10 canzoni catartiche per sfogarsi a fine giornata

Di Filippo Micalizzi

Capita spesso che, citando Morgan, “le buone intenzioni, l’educazione” non bastino a far partire una giornata per il verso giusto, che qualsiasi cosa si faccia anche la più semplice, finirà comunque tutto a rotoli.

Allora come possiamo evitare di buttarci a letto annegando nelle nostre stesse lacrime? Vi starete chiedendo. La risposta non potrebbe essere più semplice. tramite la musica, pura e incazzata musica. Una compagna fedele e spietata che attutisce ogni caduta e rende più forti di fronte ad un mondo che ci schiaccia continuamente, che può farti solo sentire e non spiegare, che ci unisce tutti senza veri legami.

Stiamo parlando di chitarroni, urla e distorsioni, che ti penetrano nelle orecchie fino a trasformarsi in un’unica voce che ti dice: “Adesso alzati e fai il culo a tutti!”. Ho trovato 10 canzoni che richiamano perfettamente queste caratteristiche e se anche voi siete sopravvissuti ad una giornata di merda, e vorreste sfogare ogni tipo ti rabbia repressa dentro di voi, non preoccupatevi, dentro questo articolo troverete ciò che cercate.

 

VIXI – FINE BEFORE YOU CAME

I FINE BEFORE YOU CAME, Gruppo precursore del genere Emo/Rock Alternative qui in Italia, meritevoli di aver influenzato, chi più chi meno, gran parte dei gruppi alternative attuali. Dopo due dischi interamente in inglese, piombano sulla scena italiana con SFORTUNA, al suo interno nell’ultima traccia vi si trovava VIXI. All’epoca non capivo nulla di giri d’accordi, ritmica o struttura, insomma non ero e forse non sono tuttora capace di capire se un disco era suonato bene o meno, ma su una cosa ero certo, quel pezzo faceva uscire in me una rabbia mai sentita fino a quel momento. Ancora adesso nei momenti in cui qualcosa va storto sento riecheggiare nella mia testa quel “maledetta sfortuna” urlato fino a perdere la voce.

 

TERRITORIAL PISSINGS – NIRVANA

Che dire di questo brano, inizia con una specifica richiesta quasi di pace assoluta:

Come on, people now

Smile on your brother and everybody get together

Try to love one another right now”.

Per poi sganciarsi e propagarsi in suoni distorti pieni di disperazione ed una voce sanguinante che più va avanti più si consuma fino al totale esaurirsi. Un grido d’aiuto da parte del tanto amato quanto sfortunato KURT COBAIN incapace di capire dove si trova il punto di non ritorno.

Sfido chiunque a restare immobile senza dimenarsi con questo capolavoro del grunge nei timpani.

 

VIVA – THE ZEN CIRCUS

Gli zen, gruppo che milita nella scena da anni ormai, con un background musicale immenso che si divide in una moltitudine di generi che da sempre influenzano la loro musica. Hanno dato al cantautorato di un tempo una ventata di aria fresca che rende questo genere appetibile anche ai più giovani, senza togliere nulla ai grandi della storia.

Dire che VIVA sia una canzone incazzata è dire poco, ascoltandola si percepisce la stanchezza di fronte ad un’Italia che mostra tutta la sua decadenza, dove chi ci abita sembra non riuscire a vedere e sentire il marcio che lo circonda. Una stanchezza che porta quasi ad arrendersi se non poi ad un certo punto sgridare e riprendere quasi come una maestra esasperata per via degli schiamazzi dei propri alunni.

Se vi sentite gli unici a preoccuparvi per il vostro futuro e di quello del paese allora questa canzone fa al caso vostro.

 

LINOLEUM – NOFX

Andiamo avanti nella lista con uno dei miei gruppi punk preferiti, i NOFX e la loro LINOLEUM.

Uno dei brani che ha contribuito in maniera significativa alla mia cultura musicale.

In mezzo al caos generale di strumenti erge con una determinazione spaventosa il rullante che continua a battere e battere per sottolineare, con forza, la rabbia che fuoriesce dal pezzo.

Il testo è un inno al non arrendersi mai, al ripetersi fino ad imprimerlo nel cervello che nonostante tu abbia perso tutto ciò che ritenevi importante e per quanto tu sia allo sbaraglio ci sarà sempre qualcosa che ti sosterrà ed impedirà di farti cadere.

