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Minima Moralia | Intervista Indie Italia Mag

Il quattro Aprile scorso è uscito “Silenzio: il primo singolo dei Minima Moralia, giovane band siciliana.

“Silenzio” è un brano dalle sonorità Brit-Pop dove chitarre acustiche ed elettriche si fondono in un sound che, a tratti, può richiamare quello di importanti band inglesi quali Oasis e The Verve. Il tutto è condito da evidenti contaminazioni di quello che l’attuale indie-rock italiano. Soprattutto per la natura intimista e personale del testo.

Il singolo appena uscito è un brano che parla di un rapporto interpersonale significativo che però è in bilico. E tra incertezze e paure, tra un “silenzio che a volte stanca e a volte incanta” la canzone affronta quelle che possono essere le conseguenze di queste incertezze.

Ci parla delle delusioni che possono arrivare, o che possiamo causare, quando le parole dette non hanno poi un riscontro nella realtà. Anche se, alla fine, si può sempre arrivare ad un compromesso che riequilibri tutte le paure.

Silenzio

Con questo pezzo i Minima Moralia invitano a scommettere su se stessi, sulla propria onesta, sul mostrarsi per quello che si è veramente. Perchè è l’unico modo per vivere pienamente un rapporto.

Attualmente la band è concentrata sulle selezioni di San Remo Rock ed ha in previsione la registrazione del video clip di “Silenzio”.

In attesa dei prossimi lavori in studio abbiamo fatto quattro chiacchiere con i quattro ragazzi di Palermo per raccogliere impressioni e curiosità dopo l’uscita del singolo.

INTERVISTANDO I MINIMA MORALIA

Ciao ragazzi. Siete una band che è in giro già da qualche anno, qual è il vostro background musicale?

Come siete arrivati ad essere i Minima Moralia?

La nostra nascita è datata Aprile 2016 ma la conoscenza pubblica del nostro progetto è venuta fuori soltanto un anno dopo quando abbiamo iniziato l’attività dal vivo. Questa band è nata sin da subito con l’intenzione di fare musica inedita. Quando abbiamo iniziato a suonare live volevamo che il pubblico e la gente capisse chi fossimo proprio attraverso le nostre canzoni.

Siamo riusciti ad ottenere la fiducia di locali e pub che ci hanno permesso di suonare con costanza dal vivo negli ultimi due anni e quindi di crearci un pubblico che ci seguisse e che ci supportasse. A poco a poco siamo diventati quello che siamo ora. Abbiamo curato la nostra musica e anche gli aspetti comunicativi  come un po’ l’immagine, cercando di essere distinguibili anche da quel punto di vista.

Da poco avete pubblicato il vostro primo singolo “Silenzio”. Il brano ha un testo intimista ed a tratti introspettivo. Come è stato il processo creativo che vi ha portato a comporre questa canzone?

Silenzio è una canzone che sia liricamente quanto musicalmente può dare l’idea di cosa facciamo e suoniamo, anche per questo è stato scelto come primo singolo. Il testo esplora il rapporto in bilico tra due persone, il desiderio di trovarsi a vicenda, la voglia di andare avanti ma anche il timore di essere fraintesi e di deludere coloro che per noi stanno cercando un modo per voltare pagina, che rimettono nelle nostre promesse e nelle nostre parole i loro sentimenti e la loro fiducia. Il brano è un invito alla scommessa, la ricerca di una motivazione che spinga ad essere credibili, ad essere veri e a non cambiare faccia.

Dietro al nome della vostra band c’è un riferimento filosofico. Come mai questa scelta così particolare?

Scegliere il nome per la propria band è una delle cose più importanti ma anche più difficili. Noi stessi abbiamo scartato un’infinità di opzioni e proposte, perché fondamentalmente devi un po’ romperti il capo prima di tirare fuori qualcosa di decente. In realtà è proprio il senso di mistero quello che ci ha fatto scegliere questo nome.

Esattamente non sai cosa esso vuol dire se non conosci l’espressione erudita, significa quello che tu vuoi significhi ma oltre al fatto che avesse un collegamento e valore letterario di per sé ci piaceva anche come suonasse alle nostre orecchie, quindi quando è saltato fuori abbiamo deciso di chiamarci così e chiudere una volta per tutte la questione del nome.

