New Indie Italia Music Week #135

“Essere contro il mondo e invece averlo addosso
In centoventi metri quadri di parquet
Avere un cane, un taglio, un figlio, aver successo
Andare a leggere il giornale in un caffè
Svegliarsi tardi la mattina, criticare
Il grande vuoto, la sinistra che non c’è” (Contro il mondo – Baustelle)

E se tutta questa rabbia, questo sentimento di ribellione, fosse in realtà un incondizionato attaccamento alla vita e a tutto ciò che la caratterizza nel bene e nel male?

Saremo vivi finché avremo voglia di lamentarci, di avere un pensiero contrario alla consuetudine comune: il mondo probabilmente non cambierà di una virgola, ma la nostra percezione sì. Continua a essere contro, scientemente, vibrando al ritmo della tua musica preferita.

Scopri le migliori nuove uscite settimanali dell’ #IndieItaliano con le recensioni della #redaz.

 

Stasi/Un posto bellissimo

Energia esplosiva, questo gridano I Botanici con i due nuovi singoli “Stasi” e “Un posto bellissimo”, nuovamente seguiti nella produzione da Bebo de Lo Stato Sociale. Musicalmente estrosi ed impeccabili, la band di Benevento dà il meglio di sé tra riff travolgenti ed assoli magici. “Io cambierei o almeno ci proverei” (“Stasi”) abbiamo tutti avuto quei momenti in cui la vita che conduciamo ci sembra sempre uguale, una routine infinita di movimenti che facciamo in automatico, senza quasi accorgerci. “È un posto bellissimo finché non accendono le luci” (“Un posto bellissimo”) ci sembra che vada tutto bene, abbiamo il controllo sulla nostra vita e stiamo finalmente raggiungendo gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Ma ecco che cambia qualcosa, un equilibrio si spezza e non riusciamo più a riconoscerci. E allora accogliamo il suggerimento de I Botanici: “scrivere ti aiuterà”.

(Margherita Ciandrini)

I Botanici: 8,5

 

TESTACODA (ALBUM)

Uscire da un burn out emotivo, ritrovarsi scombussolati dalla paura del futuro, scendere il prima possibile da un automobile in corsa che ha perso il controllo ed è uscita in testacoda, è questa la sintesi del nuovo lavoro di Liede.

Correre dei rischi è un modo per sfuggire dai desideri degli altri, anche se prendere e seguire con coerenza una propria strada può essere un atto di coraggio che in certi contesti può essere simile addirittura una mossa suicida, un po’ come il re che si muove verso il pedone chiedendo solamente di essere mangiato.

Il dolore viene considerato come un processo negativo, dal quale è meglio tenersi alla larga oltre che vergognarsi, dimenticandosi però che certe esperienze diventano benzina utile a bruciare il fuoco della creatività, con le parole che rinascono e si raddrizzano improvvisamente, evitando l’impatto e indicando al pilota una nuova direzione da esplorare.

(Nicolò Granone)

Liede: 7,5

 

La battaglia di Svevia (Album)

“La Battaglia di Svevia” è un lavoro che comprende nove brani in italiano e uno scritto in francese, accomunati tra loro da temi concreti e interiori. Nelle canzoni dell’album emergono scenari di vita quotidiana e la poeticizzazione degli elementi naturali come mare, cielo, terra e fiori. Descrivendo non solo l’indissolubile legame con la sua terra, il Salento, Blumosso apre la sua scrittura alle esperienze più personali includendo così anche i luoghi in cui l’artista si è formato, dove si svolgono le storie di cui canta. – dove vivo e ‘sento’- Rendendo elementi essenziali anche le situazioni più intime come: la festa del paese; il forno dove si fa il pane; gli spazi della casa; i luoghi dell’infanzia: come i campi brulli d’estate, sotto un albero di gelsi, quando si guardava in cielo e si notavano le scie degli aerei, e ci s’innamorava della ragazzina, venuta in vacanza dal nord.

