La Musica Italiana che non conosci | Le origini dell’Indie Italiano

Da qualche anno a questa parte sta facendo capolino sempre di più all’interno dell’industria discografica la musica indie, ma cos’è la musica indie?

L’indie è la musica  di chi vuole esprimere un’arte pura e senza filtri, compresa da pochi o molte volte non compresa affatto dai critici musicali.

Non c’è una regola , non esistono etichette affinchè qualcuno possa essere definito: indie.  A noi piace pensare a questo concetto come  un modo di essere e di porsi soprattutto rispetto ad altre realtà musicali  facilitate dall’apparato distributivo e organizzativo di grandi major.

Cosa distingue allora un artista indipendente da uno che non lo è? Esattamente non c’è alcuna differenza in termini di stile compositivo, ciò che cambia è la notorietà dell’artista nel contesto musicale in cui è inserito e quanti e soprattutto quali mezzi utilizza per far conoscere i suoi progetti.

 C’è a chi basta prendere in mano una chitarra, scrivere un testo assurdo e quattro accordi per definirsi artista, e c’è chi invece suona perché sa cosa vuole raccontare e trasmettere a chi ascolta; quest’ultima categoria sarà la chiave di lettura per questa lista.

Barbe, colori, province e poche donne: ecco la musica indipendente italiana.

Di seguito una lista di 25 artisti indipendenti più e meno famosi nel panorama musicale secondo Indie Italia Magazine.

Come si è evoluto il movimento Indie Italiano negli ultimi anni?

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1) IL TEATRO DEGLI ORRORI

Non si ascoltava roba così da tanto tempo, sono il fiore all’occhiello del rock indipendente; sarò anche di parte, ma vi sfido a trovare un gruppo che sappia coniugare bei testi, quasi romanzati, con un suono che ti entra dritto nello stomaco come fanno loro. Questo è il noise, questo è il Teatro, diffidate dalle imitazioni!

Il Teatro degli Orrori in tre canzoni

1 – E lei venne

2- A Sangue Freddo

3- La canzone di Tom

2) I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

In attività da fine anni ’90, all’inizio si vede chiaramente la loro influenza dai Ramones e dal punk anglosassone in generale, con il passare del tempo sono cambiati passando da esperimenti elettronici, al reggae a qualcosa che somiglia vagamente al pop, fino ad aprire alcuni concerti di Jovanotti (eh sì, l’hanno fatto purtroppo, ma Davide Toffolo c’avrà pure una certa età, vuole garantirsi la pensione anche lui).
Nonostante questa piccola pecca per i fan più puntigliosi, restano ugualmente un gruppo che vale la pena di ascoltare, meglio se dal vivo.

I Tre Allegri Ragazzi Morti in tre canzoni

1 – Il mondo prima

2 – La mia vita senza te

3 – Di che cosa parla veramente una canzone

3) GRIMOON

Suoni spaziali, alieni che invadono la terra; non è di un film di fantascienza, semplicemente pura musica. La band in questione si chiama “Grimoon“, che in realtà è un progetto video musicale italo-francese nato nel 2003, le cui peculiarità risiedono innanzitutto nel loro genere musicale indefinito e sperimentale, infatti le loro canzoni sono un misto tra neopsichedelia ottenuta grazie a particolari riverberi, distorsioni, ed effetti sintetizzati e le sonorità folk della fisarmonica e dell’armonica a bocca accompagnato spesso dalla voce malinconica e soave della cantante-tastierista.

I Grimoon in tre brani

1 – La Comapagnie des chats noirs

2 – Star Dust

3- Partisan

4) COLAPESCE

Le Monde, dedica una pagina intera a Colapesce (al secolo Lorenzo Urciullo) definito dal popolare quotidiano francese: “L’unico erede tardivo di Lucio Dalla e Franco Battiato, quello che può rigenerare il devastato paesaggio della canzone transalpina”.

