci”. Da “L’ultima festa” del 2016, in cui Cosmo inizia a farsi conoscere nel panorama musicale italiano, che ancora non è abbastanza maturo per lui, passando per “Cosmotronic” che sancisce il suo ingresso dentro i nostri cuori al suo ultimo progetto “La terza estate dell’amore” che ci presenta un Cosmo ancora più eclettico e irriverente, percepiamo tutte le diverse sfaccettature dell’artista, che ci guida dentro il suo mondo fatto di luci stroboscopiche e parole d’amore, di vita vissuta e di sperimentazione: qualcosa di diverso dal solito, che ci fa volare.

 

DAVIDE SHORTY

Il cantautore, rapper e producer di Palermo, Davide Shorty, che abbiamo conosciuto grazie ad X-Factor nel 2015, ci ha subito incuriosito per la sua capacità di unire lo stile rap ed hip hop che lo caratterizza a sonorità jazz e funky. Il suo ultimo progetto “fusion.” sancisce proprio questa fusione di generi musicali e mentre Shorty ci canta storie di vita vissuta, supportato da collaborazioni importanti, tra cui quella con Serena Brancale e Roy Paci, ci lasciamo cullare dalla sua voce calda che ci prende per mano e ci porta all’interno dei nostri sogni, guidandoci tra le stanze della nostra mente, un labirinto infinito dal quale difficilmente riusciremo ad uscire, ma con l’aiuto del pianoforte che ci indicherà la strada, raggiungeremo quella radura sconfinata, piena di fiori, che la musica di Shorty ha creato per noi. Riusciamo quasi a sentire la pioggerella fina che ci canta Davide in “Regina” e ci sentiamo internamente rinfrescati, sappiamo che non saremo mai soli e ci abbandoniamo all’abbraccio del vento intorno a noi.

 

AINÉ

Tra gli emblemi della scena Soul, Nu-Soul e R&B italiana, Ainé non può mancare. È cantante, polistrumentista, musicista, produttore e insegnante. Tre anni fa, è stato considerato da Mtv uno dei 25 emergenti più promettenti e possiamo confermare che non hanno avuto torto, perché Ainé si è dimostrato un grandissimo professionista. Non solo perché porta qualcosa di nuovo ed inedito ad un mondo che spesso e volentieri è fatto di copioni, ma anche perché, non c’è niente da fare, quando c’è studio, passione e dedizione dietro le cose, gli altri lo capiscono. “Alchimia” è stato l’ultimo album, album in cui si dedica solamente alla parte più soul di lui, staccandosi da quel mondo un po’ pop che avevamo visto nel 2019 in “Niente di me”. Non che lo disprezzassimo, sia chiaro, ma “Alchimia” – lo ha affermato più volte l’artista – è l’emblema di una nuova ripartenza. E noi non possiamo che stare qua, spettatori a bocca aperta, a battere le mani. 

 

DUTCH NAZARI

From Padova with love, nel nostro articolo “Duccio” ci doveva obbligatoriamente essere. Una delle personalità più eclettiche in assoluto, Dutch è fautore di un hip hop poetico da quando lo abbiamo incrociato per la prima volta. E quest’anno non finisce di sorprendere pubblicando, il 29 aprile 2022, il suo ultimo album, “Cori da sdraio”. La penna di Dutch Nazari è un mix tra un’arma e un fiore: non sai mai bene se ti sta per fare del bene o del male. La verità e il bello è forse proprio questo: entrambe. Sa farti riflettere, incupire, ricordandoti che viviamo una società basata solo su ciò che appare e mai su ciò che è, ti spezza il cuore mentre sei solo in camera all’ennesimo lockdown con un “Islanda Freestyle”, ma poi ti coccola e ti indica il sole, perché “magari invece si può”. Perché alla fin fine c’è quasi sempre una strada che ti porta “In tutte le direzioni”. Nel marasma di artisti che sentiamo, Dutch Nazari è una perla rara e noi ce lo teniamo stretti. Qua, vicino al cuore, vez. 

Sì, lo sappiamo. Non abbiamo inserito gli artisti che ti aspettavi, oppure c’è qualche nome che ti ha fatto storcere il naso. Do not panic! Scrivici sui nostri canali e potremmo aggiornare la lista…

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