DA “INVERNO TICINESE” A “HYPE AURA” | Intervistando Coma_Cose
Di Aurora Aprile
Prendete un cantante, cantautore e polistrumentista italiano i cui brani raccontano la nostra società in un cocktail di pop e rap dal retrogusto elettronico e una DJ che ha cantato i ritornelli di alcuni pezzi techno e house nelle cui vene scorre non solo l’elettronica, ma anche il drum’n’bass. Ora metteteli a lavorare come commessi in un negozio di Milano. Cosa ottenete?
La nascita dei Coma_Cose, un duo composto da Fausto Zanardelli, in arte Fausto Lama, e Francesca Mesiano, meglio conosciuta come California che, mescolando il cantautorato degli anni ‘70 con i suoni degli anni ‘80 e il rap degli anni ‘90 – sostanzialmente un negozio di vinili in un’unica realtà musicale – è tra le proposte più interessanti del panorama nostrano.
I due milanesi d’adozione si sono fatti conoscere dal pubblico nel Febbraio del 2017 grazie alla pubblicazione su YouTube di “Cannibalismo”, brano che è una provocatoria polaroid della società in cui viviamo. D’altronde, come dichiarato in un’intervista, anche la presenza del termine “Coma” nel nome del progetto è una provocazione riferita ad un momento storico e sociale in cui bisogna svegliarsi e guardare in faccia la realtà, al quale è stata aggiunta la parola “Cose” un po’ perché questo nome non era occupato su Instagram e un po’ perché suonava bene.
E a suonare davvero bene sono stati gli altri brani pubblicati nel 2017, ovvero “Golgota”, “Deserto” e “Jugoslavia”, ai quali è susseguito l’EP di tre tracce “Inverno Ticinese”, uscito il 13 Ottobre 2018 per Asian Fake e con produzioni di Mamakass. “Anima Lattina”, “French Fries” e “Pakistan”, a detta degli stessi artisti, parlano di chiacchiere fino all’alba, di malinconia e del fermarsi un secondo a riflettere e sono caratterizzati da grande intimità, aspetto ripreso anche nei videoclip dal carattere minimale.
Insieme alla velata critica sociale e ad una semantica basata su giochi di parole che altro non sono che sintomo di una spiccata intelligenza, è Milano che si ritrova in tutti i pezzi del duo, un po’ come in quelli degli Ex Otago si può ritrovare Genova.
A Marzo del 2019, dopo il grande successo di “Post Concerto”, il cui video è diventato presto virale, e di “Nudo Integrale”, è stato pubblicato il primo album del duo. Il titolo è “HYPE AURA”, che si presta ad essere letto come “hai paura” e si riferisce alla paura di essere diversi di cui si parla nel primo singolo estratto dal disco, “Granata”. Il secondo, “Mancarsi”, del quale video è stata realizzata una locandina cinematografica in edizione limitata, potrebbe essere l’inno di una generazione che all’età di 20 anni non si sente davvero rappresentata da niente e da nessuno e insieme agli altri brani conferma la qualità che ha sempre contraddistinto la dimensione musicale di Fausto e California.
In occasione della prima edizione di “Indimenticabile festival” che ha avuto luogo a Bologna il 12 e 13 Luglio, abbiamo avuto l’occasione di realizzare una video intervista ai Coma_Cose per cercare di capire quali sono gli ingredienti di una ricetta musicale dai sapori così ricercati.
INTERVISTANDO I COMA_COSE IN OCCASIONE DI INDIMENTICABILE FESTIVAL
Ciao ragazzi! Coma_Cose è una realtà che esiste dal 2016, ma già da prima entrambi avevate il vostro personale viaggio musicale. In particolare, volevo chiedere a Fausto: cosa pensi che questo nuovo progetto abbia in più rispetto al tuo precedente col nome di Edipo?
Fausto Lama: Edipo è un progetto fatto in altri anni, in un’altra “epoca geologica”, in quanto il mercato cambia tantissimo eh, ahimè, molto sinceramente, mi ero trovato ad essere in qualche modo intrappolato in certi schemi: fare un certo tipo di disco, di comunicazione, ecc. Mi sentivo un po’ legato ed infatti ad un certo punto ho detto “chiudo, basta, non mi piace più, non mi interessa, non mi diverte più”. Questo progetto, invece, voleva essere dal giorno zero, da quando ho iniziato a coinvolgere Francesca, un progetto di rivoluzione, di “faccio quello che voglio”, “butto dentro quello che voglio”. Non volevo fare dei singoli, infatti i primi pezzi erano totalmente destrutturati: non c’erano ritornelli, era tutto a caso. Poi pian piano li abbiamo addomesticati, anche se questo motore pulsante dell’anarchia musicale rimarrà sempre.
