New Indie Italia Music Week #98

New Indie Italia Music Week #98

“ With your feet on the air and your head on the ground
Try this trick and spin it, yeah
Your head will collapse
But there’s nothing in it
And you’ll ask yourself
Where is my mind?” (Pixies)

È difficile mantenere la lucidità quando fuori, in una manciata di ore, il mondo cambia. Dubbi, incertezze e paure emergono cercando di sopraffarci.

Rifugiamoci nella bellezza delle arti per scacciare via i brutti pensieri nella speranza che domani possa essere un giorno migliore.
Una canzone può cambiare il mondo? No. Ma può contribuire a cambiarci.

Scopri le nuove uscite #IndieItalia della settimana, scelte e recensite per te dalla redazione di Indie Italia Magazine!

 

FIORE

“sono stufo di stare con una nuvola nera in testa. Ecco cosa devo fare, raccogliere un fiore. Sì devo uccidere un fiore perché devo accettare
che tutto quanto prima o poi muore. Nasce come un fiore e se ne va come un fiore”

Un raggio di luce che solca il paesaggio più buio e impenetrabile: quello intervallato dalla astrale alternanza tra la paura di dover soffrire, e la smania di felicità.

L’inquietudine, l’attesa di ciò che sarà: è il malanno del secolo. I Cani, Niccolò Contessa per i puristi, cercano di neutralizzarlo con un mantra  da ascoltare e riascoltare per ammutolire la grandine esistenziale che picchietta sulla finestra.

Un ritorno inaspettato per la band di 42Records che potrebbe far presagire il rilascio di altre tracce. Non ci resta che raccogliere il FIORE di Niccolò e annusarlo a pieni polmoni in attesa di nuovi singoli.

(Salvatore Giannavola)

I Cani: 7.5

 

Specchio (Album)

Ariete ci presenta uno spaccato della generazione Z di cui fa parte, con la sua semplicità e spontaneità che la contraddistingue: “Specchio” è una conversazione con l’ascoltatore, siamo tutti dentro la camera della giovane artista laziale che ci canta di amore, solitudine, paure, illusioni, sogni e delusioni. Numerose le collaborazioni all’interno dell’album, tra gli altri, Madame e Franco126 nei featuring (Cicatrici, Fragili) e Sick Luke e Michelangelo nelle produzioni (Club, Castelli di lenzuola).

“Io penso che ogni volta che mi guardo allo specchio non mi sento nient’altro, nient’altro che un’ombra” (Specchio) nonostante tutti gli artisti coinvolti all’interno del disco, è la stessa Ariete quella riflessa allo specchio, che si guarda dentro e si spoglia di tutte le maschere, mostrando la sua essenza. Percepiamo la differenza di sound tra la prima parte dell’album, più introspettiva musicalmente, e la seconda parte più sperimentale nel sound ma senza sovrastare mai la voce leggera e sospirata di Ariete, che ci accompagna verso la fine dell’album con “Spifferi” e “Iride” due canzoni piene di pioggia e cieli grigi, mentre l’artista racconta la sua vita, ma anche un po’ la nostra.

(Margherita Ciandrini)

Ariete: 8,5

 

Origini

Il lungo flusso di coscienza iniziato da Maurizio Carucci il settembre scorso con “La vita dentro” sembra essere arrivato a compimento. Il primo aprile infatti uscirà “Respiro”, il suo primo album da solista. Nel frattempo però, ci fa dono di un altro piccolo assaggio con “Origini”, l’ultimo singolo uscito questo venerdì. “Origini” è un viaggio all’interno di sé stessi che ha come scopo quello di tornare indietro, capire da dove si è partiti, e definire finalmente dove si sta arrivando.

Questo nuovo brano ci porta a navigare nelle difficolta di un ventenne, che si ritrova sempre più distante da una realtà che continua a schiacciarlo. Così atterrito da aver bisogno di evadere, diventare un tutt’uno con la natura e ritrovare la pace nel luogo in cui tutto ha avuto inizio. La risposta va cercata altrove però, perché nonostante ci si allontani fisicamente da un luogo che ci arreca dolore, quello stesso va eliminato da dentro se stessi.

(Filippo Micalizzi)

Maurizio Carucci: 9

 

Chitarre blu

“Chitarre blu è il racconto di una situazione vissuta per la prima volta. Ci sono due persone scariche che cercano ovunque le batterie giuste per ricominciare a funzionare”. Con queste parole, Filippo Uttinacci in arte Fulminacci ci racconta “Chitarre blu”, il nuovo singolo che anticipa l’arrivo della versione estesa dell’album “TANTE CARE COSE” in uscita l’11 marzo.

“Chitarre blu” è un brano che ha permesso a Fulminacci di uscire dalla propria zona di comfort. C’è tanta sperimentazione da parte sua, che in questo caso affida la produzione ai BB proud, ottenendo dei risultati davvero ottimi. Quel che ci si palesa davanti è un artista che ormai è riuscito a trovare una propria identità musicale, in un brano che perfettamente ricalca il tipo di narrazione a cui ci ha abituati e che abbiamo imparato ad amare.

(Filippo Micalizzi)

Fulminacci: 8

 

Vorrei che fosse odio

Rimane il dolore e un groppo alla gola quando l’amore finisce, con la speranza di un ritorno di fiamma pronta a riaccendersi dentro mille illusioni. Il nostro cervello, dopo essere stato sedotto e abbandonato dal cuore, perde la capacità di ragionare, rimanendo incastrato dentro fantasie nascoste e pericolose.

Se accettassimo di trasformare questa passione in odio, potremmo riuscire a far finta di niente, accettando così  l’indifferenza, ma il problema che in realtà abbiamo una cicatrice indelebile a forma di “ti amo”.

(Nicolò Granone)

Assurditè – 9-

 

I tuoi denti

M’immagino il figlio di un impiegato con l’apparecchio che s’innamora di un influencer con i denti perfetti e milioni di follower che ogni minuto gli scrivono complimenti noiosi messaggi copia e incolla, inutili e scontati.

Il giovane, un po’ sfigatello, immagina un futuro insieme, anche sapendo che sarà impossibile, ma nonostante tutto cerca conforto dentro l’arte e la cultura per coltivare le sue emozioni. In realtà sa benissimo di essere un alieno, estraneo al mondo moderno dove un like vale più di un verso romantico, però vuole vivere senza rinunciare alla sua rivoluzione, fondata sull’illusione di cambiare le cose.

“I tuoi denti” può essere  letta come una storia simile a Cenerentola con i protagonisti che però invertono il proprio ruolo, senza arrivare mai al lieto fine.

(Nicolò Granone)

Zerella: 8

 

Harem

Ogni persona nel mondo si comporta seguendo le proprie convinzioni, forgiate non solo da esperienze vissute direttamente ma anche dai valori dentro i quali si è sempre vissuto, senza dubbio influenzati da religione e ideologie culturali.

Spesso facciamo l’errore di giudicare gli altri, senza sapere perché si stanno comportando in quel mondo, dando per scontato che se fossimo nei loro panni agiremo secondo i nostri principi, grazie ai ci sentiamo superiori e perfetti.

Invece di puntare il dito, dovremmo provare a sdraiarci soli in mezzo al deserto ascoltando il silenzio della natura, mentre ci guarda, autodistruggerci.

(Nicolò Granone)

Davide Amati: 7,5

 

Fari spenti

C’è una coppia di fidanzati che sta litigando fuori da una discoteca. Intorno a loro tutti sembrano essere felici e spensierati, anzi addirittura è come se non potessero sentire le urla che si stanno scambiando i due. Questa scena va avanti per un po’ con nessuno che vuole intervenire, fino a che uno dei due prende e se ne va.

Viene da chiedersi chissà chi aveva ragione, forse entrambi o tutti e due stavano sbagliando e lo sapevano.

Le parole che ho scritto non c’eri tu per me, e se mi parli  e sto zitto non serve più perché, ci siamo persi fari spenti nella notte buia.

