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Flic Floc | Intervista Indie Italia Mag

Di Giulia Costanzo

Accomunati dagli studi classici e dalla camaleontica passione per l’approccio a generi diversi, dal prog al pop, dal metal al jazz, dalla classica all’EDM; i Flic Floc sono il duo musicale composto da Davide Porcelli e Ilaria Righi, entrambi provenienti dal Conservatorio di Verona. Ognuno formato dalla propria storia e dalle collaborazioni con band o cover band differenti.

Davide, diplomato in chitarra classica, e Ilaria, studentessa al nono anno di Composizione, danno vita al loro progetto musicale nel 2015, fondendo le loro esigenze per creare insieme un sound unico e ricco di sfumature. Nel 2017 vincono il concorso “ON AIR by Paperplanes”, ottenendo la produzione di un brano con videoclip edito da Federico Sambugaro e Nicolò Angeleri che verrà poi realizzato nell’estate 2017 con il titolo Aria, primo singolo ufficiale dei Flic Floc.

Nel 2018 dall’incontro con il produttore Jacopo Gobber verrà fuori il nuovo sound del duo all’interno del Flaming Studio, indirizzando il loro songwriting verso il pop-oriented con elettronica sbilenca ed evasioni IDM. Così nel dicembre dello stesso anno, in una veste del tutto rinnovata, esce il secondo singolo Canzone stupida, con un video animato in stile d’antan a 8 bit.

Il videoclip della canzone, realizzato dai visual artist Piero Piccioli e Martina Varotto, si trasforma in un’avventura nella quale i nostri eroi, divisi dalle forze del male, riescono infine a ricongiungersi. Nel febbraio 2019, dopo una seconda versione del singolo Aria, esce Fuoco: il loro ultimo pezzo che anticipa la pubblicazione del disco d’esordio per l’etichetta veronese Cabezon Records.

Il sound, complice l’influenza del Flaming Studio di Verona, è accompagnato da un videoclip realizzato al “Revolution Live Club” di Molvena (VI), che porta nuovamente la firma del talentuoso regista Nicolò Angeleri, come avvenne per il primo pezzo che ha inaugurato la stagione del promettente duo.

INTERVISTANDO I FLIC FLOC

“Perchè tu sei, tu sei il centro del bersaglio, il premio, il mio traguardo”- una canzone dichiarazione che in realtà si rivolge alla vostra Musa ispiratrice o è possibile leggere il nome di qualcuno tra le lettere infuocate della canzone?

E se vi dicessimo che si rivolge a entrambe? Per noi è rivolta alla nostra Musa ispiratrice, la potenza artistica, che da sempre è il nostro bersaglio, premio e traguardo, per l’appunto. Ma l’ascoltatore potrebbe trasformare “Fuoco” in una canzone d’amore, se ne sentisse la necessità, perché il testo è trasformista e si presta bene al cambiamento contestuale. L’importante è che il fuoco rimanga acceso.

Avete in programma un tour o delle date nella vostra bella Verona per far conoscere il vostro primo disco d’esordio, prossimamente in uscita?

Le date le raccogliamo di mese in mese e quindi non abbiamo un tour organizzato. Ci sentiamo come degli allenatori di Pokémon col Pokédex da riempire, ma abbiamo l’intenzione di catturarli tutti (eventi, bar e qualsiasi location dove si possa suonare e presentare il nostro disco).

Nella vostra “Camera dei segreti” invece “Ci sono più rimpianti che medaglie” a cosa fate riferimento? Delle delusioni precedenti hanno segnato il vostro percorso e come avete risollevato la vostra produzione?

Con questo verso, in Canzone stupida si fa riferimento a una camera dei segreti che risiede nel corpo: lo stomaco. Scommettiamo che vi sarà capitato di avere mal di stomaco quando le cose non vanno, vero? La protagonista del gioco non sta passando un bel periodo e anche il suo corpo ne risente. Perde la vita svariate volte, combattendo contro le sue paure, le sue preoccupazioni, il suo timore di sentirsi inutile.

Un personaggio che sta accumulando “più rimpianti che medaglie”, ma che non molla, anzi, alla fine vince. Ora sta molto meglio, ed è consapevole che da momenti del genere si può solo che imparare a essere più positivi, anche quando la produzione artistica è l’unica a sopravvivere insieme al temino stupido che continua a rimbalzare in testa.

I nuovi pezzi che verranno proposti seguiranno la classificazione degli elementi naturali, completando il ciclo di Aria – Fuoco – Terra – Acqua?

Certo, il ciclo si chiuderà, ma in un nuovo elemento.

Con le vostre canzoni, in cui emergono testi profondi e ricchi di significato, avete l’idea di trasmettere dei messaggi specifici che possano infiammare le nuove generazioni? Quali?

Ci piacerebbe essere portatori di messaggi universali, così come ci piacerebbe creare benessere con i testi e la musica che creiamo. Cerchiamo la reazione “Ehi, mi sento così anche io!”.

La vostra musica, che ha visto l’evolversi di un genere musicale verso nuove influenze che contaminato la produzione dei vostri ultimi pezzi, ha trovato uno stile definitivo o è sempre pronta a dirigersi verso nuove direzioni che possano arricchirla? Se sì, quali?

L’unica influenza che non ci piace è quella intestinale. Scherzi a parte, questo è per dire che siamo perennemente attratti dalle forme musicali, vecchie e nuove. E non vediamo l’ora di farci travolgere da quelle future, anche se non sappiamo come saranno. È stata proprio la nostra continua ricerca sonora a portarci da Jacopo Gobber, che ringraziamo per averci aiutato a capire che direzione dovesse prendere il nostro sound.

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