Friedrich

Friedrich: Il mare come via d’uscita senza confine | Intervista

Friedrich è un musicista e autore di poche parole, che preferisce dare voce ai suoi pensieri attraverso i tasti di un pianoforte.

“Nato tra le nebbie, dove i contorni non sono mai definiti. Unico colle, lontano, la luna. Il respiro del fiume che diviene e modella, che trascina suoni, forse quello è stato il primo avvicinarsi alla Musica. Poi è stato un crescendo di vortici Bianchi e Neri. Viaggi e Volti, Piano e Forte. In perenne ascolto e ricerca, non vede confini.”

L’album “Sea Songs” raccoglie sei brani legati indissolubilmente al concetto di “mare”, ma non in direzione univoca. Friedrich stesso lo definisce come “un abbraccio” ed è proprio questo essere completamente avvolti dal suo suono che ci ha immensamente colpiti. Ecco la nostra intervista a Friedrich.

Intervistando Friedrich

Come definiresti “Sea Songs”? Canzoni dedicate al mare, che dedichi al mare o che il mare ti ha dedicato?

Sono canzoni che intersecano vari elementi e situazioni legate al mare. Diciamo che si ruota attorno ad esso ma non esiste una dedica in direzione univoca. E’ un abbraccio.

Parlaci di più del concept dietro “Sea Songs”.

Le parole giuste sono queste “Il Mare come via d’uscita, con le sue voci, le orme che scompaiono e si trasformano in luce. Non è un confine, non ha confine, trasporta pensieri di altri tempi, frammenti di altri posti. Persone. E’ risveglio. Cristallo in mezzo a respiri ed orizzonti. Ogni canzone racchiude. Come Conchiglie.”

La tua bio dice “nato tra le nebbie […] e il respiro del fiume”: che differenza c’è tra il fiume ed il mare? Come ha influenzato la tua crescita artistica e personale?

Sì sono nato tra le nebbie, vicino ad un grande fiume. Il suo scorrere ha caratterizzato la mia infanzia e adolescenza. Era lì maestoso che trascinava suoni e storie, a volte morte e grigio. Ma portava al Mare. La mia musica è nata lì, in quel paesaggio e da lì si è aperta al mondo, a contaminazioni e sperimentazioni. Al viaggio.

“Giochiamo” con il distanziamento: se potessi scegliere un luogo sperduto dove fare una performance con il tuo piano, quale sarebbe e perché?

Davanti all’oceano, su una spiaggia tra Lisbona e Porto. Sono luoghi incredibili a livello paesaggistico, fanno fluire musica con la loro luce.

Qual è l’artista/band che stilisticamente è ai tuoi antipodi, ma che ami? Stupiscici!

Certo…ne elencherò più di uno: Rage Against The Machine, Nirvana, Giorgio Moroder, John Coltrane, Jason Moran.