New Indie Italia Music Week #56

Quali sorprese musicali ha riservato questa settimana post Sanremo? Alle nostre orecchie risuonano ancora le note di quella musica “leggerissima” che scalda cuore e mente!

Riusciranno i nostri artisti a continuare a farci ballare e cantare colorando le nostre grigie giornate?

Noi vogliamo affidarci alle nuove uscite della settimana attraverso le penne dei nostri editor Alessandra, Nicolò, Vincenzo, Salvatore, Ilaria, Vernante, Federica e Benedetta!

 

Tante care cose (Album)

Reduce da Sanremo, Fulminacci ci tiene di nuovo compagnia con il suo secondo album che ha intitolato con un augurio rivolto, senza ironia, a sé e a tutti noi (che ne avremo giusto un po’ bisogno).

“Tante care cose” riconferma la magia di questo giovane cantautore, che con la sua musica sa farci passare davanti agli occhi grandi mostri italiani come Dalla, Jovanotti, Silvestri, Brunori, Cremonini, per poi salutarli da lontano e sprigionare dalla sua chitarra un messaggio personale e sincero.

Si sa…la musica pop la puoi fare soltanto se c’hai delle idee. La copertina del disco, realizzata da un’intelligenza artificiale, sembra un mashup tra la partenza dello shuttle e un quadro surrealista e ci invita a lasciarci trasportare dalle sonorità del progetto musicale del cantante di Maciste Dischi.

Quindi mettete gli auricolari e chiudete gli occhi.

(Vernante Pallotti)

Fulminacci: 7,5

 

Mareducato (Album)

I cantautori sono poeti? Ognuno la pensi come vuole, ma con “Mareducato” Gio Evan ci dà la sua risposta. Dopo il debutto sul palco dell’Ariston, ha pubblicato l’album che contiene il singolo sanremese “Arnica”, pochi giorni prima dell’uscita del suo nuovo libro di poesie.

10 brani che rappresentano le fasi della navigazione dalla costa all’abisso alla ricerca di sé, seguiti da 10 poesie recitate da Gio con accompagnamento musicale. Sonorità dolci che trasmettono la serenità di una passeggiata sulla battigia a riflettere.

Gio Evan ci mette davanti alla contraddizione dei social, che permettono di diffondere l’Arte, ma la spacciano anche a piccole dosi: la fraintendono, la banalizzano. I tempi in cui un cantante che prova a dire la sua diventa un fenomeno mediatico perché una citazione viene usata dalla Isoardi per dire addio alla relazione con Salvini. Sarebbe il caso di spegnere tutto e ascoltare un concept album come questo senza interruzioni, in un pomeriggio di solitudine e silenzio.

(Vernante Pallotti)

Gio Evan: 7,5

 

Sono io (Album)

Vi siete mai posti la domanda: <<chi sono io?>> Siamo vittime di continui paragoni con gli altri che assillano ogni azione da intraprendere. C’è sempre chi è meglio di, chi è peggio di, chi eccelle e chi non vale nulla. Cerchiamo di cavalcare l’onda giusta in un mare di comparativi. Sciolgo le parole in un bicchiere e bevo panico per paura che mi perda ancora.

Come salvarsi, tornado in riva con la consapevolezza dei nostri punti di forza, di debolezza, evitando, così, di essere metà di chi vorrei ?

Semplicemente guardandoci meglio dentro, valutando in maniera critica il giudizio altrui in modo da trasformalo in un nuovo stimolo!

Non conoscerci crea, anche, una barriera naturale nei rapporti interpersonali. Ma fortunatamente la prepotenza dell’amore fa schiantare tutto a terra per vedere tutto il sole.

Wrongonyou, con il suo nuovo album dal titolo “Sono io”, guida l’ascoltatore in un viaggio alla ricerca di se stessi dentro e fuori di se, in cui il provare un sentimento amoroso è la linfa vitale.

(Alessandra Ferrara)

Wrongonyou: 8,5

 

Antidote

Antidote è una ballata acustica scritta da Leon Seti e Francis (Francesco Zuppello).  Nata a distanza, durante la primavera, tra l’Italia e la Germania, dove Francis risiede, la canzone è composta solamente da voce e chitarra. Riflessione sull’apatia di una generazione intera, Leon Seti descrive la catena della normalità, che impedisce di vivere ascoltando i propri istinti e seguendo i propri desideri.