Il ritmo del disco segue un’onda discendente. È incalzante e veloce all’inizio, per poi ammorbidirsi nella seconda parte dell’album. Questa scelta simboleggia l’atteggiamento di Blumosso riguardo alla velocità e alla frenesia del mondo della musica di oggi.

Blumosso: 7.5

 

Per non sentire la noia

“Corriamo senza mai sentirci vivi”
BNKR44, Il collettivo toscano più caldo del momento, si lega alla produzione di JVLI nel nuovo singolo “Per non sentire la noia” e riesce come sempre a colpire le corde giuste dentro di noi per immergerci all’interno del loro mondo fatto di beats e testi cristallini e mai banali. La noia è un sentimento molto pericoloso, facciamo tante scelte sbagliate nei momenti in cui siamo demotivati, in cui non ci sentiamo bene dentro la nostra pelle, quando la nostra vita ci sembra ripetitiva e cadiamo in un circolo vizioso in cui corriamo ma non ci muoviamo mai da dove siamo. I BNKR44 sono di nuovo portavoci della loro generazione, che ha bisogno di essere sempre in movimento, per sentirsi viva. L’impronta di JVLI dà un tratto elettronico e cupo al brano che si lega perfettamente con il messaggio che vuole trasmettere: “vorrei non provare niente, per non sentire la noia”.
(Margherita Ciandrini)

BNKR44, JVLI: 9

 

QUANDO MI GUARDI COSÌ

“E scusa la mia gelosia, ma mi incazzo quando dai più attenzioni al gatto”
DaveBrain è tutto: compositore, autore, produttore, e con “QUANDO MI GUARDI COSÌ” ci prende per mano portandoci dentro il suo flow fatto di synth e chitarre e mentre ci canta di un amore che sta sfumando all’orizzonte, si chiede se in fondo, non sia tutto realmente perduto. Si dice che se ami qualcuno devi lasciarlo andare, ma spesso l’unica cosa che vorremmo fare quando siamo innamorati è proprio tenerci quella persona più vicino possibile, con il rischio di soffocarla di attenzioni: ma come facciamo a resistere a quelle iridi che ci leggono dentro come nessun altro? Quando riesci a vedere un futuro con qualcuno che non è più sulla stessa lunghezza d’onda, è difficile ritornare ad una realtà senza sogni comuni e progetti e a volte non ci resta che rassegnarci all’idea di andare avanti da soli.

(Margherita Ciandrini)

DaveBrain: 8,5

 

Roma Est

“E le canzoni diventano lacrime, quando siamo soli”
La sensibilità che caratterizza Leo Pari, che abbiamo imparato ad amare nella sua carriera di autore, artista e producer, raggiunge il suo apice con “Roma Est”, nuovo brano che ci parla di consapevolezza e malinconia il questo venerdì 13 gennaio. “Ho imparato anche a dire ti amo, ma chissà se lo provo davvero” Leo ci parla con il cuore in mano, ci racconta che crescere è difficile, che il fatto di affrontare la realtà di tutti i giorni, con i nostri problemi, che non riusciamo a condividere con nessuno perché ci sentiamo fondamentalmente soli, ci trascina in un profondo baratro buio in cui non riusciamo a riconoscere neanche noi stessi. Le luci che vediamo all’orizzonte, non sono altro che quelle dei palazzi che ci circondano, quelli che ci sembrano altissimi, più alti del cielo, e ci racchiudono in una prigione fatta di acciaio e vetro.

