Platò: canto di Marijuana e Alcool, ma non fatelo a casa

M&A(Marijuana ed Alcol) è il primo estratto dell’EP di Platò, Martina Platone, classe ‘96, cantautrice dalle origini napoletane e bolognese di adozione. Il brano racconta un amore stagionale, che si accende ai primi albori dell’estate e che arrivato settembre si spegne, lasciandosi dietro la voglia di dimenticare tutto con qualsiasi mezzo a disposizione.

Spesso si rischia di finire inevitabilmente dentro i buchi neri causati da alcool e droga, perdendo completamente il controllo. L’estate si trasforma così in illusione: è  il periodo ideale per sentirsi legittimati a fare tutto ciò che si vuole, come in un mondo parallelo.


Sapevo che sarebbe finita, quasi fosse un tacito accordo.Le relazioni estive sono fiamme che bruciano subito, e quando tutto finisce ci si sente stupidi ad esserci rimasti così male. Meglio fare un reset e pensare ad altro piuttosto che rimpiangere di non avere avuto tempo a sufficienza per stringere un legame più solido, più duraturo” è la filosofia che sta dietro questo brano.

Non un inno agli eccessi, ma piuttosto il desiderio di cancellare il ricordo, a tratti indelebile, di qualcosa che non tornerà. Un progetto da seguire: sperimentazioni pop elettroniche si mescolano con venature indie e soul!

INTERVISTANDO PLATÒ

Hai iniziato a produrre le tue prime canzoni con lo pseudonimo Marta, aprendo alcuni live di artisti fondatori dell’Itpop come Gazzelle e Willie Peyote.

Ora hai creato questo nuovo progetto Platò, lanciando il tuo primo singolo chiamato M&A, come mai questo rinnovamento?

Forse perché sono cresciuta, ho assunto una consapevolezza diversa anche di chi sono.

Inserire il mio cognome nel nome d’arte è qualcosa che non avevo mai avuto il coraggio di fare. Sin dai tempi della scuola mi aveva sempre messa in imbarazzo, perché non ci sono molte persone, almeno in Italia quasi nessuno, con il mio stesso cognome. Ti senti estraneo, a maggior ragione se sei meridionale, il tuo cognome tradisce questa cosa e vivi in Emilia Romagna dove è comune che persone diverse portino lo stesso cognome di qualcun altro. Da bambino noti subito che ci sono delle differenze, non intendo necessariamente episodi di esclusione. Dico che la differenza la noti. Ancora di più se sei meridionale, ma sei anche l’unica a portare un cognome molto particolare, io poi sono sempre stata davvero timida.

All’interno della mia famiglia stessa io, mio padre e mio fratello siamo gli unici. Mio nonno non l’ho conosciuto, le mie radici sono un argomento confuso e ampissimo che mi affascina e allo stesso tempo è motivo di molte differenze che sento intrinseche tra me e gli altri. Accettare e conoscere le proprie origini è accettare la propria storia ed identità e occorre attraversare un periodo di maturazione per farlo. Sento che è l’ora di dire qualcosa di molto personale e quindi avevo bisogno di fare dei cambiamenti.

Una frase fa E non ci penso per un po’.  M&A è una canzone scritta come cura per superare una delusione d’amore?

Non tanto come cura, quanto come sfogo. È quello che viene detto, nudo e crudo.

Le storie si chiudono e per quanto rimangano bei ricordi, proprio forse il fatto che sono belli fa stare doppiamente male. Ti chiedi ma allora perché?

Quante persone non hanno capito il significato profondo del testo e ti hanno criticato per la scelta di questo titolo?

Ti ringrazio per questa domanda. Ho scelto questo brano come primo forse proprio perché spiazza, occorre ragionare, capirla, nonostante si presenti molto semplice e allegra.

Chiaramente il messaggio che deve passare non è un incentivo ad usare alcol e droghe in momenti di vulnerabilità.

Però paradossalmente in questo sta il senso, quanto siamo fragili. Come scegliamo di affrontare il dolore, quanto a volte ci sentiamo molto stanchi e delusi e come in realtà buttarsi giù e autodistruggersi sia una parte di noi subito pronta a palesarsi.

Perché  in molti stati del mondo la marijuana è legalizzata mentre in Italia rischiano di essere chiusi anche  i negozi che in passato hanno avuto l’autorizzazione per vendere la cannabis light?

Il nostro è un paese molto fragile, e ancora molto conservatore, fa parte della nostra identità da secoli. Però vedi il rischio è questo: quando non si accetta un cambiamento e lo si respinge, si finisce sempre per fare grossi danni.

Quindi a voi la palla. Che vogliamo fa?

Nelle prossime canzoni ci potrebbe esserci una svolta verso il rap?

Perché no. Per me il rap è un’espediente comunicativo, se voglio inserire una strofa più rappata che cantata in un brano mi prendo tutta la libertà di farlo, senza dover per forza autocircoscrivermi in un ambiente rappuso. Il rap mi piace usarlo per le sue qualità musicali più che per definirmi rapper. È una disciplina stimolante, me ne servo per raccontare alcune cose in uno specifico modo. Ma non slitterei facendo solo questo, voglio avere più mezzi differenti per esprimermi.

Come sarà l’estate di Plató?

Lascia stare. Fa caldo, poche vacanze e tanto lavoro.

La musica italiana ultimamente sembra sentire la mancanza di una giusta rappresentanza femminile. Quali sono le artiste donna che stimi di più e perché?

Dico la verità: non mi sono mai messa a contare il numero di donne che fanno musica rispetto a quello maschile. Però mi dispiace che mi venga posta spesso questa domanda. Non perché il tema non sia importante eh, anzi!

Sono fierissima di essere donna e di fare musica in qualità di donna. Però dai, facendo una stima qualitativa gli uomini saranno pure di più, ma non sono tutti interessanti. Mentre le donne, forse perché consapevoli di essere in numero più ridotto danno il massimo, si sente davvero la qualità e varietà tra tutte le grandi esponenti. Levante, Maria Antonietta, Joan Thiele, Beba, Michielin … ce ne sono raga e ognuna di queste è un mondo delicato a sé. E ognuna di queste rimane impressa nella memoria.

Se la guardiamo così, in proporzione, le donne stanno realizzando delle cose ottime e aprendo la strada a tantissime altre. Il loro lavoro è davvero prezioso. Sono convinta che presto le cose cambieranno.

Napoletana d’origine, ma trasferitasi da poco a Bologna. Qual è il tuo posto preferito in questa città, patria di grandi cantautori?

Ma Bologna è stupenda ovunque. Ci sono addirittura molti posti che non ho ancora visto e altri che ho scoperto solo di recente, nonostante studi e frequenti Bologna da qualche anno.

Consiglio anche la campagna appena fuori città, è un luogo magico in cui raccogliere pensieri e riflessioni, è un occasione di incontro con realtà ancora fortemente folkloristiche.

Io poi in realtà non vivo a Bologna, ci passo gran parte del mio tempo, ma vivo da quando avevo un anno in provincia di Modena. Comunque luogo prefe di Bolo non ce l’ho. Mi piace tutta, tranne via Indipendenza. Non sopporto la ressa.

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