Classe ’94, Leonardo Lamacchia, barese doc trapiantato a Milano, è stato uno dei protagonisti dell’ultima edizione di Amici, talent di enorme successo targato Maria De Filippi.
Nel 2017 aveva partecipato a Sanremo Giovani, classificandosi quarto e presentando poi l’EP “Ciò che resta”, per lui l’esperienza ad Amici è stata un po’ una rivincita personale.
Fin dall’inizio Leonardo ha saputo farsi conoscere e apprezzare dal pubblico, rappresentando la giusta miscela tra tecnica ed emozioni e toccando, grazie alla sua sensibilità, i tasti giusti del cuore dei fan.
In attesa dell’uscita di nuova musica abbiamo chiacchierato con Leonardo dei suoi inediti, del suo processo di scrittura e ci siamo fatti raccontare anche qualche curiosità.
Allora, sto molto bene in realtà, sto davvero bene.
Questo periodo lo sto passando lavorando, sto scrivendo molto.
Quando posso sono anche sceso a casa (a Bari, n.d.r) per godermi sia un po’ di mare, dato che adesso è un delirio qui a Milano, e sia per stare un po’ con la mia famiglia.
Guarda allora queste difficoltà all’interno del percorso sicuramente le ho affrontate grazie alla musica che scrivo e che ho scritto, perché mi ha subito rimesso in focus e mi ha fatto capire le cose sulle quali dovevo lavorare, sulle quali avrei dovuto insistere tanto, perché era quella la mia cifra, la mia chiave.
Invece per quanto riguarda magari un consiglio ai prossimi ragazzi che stanno facendo le audizioni proprio in questo periodo è quello sempre di essere sé stessi e di fregarsene di tutto e di tutti perché se qualcosa trasuda di verità, allora piacerà, arriverà e non bisogna far nient’altro che essere così come si è, senza nessun problema.
Sì, devo dire che quell’esibizione è stata una delle esibizioni più significative di tutto il mio percorso ad Amici, anche perché ricordo che la settimana di preparazione di quel pezzo era stata estenuante perché non riuscivo a capire all’inizio cosa volesse Rudy Zerbi. Quindi all’inizio un po’ trovare la strada è stato complicato e complesso, però poi quando mi sono riposizionato con me stesso, un po’ allacciandomi anche alla domanda di prima, la chiave del pezzo è arrivata da sé.
Poi con Maria De Filippi abbiamo avuto quest’idea di fare questa esibizione così, spogliandomi di tutto il superfluo, e devo dire che è stata è stata una bella esibizione e mi sono sentito molto bene dopo, quindi direi davvero un bel momento.
Allora dipende un po’ dai periodi: ci sono stati dei periodi in cui magari partivo col testo, altri in cui partivo dalla musica, altri in cui addirittura partivo da basi già prodotte per farmi ispirare.
Quindi dipende un po’ da pezzo a pezzo.
A volte poi, quando hai un’urgenza di dire o di scrivere qualcosa, anche se hai delle abitudini nella scrittura è bello proprio rompere quelle abitudini per far sì che si inneschi un meccanismo diverso dal solito. Lì infatti nascono cose diverse da quello che hai già fatto in passato e io stesso cerco sempre di cambiare l’approccio ad un brano per creare brani ispirati diversamente.
In realtà ogni parola di un testo comunque riporta qualcosa della mia vita però proprio in questo periodo magari storico della mia vita forse sarebbe “un cuore da solo non ci può bastare, saremo giganti in mezzo a queste strade” è quella che più mi appartiene in questo momento, quindi sono molto legato a quella frase.
Forse dietro a Via Padova, che è quella nata più di getto insieme ad Orione. Più Orione in realtà, ma mentre per Orione ho dovuto maturare delle cose che sentivo e che pensavo, per Via Padova ho iniziato a scrivere il testo dopo essere tornato a casa da una serata, in piena notte.
Via Padova quindi è un insieme di immagini e di cose che quella sera mi avevano particolarmente affascinato, percorrendo appunto quella via per tornare a casa. Il testo è praticamente nato tutto lì.
Poi è stato carino ascoltarlo il pomeriggio dopo, quando mi sono svegliato, perché mi riconoscevo ugualmente in quelle parole. Per questo penso sia forse il pezzo a cui sono più affezionato per come è nato.
Tremendo, il mio rapporto con i social è davvero tremendo. Anche se ogni tanto cerco un po’ di condividere anche la mia visione del mondo. Preferisco evitare di postare magari cose per il puro piacere di postarmi sul mio profilo, mi piace che le persone che mi seguono conoscano anche la mia visione in realtà della vita e dell’estetica del mondo.
In generale utilizzo i miei canali social per parlare di quello, non della mia vita privata che preferisco tenere separata.
Sicuramente Leonardo di “Ciò che resta” non avrebbe mai pensato di fare un’esperienza del genere quest’anno quindi forse l’opposto. Adesso potrei dire a quel Leonardo di continuare a fare quello che ha sempre fatto, perché prima o poi le cose arrivano se ti ci impegni e ci sbatti il muso ogni giorno, bisogna soltanto lavorare.
L’unica cosa da fare è sperimentare, passare tanto tempo a fare ricerca e perché è ciò che poi piano piano ti aiuta a cercare la tua strada. Bisogna studiare tanto e sempre, in qualsiasi cosa si voglia fare, niente ti viene regalato.
Quindi “mi raccomando Leo, rimboccati le maniche e continua a lavorare”.
Allora il Leo del futuro non lo conosco ancora quindi devo capire cosa farà e quali saranno i suoi programmi. Sicuramente sto continuando a lavorare tanto e spero di poter dare davvero delle news a brevissimo, per non deludere nessuno e per far sentire a tutti nuova musica.
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