L’immagine del lupo in gabbia, che si nasconde dietro le sbarre della routine, e del “morning coffee”, vuole essere una spinta a salire in macchina, lasciare tutto e partire. Ispirata nelle liriche a Fast Car di Tracy Chapman, che viene menzionata per nome alla fine della canzone, “with Tracy on the radio”, Antidote si propone di essere un antidoto alla depressione causata dal vivere di tutti i giorni, come una tenue alba dopo ore di buio.

(Vincenzo Matassa)

Leon Seti: 7

 

Casa sul mare

La finestra di una casa sul mare è il luogo dei sognatori: il cielo che si fonde sul mare, il chiedersi cosa ci sia oltre l’orizzonte. Il dialogo con il proprio inconscio è inevitabile e quasi dolce. Non si prova paura, ma protezione anche se il mondo non sia come scrivono. 

Tutti noi dovremmo sederci davanti quella finestra sul mare e finalmente aprire gli occhi, il cuore e la mente liberando ogni avversità che ci assilla, ogni influenza negativa.

Se non credo io in me stesso come crederanno gli altri? 

(Alessandra Ferrara)

Albert: 8

 

Ghandi

Mettete una canzone nei vostri cannoni, anzi se proprio dovessi scegliere quale, direi che “Ghandi”, ultimo singolo di Leuca: può essere decisamente la pallottola più azzeccata. Un inno alla non violenza e alla lotta contro haters e influencers che ci tagliano le ali della libertà di espressione: non si può essere sé stessi nella vita sui social perché si corre il rischio di una shit storm. Ma al diavolo tutto, dovremmo davvero seguire il consiglio di Leuca e spingerci verso viaggi interstellari, reali o metaforici non importa: seguiamo la nostra stella cometa e vediamo dove ci porterà!

(Ilaria Rapa)

Leuca: 7,5

 

Ragazzini

 

Punk, amore e tanti ragazzini: ecco a voi l’ultimo singolo di Irbis37. Scapperò dal mio quartiere come da uno Stato in guerra, passerò tutte le sere a far l’amore con te, dice il testo: insomma, ribellione e immagini violente si mescolano invece a sentimenti più dolci e delicati come quelli di un rapporto amoroso. “Ragazzini” riesce a racchiudere in sé quella serie di contrasti che predominano l’animo di un ragazzo poco più che ventenne, ma che, a pensarci bene, continuano a sussistere anche negli animi più in là con l’età!

(Ilaria Rapa)

Irbis37: 7,5

 

Angelina Jolie

Negli ultimi anni in Liguria si è sviluppata una scuola di hip hop che ha ereditato l’essenza del grande cantautorato genovese. Bresh è figlio di questa scuola, infatti il suo nome non suona come una scoperta per chi naviga nei mari del rap. Non è una scoperta la sua bravura, i suoi testi ed il suo sound; ed è proprio la base di Angelina Jolie – brano che racconta una relazione amorosa senza cadere nei soliti cliché – a trasportarci in un turbinio di emozioni, riuscendo a parlarne con realismo,  poesia e sensibilità grazie all’intreccio tra liriche profonde ed un linguaggio urban e contemporaneo che alza senza alcun dubbio l’asticella dell’hip hop classico.

Con Angelina Jolie, Bresh ci regala un brano ben costruito, segnando un ritorno in grande stile e l’inizio di un percorso sonoro innovativo.

(Federica Vinciguerra)

Bresh: 8

 

Fire Brigade

Mettiamola così: se non vi dicessimo che sono italiani, i Piqued Jacks potrebbero tranquillamente passare per una band internazionale.

Il progetto alt/rock toscano è frutto di aspirazioni coltivate fin dall’infanzia per continuare a credere “nei sogni, nell’amore, nell’amicizia”.

La loro musica è energia allo stato puro, libera, fuori da ogni canone e, per questo, difficile da catalogare: un mix viscerale di alternative rock, funk e pop che emerge grazie all’indubbia tecnica dei quattro ragazzi – caratterizzata da linee di basso sontuose che emergono senza mai sovrastare gli altri strumenti – e alla tenacia che vien fuori grazie ad una vocalità potente. Una musica dal respiro profondamente rock e oltreoceano, genere che in Italia fa discutere e spesso storcere il naso ma che ci regala grandi sorprese e non “brutte copie” anglofone.

