Kaos India: “Non fermateci” | Intervista Indie Italia Mag
Di Flora Miceli
I Kaos India sono una band modenese con alle spalle molti anni di gavetta. Con l’uscita del loro ultimo singolo, “Don’t stop”, si sono guadagnati, nelle scorse settimane, la copertina della Playlist di Spotify “Italians do it better” che raccoglie i migliori talenti nostrani che si esibiscono in lingua inglese.
Sotto la guida del produttore Pietro Foresti, il gruppo dall’anima alternative rock sta producendo un nuovo album con pubblicazione prevista nel 2019.
Nell’attesa di poter ascoltare la loro ultima fatica, abbiamo fatto qualche domanda ai Kaos India per conoscerli meglio.
INTERVISTANDO I KAOS INDIA
Partiamo dalla fine: state lavorando ad un nuovo album prodotto da Foresti. Com’è cominciata questa collaborazione? Potete anticiparci qualcosa del disco?
Eravamo alla ricerca di qualcuno esterno al gruppo che fosse capace ed onesto con noi, che potesse aiutarci in un percorso di crescita come band e come singoli. Noi crediamo molto nell’importante funzionalità del produttore, anche se da molti è una figura sottovalutata. C’era un periodo in cui sentivamo spesso il brano di un gruppo in rotazione su un network nazionale, Belong dei Down To Ground. Ci piaceva il sound e abbiamo deciso di contattare il loro produttore. E’ nato tutto così. C’è stato subito feeling tra noi. Lavorativamente e umanamente una persona straordinaria che ci ha permesso di crescere. Siamo cambiati tanto rispetto a quando abbiamo iniziato nel lontano 2011. L’album è il risultato di un lungo percorso fatto insieme, è autentico.
“Don’t stop” ha riscosso un discreto successo immediatamente dopo l’uscita ed è stato selezionato da numerose playlist, tra cui quella di Indie Italia Mag, ve lo aspettavate?
Non ce lo aspettavamo affatto, anche se ovviamente lo speravamo. Sono un modo privilegiato, comodo e veloce per scoprire nuovi gruppi interessanti, noi stessi ne siamo avidi fruitori. Ci lusinga essere stati inseriti in playlist importanti, ci sta dando soddisfazioni e ne siamo felici.
Da dove nasce l’idea di cantare in inglese? E’ legata al vostro stile musicale?
Sicuramente si sposa meglio con il nostro stile, inoltre è connessa fortemente ai nostri ascolti, la musica con cui siamo cresciuti, che arriva prevalentemente da oltremanica e oltreoceano. Un aneddoto interessante riguarda anche un lungo viaggio americano del cantante che dopo alcuni mesi passati negli States, prima di tornare a casa, si ripromise che il viaggio successivo nel mondo l’avrebbe fatto portando in giro un progetto. Poco dopo nacquero i Kaos India, la scelta dell’inglese fu quindi abbastanza naturale.
Fra pochi giorni vi esibirete a Modena, la vostra città. Che effetto vi fa suonare “in casa”? Avete in programma altre date live per i mesi invernali?
Suonare in casa è bello ma è anche un’arma a doppio taglio. Vengono a sentirti tutti gli amici e le persone che ti conoscono personalmente e fa molto piacere. Le stesse persone però che ti conoscono da quando sei bambino sono i giudici più difficili da convincere. Tendono a vederti per come ti hanno sempre conosciuto nella tua città: le cazzate che hai fatto con loro, le sbronze, i locali frequentati, le ragazze, insomma vita vissuta insieme e la naturale caratterizzazione, la nomina attraverso cui le persone più vicine a noi ci vedono da sempre. Difficili da convincere artisticamente, una volta che ci riesci però è gratificante e noi abbiamo tanti amici vicini che ci supportano.
Non abbiamo altre date perchè il disco è in previsione di uscita a fine gennaio quindi, in accordo con il management, stiamo cercando di concentrare tutto dopo.
La musica italiana sta vivendo un periodo molto florido in cui tanti artisti emergenti e altrettante etichette indipendenti riescono a raggiungere e conquistare il grande pubblico. Cosa ne pensate? Considerati i vostri anni di attività nel settore, trovate che sia cambiato nel panorama musicale italiano?
Pensiamo ci siano tanti artisti validi in questo paese, alcuni più valorizzati e altri non ancora abbastanza in luce. Il panorama è cambiato tanto negli ultimi anni e continua a cambiare sempre più velocemente. Sono diversi anche i mezzi di fruizione, della musica in sé e di tutto ciò che sta intorno. Non è facile stare sul pezzo, seguire tutto ed aggiornare sé stessi in maniera continuativa, musicalmente e comunicativamente. Noi ci proviamo, siamo attenti a cose anche non necessariamente connesse a noi, c’è sempre da imparare, poi ovviamente alcune ci piacciono e altre ci fanno inorridire. Certo la facilità con cui si può arrivare ad un grande numero di persone oggi fa sì che ci sia anche tanta fuffa in giro. Bisogna saper scegliere, sempre secondo i propri gusti ovviamente.
Ascolta i Kaos India su Spotify nella nostra playlist Indie Italia Mag
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