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LOL: “Chi ride è fuori” è una Musica Leggerissima per lo stato d’animo | Impressioni sul fenomeno di Amazon

Di Benedetta Fedel

Dopo una settimana dall’ultima puntata di LOL – Chi ride è fuori – e circa un migliaio di meme creati -, la domanda che ci poniamo anche noi di Indie Italia Magazine è una: come mai è diventato un caso mediatico?

LOL, istruzioni per l’uso

Per i pochissimi che non l’hanno ancora visto, diamo qualche informazione.

LOL – Chi ride è fuori, distribuito in esclusiva da Prime Video, è la rivisitazione italiana di uno show giapponese del 2016 concepito dal comico Hitoshi Matsumoto chiamato «Hitoshi Matsumoto Presents Documental».

Il format, replicato in Italia, Messico, Australia, Germania e, a breve, anche in Spagna, è piuttosto semplice: dieci comici vengono chiusi nella stessa stanza per sei ore cercando di non ridere. In premio centomila euro da devolvere in beneficienza.

I temerari protagonisti dello show italiano sono Elio, Luca Ravenna, Caterina Guzzanti, Lillo, Angelo Pintus, Frank Matano, Katia Follesa, Ciro e Fru (The Jackal) e Michela Giraud. Nella control room, pronto ad ammonire ed eliminare chi non resisterà alla tentazione, troviamo Fedez, giudice del reality, e l’amatissima aiutante Mara Maionchi.

lol amazon

Tante, diverse, risate

Benché non tutti conoscessero ognuno dei protagonisti presenti all’interno della casa e benché chiunque di noi abbia i suoi preferiti e sfavoriti, una cosa è certa: ciascuno dei dieci personaggi che ci ritroviamo davanti ha una propria comicità, completamente diversa da quella degli altri. Pensate ad un pacato ma letale Luca Ravenna contro uno scoppiettante Frank Matano, una posata Caterina Guzzanti confronto alla spudorata Michela Giraud, l’umorismo di Elio accostato alle imitazioni di Pintus…

Comunque la vogliamo mettere, ognuno dei comici è la personificazione di un certo tipo di comicità – concetto soggettivo per antonomasia – e ce n’è per tutti.

L’effetto comico non viene amplificato solamente dal controsenso su cui è costruito il format – uno show comico che si fonda sulla proibizione assoluta delle risate (come viene giustamente sottolineato in numerosi articoli) – ma anche dal risultato ossimorico di certe scenette che si creano proprio grazie all’accostamento dei loro molteplici e diversi modi di far ridere.

L’assurdità delle situazioni che ci si parano davanti, in uno stile che ricorda un po’ quello di Buona la prima del 2007, è ciò che scatena la risata e ci fa sentire parte dello show.

Ripetiamo, l’umorismo è complesso proprio perché si basa moltissimo sulla soggettività e non vogliamo di certo iniziare una lotta stile “Aldo Grasso vs LOL”.

Quello che ci vogliamo chiedere è: perché è stato così tanto – inaspettatamente (?) – seguito?

lo amazon prime

Metti un po’ di musica leggera…

E qui arriviamo al senso del titolo dell’articolo e ci colleghiamo alla nostra amata musica indie.

LOL ci ha dato quello che nel periodo sanremese ci hanno regalato Colapesce e Di Martino con la loro rinomata hit: leggerezza. Dopo un anno e mezzo come questo, in cui ogni singola cosa sembra pesare una tonnellata e gravarci addosso, in una situazione di drammaticità assoluta e continua, dove ogni giorno sembra uguale e quasi nessuno riesce più ad aggrapparsi ad un arcobaleno sbiadito che ci vuole convincere che andrà tutto bene, ecco di cosa abbiamo bisogno: di non prenderci sul serio per qualche ora.

E come ci siamo ritrovati a ballare canticchiando Musica leggerissima mentre stendevamo i panni o scongelavamo la cena, eccoci a mandare costantemente meme, video, gif, qualsiasi cosa riguardi LOL. Siamo arrivati persino ad usare le stesse frasi, come “So’ Lillo”, o a cercare di rifare la #terzobracciochallenge di Ciro sulle note di Ride It – spesso e volentieri, poi, con scarsissimo successo.

posa man lillo lol

Tutti insieme appassionatamente (a distanza)

Certo, si sa che Internet è uno strumento grandioso quando si tratta di social networking, ma la cosa davvero singolare è che tutti, proprio tutti, si sono sentiti parte di qualcosa di “normale” per un attimo. Abbiamo avuto un momento in cui l’argomento delle nostre telefonate non era il numero dei contagi o le zone che cambiano colore, non ci siamo detti quanto siamo stanchi, frustrati, demoralizzati, arrabbiati. Almeno, non solo. Ci siamo anche chiesti “Ma l’hai visto LOL?”, ripetendoci le stesse battute, sentendoci parte di qualcosa che, per una volta, non fa piangere, ma ridere.

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Lasciando a Henri Bergson le dissertazioni filosofiche sul riso, che sia stato davvero così divertente o meno, questo show ci ha fatti sentire uniti in un modo positivo, fosse anche in pigiama spaparanzati sul divano.

Può sembrare paradossale, ma è stato un momento di condivisione a distanza con altre persone, altre famiglie, adulti, ragazzi, che facevano la stessa cosa, nello stesso momento.

Un momento nuovo, diverso, in un mondo sempre più alienante.

Ci siamo trovati a fare ciò che facciamo sempre meno, perché lo sentiamo anche noi quasi vietato, dato il corso degli eventi. Il gesto più banale e puro del mondo: ridere.

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perché ho voglia di niente

E forse non è così sorprendente che in un momento pieno di tensione vogliamo vedere Katia Follesa con i baffi, la Monnalisa-Elio, Posaman e sì, pure il mignottone pazzo – aka Michela Giraud – che canta con l’ukulele. Forse non è così sorprendente e non c’è da sentirsi in colpa se ci siamo ritrovati a ridere sui nostri divani, rispettando i nostri coprifuochi, nelle nostre infinite zone rosse. Non è strano se ci siamo sentiti uniti, anche solo per un attimo.

Perché è giusto anche avere voglia di questo.

Va bene, come ci ricordano i nostri due amati cantanti indie, avere voglia di niente.