PETROLA

Petrolà: un “Lunedì” per il riscatto

Ernesto Petrolà, cantautore palermitano con diverse esperienze musicali alle spalle, è tornato a scrivere nuova musica, rimettendosi in gioco con il singoloLunedì, pubblicato ufficialmente il 28 Giugno 2019.

Un brano in cui le influenze cantautorali di Petrolà (Baglioni, Dalla, Consoli) si fondono con le sonorità anni ’80 riportate in auge dal nuovo movimento ItPop. Lunedì ha già lasciato il segno nella memoria degli ascoltatori della nostra community e si candida tra i migliori brani scoperti durante l’estate 2019.

“Il Lunedì è un autotreno, ma anche uno stato d’animo. Non ti aspetteresti amore e dolcezza dal Lunedì, non ti aspetteresti un riscatto il Lunedì”. 

INTERVISTANDO PETROLA’

Il Lunedì è universalmente riconosciuto come il giorno in cui si inizia qualcosa: il lavoro, la dieta, la palestra…per te “Lunedì” è un nuovo inizio o la continuazione del tuo percorso?

È la continuazione di una necessità, di un’urgenza espressiva che ha cambiato solo il suo modo di essere “percorsa”. Ho cambiato il produttore (Nazario Di Liberto), il regista dei video (Duilio). Ho voluto la collaborazione di Indigo. Per me é sempre Lunedì. Amo ciò che parte svantaggiato per riscattarlo. Amo rischiare e mettermi in gioco.

Dici che il Lunedì è il giorno che non vorresti mai vivere, in cui non ti aspetteresti tante cose; tu cosa ti aspetti dal tuo “Lunedì”?

La vita ti sorprende ed io aspetto di essere sorpreso. Ci riesce sempre la gente che incontro, nel bene e nel male. Mi sorprende il diffuso egoismo e la poca voglia di condivisione. Mi sorprende che la gente aspetti che lo dica il vicino che sei bravo per poi accodarsi. Ecco mi fa rabbia chi non ha le palle per esprimere la propria idea e quindi soccombe al conformismo. Il mio Lunedì deve essere coraggioso e con un pizzico di malinconia.

Guardando i video di “Lunedì” ed i tuoi clip passati, ho notato che hanno tutti un punto in comune: il mare! Anche la copertina del singolo riprende le onde; che importanza ha questo elemento nella tua vita? E’ un’ammissione di “sicilianità”?

Si è vero. Bravi!! Avete studiato per bene. In verità sono tutti singoli usciti in estate o comunque in prossimità. Ma non nascondo che l’elemento mare qui in Sicilia ed anche per me è fondamentale. Prometto che comunicherò anche altro con i prossimi video.

Il “Palermo Sound” si è ormai consolidato negli anni. Lo dimostra anche la collaborazione per il singolo ed il video con diverse realtà cittadine attive nella musica italiana (Indigo, Sonja Burgì, Nazario Di Liberto, Duilio Scalici): come vedi il futuro della musica palermitana nello Stivale?

Mi auguro venga riscattata presto anche se già ci sono belle novità e grandi conferme. Purtroppo ci sono anche delle verità di fondo. Devi andare via da Palermo per riuscire. Questa terra tanto bella non ti offre quasi nulla. Per poter essere applaudito dalla tua stessa città devono vederti in un talent o sei il niente.  Sei obbligato a continui spostamenti per poter vivere realmente il centro della musica che trovi da Roma in sù. Qui non abbiamo tante etichette discografiche, qui poca gente sa come funziona il mercato ITPop. Però è una città che non cambierei con altre.

Per qualche anno hai interrotto la tua attività da compositore, ma cosa ti ha portato a ricominciare a scrivere e suonare?

Ho interrotto perché sinceramente non sapevo più come fare. Lavoravo qui a Palermo ed una serie di ragioni non mi hanno permesso di rischiare andando via. Ero rimasto deluso dalle precedenti esperienze. Tutto portava ad un’ emorragia di soldi. Se nessuno ti segue e ti autofinanzi è sicuramente pesante.  Quando cominciarono ad esistere i social avrei dovuto ritentare ma poi cominciai ad amare l’idea di creare format televisivi regionali e così mi presi delle belle soddisfazioni (mi occupavo di produzione sia artistica che esecutiva). Ricominciare a scrivere è stata una necessità dopo un periodo di sofferenza per una storia che non trovava la sua quadratura. Da qui stappai la bottiglia della creatività.

Hai calcato due volte il palco del Teatro Ariston ed hai frequentato la Sala Stampa del Festival come inviato: hai in programma di scrivere altri brani per Sanremo? 

Volevo precisare che io non ho calcato il vero palco dell’Ariston ma quello delle selezioni dell’Accademia di Sanremo (l’anno che vinse la Tatangelo ad esempio). Io continuo a scrivere sempre. Mi piacerebbe partecipare a qualche contest, non lo nego, e magari lo farò. Oggi punto a trovare un’etichetta che creda in me perché penso di saper scrivere. Forse l’unico vero svantaggio oggi è che non sono un giovanissimo e purtroppo il mercato cerca spesso solo quello (anche se poi vali poco meno che niente).

Nel mercato di oggi, che sembra tornare alla “febbre del singolo” propria degli anni ’60, qual è la tua posizione? Dopo “Lunedì” hai in programma di fare uscire un disco o pensi di pubblicare altri singoli in sequenza?

Ma sai mi piacerebbe che la gente su Spotify trovasse più brani di me, ma oggi trovo quasi inutile pensare ad un progetto unico da racchiudere in un disco.C’è troppa musica, c’è troppo di tutto. Ho paura che tutta questa offerta non faccia proprio tanto bene anzi ne sono proprio sicuro. Se vuoi fare il figo esci con un album… ma sai di quei brani la gente quanti ne canterà? Che fretta c’è? Esci con 2-3 singoli e poi al massimo ti spari un EP o se sei supportato bene quindi prodotto allora esci con un album. Io oggi credo più alla potenza di un singolo ogni 3-4mesi. Questo non significa che non possa però avere come prossimo obiettivo dopo il prossimo singolo di Settembre-Ottobre (questo sarà l’idea di uscita del prossimo singolo)  proprio un EP.

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