Artiness Fog | Intervista Indie Italia Mag
Artiness Fog è un progetto musicale indipendente nato a Partinico, nella provincia palermitana, nel 2017, dall’incontro di Alessandro Salvia e Roberto Evola, entrambi polistrumentisti, influenzati dalla musica progressive, da quella barocca, ma anche dal metal e più di recente dall’elettronica.
Proprio da questo connubio di stili, arricchiti da elementi teatrali e distorsioni, deriva il nome Artiness Fog ( Nebbia di Pretese Artistiche), un ossimoro che rappresenta il suono così caratterizzante della band siciliana.
Con l’arrivo del giovane bassista Andrea Conti e di Francesco D’Anna alla chitarra, gli Artiness Fog, nel 2019, rifiniscono i loro brani, incidendoli in studio: prende così vita il loro primo EP “Dogmatic Void”, contenente cinque brani. E’ una release che gira attorno all’idea del “Vuoto Dogmatico”, che abbraccia e soffoca i protagonisti delle storie narrate, assumendo la forma di sentimenti mutevoli e sensazioni volubili, ma mette in risalto anche la fragilità dell’animo umano.
Intervistando gli Artiness Fog
Nel vostro brano “Shongau” c’è un enorme contrasto tra l’inizio, melodico e sussurrato, e la seconda parte della canzone. Come vivete questa dicotomia tra la malinconia e la rabbia, nelle vostre canzoni?
Questo marcato contrasto non caratterizza in modo esclusivo questo brano, bensì l’intero progetto musicale: nomenclature, iconografia e temi trattati. Amiamo raccontare storie di personaggi che cambiano radicalmente le proprie emozioni, passando dalla più amara depressione alla rabbia più feroce.
Quindi cerchiamo di rendere loro giustizia componendo delle strutture musicali mutevoli e dinamiche, come se fosse una colonna sonora che li accompagna passo passo nella loro evoluzione.
Il video di “Schongau” racconta una storia, legando indissolubilmente le immagini alla musica ed al testo. Che importanza ha la teatralità nelle vostre composizioni?
La teatralità dei nostri brani è una delle caratteristiche a cui teniamo di più, proprio per questo motivo abbiamo lavorato tantissimo sugli arrangiamenti e sulla scelta degli strumenti adatti. Ci piace pensare che un giorno o l’altro i nostri brani possano essere suonati in teatro da un’orchestra al completo.
Non a caso abbiamo deciso di affidare la realizzazione del videoclip di “Schongau” a Gianni Cannizzo, regista straordinario nonchè nostro carissimo amico. E’ bastato il primo ascolto da parte sua per scatenare un fiume di idee e scenari che hanno preso vita qualche mese dopo, quelle immagini sono diventate immediatamente simboliche.
Leggendo i vostri testi, si capisce che non sono parole “tanto per riempire spazi vuoti”, ma che vogliono portare l’ascoltatore nella vostra dimensione. Scrivete la musica immaginando già il suo contesto “visivo”?
L’intero processo di composizione è sempre accompagnato da una nostra ipotetica trasposizione visiva. Un semplice accordo può già dipingere nella nostra mente, seppur in modo offuscato, dei colori, delle sensazioni, luoghi ed avvenimenti.
Questi elementi sono fondamentali durante la scrittura dei testi, all’interno dei quali forme e colori andranno quindi a definire scenari dettagliati e minuziosi.
E’ proprio questo processo di scrittura di musica e testi che ci regala emozioni profonde, soprattutto quando trattiamo temi storici e fantastici, in questo modo cerchiamo di portare l’ascoltatore nella nostra “dimensione”.
Quanto è difficile per una band indipendente come la vostra emergere nel panorama musicale?
Il nostro EP è stato pubblicato circa un mese fa e adesso bruciamo dalla voglia di esibirci live, sicuramente avremo occasione di presentare la nostra musica durante la stagione estiva nella nostra Sicilia. Uno degli obiettivi principali è quello di divertirci e far divertire i nostri ascoltatori; parallelamente sentiamo il bisogno di un’etichetta indipendente che riesca a migliorare la qualità e la diffusione della nostra musica, senza cambiarne i connotati.
