Inaudito: “Essere felici fa rima con essere inconsapevoli” | Intervista
Bisogna cercare di vivere la vita in maniera spensierata, senza farsi troppe domande su cosa va e cosa non funziona. Inaudito ha scelto di fare musica inizialmente senza svelare la sua vera identità, preferendo immaginarsi come un ragazzo più giovane, ma adesso ha scelto di crescere e portare avanti questo progetto in una maniera ancora più diretta, idea strettamente legata ad un Ep che uscirà prossimamente.
“In mancanza del verde” racchiude tutta la consapevolezza di chi ha scelto di guardarsi dentro, cercando un qualcosa invisibile agli altri, riuscendo a creare una propria confort zone dove riuscire a stare bene. In questa ricerca il tempo viene messo in pausa, mentre la musica diventa un luogo sicuro nel quale ripararsi.
Alla fine di questo percorso ha capito che per raggiungere la felicità è importante essere inconsapevoli, liberandosi del tutto da schemi e preconcetti che possono imprigionare in un loop di pensieri negativi.
INTERVISTANDO INAUDITO
Sapersi accontentare è una qualità?
Ciao, già il fatto che il termine usato sia “sapersi” ci dice qualcosa a riguardo. Fosse stato “accontentarsi sempre” sarebbe suonato più come un difetto, ma se c’è di mezzo il sapere, non può che essere una qualità.
“In mancanza del verde” racchiude speranza travestita da rassegnazione?
Speriamo.
Che sensazione ti provoca affidare le tue canzoni alle storie degli altri?
Se parliamo delle storie di Instagram mi fa sicuramente piacere, ma mi fa ancora più piacere intendere questa domanda in maniera più metaforica, cioè immaginare che le parole delle mie canzoni possano assumere significato nelle storie di vita di altre persone.
Cosa vuol dire essere felici?
Essere felici vuol dire essere inconsapevoli, e non c’è niente di male in questo.
Per capire l’amore bisogna essere più maghi o psicologi?
Non lo so, non mi interessa neanche capire l’amore, meglio spegnere il cervello e limitarsi a viverlo.
Credi nel karma?
Credo di sì.
Quando scopriremo l’importanza dell’ambiente sarà troppo tardi?
È già troppo tardi.
Cosa vorresti dire al tè del passato? E invece cosa scriveresti su un biglietto da aprire tra 10 anni?
Al me del passato vorrei dire “respira”. Sul biglietto per il 2032 scriverei “le chiavi stanno nell’ultima tasca che controllerai”.
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