Colapesce in tre canzoni

1- Reale

2-Restiamo in casa

3-Maledetti Italiani

5)IOSONOUNCANE

Jacopo Icani si diverte a creare pozioni di musica d’autore e di elettronica. Senza la necessità di ritornelli ammiccanti la sua musica risulta comunque credibile. sorgerono piacevoli punti interrogativi dopo avere ascoltato i suoi brani. A tratti tetro e tribale, a tratti disilluso e spensierato ma sempre attento al messaggio che vuole mandare.

Iosonouncane in tre brani

1-Die

2-Stormi

3-Tanca

5) LO STATO SOCIALE

Propongono un elettropop piacevole e divertente, tra gli esponenti di spicco del loro genere, formato da tre DJ di una radio indipendente bolognese, nel 2011 hanno ampliato il loro organico mettendo piede anche nel rock. Nell’elettropop i testi vengono un po’ snobbati, eppure loro hanno sempre qualcosa da dire.
In scena dal 2009, una delle realtà più interessanti del panorama indie.

Lo Stato Sociale in tre canzoni

1 – Seggiovia sull’oceano

2 – L’amore ai tempi dell’Ikea

3 – Sono così indie[

6) LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA

Le Luci della Centrale Elettrica (che per comodità definiremo Vasco Brondi, siccome è praticamente solo lui) è un progetto solista nato dal nulla ma che ha subito iniziato ad affermarsi anche al di fuori del panorama indipendente. Il primo album di Vasco Brondi ‘’Canzoni da spiaggia deturpata’’ a quei tempi vinse la Targa Tenco come miglior album esordiente, vi consiglio di darci un’occhiata. Molti criticano i suoi testi definendoli tristi e insensati, affermando quanto di più sbagliato di possa dire. I testi di Vasco (non quello che si pippa anche le croste dei muri) sono introspettivi ed evocativi. Ma poi dov’è scritto che Vasco Brondi scriva solo testi deprimenti? Avete presente ‘’L’estate addosso’’, la hit che avete ballato per tutta l’estate? Ecco, il testo l’ha scritto lui.

Le Luci della Centrale Elettrica in tre canzoni

1 – Per combattere l’acne

2 – Piromani

3 – I destini generali

7) L’ORSO

Questo è uno dei pochi gruppi formati di recente (2010) che sta riuscendo un po’ alla volta ad imporsi nella scena indie grazie soprattutto all’aiuto dei fan che hanno sparso il nome de L’Orso a macchia d’olio sui social. La loro produzione è prolifica con un gran numero di ep e di singoli. Amano sperimentare, mettersi in gioco senza timore ed il loro disco ‘’Ho messo la sveglia per rivoluzione’’, uscito nel febbraio 2015, è la prova tangente di quanto questo gruppo ami ciò che suona, in perenne evoluzione.

L’Orso in tre canzoni

1 – Con i chilometri contro

2 – Quello che manca

3 – Avere ventanni

8) BUGO

Snobbato da molti artisti perché spesso definito uno che fa musica ‘’per prendere in giro i veri artisti’’. Definitosi ‘’fantautore’’, è considerato come uno dei primi – se non il primo in assoluto – ad aver rivoluzionato la musica cantautoriale portandola ad altri livelli, con le sue rime disilluse che descrivono l’epoca del 2000.

Bugo in tre canzoni

1 – Io mi rompo i coglioni

2 – C’è crisi

3 – Nel giro giusto

9) FAST ANIMALS AND SLOW KIDS

Iniziano a suonare musica per puro divertimento e si ritrovano dopo un paio d’anni ad aprire i concerti dei Ministri e dei Teatro degli Orrori. Propongono un rock molto simile a quello dei Ministri con influenze Post Rock. Con una carica energica non indifferente, i Fast Animals and Slow Kids sono considerati come il gruppo migliore in performance live.