Minima moralia

Siete di Palermo. Negli ultimi anni la vostra città e la Sicilia in generale ha dato vita a molte proposte musicali interessanti del panorama indipendente.

Penso a Dimartino, Nicolò Carnesi e il Pan del Diavolo. Quanto la vostra città “entra” nel vostro modo di fare musica?

Palermo è riuscita a tirare fuori dei nomi davvero importanti per la scena cantautoriale indie e non, pensiamo a Nicolò Carnesi, Di Martino e Alessio Bondì su tutti. L’inizio della carriera di questi musicisti anche per ragioni anagrafiche è precedente alla nostra che invece coincide con la nascita negli ultimi due tre anni di una new wave di gruppi che stanno rivitalizzando la scena musicale di Palermo. Oltre a noi i nomi che mi vengono in mente sono Agnello, Heron Temple, Yes/e:ef, Diana, Bye Bye Japan, Acquacheta, 12bbr e qualche altro ancora.

È chiaro, sono tutti gruppi con storie e caratteristiche molto diverse fra di loro, si va dal cantautorato, al soul-pop, dall’elettronica all’indie-rock. In senso lato, la nuova scena c’è, quello che accadrà e verso dove andrà ancora è difficile prevederlo, dipenderà dagli artisti ma anche da chi lavora e investe in questo campo.

Invece a livello più generale quali sono i vostri riferimenti musicali? Cosa ascoltate tra di voi?

Il rock britannico è stato un fattore coagulante all’interno del nostro gruppo, condividendo ascolti di classici come Beatles, Oasis, Blur, Radiohead o Arctic Monkeys e Temples fra i più recenti. Abbiamo capito che c’era un background comune che ci sarebbe stato utile come riferimento di partenza.

Poi si sono aggiunti ascolti diversi nel corso del tempo all’interno della band fino ad arrivare a gruppi storici alternative rock della musica italiana come Marlene Kuntz, CSI e Afterhours che hanno preso una parte dei gusti all’interno della band. Gli artisti che ci piace sentire comunque restano tantissimi e dei più disparati, sarebbe difficile sintetizzarli in questo momento.

Ci teniamo comunque a dire che abbiamo sempre tenuto a costruire un percorso personale che non ci facesse dire in alcun modo “dobbiamo suonare come quel gruppo” o “dobbiamo provare a imitare quegli altri”. Nessuno di noi vuole essere Liam Gallagher, Alex Turner o Cristiano Godano per dire. Una band fa centro quando riesce a trasmettere un’identità musicale quanto un proprio sound chiaro ed efficace. Da questo punto di vista abbiamo consapevolezza di star facendo bene, perché sentiamo più di tutto di essere i Minima Moralia.

Avete collaborato con qualcuno in particolari nelle fasi di arrangiamento, registrazione e missaggio di “Silenzio”?

La canzone essenzialmente è rimasta invariata nella sua struttura dopo che siamo entrati in studio con Indigo che si è preso carico della produzione artistica del pezzo con Donato Di Trapani e Francesco Vitaliti. Donato ha lavorato alle parti di pianoforte e tastiere a completamento dell’arrangiamento mentre Francesco da sound engineer ha cercato di capire i suoni giusti che potessero funzionare nel brano.
Non è stata comunque una sessione di registrazione che ha richiesto arrangiamenti e missaggio particolarmente complessi in quanto volevamo una canzone che arrivasse dritta al punto senza perderci nei dettagli e nelle minuzie.

State lavorando ad un video di “Silenzio”?

Si a metà Aprile cominceremo le riprese del videoclip con Undo Video Lab.

Loro hanno lavorato con i video dei singoli degli Agnello facendo uno splendido lavoro. Insieme già abbiamo buttato fuori le idee e organizzato il tutto e a Maggio il videoclip sarà sicuramente fuori.

Dopo il singolo state lavorando anche al disco?

Adesso siamo piacevolmente impegnati con le interviste in radio e le date live che ci aspettano a partire da fine Aprile. Dopo l’estate riorganizzeremo le idee e quasi sicuramente ci metteremo a lavoro per il nostro primo EP, ma ci piace goderci il viaggio, guardare quello che abbiamo fatto e vivere il momento presente. Il futuro è lì e siamo certi che non può in alcun modo scapparci via.

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