(Margherita Ciandrini)

Leo Pari: 9

 

Roma-Malpensa

I ricordi, qualcosa che era e che adesso non è più, come tutte le storie d’amore. Ma in fondo, quello che è oggi non è peggio di prima, solo che di quei momenti torna la malinconia. “Roma-Malpensa” è un racconto di viaggi, di sbronze e di allegria, di momenti d’amore che si fanno per tenersi stretti gli uni agli altri, soprattutto tra adolescenti. Il saluto dall’aereo, il nome scritto sulla condensa del finestrino e quella cosa di sentirsi un po’ come militari in partenza per il prossimo conflitto.
piazzabologna e Serendipity ci trascinano in un vortice di emozioni tradotte in immagini confuse, un po’ oniriche, quello che si sogna, quello che si vorrebbe, quello che non c’è e che si spera di trovare. Un viaggio senza fine, perché tu “non mi basti, non mi basti mai”. È un atto d’amore, una dichiarazione a cui affidarsi per non abbandonarsi, mai.

(Lorenzo Ottanelli)

piazzabologna, Serendipity: 8,5

 

Ufficio oggetti smarriti (EP)

Cercare quello che non si ha più tramite la memoria, per non dimenticare. Ritrovare quel che si è perso, perché anche se non vogliamo è ancora parte di noi. Perché viviamo, ma non lo sappiamo e la voglia di tornare a vivere appieno è più forte del resto. Così cerchiamo di trovare spunti, giorno per giorno, non con l’intenzione di riavere quel passato in cui stavamo bene, piuttosto di poterlo tornare ad accarezzare. Un modo per andare avanti, per trasformarsi, che non sarà mai causato da una singola volontà, bensì da un insieme di eventi che ci forma e ci sostanzia.
Mazzariello ci accompagna nel suo particolare malinconico mondo, che è, poi, quello di tutti noi, attraverso giri di chitarre acustiche che liberano i pensieri più reconditi. “Ufficio oggetti smarriti” è un richiamo, una voce lontana che ci distoglie dal presente per riportarci a pensare al passato, con l’intento di trasformare il futuro. È un gioco da cui non si sfugge, perché vorremmo ascoltarlo e riascoltarlo ancora.
(Lorenzo Ottanelli)

Mazzariello: 9

 

Stadio

È un inno a quell’amore che è finito e che era così bello da rendere ogni emozione un brivido, quando “cantavamo canzoni alla radio, diretti in un posto lontano, in due sembravamo uno stadio”. Però oggi siamo “orologi rotti”, ci troviamo “ai poli opposti” ed è chiaro che “se ritornerai, non è detto che mi ritroverai”. Perché il brivido è passato ed ora il pensiero è così chiaro: non ci sono alibi, è giusto anche lasciare la malinconia e far prendere posto alla speranza. Recidere il filo col passato e andare oltre, anche se il ricordo ci sarà sempre.
Con “Stadio” Cannella lascia il passato alle spalle, prende la via per ricominciare da capo, senza farsi ingabbiare dalla malinconia, anche artistica, ora che ci mostra il suo nuovo progetto, dopo “Ore piccole”, il suo ultimo album, uscito l’anno scorso.

(Lorenzo Ottanelli)

Cannella: 7,5

 

Vegan Food

Floridi ritorna con un nuovo singolo: “Vegan Food” è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per scaldarci questo inverno iniziato troppo in ritardo. Il brano con le sue sfumature pop riesce ad avvolgerci come un caldo abbraccio quando ci ritroviamo alla fine di una storia e non sappiamo in cosa rifugiarci. “Vegan Food” è la presa di coscienza dopo una rottura che non serve a nulla il piangersi addosso, ma l’unica cosa sana che possiamo fare è capire cosa possiamo cambiare in noi e applicarlo nel prossimo futuro!

(Ilaria Rapa)

Floridi:7

 

L’alba che tornerai

Evra ci fa leggere una sofferta pagina del suo diario segreto in questo nuovo brano dalle forti influenze hip-hop e R&B, co-prodotto insieme a Klaus Noir. “L’alba che tornerai” parla di una casa che non è più la stessa e di un’assenza che pesa più della presenza degli altri. Evra riesce a trasmettere nel suo nuovo singolo tutta la tristezza, la sensibilità e l’intimità di un momento in cui si è più fragili che mai. “Non è l’alba che tornerai. Tu vieni a prendermi la sera, ma non è più sera”. Ci sono momenti simbolici che hanno un valore fintanto che sono condivisi e quando poi quel qualcuno non c’è più, sembrano momentaneamente perdere di significato. Almeno finché non saremo in grado di rimettere insieme i pezzi costruirci intorno il nostro personale e bellissimo muro di ricordi.
(Bendetta Fedel)

Evra: 7,5

 

Oggi è già ieri, il domani è eterno

Musicista e cantautrice, con forte personalità e profonda soggettività, Helle impone con chiarezza i propri versi nell’orizzonte della poesia contemporanea, fuori dai facili sentimentalismi e saldamente ancorata alla materialità dell’esistenza. Il brano accompagna l’uscita del libro della cantautrice dal titolo “Carovane” è una canzone che parla della necessità di scegliere la buona azione, invece di lasciarsi guidare da istinti più bui e maligni.

«Inizialmente “Oggi è già ieri, il domani è eterno” doveva essere una delle poesie raccolte nel libro, ma rileggendola mi sono resa conto che la carta stampata non era la sua naturale destinazione. Quelle parole dovevano diventare una canzone e così ho lavorato alla musica».

Helle: 8

 

Miracolo (Album)

“MIRACOLO”, è il primo album di PIOVE.. Il disco è composto da 10 tracce ed è un mix di riflessioni a tema sci-fi: Alienazione umana, Transumanesimo, schemi sociali, crisi economiche e climatiche sono i punti chiave dell’album che, attraverso Hyperpop e Digital Art, ci racconta il futuro che verrà. La realtà è difficile da accettare ultimamente, ma perché preoccuparsi quando abbiamo internet?

Città, negozi, uffici, relazioni, nuovi mercati, qualsiasi cosa ci serva si trova in rete. Non abbiamo più bisogno di uscire di casa perché la rete, in alternativa, offre un modello di perfezione paradisiaca: possiamo essere chi vogliamo, quando vogliamo, con il corpo che desideriamo in una dimensione priva di diversità e sofferenza.
Possiamo essere finalmente Dei, scordarci delle fragilità terrene, buttarci alle spalle morte e desolazione verso un’immortalità fatta di memoria artificiale.
Ma l’idea di incarnare Dio trasformandosi in macchina porta con sé un nuovo inganno per l’uomo del futuro che rischia di perdersi nelle gelide sequenze dei codici binari.
PIOVE. si muove tra mondo reale e mondo digitale, tra diverse dimensioni sonore e pianeti visuali ed è Angelo Guttadauro, fotografo e artista visivo, ad animare, con una serie di contenuti video 3D, il progetto dell’artista e le sue performance.

PIOVE. : 9

 

Eroi (Ep)

Torna l’eclettico duo, reduce dalla pubblicazione dei singoli estivi “Bromance” e “Self Control”, con un nuovo disco che li riporta agli esordi, con la voglia di fare musica a prescindere, sganciandosi dalle logiche di algoritmi e tendenze di mercato, e con la frenesia di riportare la musica dal vivo. Giovedì 12 gennaio 2023 esce finalmente in distribuzione ADA Music Italy “Eroi”, il nuovo EP di Sem&Stènn: in bilico tra le atmosfere e gli eccessi delle serate nei club, e tematiche più introspettive e intimiste, benvenuti nel loro mondo dove l’hyperpop incontra suoni organici. Pronti?

“È stata una figata scrivere questo Ep. Ci ha riportato agli esordi, quando lo si faceva perché spinti da una voglia assurda di fare musica. E nient’altro. Come dovrebbe essere.In questa fase di riconnessione abbiamo scavato nelle nostre roots musicali e abbiamo scelto di iniziare un nuovo progetto in cui il nostro hyperpop incontra suoni organici, collaborando con Nervi e Laurence”. Dicono gli artisti su questo loro nuovo progetto.

