Quando | Indie Tales
A volte mi chiedo cosa succederebbe se infrangessi le dure leggi della quarantena.
Giulia mi vedrebbe finalmente come un eroe?
Forse non a caso si chiama così. Forse è arrivato il momento che diventi veramente la mia Giulietta.
Che ci vuole? Prendo la Vespa, attraverso la città e mi piazzo sotto al suo balcone. Non potrebbe far altro che arrendersi ad un gesto così romantico e spontaneo.
“Ma piano, quale luce irrompe da quella finestra? È l’Oriente, e Giulietta è il sole.”
Quasi ogni giorno dall’inizio della clausura sono stato sul punto di farlo, di fregarmene di tutto e tutti. Ma poi l’insicurezza, mascherata da senso civico, ha avuto la meglio.
Oggi però c’è una luce diversa, non so.
Sento persino gli uccellini cantare, il ché è molto strano nel mio quartiere tutto grigio e pieno di palazzoni.
Che sia la volta buona? Smetto di fissare il soffitto. Mi alzo. Infilo i jeans. Prendo le chiavi. Apro la porta.
“Dove pensi di andare?” mia madre fa capolino dalla cucina.
“A buttare la spazzatura”
“Quale spazzatura?”
Ops.
“Andrea…”
“Ne ho bisogno, ma’. Ho bisogno di vederla.”
“E che siamo fessi, noi? Anch’io ho bisogno della mia estetista, ma non vado certo a casa sua.”
Torno in camera sbraitando, lancio le chiavi sulla scrivania e mi butto sul letto, paonazzo di rabbia e imbarazzo.
La verità è che ho paura che Giulia possa dimenticarsi di me. Ci stavamo ancora frequentando, quarantena ci colse proprio quando il nostro fiore cominciava a sbocciare. Per una volta che una ragazza era interessata a me.
Riuscire a distrarmi non sarebbe male, ma ho paura che il ricordo di Giulia mi scivoli via dal cuore senza che me ne accorga. So che è solo un momento e che presto finirà. So anche che tutti, compresa Giulia, siamo nella stessa situazione, e che forse anche lei starà pensando le stesse cose.
Ho paura che qualche maschio-figo-cintura-nera-di-Instagram possa farsi sotto scrivendole frasi d’amore in direct e che le ceda alle lusinghe di questa creatura melliflua. Sì, gli ho dato anche un nome – Mike – e ci faccio a cazzotti ogni notte nei miei sogni.
Io e Giulia ci sentiamo ogni giorno, per carità, ma senza quella confidenza che solo il tempo passato insieme può dare.
Sono riuscito solo a baciarla due volte, che diamine.
Una parte di me pensa che sia proprio la quarantena a far crescere a dismisura il mio interesse nei suoi confronti. Ormai ne sono ossessionato.
Salto il pranzo e metto gli Oasis a tutto volume. Il primo bacio ce lo siamo dato sulle note di Champagne Supernova nella mia macchina, quando la riaccompagnai a casa dopo il nostro penultimo appuntamento.
Cerco su Google modi per calarsi dalla finestra dal terzo piano quando sento vibrare il telefono. È lei.
“Affacciati alla finestra”
Sbianco. Sudo. Brividi.
Alzo timidamente le serrande e mi affaccio. Proprio sotto di me una Giulia in mascherina appoggiata alla sua Ford metallizzata.
Non posso vedere le sue labbra, ma so che sta sorridendo.
Noto una bomboletta spray nella sua mano destra. Davanti ai suoi piedi la scritta “VIENI GIÙ, ARRENDITI”.
Neanche il tempo di realizzare e sto già scendendo le scale del condominio di corsa.
Alla fine è stata lei a fare di me il suo Romeo.
Racconto liberamente ispirato al brano QUANDO di TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI