New Indie Italia Music Week #136

“I couldn’t reach it
Too busy waiting on a moment
And I tried so hard to forget
You could only be a silhouette
You got to slow down, my friend
Love will get you there”  (Love Will Get You There, Inhaler)

Ci accartocciamo come bozze di un racconto stupendo, interrotto da uno scrittore talentuoso ma con poca fiducia di sè. Personaggi vincenti che non riescono a bocciare, implosi per lo stress che ci ha fatto dimenticare il vero obiettivo di nostri percorsi. E se invece ci fermassimo un attimo, per stirare le pieghe che ci siamo inflitti, guardarci allo specchio e scrivendo sul vetro quale sarà la nostra prossima meta da raggiungere?

Metti su un disco, di quelli buoni. Indossa lo zaino delle forze e delle tue debolezze e vai via, alla volta di ciò che ti fa alzare dal letto ogni got damn morning.

Porta con te la migliore musica: ecco qui la selezione dei migliori brani “Indie Italia” della settimana, scelti e recensiti dalla redazione!

 

Domani

Una peculiare ode alla procrastinazione che basa la sua narrazione su un’idea personalissima del domani, questo è il secondo singolo da solista di Lil Kvneki, in collaborazione con l’amico Villabanks.
Il brano descrive la paura del futuro, comune a tutti i giovani, ma in un tono che tutto vuol essere tranne che propriamente drammatico. Infatti, la manca di certezze in questo caso ci viene raccontata in modo disimpegnato, quasi come un pendolo che oscilla tra accettazione della propria condizione e sincero pessimismo.

(Sara Pederzoli)

Lil Kvneki, Villabanks, The American Boyfriends: 8

Pressione bassa

Un revival inizio anni 2000, grazie al modo in cui vengono filtrati i suoni e l’estetica dell’artista. Così si descrive “Pressione Bassa”, un brano che nasce con l’intento di rappresentare in modo ironico quella poca energia giovanile percepita dall’artista che arriva a definirsi come una giovane-vecchia.
Assurditè nel suo brano descrive il non sentirsi al passo coi tempi e trova nel passato un accogliente e caldo rifugio, sia dal punto di vista estetico che nel sound.

(Sara Pederzoli)

Assurditè: 7.5

Jonio (Album)

Una dichiarazione d’amore di un ragazzo del Sud Italia verso la propria terra, la sua lontana Calabria. “Jonio” è una sorta di diario, scritto nei più disparati momenti della giornata, che racchiude attraverso pensieri e frammenti di quotidianità, la vita di un ragazzo fuorisede nella grande Roma. Nebraska tocca la sua adolescenza, le estati romane, ma anche la felice infanzia e le nostalgie di amori finiti troppo presto.

Tredici diversi luoghi del cuore di Nebraska. Jonio è l’allegria, la nostalgia, la semplicità e la bellezza. Un disco dolce, malinconico e passionale e che sottolinea la poetica capacità di scrittura del giovane artista.

(Sara Pederzoli)

Nebraska: 7,5

Che benessere?!

“Buongiorno il cazzo, era meglio stare in giro a finire il vino e cantare questo disastro”

È Lo stato sociale più scanzonato, quello di Una vita in vacanza, che infatti citano. È Lo stato sociale che ha trovato in Naska il compagno perfetto. Insieme hanno cercato il modo più sregolato di portare la loro musica, quella che fa sorridere, un po’ pensare e anche ballare. Sì, perché è un flusso di coscienza sulle verità che si trovano online, sulla politica e sulla voglia di non pensare. Si parla di salute mentale, di quanto a volte si sta male, dei disastri nella testa. Ma alla fine c’è troppo benessere in questo mondo e allora se ci si sente così bene, perché non fare in modo di sentirsi un po’ più male? Tipo bere un po’ di più o fumare ancora, perché sai che “ansia una vita in vacanza”.
Lo Stato sociale si lascia andare insieme a Naska in un ritmo che è l’indie di oggi e di ieri e che desideriamo ancora, perché vogliamo un ritorno allo scanzonato che ci fa sorridere e pensare. È il secondo brano pubblicato quest’anno, dopo quello più introspettivo cantato con Vasco Brondi, e che prospetta un ritorno in grande stile di un gruppo che è già storia.