Sem&Stènn: 7.5

 

Tutto inutile

Con la sua impareggiabile ironia, da sempre cifra stilistica della sua penna e della sua forza interpretativa, Fulminacci torna a farci aprire gli occhi sulle mille sfaccettature che caratterizzano gli esseri umani: il nuovo singolo “Tutto inutile” (Maciste Dischi/Artist First), prodotto da okgiorgio. ‘Tutto inutile’ è una canzone da urlare, un misto di emozioni opposte che convivono, come convivono le chitarre anni 50 con i beat dei primi 2000 – racconta Fulminacci – Nata gridando in studio con okgiorgio, che è un pazzo almeno quanto me.”

Fulminacci: 8

 

Mariachi

 

“Mariachi farebbe muovere i piedi anche a uno scheletro, come nella famosa celebrazione Dia de los Muertos!”
Così afferma Ganoona nel presentarci il suo nuovo singolo: un brano che potremmo definire come un ode all’autodeterminazione della propria identità, che molto spesso diventa più una rivendicazione per i figli delle coppie miste. “Mariachi” è infatti l’unione della musica tradizionale messicana (se si pensa alla ritmica in levare latina e alla cumbia) e di quella invece più urban e underground di matrice contemporanea. Ganoona ci introduce dunque in quello che è il suo mondo, fatto di dualità e contraddizioni, di elementi della tradizione ma anche della modernità.
(Ilaria Rapa)

Ganoona:8

 

effimere conquiste

Si ispira ad una poesia di Montale che recita “Tu sola sapevi che il moto non è diverso dalla stasi”. Stiamo parlando di “Effimere conquiste”, il nuovo singolo dei Sanlevigo e lecoseimportanti. Due band che hanno avuto un percorso artistico molto simile, ad un passo dal dover rinunciare ai propri sogni, e ora che invece tutto sembra andare per il verso giusto, ci cantano di come alcune conquiste seppure piccole e all’apparenza insignificanti, messe una sull’altra possono dare vita ad un traguardo molto più grande di così. Partendo da questa idea, “Effimere conquiste” immagina un dialogo tra due amanti che cercano, in un momento di difficoltà, di farsi forza ripercorrendo i tasselli del proprio passato.

(Ilaria Rapa)

Sanlevigo, lecoseimportanti: 8

 

LUNA PIENA

Ethan e la sua splendida voce sono tornati con un nuovo singolo, “Luna Piena”, prodotto da Stefano Riva (per intenderci, lo stesso producer di MYSS KETA, e, ve lo garantisco, si sente). Il giovane artista ci fa vedere un nuovo aspetto di sé. Infatti, se da un lato la forte influenza R&B propria di Ethan rimane onnipresente, in “Luna Piena” la componente pop-house da club londinese diventa protagonista. “L’ansia addosso” di cui il cantante ci parla viene scandita dal ritmo potente del pezzo, in cui Ethan canta: “Se non fossimo rotti in due, vorrei trattenerti”. C’è un’espressione inglese, “dancing the pain away”, che significa letteralmente “scacciare il dolore ballando”, ed è questa la sensazione che dà “Luna Piena”. Provare forti sentimenti a volte non basta per far andare le cose, ma ballarci su a notte fonda di sicuro aiuta.

(Benedetta Fedel)

Ethan: 8

 

TEMPORALE BIPOLARE

I sentimenti sono un casino, a volte nella tristezza troviamo un motivo per sorridere, mentre quanto tutto va bene ci sale la presa male per fraintendimenti senza senso.

Insomma dentro di noi nascondiamo un temporale bipolare, che dal punto di vista di APOLLO QUATTRO è troppo complicato da spiegare in maniera razionale, impossibile si da capire, ma necessario da buttare fuori.

Un flusso di coscienza per viaggiare senza direzione all’interno della complessità delle relazioni che l’essere umano continua a creare con gli altri, anche se spesso corre il rischio di inciamparsi e andare a sbattere violentemente contro il proprio io.

