Lumache Rosse

Lumache Rosse: “Per me l’indie è questo” | Intervista

Lumache Rosse, è il progetto solista di Samuele di Rienzo. Dopo aver pubblicato autoproducendosi il suo primo Ep, Via Cavour il 1 Aprile 2018 e aver trascorso il 2019 tra studio e concerti sono usciti in rapida sequenza (Rondine/Polvere/ Ragnatela) per annunciare un nuovo disco.

Questa triade di brani ci mostra un Lumache Rosse maturato rispetto al lavoro d’esordio, con suoni più ricercati e sperimentali. Sonorità variegate e influenze differenti, con testi di malinconica ironia. L’ukulele è stato un po’ abbandonato in favore di una musica più elettronica, definita da qualcuno indiedance, perché mentre si balla si piange.

Il suo ultimo singolo Ragnatela, uscito il 02/02/2020 è una presa di coscienza dopo aver trascorso un periodo difficile, incastrato tra la normalità di tutti i giorni e una finestra chiusa. Il pezzo mantiene un mood imbronciato e depresso, ma con suoni freschi che pulsano dentro al petto.

Se all’inizio della sua carriera le sue influenze principali erano Lo Stato Sociale e L’Officina Della Camomilla, ora potremmo trovare accenni di Generic Animal e un pizzico di Mecna.  In questo modo sta creando uno stile tutto suo che facilmente potrà mettere d’accordo pubblico e critica. Come diceva Caparezza, Il secondo album è sempre il più difficile, ma noi crediamo molto nel Guarda cosa so fare e vogliamo dare fiducia a Lumache Rosse

Lumache Rosse

INTERVISTANDO LUMACHE  ROSSE

Lumache Rosse è un nome particolare. Come mai questa scelta?

La lumaca rossa era un disegno del mio socio Giovanni (@jovanni.du su Instagram) con il quale insieme ad un altro ragazzo, dopo scuola ci trovavamo a suonare, e Lumache Rosse era il nome di questo collettivo di scemi. Suonavamo le cover dello Stato Sociale, senza alcuna competenza, solo perché ci divertiva. A un certo punto, quando le cose si son fatte più serie, e per serie intendo cover su YouTube dell’Officina della Camomilla, il nome del canale si chiamò così.

Divenne di seguito un duo.

Ad un certo punto, mi ritrovai solo, e stavo per intraprendere la strada musicale, dovevo scegliere un nome e decisi di tenere questo, perché diciamolo, suona bene, meglio di me, e mi ricordava il mio retroterra, quel collettivo di persone che c’era, e sempre ci sarà.

Cosa rappresenta la Ragnatela nella quale sei rimasto intrappolato?

Una ragnatela è un’opera d’arte naturale, un procedimento lento di tessitura, di trama e intreccio per arrivare ad un risultato finale, bellissimo.

Stare in una ragnatela, vuol dire stare al sicuro. Essere felici. Avere una certezza.

In poche parole stare bene. Stare in un perimetro che con il tempo hai costruito. Hai allargato, una spirale che si allontana dal punto di partenza, rimanendo sempre collegato con esso. E’ un nido per una rondine. Un punto di riferimento.

Come spesso accade, una forza estranea dalla nostra volontà, causa all’improvviso una rottura della quiete. Personificata in un bambino che con un bastone, con un colpo netto, sradica le estremità che facevano da fondamenta per la ragnatela. E tutto cade giu.

A quel punto si è soli. Il tardo pomeriggio diventa notte fonda, e bisogna re-imparare a camminare.

Sui social hai annunciato che a breve uscirà l’album. Ci puoi spoilerare il significato di una nuova canzone?

Spoiler, tutte le canzoni dell’album saranno in parte prese male, in quanto testimoniano tutte lo stesso periodo di stesura. Sarà un contenitore, che seguirà un fil rouge nella narrazione.

Ci sarà un evoluzione, come un personaggio dinamico nei racconti.

Una canzone in particolare parlerà di crescita personale, di accettazione. Trasformare l’antitesi in sintesi vitale. Andare avanti e Vivere bene. Si chiamerà Vivere bene.

Lumache Rosse

La legge di Lavoiser si può applicare in amore?

Se l’avessi studiata, forse ti potrei rispondere.

Ma non è il mio caso, a tal proposito non ho mai imparato nemmeno il nome corretto di quel povero cristiano, Lavoisier. Il titolo ha addirittura una i in meno, scelto per testimoniare la mia noncuranza a riguardo. Ahahahahah

Però ti posso dire che la legge trattata in questa canzone, è la legge dell’amore. É qualcosa che ti farebbe rinunciare a qualsiasi cosa, pur di amare.

Essere disposti a digiunare, non mangiare delle prelibatezze in un giorno di fame, per prendere il primo treno e vederti.

Credo sia una forte dichiarazione d’affetto.

In Fuga di cervelli parli dei giovani che lasciano l’Italia per cercare fortuna all’estero. Cosa ne pensi di questa scelta?

In quel periodo (2017) mi riferivo a chi ripudiasse le proprie origini, a tutti i costi. Più una moda da poser che una vera necessità.

Non era riferito a chi davvero sentiva il bisogno di cercare fortuna.

Voler scappare per paura, di essere occlusi. È una scelta importante, lasciare il proprio paese per abbracciarne un altro, adattarsi.

Senza dubbio è difficile.

È una scelta che condivido; chi scappa lo fa per poter dimostrare, qualcosa che altrimenti non potrebbe urlare. In questo intravedo una necessità che va oltre una mera moda.

Se le condizioni in cui vivrò, non mi rispecchieranno più, anch’io potrei scappare.

Preoccupatica è piaciuta a tua mamma? 

Si, le è piaciuta molto. I genitori sono i nostri supporti. Sono sempre dalla nostra parte qualsiasi cosa decidessimo di fare. Sono la ragnatela di cui ho parlato in precedenza.

In quel pezzo dico: Vivere non ci basterà, per ridare tutti i soldi a mamma e papà.

È proprio vero. Non riusciremo mai a ringraziarli abbastanza.

Perché perdersi è umano,ci si perde per strada, ci si perde in uno sguardo.

Si può scappare, ma l’importante, e avvisare sempre i propri cari, di stare bene.

Quali sono le cose a cui sei allergico musicalmente parlando?

Sono allergico a poche cose in realtà. Alle canzoni prodotto. Quelle progettate per vendere, in cui si sente un artificio meccanico. Personalmente distinguo le canzoni prodotto dalle Canzoni, quelle con la C maiuscola, in cui si sente la verità.

Solo per questa cosa a volte prendo un antistaminico.

Per questo, e per la Polvere.

Come spiegheresti la musica indie?

La definizione di indie è fluida.

Secondo me la musica indie si è differenziata nel tempo per una ulteriore libertà espressiva, nel suono, ma principalmente nei testi.

Scelte di parole che a volte non sono convenzionali o addirittura inerenti all’argomento in questione.

Un linguaggio che parla per metafore.

Un linguaggio che non ha paura di accostare ossimori, di descrivere un determinato sentimento come una situazione. E’ qualcosa di più profondo, che se non compreso può essere frainteso, e considerato banale.

Per me l’indie è questo.

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