(Lorenzo Ottanelli)

Stato sociale feat. Naska: 9

3 cose

Una dolcissima ballad quella di Fosco17 che con “3 cose” ci racconta sicuramente un viaggio e forse anche una storia d’amore. “Ci sono un paio di cose, che faccio solo con te”, quando riusciamo a spogliarci di ogni finzione superficiale con una persona, è il momento di accettare il fatto di essere innamorati, di essere arrivati ad un punto di non ritorno: essere noi stessi, in ogni momento, senza la paura che l’altra persona scappi. Il progetto di Fosco17, che in questo brano mescola alla perfezione armonie prese in prestito dalla Bossa Nova e dalla saudade sudamericana con il tipico racconto da cantautorato italiano, piano piano si sta svelando, e, in attesa dell’uscita del suo nuovo disco, ci lasciamo trasportare in questa strada lunghissima, vera o immaginaria, che, prima o poi, ci porterà verso un futuro prossimo.
(Margherita Ciandrini)

Fosco17: 8,5

Disordine

“La colpa è del silenzio, di ogni tramonto spento, di me che resto fermo quando vedo che ti sto perdendo”

Il nuovo brano nato dalla collaborazione tra FIAT131 e Serena Brancale è una malinconica descrizione di una perdita: “Disordine” ci trascina in un loop emotivo accompagnato da un pianoforte e dalle voci dei due artisti che si amalgamano perfettamente.

Rimanere soli in una casa in cui si era in due, è forse una delle situazioni più difficili da affrontare: al dispiacere per una storia finita, si aggiunge la profonda tristezza generata dalla solitudine, quando ogni angolo, ogni mobile, ogni vuoto ci ricorda la vita che avevamo ed ora una casa che sembrava così piccola e disordinata, è fin troppo grande ed ordinata. Ci sentiamo un po’ come quelle piante abbandonate fuori sul balcone, trascurati ed infreddoliti…mentre guardiamo inesorabilmente il cielo vuoto e bianco di dicembre e abbracciamo questo vuoto che sentiamo dentro, per cercare di riscaldarci un po’.

(Margherita Ciandrini)

FIAT131, Serena Brancale: 9

Sirene

“Se durante la notte, non riuscissi a dormire, conterei tutte le onde del mare”
Ci sembra quasi di essere in mezzo al mare, cullati dalla melodia del nuovo brano di Tony Scorpioni: “Sirene” è un inno al romanticismo e all’amore che vince su qualsiasi cosa, anche sulla fine del mondo.

All’interno del brano, Tony offre delle rose ad una sirena che in cambio usa la sua voce ed il suo potere soprannaturale per alleviare le tristezze di chi, sulla terra, non riesce a farsi sentire. La sirena dell’artista presta la sua voce a chi ha paura di reagire, chi ha paura di una carezza, di una parola, di una persona che da fonte di amore è diventata fonte di odio. Questo mondo non riuscirà a metterci in ginocchio, ci sarà sempre qualcuno pronto a tenderci la mano per aiutarci a rialzarci.

(Margherita Ciandrini)

TONY SCORPIONI: 8

Caduta

“Ma non lo vedi come brucia? Questa è una splendida fenice”.
Una Levante più eterea e meno battagliera. È solo sul finale di “Caduta” che Ellen sceglie di abbandonare l’opacità e farsi trasparente in tutto il peso del suo messaggio: “negli angoli di buio cerco la mia luce”.

Non quella di un sole a mezzogiorno, ma di uno spicchio di finestra sul cuscino di mattina, una luce nata incerta come la promessa che strappiamo a noi stessi nei momenti peggiori.
Una voce che accarezza i nostri errori, quelli di tutti, e mette un cerotto su quelle anime ancora sbucciate dalle proprie cadute quotidiane; ce la prendiamo col destino, dimenticando che assomiglia a una canzone: se qualcuno l’ha già scritto, noi diamogli un ritmo. E chissà, magari la prossima caduta nasconde il migliore dei ritornelli.

