Summer Evening, Edward Hopper

Conoscersi in una situazione di difficoltà | Indie Tales

Quel dannato esame aveva annullato la mia stessa esistenza.

Il solo pensiero di sedermi davanti all’illuminato della semiotica moderna raggelava ogni mio singolo organo, ogni mio singolo neurone. Non supererò l’esame. Addio laurea. Addio vita, mi ripetevo continuamente.

La chitarra, appoggiata alla pila di vestiti accumulati da giorni, mi fissava con aria di nostalgia e sfida al tempo stesso. Quando pensi di tornare a strimpellare felice? Ho voglia di far vibrare le mie corde.

Non potevo risponderle, risposta non c’era. Mi limitavo a spolverarla e liberarla a volte dai calzini sporchi, che tiravo qua e là in segno di liberazione. Era un brutto momento.

L’ansia per l’ultimo esame, la mia crisi creativa. Sì c’erano gli amici, con le mie stesse preoccupazioni, anche loro confusi e felici: alcuni, almeno, avevano la ragazza. Io neanche gli occhi per piangere.

Non riuscivo a trasformare in musica tutte le mie paure e questo mi spaventava ancor di più. Mi mancava casa. Mi mancava il profumo del mare appena sveglio.

Arrivai a pensare che le difficoltà mi erano amiche, il vuoto dentro me dilagava. Sentivo il bisogno di condividere il mio sentirmi solo, di liberarmi di tutti i fantasmi che tenevo prigionieri nella mia mente.

Compro una tartaruga, un pesce rosso, un canarino (rigorosamente giallo, sì lo adoro!) o un cucciolo?

Nessuno in elenco: non posso dialogare con loro, sono animali! Potrebbero solo ascoltare ed annoiarsi.

Quello stupido cellulare continuava ad illuminarsi ad intermittenza. Che fastidio, pensai. Il centro notifiche stava esplodendo. Mollatemi!

Poi, la direct inaspettata con tanto di immagine allegata. E adesso? Era lei. Quella ragazza conosciuta mesi prima, ma con cui avevo scambiato un paio di idee in quei rari momenti di spensieratezza, davanti ad un bottiglia di birra nel giro di amici comuni. Mi era simpatica. Era carina. Capelli lunghi, occhi color castagno, accento del sud.

Il messaggio breve, deciso recitava <<Ciao, ti interesserebbe l’evento “Musica e parole”?>>. Al volo risposi Si certo, andiamo insieme?

Mi preparai in un lampo, golfino ocra, jeans e sneakers. Cazzo sono in ritardo, maledetto bus!

Lei era già lì, infreddolita, avvolta nel suo morbido cappuccio di un cappotto nero che risaltava nel biondo dei capelli. Aveva qualcosa di diverso dall’utlima volta. Ciao, beh, come stai? Andiamo? Siamo un po’ in ritardo!, disse veloce.

Quella sera Carolina con la sua solarità ed il suo sorriso aveva scalfito una fessura nel muro della mia solitudine.

Forse stavo inizando ad assumere una forma diversa: ogni suo abbraccio mi faceva sentire come se io fossi plastilina e lei la mano modellante di un bambino.

Da quel momento in poi, ci sentimmo come due cavalieri: insieme nel bene o nel male alla conquista di noi, nonostante una nuova avversità era pronta ad avvolgere noi stessi e l’intera umanità. Eravamo, fortunatamente, ancora ignari del futuro.

L’esserci conosciuti in una situazione di difficoltà era stata la nostra bellissima opportunità.

Racconto liberamente ispirato al brano CONOSCERSI IN UNA SITUAZIONE DI DIFFICOLTA’ di GIOVANNI TRUPPI.