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“AmarAmmore” nella speranza di “N’abbraccio” | La recensione del nuovo album di Neffa

Di Ottavio Di Paola

Dopo sei anni dal suo ultimo progetto discografico Neffa ha deciso di tornare sulle scene musicali con l’album “AmarAmmore”, pubblicato il 2 aprile per l’etichetta “Numero Uno” del gruppo Sony Music Italy.

Si tratta di un album peculiare e particolarmente atteso, l’ultimo lavoro discografico del cantautore napoletano risaliva al 2015, per Neffa “AmarAmmore” rappresenta un vero ritorno alle proprie origini.

Canta in napoletano, la sua seconda lingua, quella della sua Scafati che abbondona all’età di 8 anni. La scelta di fare un album di ritorno dopo sei anni di inattività e farlo completamente in dialetto napoletano è quanto meno una scelta azzardata per un mercato musicale italiano del tutto saturo, dove le chance di “sfondare” di catturare più gente possibili e di avere un buon piazzamento in classifica, è quanto meno limitata; ma è proprio questo “andare contro” e disinteressarsi dei “canoni” di un settore, per esprimere al meglio se stessi e le proprie sensazioni, che rendono l’album un masterpiece della discografia di Neffa.

La raccolta composta da 12 tracce si apre con “Fujevo”, cantata con voce naturale e arricchita da filtri o echi si pone al centro di tutto. Arrangiamento molto asciutto che mette in risalato il cantato. “Agg tratt a vit comm na scummess”.

Seconda traccia, “Aggio perzo ‘O suonnofeat Coez, è cantata in italiano, per poi aprire col ritornello arioso in napoletano di Neffa. Brano dal beat fantastico e dalle sonorità orientali prodotto da TY1; che da una splendida cornice al cantato. “Tu ca si voce ca nun vuo parlà, tu ca si n’abbracc ca nun cerca a m”.

Terza traccia, “Piccerè” intro di pianoforte molto introspettiva, che viene arricchita in seguito da un ritmo sincopato e da allitterazioni come “te ne si’juta”“Me scordo ‘a capa nun scordo ‘e te”.

Quarta traccia, “Affianc’a Te” è la storia di tutti i nostri pensieri, non solo pensieri amorosi, ma di qualsiasi tipo, pensieri che non ci fanno dormire e non riescono a trovare pace. “Questa notte nun fernesc, mang si vuless”.

Quinta traccia, “Nn’è Cagnato Niente”, feat Livio Cori, brano dalle sonorità sicuramente sperimentali, ritornello stupendo, coronato dall’ottimo uso dell’autotune da parte di Livio Cori che da all’estratto una vena Soul.

Sesta traccia, “T’aggia Verè”, è una vera e propria serenata in chiave moderna. Il brano è un mix di elementi molto diversi, dai synth e bassi di estrazione trap, alle sonorità suadenti del pianoforte. “Si putesse, je sagliesseFin’ê nuvole nere Ce dicesse e se ne ì”.

Settima Traccia “Si Me Salve Tu”, dinamiche pazzesche, ritmo crescente e incalzante, sound totalmente inedito, la lingua e il modo di poggiare le parole sulla base sono una vera e propria ondata di freschezza e di novità “Nun so’ buono a sta luntano a te tengo ‘ncuollo smania ‘e te vedè”.

Ottava Traccia, “AmarAmmore”, tiltle track, feat Rocco Hunt, è forse il brano più legato alla tradizione musicale partenopea che viene interrotta dalle strofe “rappate” di Rocco Hunt, per poi tornare al cantato neomelodico in una totale naturalezza che crea un tappetto ideale per una ballad emozionale e intensa. “’St’ammore amaro me fa suffrì pure ‘a notte nun me dà pace”

Nona traccia, “Catene”, “‘i stong’ a sott e tu si’ cuntenta”, storia di una amore capovolto, mette sotto la lente di ingrandimento l’animo di Neffa, anche capace di un uso magistrale dell’autotune.

Decima traccia, “Saccio Ca Putesse” brano che emerge per le sonorità elettroniche a cui si accompagna un testo fatto di desideri rimasti irrealizzati.

Undicesima traccia, “Speranza” “e ‘a speranza è na vecchia ca te piglia ‘e mman”, “la sperenza è una vecchia che ti prende le mani”, forse la canzone dalle sonorità più pop del disco.

Nelle parole dell’autore si evince il contrasto tra paura e tra speranza sempre presente nei momenti più delicati.

Dodicesima traccia, “N’abbraccio”, ultimo estratto del disco, brano tastiera e voce alla ricerca di qualcosa che se ne è andato, ma che non ci ha mai lasciato del tutto, nella speranza di “N’abbraccio” per ritrovarsi.

Quest’ “AmarAmmore” non è per tutti. Un album che difficilmente riesce a catturare dalla prima all’ultima traccia, un lavoro discografico del tutto sperimentale, quasi come un gioco. Una semplice espressione artistica e una voglia di omaggiare il suo passato.

Traccia preferita: Aggio perzo ‘O suonno.

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