Marlon: Altro che haters, “ora sono tutti amici” | Intervista
Marlon è un giovane rapper che sta provando a portare la West Coast in Italia (qui vi spieghiamo che cos’è).
Il suo stile spazia tra rnb, trap,sound da club e hip hop. Il nuovo singolo Dammi odio, in collaborazione con Tha Vanju, è uscito il 24 gennaio.
Con le sue tipiche sonorità innovative, che giocano sui cambi di flow e un ritornello radiofonico, ma dalle sonorità urban, affronta il tema dell’odio e dell’invidia. Il brano incita a superare le inevitabili amarezze che l’essere oggetto di odio e invidia comporta. Facendo leva soprattutto sulle proprie risorse personali che traggono nutrimento proprio da quelle cose che ci vogliono distruggere, rendendoci allo stesso tempo però in grado di sfruttarle a nostro favore, stupendo noi stessi e superando i nostri limiti.
Una provocazione intelligente a quella scena rap dove tutti si sentono un po’ gangsta e si dissano nelle storie, dicendo di aver più soldi e visibilità rispetto agli “avversari”. Marlon ci scherza su, affermando di non aver paura di falsi giudizi.
E siamo sicuri che dopo quest’intervista vi starà ancora più simpatico.
INTERVISTANDO MARLON
Cos’è la cosa che odi di più dell’Italia?
Odio sicuramente il fatto che i giovani che hanno un progetto non vengono né capiti né aiutati. Spesso ciò che conta di più sono le raccomandazioni più che il talento.
Hai tanti Haters?
Prima ne avevo di più, anzi devo dire che chi se ne era andato, adesso è tornato. Ma come ho detto anche in Dammi Odio: ora sono tutti amici
Il tuo flow trae ispirazione dai rapper americani?
Musicalmente mi ispiro ai migliori artisti del panorama mondiale, ma senza copiarli come fanno molti, perché un giorno spero di essere uno di quegli artisti a cui ispirarsi.
C’è un segreto che vuoi confessare al pubblico di Indie Italia Mag?
Che con Vanju abbiamo già pronto il nuovo singolo, non vi dico il titolo, vi do solo un indizio: inizia con B.
Già lo sai è una frase che ripeti spesso. Ci spieghi il significato?
In un certo senso, questa frase mi rappresenta. L’ho usata per la prima volta nel 2017 in uno dei miei primissimi singoli. Da allora, è diventato quasi un marchio di fabbrica. Chi l’ascolta, sa che il brano è mio.
Un aggettivo per descrivere il mondo del rap?
Omologazione, nel senso che fa così clout (potremmo tradurlo in italiano come tendenza/stile) essere ribelli che a parole lo sono diventati tutti.
Su quale palco vorresti suonare quest’estate?
Mi piacerebbe suonare al Nameless Music Festival e, in generale, portare un po’ di West Coast in giro per i club italiani.
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