Siamo consapevoli che questo genere di musica probabilmente non riuscirà ad ottenere una diffusione “virale” nel panorama musicale contemporaneo, ma abbiamo fatto delle scelte: questa è la nostra reale essenza e il nostro modo di fare musica, speriamo che riesca ad evocare in voi le stesse emozioni e sensazioni che proviamo noi quando la scriviamo.
Venite dalla provincia di Palermo e negli ultimi anni moltissimi artisti siciliani stanno facendo grandi cose nella musica italiana. Cosa ne pensate?
La Sicilia è un luogo colmo di arte, cultura ed architettura, non ci stupisce vedere come alcuni tra i grandi artisti contemporanei come Levante, Dimartino, Alessio Bondì e Colapesce siano fortemente legati a questa regione.
Tuttavia siamo sicuri che l’arte si trovi ovunque, in ogni punto del globo sono presenti degli artisti dotati di passione e di qualità uniche che hanno solo bisogno di essere conosciuti dal resto del mondo. Molto spesso questo non avviene perchè non si hanno i mezzi necessari per consentire la diffusione e la crescita dell’artista stesso, è questo il “delitto artistico” della nostra era: lo spreco e l’ignoranza.
Quali sono i vostri punti di riferimento musicale? A chi vi ispirate, se così si può dire, quando componete?
Il nostro background musicale è molto vario, Alessandro per esempio è stato fortemente influenzato dal punk soprattutto agli inizi, successivamente si appassiona al piano-rock ascoltando artisti iconici come Billy Joel ed Elton John. Roberto ha iniziato suonando l’intera discografia dei Nirvana nel suo garage, avvicinandosi poi al metal e alla musica elettronica.
Andrea e Francesco provengono da generi molto pesanti come il Death e l’Epic Metal. Sicuramente tra gli artisti che più ci hanno ispirato e continuano a farlo ci sono i Muse e i Panic! At The Disco, mostri sacri della musica alternative e dalla sonorità unica! E’ praticamente impossibile ascoltare un loro brano senza riconscerli.
La musica degli Artiness Fog potrebbe sicuramente essere molto apprezzata nel nord Europa ed in Scandinavia. Avete mai pensato “ok, partiamo”?
Artiness Fog è un progetto iniziato con lo scopo di condividere la nostra musica con più gente possibile, per questo motivo non ci poniamo nessun limite. Questa stagione estiva ci offrirà numerose occasioni per esibirci sui più prestigiosi palchi Siciliani, sperando che questi siano un trampolino da lancio per eventi su scala nazionale.
Suonare sui palchi di tutta Europa non ci fa paura anzi, ora più che mai, ci sentiamo pronti per affrontare quest’avventura! Il merito va soprattutto ai nostri ascoltatori che fin da subito ci hanno supportato e hanno accolto questo primo EP con estremo entusiasmo! Crediamo che il modo migliore per ringraziarli sia quello di migliorarci giorno per giorno, cercando di offrire loro dei live spettacolari e produzioni sempre migliori.
Il vostro EP “Dogmatic Void” avrà fatto venire a molti amanti delle sonorità distorte l’acquolina in bocca. Quali sono i vostri progetti per il “dopo”?
E pensare che abbiamo appena iniziato! Come abbiamo già detto adesso inizieremo a proporre “Dogmatic Void” dal vivo a cui aggiungeremo alcuni inediti nuovi.
Siamo abbastanza sicuri nel dire che il nostro prossimo lavoro sarà un LP completo, stiamo cercando di sfruttare l’esperienza fatta durante questo anno per migliorare tutti i punti di forza del nostro sound, vogliamo creare un vero e proprio “universo” e metterlo a disposizione dei nostri ascoltatori.
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