Il loro ultimo singolo uscito il 12 marzo, Fire Brigade è un brano dedicato a chi non si arrende e non conosce gli ostacoli; un brano speciale e con una buona dose di chimica umana capace di smuovere qualcosa in tutti. Un brano da ascoltare e che merita una promozione coi fiocchi, perché i Piqued Jacks mettono l’anima in ciò che fanno. E noi gliene siamo grati.

(Federica Vinciguerra)

Piqued Jacks: 9

 

Bastava dirlo

‘Ti amo da morire’ per Supernino non è di certo un modo di dire.

In Bastava dirlo ci descrive gli innumerevoli modi in cui viene fatto fuori da questa lei che, tra le poche cose che lo uccidono (come la pizza da Gianni o il Tamago a Torino), rimane sempre la prima della lista, Assassin Creed o peggio, una terrorista.

Diciamocelo, tutti noi abbiamo un personale tallone d’Achille che, quando lo ritroviamo ritroviamo davanti, ci fa pensare di morire di crepacuore da lì a breve. La verità finale poi è che forse a noi questo dolore un po’ piace, perché ci fa sentire vivi e stupidi e ci fa volare in alto come in the floor is lava.

Supernino, con tipica tagliente ironia e groove elettronico che fa venire voglia di ballare in camera, ci parla del più vecchio dei drammi: non posso vivere né con te, né senza di te – però, non dovessi farcela, ti invito al funerale.

(Benedetta Fedel)

Supernino: 9

 

tt bn

tt bn è il risveglio dopo una sbronza molesta in discoteca e tu sei la colpa. Era tanto tempo che non ci vedevamo e vederti lì mi ha lasciato addosso una botta di malinconia che ho provato ad affogare nell’alcool, ma a giudicare dal mal di testa di stamattina e dalle occhiaie sul mio volto, forse non è stata una grande idea.

Si io ti ho sorriso, ho fatto finta che tutto andasse bene ma la realtà è che da quanto non ci sei più la mia vita è un casino e mi sento a pezzi.

(Piccola nota autobiografica, dopo essere stato lasciato sono andato a una festa dove c’era la mia ex, e nei giorni successivi è uscita una foto insieme di cui manco mi ricordavo dell’esistenza. Purtroppo questa canzone non era ancora uscita se no sarebbe stata la colonna perfetta di quel momento imbarazzante)

(Nicolò Granone)

Testacoda : 8

 

 Tigre

Chissà quali sentimenti vivono nella savana del subconscio tra amori da serie tv e occhi che ci guardano con dolcezza e mistero.

Anche una tigre può avere paura davanti ai sentimenti, per questo gli animali preferiscono fidarsi del proprio istinto lasciando da parte la lotta tra cuore e cervello, e noi con le nostre aspettative al massimo pensiamo di essere attraenti come Sandokan, ma alla fine il 99% facciamo la fine di Ted Mosby.

(Nicolò Granone)

Paul Giorgi: 7 +

 

Meridionale (Album)

Cari romantici, questo album è per voi. Sì, perché l’amore monopolizza letteralmente e quasi interamente Meridionale. In un mix di suoni spagnoleggianti, pop, urban e r&b, ci fa vedere tutte le sfaccettature del sentimento in dieci brani (no, non solo quella che ci urla dovevi portarci me!).

C’è la tragicità del lasciarsi senza mai riuscire a farlo veramente, quando la fine non esiste e incontrarsi è stata una fortuna esattamente come perdersi, anche se, nonostante tutto, quante volte avrei bussato al tuo portone?

Troviamo la fine di un amore tossico, quando promettiamo io non ti cerco più, non mi avveleno più”, e per quanto possa essere stata difficile, finalmente non ricordo di te niente.  C’è l’amore sensuale, da stare 13 ore in un letto, tra sesso e ibuprofene. E poi, in un momento in cui andiamo verso l’ennesima chiusura,  Aiello ci ricorda l’amore per la vita, che ci manca come l’aria, perché

Ci sono cose che non ho mai fatto e cose che voglio ancora vedere per la prima, prima, prima, volta

(Benedetta Fedel)

Aiello: 7

 

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