Spinelli | Intervista Indie Italia Mag
A cura di Alessandra Ferrara ft Salvatore Giannavola
Un girasole copre uno dei suoi occhi nell’immagine del suo profilo Instagram, ama viaggiare, è un videomaker, adora i tatuaggi (ha addirittura l’autografo di Jovanotti tatuato sulla spalla!) ed infine, non per importanza ha una voce strepitosa.
Il nick name @ciamichiamospinelli vi dice nulla?
Spinelli è un cantautore siciliano e il suo primo progetto musicale ci ha profondamente incuriosito. Siamo molto affezionati a questo percorso artistico.
Perchè?
Vi sveliamo una curiosità: Marco è originario degli stessi luoghi in cui l’idea della nostra community è nata, ma non solo…ha frequentato il liceo insieme ad alcuni degli editor di Indie Italia Mag si sono formati (Liceo Classico – Caltanissetta ndr).
Il suo primo brano è uscito da poche settimane e Spinelli ci ha svelato alcune chicche sul making of di “Non ti vedo più” (Universal Music, Island Records).
INTERVISTANDO SPINELLI
Un progetto tutto tuo con testo e suono plasmati su ciò che noi generazione indie vogliamo ascoltare e cantare a squarciagola ai concerti.
Cosa ti ha spinto a giocarti anche la carta della musica?
Un anno fa mi son trovato in uno studio di registrazione dove, per puro caso ho registrato Non ti vedo più”. Da quel momento sono successe tante cose, il destino mi ha fatto conoscere un produttore musicale ed ho iniziato a scrivere altre canzoni.
Mi sono trovato così nella bolla della musica che per me non è solamente una canzone in sè, ma è un’idea, un concetto. La musica è comunicazione, è raccontare delle cose. Sono una persona a cui piace cavalcare l’onda, sto lì sopra e vedo dove mi porta.
Il girasole è ormai il tuo segno distintivo. Il giallo dei suoi petali evoca il sole, il suo calore e allo stesso tempo la sua esistenza condizionata: è rigoglioso ai raggi del sole, si appassisce all’ombra.
È da considerarsi una metafora legata alla vita o semplicemente legato ai colori dei luoghi in sei nato, dei suoi paesaggi?
In realtà il girasole è il mio fiore preferito. Ho iniziato a metterlo nelle foto e le persone chiedevano il motivo: ho capito allora che il girasole doveva diventare il mio simbolo, la mia icona. Essendo il mio fiore preferito è qualcosa che mi appartiene per i suoi colori accesi che ricordano la mia Sicilia, ma anche perchè rispecchia il mio essere solare ed estroverso che riflette un pò il significato nascosto del girasole stesso. Tra le altre cose non ho mai regalato un mazzo di fiori ad una ragazza e se un giorno lo dovessi fare le regalerei un girasole!
Il tuo primo singolo “Non ti vedo più” descrive una storia d’amore che sembra essere perfetta, profonda ma ad un tratto diventa da “l’importante è far vedere di stare male, di stare bene”.
Tema diffuso e cantato per voce di altri dai tuoi coetanei, credi che le scelte di vita determinano il divenire di un rapporto?
Le scelte sono fondamentali nel percorso che ognuno di noi affronta: bisogna essere consapevoli almeno al 90% della scelta fatta in modo da sapere dove ci porterà quella decisione: essere sicuri di se stessi consente di proseguire sulla strada intrapresa senza alcun rimpianto. Forse anche se reputassi una scelta sbagliata, sicuramente ci aiuta a crescere, è “giusta” perchè capisci dove hai fatto un errore e vai avanti.
“Dammi solo un minuto che ti passo a prendere e ti porterò lontano da qui, lontano con me”
Versi che entrano facilmente in testa e che spesso mi ritrovo a canticchiare.
Qual è l’ingrediente speciale di questo brano secondo te?
Il ritornello della canzone è una frase talmente semplice, talmente decisa che volevo farla cantare alle persone prima che uscisse il singolo per farlo girare. Non è una frase che ha bisogno di una spiegazione, è così semplice che riesce a trasmettere ciò che si vuole dire senza alcuna scorciatoia.
Quanto hanno influito i tuoi ascolti e gusti musicali nella scelta del genere di musica da intraprendere?
“Il gelato non lo voglio più” ha molto di “Non ci vado più in discoteca” di Gazzelle.
Sono cresciuto con la musica punk-rock americano e non solo, Blink-182, i Ramones. A 10 anni ho iniziato a suonare la chitarra elettrica sulle loro note. Crescendo ho imparato ad ascoltare qualsiasi genere musicale poiché consente di avere una visione più ampia di ciò che accade intorno nel campo musicale.
Il genere è sicuramente pop, indie-pop ma ciò che riconosco nel mio genere di scrittura è sicuramente la semplicità: nelle canzoni racconto solo la mia vita non copiando nessun altro.
Hai già in cantiere un album tutto tuo, collaborazioni con altri artisti?
Adesso la cosa più importante è arrivare alle persone, uscire e farsi conoscere, almeno con questo primo singolo. Ci sono in cantiere altri singoli e stiamo anche valutando qualche data questa estate. Tanti progetti ma è necessario lavorare duro!
Non ci resta che augurare a Marco che il suo lavoro sia apprezzato da migliaia di ascoltatori su tutte le piattaforme esistenti sulla faccia della Terra e perché no tenere un concerto tutto suo da dove tutto è cominciato.
Segnate questo nome, presto invaderà le nostre playlist!
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