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Venerus: Le diverse fasi dell’amore | Intervista

Ogni canzone ha un suo particolare momento. Un’esempio pratico si ha ascoltando Venerus. Un sound unico nella scena italiana accompagna una scrittura raffinata che riesce a descrivere in maniera diretta quel sentimento complicato che tutti chiamano amore.

Forse mai nessuno capirà, yeah
Che se stiamo insieme
Questo mondo infame non ci avrà, yeah

Non è facile giocare sull’ambiguità, sulle frasi non dette, quelle che riescono a descrivere contemporaneamente una relazione nel vivo del suo splendore o  una diventata solo un doloroso ricordo.

Essere al concerto di Venerus, all’Hiroshima, abbracciato alla mia ragazza dopo un drink con il leader degli Ex-Otago, Maurizio Carucci, è stata un’esperienza molto romantica, c’è poco da dire.

L’ultimo pezzo, IoxTe, non solo è stata la chiusura perfetta di un concerto nel quale Andrea Venerus, ha saputo emozionare, creando un’atmosfera molto intima, a tratti quasi confidenziale, ma anche un augurio per il futuro.

Il cantante milanese, dopo aver trascorso cinque anni a Londra ed essersi innamorato di Roma, ha pubblicato nel 2018 il primo Ep A che punto è la notte e quest’estate Love Anthem, oltre ad aver lavorato ad alcune collaborazioni con Gemitaiz, Franco 126 e Frenetik&Orang3.

 

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INTERVISTANDO VENERUS

Nella tua bio ti descrivi così: 1992, San Siro, Milano. C’è una canzone in particolare che aiuta a raccontare la tua vita?

Altrove è quella più descrittiva di una parte della mia vita, quando vivevo a Roma. Forse ancora dorme descrive bene un momento dell’anno scorso a Milano.
Ma non esiste una canzone che descrive il mio percorso per intero,  anche se in Al buio un po’ mi perdo c’è una mia personalissima visione, quasi filosofica.

Ti ha tolto più sonno la musica o l’amore?

In parti uguali, giuro.

Senza di me ha superato i 36 milioni di stream su Spotify che effetto ti fa?

È qualcosa di speciale considerato che il mio percorso è cominciato così poco tempo fa, però non mi faccio scottare dai numeri, sono molto concentrato sul mio percorso e i risultati importanti non si possono contare.

Venerdì è uscito l’album dei Darrn (che hanno aperto il tuo concerto a Torino) e insieme avete lavorato su Abra. Come nasce questa canzone?

È da un annetto che avevamo in ballo una collaborazione e con l’uscita del loro EP abbiamo trovato un’occasione. Mi hanno mandato i brani dell’EP e appena li ho sentiti mi era chiaro che sarebbe stata quella, la prima.

In questa società dove domina la fretta, tu hai avuto coraggio di creare due cortometraggi dove presenti Love Anthem. Che reazioni ha suscitato questa scelta?

In alcune persone disinteresse, in altre persone molto apprezzamento.
Non credo che YouTube sia ancora la mia piattaforma perché vive molto di tendenze, e considerato questo mi prendo le mie libertà con calma.

Riesci a coniugare estetica artistica e qualità musicale. Come sei riuscito a creare questo stile, unico, nel panorama italiano?

Sono io, non è una questione di inventarsi nulla, è il mio percorso che mi ha portato a esprimermi come faccio.

Quanto è sincero secondo te il mondo del rap?

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Come ti vedi tra 300mila giorni?

Spero morto ahaha o magari trasceso in una dimensione parallela.

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