Sara Sauta

Sara Sauta: dal siciliano all’inglese in nome della libertà artistica | Intervista

Sara Sauta è una cantautrice catanese, classe ’84. La sua spiccata propensione per il canto si manifesta sin da bambina, tanto che il suo percorso musicale inizia già alla precoce età di 8 anni. Molteplici, fin da giovane, le performance televisive e radiofoniche a livello nazionale, fra cui la partecipazione al Notte Festival per Giovani Emergenti (Rai2), al Giro Festival (Rai3), al Festival di Napoli (Rete4) o ancora le esibizioni Radio Universal, Radiosis e Radio Kisskiss. Il brano in dialetto siciliano “Nda Stu Munnu Nun è Nuddu Patruni” le fa vincere il premio per il miglior testo della 20° Edizione del Festival di Caltanissetta, venendo anche definita da Mogol e Mara Maionchi “artista erotica potente”.

In questo periodo, Sara Sauta diventa la voce della band Polymenes, che debutta sulla scena nazionale con il brano “Lei Un’Altra” (2013), entrato nella top ten di Tv Sorrisi e Canzoni dei singoli più venduti. Sara e i Polymenes, in quell’anno continuano la propria ascesa verso il successo: calcano palchi importanti, come il Palafiori di Sanremo, e a La Milano Sanremo della Canzone Italiana, trasmessa in chiaro da Le 100 Tv e Le 100 Radio + Belle d’Italia, conquistano l’ambito premio per il singolo più venduto come band emergente.

Adesso Sara Sauta sta lavorando su nuovi progetti musicali tra cui il suo nuovo singolo “HAVE A GO” dal 22 Gennaio disponibile su tutti gli store digitali. Il brano è stato scritto e cantato da SARA SAUTA in collaborazione con il Dj Alessio Viotti.

Intervistando Sara Sauta

Sei un’artista poliedrica, che canta dall’italiano all’inglese passando per il siciliano: ma quale versione di te ti definisce meglio?

Credo che il termine “poliedrica” mi si addica perfettamente perché nelle mie canzoni metto ciò che la mia terra, la Sicilia mi regala, il suo calore, l’essere fiera Italiana e la libertà che Londra mi ha donato. SICILIA, ITALIA, LONDRA in un un’unica parola ORIGINALITÀ! Non c’è una versione che mi definisce più delle altre perché insieme danno forza a ciò che sono e voglio essere in arte, nella musica e nella vita: libera!

Anche come linguaggio musicale sei portata a sperimentare diversi generi, non ultimo questo “revival” dance anni ’80 di Have a Go: da cosa sei influenzata, musicalmente parlando?

Diciamo che ho sempre ascoltato e costruito la mia musica ascoltato il pop rock, ma non mi sono mai reclusa a ciò che la musica inventa anno dopo anno mi piace sperimentare. Questo mio ultimo singolo “Have a go” nato in collaborazione con il DJ Alessio Viotti, è stata un occasione per rimettermi in gioco. A me piace molto quest’ultima parola “mettermi in gioco” e ho voluto conoscere anche questo genere, la dance che mi ha aperto un mondo non indifferente sia nella scrittura sia nel canto. Un mondo apparentemente semplice ma virtuoso e piacevole! Ma resto sempre una cantautrice che ama il cantautorato italiano e che non ne potrà mai fare a meno.

Hai passato diversi anni in Inghilterra, ma non ti farò la classica domanda su come Londra influisca sulla tua musica. Al contrario ti chiedo: cosa porta in termini sociali e culturali?

Quando ho scelto di lasciare la Sicilia l’ho fatto perché mi sentivo molto stretta non avevo più stimoli e non riuscivo a scrivere e ,non lo nego, anche cantare.

Si sceglie Londra perché viverla è stimolante è piena di cultura e avanti con i tempi ti fa crescere in tutti gli aspetti professionali e umane non ti fa avere paura di sperimentare non mette dei paletti ma anzi ti lascia vivere la vita che hai sempre desiderato, e ti da lavoro quello che spinge la maggior parte di noi giovani ad andare via. È proprio questo che spinge gli italiani in UK crearsi un futuro quello che in Italia non puoi purtroppo fare.

Hai avuto diverse esperienze sui palchi e parecchi riconoscimenti: cosa ti aspetti dal futuro, in un periodo ancora così incerto?

Vivo qui adesso, non guardo avanti e nemmeno indietro, costruisco adesso ciò che mi potrà dare soddisfazione in futuro quindi sto finalmente lavorando al mio album con molta dedizione dato il tanto tempo a disposizione che si ha. Sto producendo e scrivendo per diversi giovani emergenti ed è questo quello che voglio continuare a fare.

La musica italiana è parecchio cambiata negli ultimi anni, diventando sempre più un genere ibrido con parecchie contaminazioni: qual è il tuo pensiero sull’Indie italiano?

Negli ultimi anni si sente molto parlare di musica Indie, che ha trovato spazio anche nel nostro Paese. La parola Indie non identifica un genere per me, perché si da spazio ad artisti che non sono passati dai Talent da major ma artisti che si sono fatti conoscere con delle produzioni indipendenti. Penso che la musica indie ha un suo perché, la scena indie italiana può contare su un numero di cantautori molto apprezzati e con un seguito che a volte fuoriesce dalla cosiddetta “nicchia” quindi ben venga. Ben vengano queste realtà e spero che tutto questo possa continuare per tanto, tantissimo tempo.

Se potessi scegliere un artista internazionale con cui duettare su un brano scritto da te, chi sarebbe e perché?

Sogno di poter un giorno cantare, duettare e firmare un testo a due mani è Lady Gaga. Amo il suo essere artista perché lei è un pizzico come me poliedrica nel cantare, nel presentarsi a nudo in tutte le sue emozionanti sfumature, è libera ed io amo profondamente ogni dettaglio della parola “libertà” soprattutto nella musica. Sara Sauta feat. Lady Gaga, Beh non aggiungo altro…Si canterei proprio con lei un bel duetto al femminile…altro che se lo canterei!