(Nicolò Granone)

Leo Lennox: 7

 

Neppure la pioggia ha mani così piccole

“A volte la felicità è soltanto un dettaglio”

Lacrime e baci sono gli elementi principali di questo disco, nel quale l’amore vive in un eterno conflitto tra sogni e realtà, dal quale si cerca di fuggire, prima però di ricaderci ancora una volta. C’è chi torna sui propri passi, provando a ricucire il passato mentre altri ricercano nuove emozioni magari decidendo di cambiare strada all’improvviso.

Quando si parla di sentimenti non esiste giusto e sbagliato, si sa però che trovare un equilibrio è senza dubbio un gran casino.

(Nicolò Granone)

Scirocco:  7,5

 

Idi di marzo

Sonorità giovani e soft rock per raccontare con naturalezza e spontaneità un tema piuttosto gravoso come quello della morte. Stiamo parlando di Visconti e del suo nuovo singolo “Idi di marzo”. Un titolo diventato ormai una locuzione per riferirsi al tradimento oltre che, appunto, alla morte; eppure, Visconti adotta un mood tutt’altro che lugubre e oscuro, al contrario, “Idi di marzo” è un brano totalmente chill, ottimo per le prime giornate primaverili.

(Ilaria Rapa)

Visconti: 7,5

 

4 su 4

Intro di marcata ispirazione beatlesiana ma testo e voce perfettamente in linea con Scicchi, il giovanissimo artista da poco entrato nel mare magnum della musica indipendente italiana. Secondo singolo per Scicchi, eppure, sembra già avere chiaro in testa dove vuole arrivare con la sua musica. “4 su 4” è proprio quel brano che serve a ringraziare chi fino a questo momento ha saputo stargli accanto, una dedica “a tutti gli amici vecchi ma anche a quelli nuovi”: perché si sa, è proprio con loro che vale la pena condividere i propri momenti di felicità.

(Ilaria Rapa)

Scicchi: 8

 

Prosecco

Melodia circolare, ritmo danzereccio, ma non solo: il nuovo singolo degli España Circo Este ci invita ad alzare in alto i calici di “prosecco”, sì, ma solo se siamo in grado di riuscire anche a vedere cosa c’è oltre il nostro naso. “Prosecco” è proprio il voler vedere al di là di ciò che non viviamo, sapere come ci si sente a stare dall’altra parte del mondo o in una città più grande. Un mantra di libertà e scoperta, come l’animo della band!

(Ilaria Rapa)

España Circo Este: 8

 

Mostri

Un viaggio imminente, i biglietti scritti in stampatello nella borsa, “torna presto, amore”. La giovane cantautrice Letizya nasconde una storia d’amore fatta di corse e di rincorse in un questo ultimo pezzo pop. Una storia in cui non ci si riconosce più, fatta di dubbi ed errori di valutazione, perché forse quello che ho in mente non eri davvero tu, o forse non sei più.

Tre minuti e mezzo in cui il presente e il passato si alternano in un vortice di domande e di risposte. Alla fine però bisogna guardare a una realtà che, purtroppo, è cambiata perché “prendevi a calci tutti i miei mostri e la vita a morsi, ma no, non eri tu”.

(Benedetta Fedel)

Letizya: 7+

 

Irene

“Dimmi cosa dovrei fare per sentirmi meglio, vorrei stare fermo, con il cuore spento”

Riversare le proprie emozioni in un brano ed analizzare i sentimenti con la musica, lo fa bene Maninni dentro il suo nuovo singolo “Irene”, che, attraverso un sound brit pop malinconico, espone la domanda che ci poniamo quando abbiamo accanto a noi quella persona che ci fa chiedere “ma senza di te, cosa farei?”. Siamo umani, difficilmente riusciamo a lasciarci andare alla felicità più pura, senza metterci i bastoni tra le ruote da soli, complicandoci la vita con inutili paranoie, dubbi e pensieri confusi a cui non riusciamo mai a mettere fine.

Immaginandosi senza questa persona al suo fianco, il cantautore barese si sente perso, e gira a vuoto per la città con il pensiero fisso di Irene dentro la testa, che non lo lascia neanche mentre si allaccia le scarpe, mentre noi non esitiamo neanche mezzo secondo a cantare con lui, a pieni polmoni “ed ecco che arriva un’altra estate, a chilometri lontano da te”, mentre pensiamo alla nostra Irene personale.

