Phra. Aiello: “L’Indie è la vita che diventa arte” | Intervista

Background musicale enciclopedico, grandi amicizie, voglia di fare e condividere. Questi gli elementi principali che compongono il talento di Francesco Aiello, in arte Phra. Aiello, cresciuto a Luino, in provincia di Varese.

 

Nei suoi brani c’è di tutto, come nel suo porta CD: rap americano e italiano, hip-hop, jazz, funk, R&B, neo-soul e tanto altro. A detta del giovane cantautore, gli slanci più alti li ha avuti grazie ai suoi grandi amici, tra questi il suo mentore Fabio Caso, una della figure più importanti nel panorama culturale del rap del Nord Italia.

Nelle canzoni Francesco racconta però la sua vera vita, al contrario dei rapper anni 70, che vedevano la musica come sublimazione del quotidiano.

Sono le delusioni, gli amori, insomma ciò che gli capita ad avvicinarlo al mondo Indie, che lui considera liberatorio e privo di vincoli.

Un EP uscito a Marzo dell’anno scorso, Indie Game EP e 18 e 17, singolo uscito a Febbraio 2020 e nato da una collaborazione con Giostra.

Intervistando Phra. Aiello

Nato a Milano e cresciuto in provincia di Varese. Pensi sia fondamentale vivere una realtà di periferia nel mondo rap/hip-hop?

Penso che sia fondamentale vivere la propria realtà e nulla di più. In qualsiasi genere musicale, in qualsiasi espressione umana, è necessario essere se stessi per essere credibili e ascoltati sinceramente. Oggi è facile scrivere un pezzo pieno di scenari mai vissuti e osannare quel lifestyle, come sono soliti fare i diversi ‘’trapper’’ che, in realtà, sono ragazzi benestanti, istruiti e che adorano fantasticare su un mondo che non conoscono, un mondo pieno di dolore e sofferenza di cui può cantare solo chi quel dolore l’ha visto. La musica hip hop è vita e nasce come sublimazione della quotidianità, come miglioramento di se stessi per gli altri. Infatti, il Bronx di fine anni settanta è il contesto in cui è sorto il rap, dove Bambaataa e Grandmaster Flash mettevano i dischi con i b-boys e gli MCs per sognare un futuro migliore. Nel mio caso, ho sempre raccontato la mia vita: i miei amori, le mie delusioni, le mie speranze, i miei lavori, le mie partenze, la gioia di avere accanto le persone a cui voglio bene. Puoi conoscermi attraverso le mie canzoni. Questo è lo scopo di colui che opera nella musica.

Qual è il tuo background musicale?

Ho sempre ascoltato tutta la musica. Amo la musica in tutte le sue forme. A otto anni adoravo ascoltare i cd dei miei genitori e scrivere le poesie con quei sottofondi musicali. In quel periodo ho imparato a suonare il pianoforte. Negli anni successivi, dopo l’esperienza da ballerino, a dodici anni, ho conosciuto Fabio Caso, un maestro della musica hip hop a Varese, che ha collaborato con Maxi B, Esa, Fabri Fibra e molti altri, mio mentore musicale per eccellenza e grande amico che mi ha fatto studiare il rap americano e quello italiano. Mi ha portato ad un’altra importante amicizia: Lucio, il Giostra di ‘’18 e 17’’ con cui ho iniziato a registrare i miei primi pezzi, i pezzi di un ragazzino con molta voglia di dire la propria. Negli anni ho approfondito il mondo della black music, dal jazz di Coltrane al funk di Isaac Hayes e allo spoken word di Gil Scott-Heron, alcuni degli artisti più campionati nelle produzioni hip hop. Piano piano mi sono procurato la strumentazione per produrre autonomamente i miei beat (i primi produttori a cui mi sono ispirato sono stati 9th Wonder, J Dilla ed Elaquent). In quel momento non mi bastava nemmeno il rap, e questo è stato uno stimolo per giungere alle sfere musicali più profonde, i vinili innumerevoli con Nat King Cole, Louis Armstrong, i Kool and The Gang, Tracy Chapman, gli spirituals, la musica colta, la tecno, la dance anni 90. Insomma, avrei molto da raccontare. Ho affrontato un periodo della mia vita delicato e importante dai quindici anni ai sedici, in cui ho smesso temporaneamente di registrare e produrre e che mi è servito per crescere interiormente ed essere ciò che sono. Quell’isolamento dalla musica e dal mondo in generale è stato necessario, ma dentro di me non ho mai smesso di scrivere e di cantare. Diversi anni dopo, a vent’anni, ho conosciuto Alde (Matteo Aldeni) e Dj Rubhertz (Alberto Rubino), i miei ‘’fratelloni’’ da cui registro a Barasso, al CFM Recording Studio, e ho deciso definitivamente di intraprendere un percorso artistico. E più fai, più impari. Più ascoltavo musica di ogni luogo e di ogni origine, più imparavo ad apprezzarne la struttura e a capirla. Così ho ascoltato l’indie dei Boypablo, di Mac De Marco, di Rex Orange County e l’urban italiano di Frah Quintale, gli altri artisti dell’Undamento, Generic Animal, I Pinguini Tattici Nucleari…