Nel vostro secondo album, HYPE AURA, ancor più che nel primo, si percepisce un armonico botta e risposta tra le strofe di ciascuno. Ma come nascono i vostri pezzi? Sono frutto di un costante lavoro di coppia o anche di successivo assemblaggio?
California: Dipende: un po’ e un po’. Tendenzialmente nascono in coppia, soprattutto in questo disco in cui, come hai notato tu, c’è un maggiore botta e risposta rispetto al precedente. Abbiamo cercato di cambiare e di comunicare.
Fausto Lama: Anche perché è stato scritto molto velocemente, tutto molto concentrato. È un racconto, è la nostra storia, quindi forse si sente questa cosa artigianale di averlo fatto in una estate, in uno studio piccolino, con carte penna. È stato molto fatto a quattro mani.
Oltre alle vostre canzoni, scrivete e dirigete anche i vostri video. L’ultimo, “Mancarsi”, più che un videoclip si può definire un vero e proprio short film, con tanto di locandina in edizione limitata. Quanto influisce il mondo del cinema sul vostro immaginario?
California: Beh, ragionando per immagini è una cosa che sicuramente ci ispira, infatti la comunicazione visiva la ritrovi anche nei testi. Quindi si, siamo abbastanza appassionati di cinema.
Fausto Lama: Sì, ci piace molto. Inoltre, quel video lì è nato perché la canzone aveva già avuto un buon riscontro e quindi non ti nascondo che eravamo un po’ in difficoltà. Infatti, abbiamo molto giocato su tutto questo brainstorming che poi è successo davvero. Ci siamo detti “Perché non raccontarlo?” e così abbiamo fatto il teaser. Il video infatti è in realtà una cosa molto minimale perché la canzone aveva ormai un suo mondo, la gente l’aveva ormai ascoltata e forse associata a dei propri ricordi e quindi non volevamo entrare troppo in merito.
Sempre in “Mancarsi” fate riferimento ai vostri 20 anni di cui avete parlato anche in un post su Instagram, raccontando che a quell’età non vi sentivate rappresentati da nessuno. Oggi, invece, vi sentite finalmente rappresentati da qualcosa?
Fausto Lama: Io penso che ora ci sia sicuramente più consapevolezza su tutto. Quello che raccontiamo noi quando parliamo dei vent’anni è che è una figata avere vent’anni, però poi succede che sei talmente carico di aspettative e di emozioni, è tutto nuovo e velocissimo e quindi poi vivi anche dei momenti brutti che poi ti aiutano a crescere. Poi crescere vuol dire anche poter scegliere quello che ti piace senza compromessi, senza dire “vabbè dai vado in quel posto”, no occorre dire “no, basta non ci vado più”, “ascolto QUEL disco, guardo QUEL film”. È questo insomma: acquistare un po’ più di consapevolezza.
In “Nudo Integrale”, invece, California canta “cani sciolti come gli orologi di Dalì” e proprio il singolo “Cani sciolti” dei Sangue Misto è stato l’unico ad essere coverizzato in vari dei vostri concerti. Ma vi sentite più vicini al rap o al cantautorato?
Mah, sicuramente a entrambe le cose. Quando eravamo bambini assimilavamo quello che ci raccontavano i nostri genitori, quindi il cantautorato classico italiano, poi entrambi verso i 13 – 14 anni abbiamo scoperto il rap. E quindi i Sangue Misto son stati il primo gruppo che ci hanno fatto pensare “Cavolo ma questi che fanno?!”. Per poi ritornare intorno ai vent’anni sul cantautorato. Quindi sono due mondi che hanno sempre connesso un po’ tutto.
Fausto Lama: È una domanda difficile perché ne abbiamo visti davvero tanti!
California: Quello a cui abbiamo partecipato forse il primo MI AMI. Lì suonavamo sulla collinetta e c’era tantissima gente. La particolarità era che dal palco si poteva ammirare la collina che si innalzava e quindi si riusciva a vedere proprio tutto il pubblico. Era anche un bell’orario, al tramonto.
Fausto Lama: È stato il primo concerto su Milano, la prima volta in cui ci siamo detti “Ma allora qualcuno ci ascolta!”. Quindi è stata una bella emozione, bei ricordi!
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