Fast Animals and Slow Kids in tre canzoni

1 – Come reagire al presente

2 – Un pasto al giorno

3 – A cosa ci serve

10) CALIBRO 35

Gruppo interessante di ispirazione jazz e funk. Il loro stile è influenzato dalle colonne sonore poliziottesche tipici degli anni ’70, infatti il nome ‘’Calibro’’ richiama molti titoli di quel genere di film. Attirano fin da subito l’interesse del pubblico appassionato al genere, che li esalta come innovatori della scena musicale indipendente. Tra le loro composizioni più famose si rammentano anche reinterpretazioni di Ennio Morricone, Luis Bacalov e Trovajoli, maestri delle colonne sonore cinematografiche.

Calibro 35 in tre canzoni

1 – Notte in bovisa

2 – Bouchet Funk

3 – Bandits on Mars

11) THE ZEN CIRCUS

Indie Punk, come vengono definiti gli Zen Circus dai colleghi. Il loro è un rock di protesta societaria; la voce di Andrea Appino a tratti ricorda un Rino Gaetano forse un po’ troppo incazzato con il mondo. Le loro canzoni vanno contro tutto: contro la natura, contro la società, contro il buon costume, come testimonia il testo di ‘’Viva’’ una delle loro canzoni più famose:

‘’ Ma di cosa urlate, di cosa vi fate? Tutti viva qualcosa, sempre viva qualcosa! […] Tanto vivi si muore’’

Rappresentano una delle realtà più interessanti del panorama indipendente italiano, capaci di raccontare in modo lucido il nostro tempo criticandone i meccanismi e la società in maniera decadente e dissacrante.

The Zen Circus in tre canzoni:

1 – Viva

2 – Andate tutti affanculo

3 – Nati per subire

14) I CANI

‘’L’ennesimo gruppo pop romano’’, così si definiscono I Cani nel loro sito ufficiale. Progetto solista del cantautore romano Niccolò Contessa, attivo da appena cinque anni, propone con la sua band un elettropop fresco, dinamico, orecchiabile, ballabile e solare. I Cani si sono fatti conoscere attraverso il passaparola del web, e dopo appena due anni dalla loro formazione ottengono un contratto discografico ed incidono il loro primo album ‘’ Il sorprendente album d’esordio de I Cani’’ nel 2012, considerato a quel tempo  tra i migliori album cantautoriali secondo il Club Tenco. Prendo in prestito una definizione di Roberto Saviano che da suo fan li ha definiti come: ‘’Esponenti di un’antropologia elettronica’’.

I Cani in tre canzoni:

1 – Le velleità

2 – Post Punk

3 – Asperger

15) PERTURBAZIONE

Gruppo pop rock originario di Rivoli in attività dal 1988, forse tra le band più longeve del panorama indipendente. I loro testi mai banali, vengono accompagnati da melodie orecchiabili e piacevoli. In molti forse li conosceranno per la loro partecipazione a Sanremo 2014, che però non ha contribuito a farli conoscere dal grande pubblico anche al di fuori di esso. E’ un gruppo che merita di uscire dall’anonimato ed essere ascoltato con attenzione.

Perturbazione in tre canzoni

1 – L’unica

2 – I baci vietati (ft. Luca Carboni)

3 – Se mi scrivi

16) SULA VENTREBIANCO

Chi dice che i napoletani non sanno sfornare della buona musica, probabilmente ha ascoltato gli ‘’artisti’’ sbagliati. Questo è stoner puro, questi sono i Kyuss partenopei, ebbene sì:  questi ragazzi hanno talento da vendere. Peccato che siano italiani, altrimenti all’estero avrebbero fatto da spalla ai Queens of the Stone Age (minimo). Consigliati apertamente agli amanti del grunge e dello stoner rock

I Sula Ventrebianco in tre canzoni

1 – Run Up

2 – Contorni e muri

3 – La peste (Via la faccia)

17) BUD SPENCER BLUES EXPLOSION

I Bud Spencer Blues Explosion sono una band composta da due elementi, chitarra e batteria, che propongono un blues aggressivo molto vicino al punk, tanto che si definiscono punk blues. Il nome scelto per la band è un chiaro riferimento a Bud Spencer e al gruppo punk blues John Spencer Blues Explosion. Nonostante non siano molto famosi tra le fila degli artisti indipendenti vantano di numerose collaborazioni con artisti maggiori del calibro di Saturnino Celani (storico bassista di Jovanotti) il cantante Pacifico e il rapper Frankie HI-NRG MC e una serie di concerti all’estero.