Sei iscritto alla facoltà di Storia e Storie del Mondo Contemporaneo all’Università dell’Insubria. Come mai questa scelta?

Il mio sogno è insegnare e fare la mia musica. Questa è la mia vocazione nella vita: insegnare Storia e Filosofia e rimanere un musicista sempre energico e con una creatività inesauribile. Questa scelta rispecchia il mio essere riflessivo, curioso di conoscere e che ha bisogno di donare al prossimo. Questa triennale mi ha permesso di incontrare persone provenienti da luoghi diversi e molto altro. Ho appreso un altro approccio alla storia, un approccio più critico ed elastico, elastico come me.

Finito il ciclo di studi, mi trasferirò altrove e mi concentrerò su una specialistica filosofica. Vorrei concludere l’Università in Umbria, a Perugia. Adoro il territorio e quello che esso può offrire. Ma, avendo fatto tanti lavori, tra cui l’aiutoserramentista, il cameriere, il lavapiatti, il commesso, il benzinaio, l’addetto al trasporto degenti in ospedale e non potendo calcolare gli imprevisti futuri, sono pronto a vivere la vita e quello che verrà.  Come scrivo in ‘’18 e 17’’, Tutto è da vedere / Arriveremo al bel vedere.

“18 e 17”, brano tuo e di Lucio, in arte Giostra, ricorda vagamente il mondo di Notorious e i rapper di quegli anni. Confermi? 

Nasco dal rap e porto con me il rappin’, il timin’ e tutto ciò che fa parte della tecnica e del gusto hip hop. Ho sempre amato il boom bap e probabilmente ce ne sarà sempre un po’ in tutti i miei pezzi. Però la mia musica è una ricerca che non si colloca in quella categoria, perché utilizzo tutte le mie capacità in possesso per creare un elaborato originale e che comprenda diversi elementi alternativi. 18 e 17 è hip hop, un boom bap marcato, ma anche R&B, indie, neo-soul. Per quel beat ho campionato un classico di Al Johnson intitolato I’m back for more. Sonorità e batteria ricorderanno sicuramente quel mondo, però il mio scopo è farlo conoscere e permettere all’ascoltatore di andare oltre, come una sorta di viaggio a tappe.

Un EP uscito a marzo dello scorso anno, vari singoli. Cos’altro bolle in pentola? Ci anticipi qualcosa?

Indie Game EP è stato il mio ritorno alle registrazioni e una sorta di manifesto di sperimentazione e  di ricerca con cui farmi conoscere. I singoli sono un’anticipazione del mio prossimo progetto ufficiale di mie produzioni. Il titolo sarà 21 Ottobre, un viaggio umano e musicale che ha una data e un orario, 18 e 17 e che ha lo scopo di creare ‘’L’effetto’’, la crescita interiore ed artistica che coglierete dalla mutazione delle sonorità e dai testi. Farò uscire ancora pochi singoli, mie produzioni, e successivamente mi concentrerò sulle altre tracce del disco. Ci sono tante collaborazioni, miei cari amici a cui voglio bene e artisti talentuosi con cui mi diverto a produrre e suonare le mie creazioni e che voglio portare con me, ovunque arriverà la mia musica. Credo nel valore dell’amicizia e in quello che essa può donarti. Ho fatto molte scoperte musicali attraverso le mie amicizie.

Cos’è il mondo Indie per te?

Indie è liberazione, è assenza di vincoli, è ricerca senza pregiudizio o categoria. Per me la musica Indie è la vita che diventa arte. In questo genere musicale anche una tavoletta del bagno può essere arte. Le sue sonorità ti toccano l’anima, l’accarezzano e la lasciano andare, sprofondando nell’immaginazione più totale. Se dovessi paragonare la musica Indie ad una situazione concreta, penserei all’orgasmo. La musica Indie è un vero orgasmo dei sensi, dove tutto è lecito.

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