(Margherita Ciandrini)

Maninni: 8,5

 

Tantissimo

Si balla “Tantissimo” con il nuovo brano di Erre che confessa di esserci cascato: non riesce a togliersi dalla testa quegli occhi e quel sorriso. È inutile, tutti prima o poi ci ritroviamo con quel chiodo fisso in testa e cerchiamo quello sguardo per tutta la città, quella fisica e quella immaginaria in cui creiamo scenari e situazioni che non sappiamo se vedranno mai la luce della realtà.

Erre ha le idee molto chiare su cosa fare e soprattutto cosa vuole e con chi, la tensione è palpabile all’interno del brano e non possiamo più prenderci in giro, quando abbiamo una persona specifica nei nostri pensieri, non riusciremo mai a lasciarci andare con altre, ci sembrerà sempre che manchi qualcosa. Qualche volta sentiamo una chimica ed una vibrazione particolare con chi, lo sappiamo, non possiamo avere, e spesso sono proprio le situazioni proibite che ci attirano di più e la domanda è sempre la stessa: cedere o non cedere alle tentazioni?

(Margherita Ciandrini)

Erre: 8

 

Manicomio

L’ultimo singolo di Caleydo è una dose di endorfine ed energia, ed è forse esattamente quello di cui abbiamo bisogno ora nella scena indie. Una canzone maleducata e fuori posto, come un*amante che ci tratta male, ma che di notte richiamiamo sempre.
Non a caso il giovane artista parla – con una scelta iper calcolata delle parole da usare – di tutto ciò che va contro corrente.

“Tu sei una stanza ordinata, baciata dal sole di un palazzo scuro. Io sono fatto di sovrastrutture come un grande mostro d’asfalto”

In un’eterna metafora architettonica che gioca tra estremi – tra le radici e il cielo, tra il cemento e le nuvole, tra ordine e caos -, Caleydo parla di come essere non convenzionali a volte corrisponda a sentirsi davvero felici, davvero se stessi. Perché, alla fine, questo “Manicomio” è casa sua.

(Benedetta Fedel)

Caleydo: 8,5

 

Pioggia di CBD

“Pioggia di CBD” è il nuovo singolo di Chiamamifaro, che attraverso una narrazione struggente, ci getta in faccia quello che molto spesso ci viene difficile da ammettere. Capita tante volte che all’interno di una relazione si sia dato già tutto, ma imperterriti ci si accanisce senza pietà con il solo scopo di prolungare quel che in realtà è già finito da tempo.

All’interno dell’immaginario che il brano va a creare ci troviamo di fronte a momenti di vita quotidiana che grazie ad un perfetto gioco di similitudini, colpiscono potentemente lasciando trasparire tutto il dolore che deriva dall’affrontare un vero e proprio scontro a fuoco tra due individui che si sono amati. Come se questo non bastasse, il peso delle parole e controbilanciato da una dolce serenità nel canto. Lasciandoti alla fine un retrogusto dolce-amaro.

(Filippo Micalizzi)

Chiamamifaro: 9

 

Faccia da stronzo

Ailo ci riporta ai suoni pop-rock che noi Millennials riconosciamo subito e ricordiamo sempre con sorriso malinconico. Il genere che si sposa alla perfezione con la rabbia e la frustrazione che proviamo quando il nostro cuore e il nostro cervello non si mettono d’accordo.

Una storia bipolare che non può che portare a sentimenti bipolari. “Mi piace stare in bilico, anche se so che poi è pericoloso. Però mi piace, ma mi fa piangere”.

Al cuor non si comanda, e lo sappiamo bene. In certi casi poi sembra che ci impegniamo a farci del male. La faccia da stronzo ce l’aveva fin da subito, ma com’è che lo perdoniamo sempre? Com’è che finiamo sempre col cuore spezzato mentre lui non piange mai?
E, per quanto non ci piaccia sentirla, la soluzione la sappiamo (quasi) sempre bene: “forse è meglio se smettiamo qui”.

(Benedetta Fedel)

Ailo: 8

 

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