I Bud Spencer Blues Explosions in tre canzoni

1 – No Soul

2 – Hey boy hey girl

3 – Squarciagola

18) MANAGEMENT DEL DOLORE POSTOPERATORIO

Il gruppo, di stampo post punk, si è formato nel 2006 tra i corridoi di un ospedale dove i componenti della band erano ricoverati per un incidente automobilistico (sembra surreale, ma è successo davvero!) da  qui il nome del gruppo abbreviato spesso in MaDe DoPo. Dopo aver prodotto un album dal nome ‘’Mestruazioni’’ riscuotendo un successo quasi nullo, nel 2006 aprono i concerti dei Diaframma, Zen Circus e Marlene Kuntz. Hanno all’attivo tre album

I MaDe DoPo in tre canzoni:

1- Irreversibile

2 – Nei palazzi

3 – Hanno ucciso un drogato

19) SICK TAMBURO

I Sick Tamburo nascono dalle ceneri dei Prozac+, quando i due leader principali dei Prozac, Gian Maria Accusani (chitarra nei Prozac+) ed Elisabetta Imelio (voce solista nei Prozac+) decisero in seguito allo scioglimento della loro vecchia band, di voler suonare qualcosa di nuovo quasi per gioco.
Il progetto riesce egregiamente e due anni dopo dalla loro nuova formazione ricevono un contratto discografico da ‘’La Tempesta’’ che gli permette di pubblicare il loro primo album omonimo.
Caratteristico è il passamontagna che indossano durante i loro concerti per celare la propria identità.

I Sick Tamburo in tre canzoni

1 – La mia mano sola

2 – Tocca 24/7

3 – Parlami per sempre

20) GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO

Vanta di una collaborazione come chitarrista con quello che all’unisono viene considerato come il maggior rappresentante del punk italiano, Giovanni Lindo Ferretti, Canali decise nel lontano ‘98 di intraprendere un percorso artistico in solitaria, per poi unirsi successivamente ai Rossofuoco come cantante e chitarrista. Già produttore artistico di numerosi gruppi indipendenti, Giorgio Canali e la sua band ‘’ I Rossofuoco’’ propongono al pubblico urlante un rock duro e senza filtri. Peculiarità del gruppo sono i testi (interamente scritti da Giorgio Canali) che oscillano tra momenti intimisti e poetici, a momenti di rabbia e ferocia, il tutto accompagnato da urla e chitarre distorte. Giorgio Canali e soci vantano di sei album all’attivo

Giorgio Canali & Rossofuoco in tre canzoni

1 – Precipito

2 – Lezioni di poesia

3 – Falso Bolero

21) IL PAN DEL DIAVOLO

Duo acustico originario di Palermo formato da Pietro Alessandro Alosi (chitarra e grancassa e voce) e Gianluca Bartolo (chitarra a 12 corde, chitarra elettrica e voce) si fanno conoscere al pubblico grazie alla partecipazione con conseguente vittoria all’Italia Wave per la Sicilia, successivamente vengono scelti dai Gogol Bordello per aprire alcune tappe dei loro tour italiani. E’ del 2009 il loro primo EP omonimo, che nel 2010 frutterà al duo un contratto discografico presso La Tempesta Dischi  con la quale incideranno il loro primo album nel 2010 dal nome ‘’Sono all’osso’’.

Il Pan del Diavolo in tre canzoni

1- Pertanto

2 – Vivere fuggendo

3 – Il pan del diavolo

22) BRUNORI SAS

Brunori sas, pseudonimo di Dario Brunori, classe ’77, si affaccia al mondo del cantautorato nel 2003 dopo aver collaborato con il collettivo svizzero Minuta (gruppo di artisti italiani e svizzeri conosciutisi online).
Il suo è un cantautorato semplice ma efficace che racconta con atmosfere e sonorità retrò episodi semplici di ricordi ed esperienze passate (con frequenti cenni autobiografici, soprattutto nell’album Vol.1). Forse sono proprio i testi così semplici e lineari una delle peculiarità che hanno reso famoso Dario Brunori tra i cantautori indipendenti.