(Alessandro Ghidini)

Ellen: 8

In tutti i miei giorni

Benedetta è una giovane cantautrice classe ‘99. “In tutti i miei giorni” è il suo secondo singolo ma a come spesso accade, basta poco, anzi basta l’essenziale per identificare la genuinità e la forza comunicativa di un’artista.
Chitarra, voce, emozioni autentiche da comunicare. Con questo suo brano, Benedetta, ci ricorda che basta solo pensare alle anime belle che abbiamo incrociato lungo la nostra vita per toglierci il grigio di dosso e splendere.
(Salvatore Giannavola)

Benedetta: 7.5

Techno

Per far rimare “lavorare” con “muore” o sei uno stagista o sei T Vernice. “Techno” è un paradosso urban, con accoppiate dissonanti e voli nel non troppo sensato: ma chi dice che la bellezza abbia bisogno di un senso?

“Cose che non mi va di fare” è il mantra recitato sopra un binario di chitarre che sembrano fregarsene l’una dell’altra, svogliate quasi come la voce da domenica mattina post hangover; in fondo, qui la musica non è “niente di speciale”, parola di T Vernice: ti fa ballare, ti fa evadere, ti fa dimenticare, niente di più. Eppure tutte le sere la cassa è accesa, e tu con lei: ci si spacca, ma solo per inventare modi sempre nuovi di ricomporsi.
Forse sta tutto qui il senso di cui abbiamo bisogno.

(Alessandro Ghidini)

T Vernice: 8,5

Granata

“Io mi difendo dai tuoi ‘per sempre’”

Chi dice che le canzoni d’amore vadano sussurrate? Kaput prende i suoi sentimenti e li fa esplodere nel nuovo singolo “Granata”: romantico sì, ma solo ad alto voltaggio.
Il sound elettrizzante e l’atmosfera da club costruiscono una ballata futurista, nel vero senso della parola: è ballando che si esprime ciò che si prova, anche se si tratta solo del “solito sesso”.
Max Gazzè a parte, con quel “se ti rivesti e te ne vai, poi ti chiama lei: a me va bene lo stesso” Kaput mette a punto la colonna sonora per ogni scopamico che si rispetti: meno “cazzate iconiche” da romanzo rosa e più dignità al desiderio di chi la vita vuole viverla al ritmo dei propri corpi.  Corpi liberi. 

(Alessandro Ghidini)

Kaput: 8

Anita

“Anita non sa che questa notte morirà e che sarà il suo più grande giorno della sua vita”

In questa storia di dolore c’è tutto il senso di inadeguatezza di chi vive con i propri mostri e sceglie di abbandonarsi ad un tragico destino, senza neanche provare a lottare.
Ma se vogliamo analizzare questo brano da un altro punto di vista, con una visione ricca di speranza, legarsi ad un’altra persona potrebbe diventare la nostra ancora dì salvezza e così anche per una ragazza che non sta bene con se stessa: “Anita aveva un sogno, fare l’amore anche solo una volta”

(Nicoló Granone)

Management: 8

Vuoto bestiale

L’essere umano ha la capacità di dire una cosa, comportandosi in maniera completamente diversa da quanto affermato in precedenza. C’è bisogno di coerenza, di più realtà altrimenti tutto rimane sospeso e si perde la propria via.
Certe relazioni nascono a causa di un vuoto bestiale che si sceglie di colmare solamente con del sesso, lasciando appositamente da parte tutte le implicazioni sentimentali, evitando così di soffrire sotto quel punto di vista.
Patti chiari e amicizia lunga quindi altrimenti non si capisce più quali sono le regole da rispettare all’interno di una relazione tra due o più persone.

(Nicoló Granone)

Bais 7,5

Qualcuno nel tuo letto

Quanto è difficile riuscire ad analizzare in maniera lucida ogni situazione? Perché abbiamo sempre bisogno di un rifugio che in realtà è solamente un modo di scappare dalle proprie responsabilità?

