Il sogno a colori di Roccia | Intervista

Il trambusto del 2020 sembra non aver minimamente scalfito il progetto musicale di Giuseppe Roccia, in arte Roccia, che ha colorato il mondo intorno a sé con la sua musica!

Il suo essere un grande sognatore e la sua solarità si traducono in parole e note in cui l’indie-pop si mescola perfettamente al rap.

Con il suo ultimo album dal titolo “Punto e a capo”, uscito lo scorso 30 ottobre, Roccia vuole abbandonare il passato per ricominciare da zero; accompagnato dalla grinta che lo contraddistingue, senza dimenticare ciò che è stato: gli errori sono sempre fonte di insegnamento!

INTERVISTANDO ROCCIA

Chi è o quale è un tuo punto di riferimento, la tua Roccia?

Non ho un punto di riferimento stabile e neanche la presunzione di affermare che la mia Roccia sono io stesso! La mia Roccia sono tutte quelle persone che
osservo, che credono in ciò che fanno, indipendentemente dal discorso musicale. Coloro che mettono passione e costanza nelle loro idee, persone che mi insegnano
qualcosa. I miei riferimenti, allora, sono le persone con le quali ho degli scambi significativi, che spesso, poi, traduco in musica.

Sembra che il giallo sia tuo colore preferito. È specchio della tua personalità?

In realtà bisogna fare una correzione! Amo follemente l’arancione ma sicuramente non disdegno il giallo, quindi in qualche modo ci avete preso! Ho una predilezione e un’attrazione verso tutto ciò che è colorato e questo è innegabile: potrei definirmi come un orsetto Haribo (riscontrabile anche in ciò che indosso!). Questo è proprio lo specchio della mia personalità: mi definisco una persona solare ed allegra qualsiasi cosa mi accada, e questo non vuol dire che io viva sulla luna o “Pellaria”, citando Carl Brave e Franco126, bensì credo sia molto meglio affrontare la giornata e i problemi con un sorriso piuttosto che lamentarsi sempre. Questo non vuol dire che io non abbia problemi o non abbia mai una fase down: in quel caso, al massimo, mi vesto di nero!

Quale artista e genere musicale ha influenzato il tuo progetto? Sembrano ci siano delle influenze riconducibili a Caparezza e Jovanotti.

Caparezza e Jovanotti si commentano da soli, una discografia immensa, che certamente in passato mi ha segnato tanto anche musicalmente. È probabile che Jovanotti mi abbia influenzato inconsciamente nel tipo di scrittura, anche se per l’ultimo progetto intitolato Punto e a capo ho scelto altri riferimenti quali Carl Brave, Gazzelle, Coez. In alcuni brani lo si può percepire strumentalmente. L’approccio è sicuramente quello indie-pop, senza mai dimenticare la matrice rap dalla quale provengo, in cui artisti come Marracash e Fabri Fibra regnano sovrani nelle mie influenze e nel mio cuore.

Cosa vuol dire per te andare Punto e a capo: ricominciare o ripete errori in cui è facile ricadere?

Andare Punto e a capo per me si traduce nel desiderio e nella necessità di raccontare situazioni di vita passata al fine di superarle, archiviarle serenamente, ma senza mai dimenticarle in modo da ripartire con più grinta di prima. Questo è anche il significato dell’album: mettere un bel punto e a capo insomma e ripartire. Ho sentito fortemente il bisogno di scrivere questo album perché sentivo il dovere di concretizzare su carta, quindi in musica, tutti quei vissuti ormai superati. È stata come una terapia.

Quindi mi sento di condividere l’idea del ricominciare, partendo anche dai propri errori, ovviamente anche nel contesto di vita quotidiana. Credo di avere una visione molto pedagogica dell’errore secondo cui ogni errore serve per migliorarsi ed imparare qualcosa di nuovo, a volte anche da non commettere. Valorizzo più l’errore piuttosto che la sua condanna.

Nonostante tutto.. il mare racconta un pò di te: cosa ti manca e cosa ti aspetti dal Roccia che sogna ancora il mare?

È un brano che racconta la mia voglia, ma spero anche quella di altri, di continuare a sognare, proprio come quando siamo incantati nell’osservare il mare: anche se è salato, talvolta come gli eventi, ma in fondo non importa, bisogna continuare a sognare. Di quel Roccia mi manca la spensieratezza con la quale affrontavo la vita fino a qualche anno fa, e nonostante la mia solarità, devo dire che sono diventato leggermente più razionale. Sogno ancora, ma non mi pongo più nessun tipo di aspettativa, infatti! È un ragionamento che ho imparato a fare per difendermi: chiamiamola pure strategia. Da Roccia mi aspetto di ritornare a sognare in grande, senza limiti, come se la realtà non fosse all’altezza della fantasia, perché quella deve sempre essere super colorata.

In Credi davvero affronti il tema dell’adozione: perchè secondo te l’essere adottati, a volte, è motivo di bullismo?

Sono rimasto molto colpito quando mi hanno raccontato questa esperienza di bullismo legata al fatto di essere figli adottivi. Credo che oggi, tristemente, dal punto di vista del bullo l’essere figli adottivi sia sinonimo di non appartenenza ad una famiglia, di essere sempre qualcosa di diverso, lo straniero, di avere dei genitori che non saranno mai tuoi. Tutte queste cose, che non condivido assolutamente, aprono una ferita ed un varco gigantesco dove il bullo si inserisce e gioca come meglio crede. Ma fortunatamente la protagonista di Credi davvero riesce a sconfiggere i suoi bulli: è cresciuta, è forte ed è in gamba. Ama la sua famiglia, perché proprio come canto nel brano non c’è differenza tra adottiva e naturale: l’amore è universale e non può limitarsi esclusivamente ad un rapporto di sangue. Essere genitori e figli è anche altro.

Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Fabio Selini e D. che mi hanno scelto per raccontare questa storia e scrivere insieme il testo, gli sono davvero grato.

Il 2020 è il tuo anno, pandemia a parte: con l’uscita di due album, un EP e due singoli sembra che hai buttato fuori tutto ciò che tenevi chiuso e dimenticato in un cassetto. Ci saranno delle sorprese anche sotto l’albero?

Devo ammettere che non mi sarei mai aspettato tutto questo calore in un momento storico così delicato, quindi sono stupito, anche da me stesso. Spero di non aver esaurito tutta la “benzina” con questi meravigliosi progetti. Posso anticiparvi che sono già a lavoro per altri brani con produzione di Emanuele Lauriola di Stranisuoni.

Non so, ancora, se arriveranno pezzi già pronti ed infiocchettati sotto l’albero, ma state certi che mi impegnerò per riuscirci!