Brunori sas in tre canzoni

1 – Guardia ‘82

2 – Come stai

3 – Arrivederci tristezza

23) AUCAN

Gli Aucan sono un gruppo di musica elettronica originario di Brescia, formatosi nel 2007.
La loro musica è scarsamente ‘’radio friendly’’, ricca di complicazioni elettroniche e virtuosismi sonori di sintetizzatore. Il loro tipo di musica difficilmente si adatta ad un contesto ballabile in quanto difficilmente si incontra nei loro brani il tipico andamento in quattro quarti di cassa e rullante. Gli Aucan sono elettronica di puro e semplice ascolto.

Gli Aucan in tre canzoni

1 – Riot

2 – Black Raimbow

3 – Tesla

24) GODBLESSCOMPUTERS

Se dovessimo creare delle sottocategorie di questa selection metteremmo Aucan, Kotzuga e Godblessthecomputers appunto. Creatori di suoni elettronici che trasudano stile e raffinatezza. Pezzi da lasciare in loop nelle giornate in bianco e nero. Lorenzo “Godblesscomputers” Nada è un collezionista di suoni concreti, li esplora, cataloga, seziona, e ricompone con suoni di sintesi. La musica di Godblesscomputers è un pot di  hip hop dub e soul che alleggerisce dentro.

Gdblsscomputers in tre canzoni:

1 – Closer

2 – Clouds

3 – Spirits

25)LEVANTE

Finalmente una donna. Ebbene sì, come avete notato la musica indipendente italiana è costituita prevalentemente da artisti e band di soli uomini. Cresciuta a Palagonia, piccolo centro vicino Catania, Levante fa molta gavetta nonostante la sua giovane età, nasce infatti nell’87,  ha già pubblicato tre album con la Carosello Records e vanta di esibizioni in molti locali europei e americani. I suoi testi non sono mai banali, ricchi di triste comicità e di simpatiche critiche nei confronti della società odierna.

Levante in tre canzoni

1- Alfonso

2- Sbadiglio

3- Abbi cura di te

26) MARIA ANTONIETTA

Classe ’87  anche Maria Antonietta è una delle poche paladine di del cantautorato al femminile in Italia.  Si  fa notare come vocalist e chitarrista del duo Young Wrists che poi si scioglieranno. olte influenze vocali e artistiche che rimandano a grandi cantanti italiane come Nada, Carmen Consoli e Cristina Donà, ma l’animo punk di Maria Antonietta fa pensare anche a PJ Harvey e Courtney Love.  Ha pubblicato tre album: 2010 – Marie Antoinette wants to suck your young blood (autoprodotto) – come Marie Antoinette 2012 – Maria Antonietta (Picicca Dischi)
2014 – Sassi (La Tempesta Dischi).

Maria Antonietta in tre canzoni

1) Giardino Comunale

2) Ossa

3) Questa è la mia festa

27) GAZEBO PENGUINS

Gazebo Penguins sono un gruppo musicale post-hardcore formatosi nel 2004.  Espressione della provincia che sta stretta e di una gioventù che non sboccia mai. Rabbia, ironia, situazioni scomode. I GP ci tengono a precisare il loro pensiero riguardo alla faccenda dei dischi, dell’arte e della funzione catartica della musica:

“Non siamo convinti che un disco di canzoni rispecchi lo stato del mondo nel momento in cui vengono fatte.
Tante volte rispecchiano di più il modo che hai di mettere le dita sulla tastiera del basso o della chitarra, o quel giro di batteria che ti passa per la testa mentre parcheggi. Forse però ci sbagliamo”

1)Senza di te

2)Difetto

3)Nevica

28) NICOLO’ CARNESI

Altro musico siciliano, inizia a suonare a 17 anni e si esibisce per diverso tempo in giro per la Sicilia. Molte di queste esibizioni avvengono con il duo di musica elettronica formato nel marzo 2007 e chiamato Paradisi Artificiali, da una citazione del poeta Baudelaire. Tra le influenze principali dell’artista vi sono grandi cantautori italiani come Franco Battiato, Francesco De Gregori, Luigi Tenco, Sergio Endrigo e Fabrizio De André e stranieri come Nick Cave e David Bowie. I suoi testi non sono banali nè volutamente controversi. Nicolò scrive con leggerezza e con presenza di contenuti.

