“Impariamo a imprecare bene con una docu-serie Netflix” | Recensione (Storia delle Parolacce)

Di Vernante Amarilla Pallotti

Si è parlato a lungo delle nuove parole del 2020, i termini tecnici della pandemia che hanno iniziato a infestare i discorsi e sono state cercate milioni di volte sul web da chi non aveva capito nulla dei decreti. Nonostante le statistiche, tuttavia, sappiamo tutti quali sono state davvero le parole più pronunciate nel 2020 dalla popolazione mondiale: le parolacce. Le abbiamo dette davanti al telegiornale o da soli nelle nostre camere da letto, in fila al supermercato o allo scoccare della mezzanotte che ci ha finalmente trasportati nel 2021. Ca**o, me**a, vaff****o, str***o e chi più ne ha più ne metta, il bisogno di sfogare le emozioni contrastanti di un periodo difficile ha fatto crescere la voglia di imprecare. Siamo tutti diventati più volgari? La scienza in questo ci supporta: molti studi hanno dimostrato che le parolacce diminuiscono la fatica e hanno un effetto positivo su chi le pronuncia per sfogare il dolore.

Lo sapevate? Ogni giorno diciamo in media 33 parolacce, ma raramente abbiamo idea del vero significato o della storia di queste formule magiche. Le diciamo e basta, sono preziosamente custodite in una parte del nostro cervello a cui teniamo molto. A guidarci nella scoperta di questo mondo scurrile arriva la nuova docu-serie Netflix “Storia delle Parolacce”, uscita il 5 gennaio 2021. Ogni episodio è una pillola di 20 minuti su una delle reginette delle paroline sconce o offensive, a partire ovviamente da “Fuck“, presidentessa mondiale delle parolacce. Ogni episodio scorre senza “bip” a suon di animazioni buffe in pieno stile Netflix e scene di film che contengono quella parolaccia. Si susseguono le interviste di vari ospiti tra linguisti, critici cinematografici, comici e attori espertissimi di parolacce e improperi (scoprirete che l’attore che ha detto il maggior numero di parolacce al cinema non è Samuel L. Jackson, ma Jonah Hill!).

La ciliegina sulla torta è il conduttore, attore in più di 80 film e meme vivente, Nicolas Cage che riesce a sublimare tutto con un’aura trash, improvvisandosi “storico delle parolacce” in smoking. Una serie che come format si colloca nel filone di “In poche parole” o “Storia contemporanea in pillole”, ma volutamente annienta ogni parvenza di istruzione o epicità, diventando una chiacchierata tra amici sboccati per rilassarsi tra una serie tv spaccacervello e l’altra.

Non ci resta che augurarvi una buona visione sulle note di un classico a tema, pietra miliare del repertorio musicale italiano.