Beh, per quanto mi riguarda quel qualcosa è proprio la musica.

 

IN PIECES – LINKIN PARK

Se invece siete stat* appena mollat* questo brano dei LINKIN PARK forse riuscirà a sfogare ogni vostro impulso. Però attenzione a non strafare con gli ascolti, potrebbe rischiare di rendere ancor più straziante la vostra fresca rottura. Credetemi, ci sono passato.

IN PIECES parla di come al termine di una relazione si tenda a ricordare solo le cose adorabili dell’ormai ex partner e di come prima o poi bisogna convincersi dell’esistenza di quelle pessime. Ed è qui che l’ormai compianto Chester Bennington urla quasi come per impartire una lezione a se stesso:

So I, I won’t be the one

Be the one to leave this

In pieces”.

Ci manchi Chester.

 

YOU CAN LOOK (BUT BETTER NOT TOUCH) – BRUCE SPRINGSTEEN

Passiamo adesso al Boss, BRUCE SPRINGSTEEN. Compagno d’infanzia scoperto in una cantina impolverata tra i vinili altrettanto impolverati di papà.

Brano uscito nel 1980 fin da subito amore a prima vista. Pur ignorandone il testo per via della tenera età ne fui subito rapito, causa la sua incredibile energia, capace di farmi passare qualsiasi tipo di malore.

Mi piace ricordarla ancora così, ignorandone il testo e concentrandomi solo sull’energia che in grado di rilasciare.

Consiglio l’ascolto in seguito ad un esame andato male.

 

SENZA DI TE – GAZEBO PENGUINS

Prima parlavamo di quanto avessero influenzato i FINE BEFORE YOU CAME la scena italiana, quindi di certo non poteva mancare in questa lista SENZA DI TE, scritta in collaborazione proprio con JACOPO LIETTI, voce dello storico gruppo.

È un brano che porterò per sempre scolpito nella mia anima, che in un certo qual modo mi ricorda l’inverno, con quella sensazione di freddo che ti penetra nelle ossa sotto strati di indumenti, lo stesso freddo che sparisce una volta rientrato in casa, tramutandosi in calore.

La chitarra e la voce che cercano di sovrastarsi l’una con l’altra creano quel senso di disperazione che rende questo uno dei pezzi più incazzati di sempre.

 

NEAR TO THE WILD HEART OF LIFE – JAPANDROIDS

Prendete degli auricolari, metteteli, uscite, fate partire questa canzone e correte senza fermarvi finché le gambe non vi reggeranno più. Nient’altro da aggiungere.

 

THERE SHE GOES, MY BEAUTIFUL WORLD – NICK CAVE

Il buon vecchio NICK CAVE abbandona i testi cupi per lasciare spazio a tutta la grandiosa bellezza che il mondo può offrire, tramite un crescendo di emozioni che culmina in un meraviglioso coro gospel che prende il sopravvento sullo stesso CAVE.

Il ripetersi del verso al ritornello che da titolo al brano ha la funzione di mantra che introduce in chi l’ascolta un’energia senza precedenti.

There she goes, my beautiful world

There she goes, my beautiful world

There she goes, my beautiful world

There she goes again”.

 

GRAN FINAL – FAST ANIMALS AND SLOW KIDS

Come gran finale per questa lista di canzoni incazzate non poteva di certo mancare GRAN FINAL, brano di chiusura di ALASKA, terzo album dei FAST ANIMALS AND SLOW KIDS nonché la mia band preferita.

Se cercate di capire cosa sia davvero l’incazzatura andate a vedere i FASK in concerto, sarete accontentati di sicuro.

GRAN FINAL è un’epopea musicale dalla durata di 8 minuti. Comincia quasi in maniera straziante, strisciante, in cerca di aiuto, per poi cambiare regime rialzandosi da sola, a denti stretti colpendo più forte che può. Il merito di tutto ciò è da attribuire alla speranza, la stessa che riesce a convincerci che non siamo soli e che “di fronte alla morte, noi siamo di più”.

Un brano perfetto da ascoltare nei momenti più bui della propria vita, come stimolo al non abbandonarsi e al rimettersi in piedi e dimostrare che questa vita non è poi così da buttare.

Finché rido resto in piedi, al futuro sputo in faccia”.