Nicolò Carnesi in tre canzoni

1)Mi sono perso a Zanzibar

2)Levati

3) Ho una galassia nell’armadio

29) YAKAMOTO KOTZUGA

Raffinato, leggero, etereo, progressista. Giacomo Mazzucato è un giovane producer originario di Venezia che guarda a quanto di più sofisticato ci sia nel panorama della musica mondiale traducendo questi suoi ascolti in pezzi sorprendenti e inusuali per la scena italiana. Il suo metodo composositivo consiste nell’associare i campionamenti della chitarra a morbidi inserti elettronici di matrice 2-step e hip hop, creando trame intimamente ambientali e cinematiche.

YK in tre canzoni

1)Your Smell

2)Feel you

3)Futile

30) THEGIORNALISTI

Band romana  a metà fra il cantautorato sociale e il pop. Scalando le cime tempestose dell’underground italico sono riusciti a conquistare le radio nazionali con il singolo “La Fine dell’Estate”. Follemente appassionati da Lucio Dalla, non si pongono limiti e lo citano continuamente. Anche loro si appigliano agli amori difficili, alle serate sbagliate e alle problematiche post adolescenziali di quindicenni mai completamente svincolati dalle logiche di liceo. Piacciono molto ad alcuni che li ritengono cantori di una generazione: quella degli attuali quasi trentenni.

I Thegiornalisti in tre canzoni

1)PROMISCUITA’

2)LA FINE DELL’ESTATE

3)BALLA

n.d.r

Nei commenti sottostanti troverete tantissimi altri nomi di artisti che sicuramente avremo dimenticato ma che meritano di essere ascoltati alla pari di questi citati nella nostra selezione. Divertitevi a scoprire nuovi autori e nuove band per avere una visione completa della scena musicale italiana autentica.

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21 thoughts on “La Musica Italiana che non conosci | Le origini dell’Indie Italiano

  1. E gli offlaga disco pax? Uochi toki? I bachi da pietra? godblesscomputer? clap clap? i boxerin club? Ci sono un sacco di artisti italiani di spessore anche più importante di alcuni tra i citati.