“Forse sono in illuso, resto calmo e pacato anche se tutto è distrutto”

(Nicolò Granone)

Apollo Quattro: 8,5

 

Spazzolino

 

In un’epoca dove si fa a gara di eccessi, un semplice spazzolino può valere più di un anello d’oro. Emma Nolde e Nico Arezzo raccontano il punto di non ritorno di una relazione di coppia, che simboleggia la stabilità non solo emotiva, ma anche l’inizio di una convivenza.

Quando il rapporto diventa abitudine ci possono essere due reazioni: accettazione comune della routine come condizione di benessere psicofisico o, all’estremo le ansie possono insinuarsi, provocando una sensazione claustrofobica che invece di tenere uniti allontana dopo poco. Rompere l’equilibrio a cosa porterà?

(Nicolò Granone)

Emma Nolde, Nico Arezzo: 9

 

Blues degli spigoli

“Ci sono cose che so fare affondare, intendo altre cose oltre me”
Dai una moneta a De Relitti e sta’ a sentire cosa tira fuori dal suo jukebox. Non importa se “il blues non è il tuo genere”: in fondo, in musica si parla tutti la stessa lingua. E poi, “Blues degli spigoli” è lontano dal fare zoppicante di B.B. King o di Muddy Waters, e strizza piuttosto l’occhiolino a Ben King e alla sua “Stand by me”. Niente lunghi assoli d’elettrica, ma basso e grancassa a braccetto con fiati e cori d’atmosfera.
Che poi questo “blues”, cosa sarà mai davvero?
Prima che un genere, è un umore e un modo di sentire. I brividi sulla schiena e i chiodi che restano fissi, la sigaretta che ti brucia la gola o le parole che non le hai mai confessato. Sono gli spigoli.
E chi non lo è allora, un po’ blues?

(Alessandro Ghidini)

De Relitti: 7,5

 

Capannone

“La maturità non è arrivata con gli esami, ma con le manifestazioni; con i concerti e le serate fuori, con le sconfitte alle elezioni”.
Polistrumentista, poliedrico, policasinista. É tutto un poli con le creazioni di Lepre. Quello che costruisce è un “Capannone” dalle molte facce e insieme sfacciato: un intro alla Artic Monkeys di “When the sun goes down” lascia il passo a una sonorità grunge anni ‘90, quella che sa di garage e magliette sudate da quanto si balla. E poi stop per un attimo, arriva il ritornello accordi e note lunghe di basso, con un synth pompato sopra la voce. Ma il tocco di pregio è il bridge a tre quarti del pezzo: un beat dance stile Dargen D’Amico anticipato da un coro di ragazze che gorgheggiano un “lalala” tra risate e qualche stonatura da alcool. Una chicca, davvero.
Il finale, poi, rimescola tutto e strappa le etichette, e io in testa mi dico: “Lepre ha messo in musica una stella cometa: il vero fuoco è in coda”.

(Alessandro Ghidini)

Lepre: 8,5

 

Glicine

“Un glicine come soffitto io vorrei per noi”

È il basso ad attirarci nel campo gravitazionale di LefrasiincompiutediElena in “Glicine”, il singolo nuovo di zecca della band romana. Si dilata il tempo, i minuti si misurano in sensazioni: ogni strumento si fa avanti timidamente, quasi facendo attenzione a non sovrapporsi troppo agli altri. Non c’è irruenza, ma solo quell’intimo desiderio di rendere ballabile un’emozione, consumandola tra le note prima che a farlo siano le fiamme di una stanza in cui “tutto brucia”.
E mentre mi eclisso in questo pezzo mi suona in testa anche John Mayer e la sua “Slow dancing in a burning room”: me li immagino in due camere separate della stessa casa che va a fuoco, troppo impegnati in un ricordo per accorgersi di bruciare. Se di noi non rimarrà che la cenere, non resta che lasciar parlare le fiamme.
E lasciamole parlare.

(Alessandro Ghidini)

LefrasiincompiutediElena: 8