Gazzelle: il racconto dell’ultimo Superbattito (Fabrique – Milano)
Di Katia Kutsenko
E’ stato il Fabrique di Milano, uno dei templi della musica alternativa milanese, a fare da sfondo all’ultimo concerto del tour di Flavio e della sua band. Ma non è Flavio che più di 3000 persone hanno immortalato sui propri smartphone la sera del 18 marzo. Tra una sigaretta e un bicchiere di vodka liscia (niente Jim Beam, quella sera), i flash hanno illuminato il concerto di Gazzelle. Concerto iniziato, come quello dei cantanti più noti, con un elegantissimo ritardo.
Gazzelle. Un nome, già un mantra, una bestemmia: l’irriverenza di una realtà tanto autentica da far bene o l’involucro di plastica di un prodotto fatto con lo stampino?
Il concerto di Gazzelle al Fabrique: il codice alla base del successo
Una domanda che probabilmente nessuno di quei 3000 fan urlanti si è posto, quella sera. Ma è questo che racchiude l’essenza del mondo di un sognatore che di scorciatoie non ne ha prese, dopotutto. Nel bene e nel male, ha cantato quello che sentiva, raccontando di Stelle Filanti e di Quella te che mi sconvolge il sabato mattina. Raccontando anche della notte che si prende quello che vuole e che non lascia quasi niente. Forse incubi, forse sogni. Forse solo felpe sporche della sera prima.
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Come il buon Flavio, anche io sono in cerca di qualcosa da dire su una serata come quella. Lui ha preferito non farlo, io non posso concedermi lo stesso lusso. Sarebbe uno spreco non trasmettervi le emozioni che il Fabrique ha dato ai suoi occupanti quella sera. Le luci, l’energia del palco e di Gazzelle. La foga di canzoni cantate a tutto volume, il ritmo dei reggiseni lanciati sul palco come razzi. Alcuni persino troppo piccoli, sembrerebbe: prossimo concerto solo dalla terza in su. Scherzo – e sono (quasi) certa che anche Flavio scherzasse.
La firma di Canova e il duetto con Luca Carboni
Tra Meglio Così, Martelli e altri ipnotici brani di Superbattito (il primo cd del cantante romano); il concerto di Gazzelle è stato anche un confronto, un conoscere la persona dietro a quegli occhiali da sole. Occhiali rimasti rigorosamente al loro posto almeno fino a metà concerto. Perchè non importa se Gazzelle è un personaggio costruito per piacere, se le sue canzoni sono il diario di una generazione. Qualsiasi sia il codice alla base di questo successo, chiunque l’abbia scritto ha fatto un buon lavoro.
Volete altre prove? Il duetto con Canova sulle note di Santamaria, ma anche quello con Luca Carboni sono prove sufficienti? Il fisico bestiale ce l’avranno avuto loro ma io no di certo! Ed il fisico ci voleva per sfidare la massa di ragazzine pronte a farsi strada fino alla prima fila a suon di gomitate. Non so come si sentisse Katniss agli Hunger Games ma immagino che la sensazione fosse molto vicina a questa.
…e adesso?
Non sappiamo cosa riserverà il futuro a Gazzelle. Quasi certamente possiamo aspettarci di vederlo cantare con Canova, che si è esibito a più di una tappa del tour di Flavio. Se non è preludio di una collaborazione questa, non sappiamo cosa sia. Un nuovo cd? Anche questo è annunciato nelle stelle. Nel frattempo dal 2 marzo 2018 è disponibile anche la versione deluxe del cd d’esordio, Megasuperbattito. Una versione estesa del primo album di Gazzelle, con l’aggiunta dei bravi rilasciati dopo la pubblicazione di Superbattito: Sayonara, Stelle Filanti, Meglio Cosi, Nero e Martelli.
A rappresentarlo, ancora una volta, sarà probabilmente Maciste Dischi e il buon Antonio Sarubbi. Se il primo cd ha saputo dimostrare qualcosa è che, dopotutto, l’Italia non guarda necessariamente ad un X Factor vinto alle spalle e neppure ad uno, due o tre Sanremo giovani. Se qualcosa tocca le corde giuste può essere nato anche sui Navigli di Milano o nei pressi del Ponte Milvio a Roma. Ma se qualcosa ci sta, ci sta e basta.