  2. Io non capisco cosa si intenda per ” fuori dal mainstreaming” In questa Nazione di di ascoltatori cervellotici che necessitano sempre di una appartenenza precisa e netta ad una delle tante pseudo idelogie alla moda. Tutti un po’ ascoltatori, un po’ discografici, un po’ politici, un po’ artisti. Non uno che si limiti a giudicare l’artista per i contenuti, l’estro, il talento, l’energia o il valore vero. Tutto questo avviene nella letteratura, nel cinema, nel teatro e nella musica italiana da sempre. Da cinefilo giudico il neorealismo un momento altissimo del cinema italiano ma non posso trattenermi dal dire che la fucina di critici frustrati che ha generato , ha rovinato la crescita del cinema italiano dei posteri. Così come la sottocultura, non cultura(la cultura di sinistra é altra cosa), sottocultura di sinistra fatta da gente reazionaria ed insensibile con ambizioni dittatoriali che ha tarpato le ali all’arte in genere. Quella stessa “sotto cultura” che prima ha denigrato Pier Paolo Pasolini( la figura più importante del 900 Italiano a mio parere) o Rino Gaetano e poi li ha rivalutati post mortem nell’epoca dei social network( un po’ come professare castità in un bordello). Io sono un amante di musica indipendente ma cerco di leggere l’indipendenza nell’impatto istintivo con il quale un artista sà schiantarsi tra le viscere di un ascoltatore, l’intelligenza( non l’astuzia) dei testi e non per le capacità di auto marketing degli stessi.Esistono gruppi o artisti che hanno saputo usare leve politiche per diffondere idiozia musicale di gran lunga più insulsa del peggiore mainstream. Avete inserito nella lista Mannarino che di indipendente forse ha solo l’etichetta, per il resto non é niente altro che un contenitore di banalità, di plagio( tra gli stornelli romani, Capossela( che non eccelle per originalità), Califano etc etc), di non musica, degno di Maria De Filippi, un finto cantautore da strada che ha capito bene come prendere per il culo la gente. Avete inserito lui e tenuto fuori gente come i Jennifer Jentle, zu ed altre decine di artisti che avrebbero meritato un posto in questo articolo.Non dico che l’articolo sia del tutto sbagliato, anzi potrebbe essere un buon viatico per chi non sà che in Italia esiste un circuito alternativo, ma é del tutto rovinato dalle postille, dalle note che goffamente demarcano la solita vecchia regola di appartenenza polverosa ed anacronistica ad un circuito più vero degli altri.Per me i Sula VentreBianco resterebbero tail al di là di ogni loro scelta di marketing perché spaccano, così come Giorgio Canali che dice quel cazzo che vuole. Vogliamo parlare dei Verdena? ragionando da ascoltatori, riuscite a leggere nella loro musica qualcosa di seppur minimamente vicino alle periferie del mainstream?non c’è giorno in cui l’esperto musicale di turno non cerchi di trovare qualche macchia sulla loro carriera o la loro musica. Sono per me la più grande realtà musicale italiana venuta fuori dopo Battisti( ma il vero Battisti lo conoscete?), difficili da contenere in qualsiasi giudizio o etichettatrura perché riescono a fondere l’istinto musicale alla ricerca sonora con cura meticolosa del dettaglio, delle sfumature con amore, con infinita competenza, con passione; hanno rigenerato la musica con il dovuto rispetto per il passato ma con la voglia di creare del nuovo e ci sono riusciti. Penetrano nel profondo! Se fossero nati altrove, magari in Inghilterra magari oggi avrebbero l’enorme riconoscimento che meritano anche dai loro attuali detrattori.Chiudo con il dire che, se volessimo attenerci alle regole del vostro articolo dovremmo reputare mainstream alla pari di Adele: I marziani Beatles, i rolling stones, Bob Dylan, i creedence, i led zeppelin,i television, cure , Ramones, radiohead, Tom Waits e tanti, tantissimi altri.
    Quindi chiudo dicendo che magari siamo tutti d’accordo sul nostro odio verso i prodotti di laboratorio o plasmati unicamente per essere di largo consumo ma ci vorrebbe un po’ più di personalità e di sensibilità per ascoltare musica,. Chiudo con la domanda di apertura: cosa si intende per mainstream?

    p.s 5000 visualizzazioni é una vittoria per noi ascoltatori o per voi? non vi sembra di appartenere paradossalmente ad un più piccolo e convenzionale ” mainstream?
    rispetto comunque il vostro lavoro, ma certe cose non le sopporto

  3. Mi sa che non avete ben chiaro il concetto di Mainstream vero?
    A) non è una parolaccia
    B) Cani, TheGiornalisti e numerosi nomi da voi citati sono perfettamente inscritti nelle logiche del mainstream, per loro fortuna.
    C) Cercate un pò di nomi che davvero non sono sotto i riflettori dei quattro siti. Nomi come Alessandro Fiori, Tommaso Di Giulio, Francesco Forni. Gente che non appartenendo a nessuna “scena” è meno “visibile” ma apporta un valore incredibile al nostro panorama musicale.

  4. Gli Aucan e i Calibro sono gli unici degni di essere ascoltati in sta lista di merda . Mancano Bologna Violenta , Uochi Toki musicisti un po’ più seri tipo Francesco Piu, i Bermuda Acoustic Trio , Quattro Fiori per Zoe… e tanta altra roba

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