Tra poco sarà Natale e Capodanno ed è inevitabile pensare a quelle cose che abbiamo sempre dato per scontato, ma quest’anno causa maledetto Covid ci verranno vietate.
Un concerto in piazza, brindare a mezzanotte con lo spumante contando i secondi che mancano, preparare la valigia, stare abbracciati con chi si vuole senza limiti di orario o residenza ecc.
Esatto, ci mancherà un sacco di cose, magari pure gli inutili discorsi politici che fomentavano litigate tra parenti o le scomode domande come: ma quando ti laurei? il fidanzatino ce l’hai?
Con un fare tra il melodrammatico e di chi non ha paura di girare il dito in una ferita aperta, ho parlato con Maru di quali sono le sue mancanze e di cosa significhi davvero provare questa strana sensazione.
Per autocitarmi, è “vedere come va, ma da un punto diverso”.
Mi piace vedere le relazioni in modo un po’ geometrico: un incontro di due rette parallele. A volte è una fusione, altre volte uno schianto. In entrambi i casi, si va avanti. Si scorre, si cresce.
Sentire una mancanza è avere sempre un occhio verso il passato, sperando che cambi. Spoiler: non è utile quasi mai.
Quando sentiamo la mancanza di qualcosa partiamo sempre dal presupposto di non averla già. Facciamo più fatica a bastarci e ad utilizzare i pochi mezzi che abbiamo a disposizione rispetto a cercare qualcosa all’esterno. Guardarsi dentro è la vera cura per sentirsi risolti. Imparare a bastarci è la vera opera d’arte: come dice la persona più saggia che io conosca, mia madre, “tutto il resto resta solo una bella cornice”
La luce che entrava dall’enorme finestra del salone.
Tutti i miei più bei ricordi sono in controluce.
La casa al mare dei nonni, il camper, i video di quando io e mia sorella eravamo piccole, le foto di quella volta che ho preso in mano la chitarra di Kurt Cobain.
Tutto il resto è reversibile o semplicemente doveva andare com’è andato.
Soffrendo forte. Per potersi risollevare con più maturità e più consapevolezza bisogna sentire ogni briciola di dolore e farne il proprio mantra.
Dimenticare non è mai un’opzione: ogni cosa che ci è appartenuta, anche per un breve periodo, tornerà ad esserci utile.
Parecchia. Per restare in tema, ne sento un’enorme mancanza. Questa penso sia incolmabile per ora, ma mi permetterà di tornare più forte di prima.
La mia famiglia, che è giù in Sicilia e che non vedo dall’estate scorsa. Il teatro, il cinema, i musei, i concerti, i viaggi.
Sono un animale domestico, lo sono sempre stata, ma so anche che appena qualcosa è proibito lo desidero più di prima.
Poter usare la quarantena come scusa per dare buca agli amici.
The Platters – Only You . Era in una compilation che i miei genitori mettevano in radio durante il viaggio per andare al mare.
Ci fermavamo da Sun Gelati, io prendevo un Cornetto Algida e mia sorella le Cipster.
Mi pentivo sempre di non aver preso le Cipster.
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