Il sesso, le relazioni tossiche le droghe, le bugie che ci raccontiamo in primis a noi stessi, i vizi e le dipendenze ci danno l’illusione di aver trovato una soluzione, ma in realtà sono atteggiamenti che provocano più danni che benefici.

“È così normale guardarsi dentro, ma non lo vuoi fare, E tu l’hai scelto. Dove vuoi cercare?”

(Nicoló Granone)

Rosita Brucoli: 9

Arrivederci

Dopo 5 anni dall’ultimo album pubblicato Maria Antonietta decide di tornare con un nuovo singolo, il primo sotto l’etichetta Warner Music.
In “Arrivederci” la cantautrice parla a qualcuno che in realtà non esiste fisicamente, ma bensì rappresenta l’insieme dei sentimenti, degli errori e di tutto quello che sarebbe potuta essere. Maria Antonietta con un semplice “arrivederci” (che nella leggerezza con cui è cantato riesce a trasmettere tutto il suo peso) si getta alle spalle, esorcizzandolo in qualche maniera, il suo passato, nel bene e nel male.

“Arrivederci a te, e a tutto quello che ho sempre sbagliato
Arrivederci a te, e a tutto il potenziale che ho sprecato”

(Filippo Micalizzi)

Maria Antonietta: 7

Coralli

“Coralli” è un brano nostalgico cantato con disperazione. Un insieme di ricordi che si scagliano nella mente come fotografie una dietro l’altra, che vorresti non vedere ma al tempo stesso non resisti alla tentazione di poter rivivere quei momenti e tornare anche per un secondo nel tuo posto sicuro.
La nostalgia viene enfatizzata da una musicalità che unisce un moderno indie-pop a sonorità più classiche della musica italiana. Quel che ne viene fuori è un delicato equilibrio che rapisce chi ascolta e lo trasporta nella sua personale oasi di ricordi.

(Filippo Micalizzi)

I dolori del giovane Walter: 7

Rimani

Simone Panetti ci porta nel suo mondo malinconico, scandito da un’intro al piano che già fa calore e ci abbraccia, per non rimanere da solo, ora che lei potrebbe andarsene. Vorrebbe che le sue mani si allungassero, per aggrapparsi e non affogare, ora che sanguina e che vuole una conferma dell’amore. C’è un non detto, un gioco di parole tra volere e potere, qualcosa che si nasconde, che non è possibile sapere fino in fondo e che ci blocca, ci trasforma, ci inganna.

È un racconto di un gioco di paure, timori e speranze, scandito da una produzione musicale e vocale ineccepibile. L’utilizzo dell’elettronica, che si accompagna agli strumenti fisici, rende il brano un ambiente sonoro da ascoltare e riascoltare, in cui la voce non è un di più, ma una parte del tutto. Un racconto universale che fa soffrire insieme. È la speranza che accomuna, che lui o lei rimangano, lì dove già sono, per tutti.

(Lorenzo Ottanelli)

Simone Panetti: 7,5

Adele

Non c’è molto di simile in Italia, soprattutto per chi decide di sperimentare e lo fa in un modo così vivo e vero come BLUEM. Raccogliere le tradizioni, scegliere una musicista di quel mondo e trasformare i suoi lavori in qualcosa di nuovo. Accoppiare tradizione ed elettronica, mettere insieme la cultura sarda, che è una delle più autentiche del mondo, e trasformarla, rimodularla, ricrearla. È un modello che non segue logiche di mercato, ma solo artistiche, per fare sì che la propria vena non si assottigli, come invece accade a tanti.
BLUEM riprende il “cantu a tenore”, un canto polifonico folk sardo, già reso popolare dai Tenores di Bitti, e lo trasforma completamente, grazie alla composizione e agli archi della musicista sarda Adele Madau, da cui il titolo del brano. “Adele” è un invito alla tradizione, alla modernità e al futuro, dove tutto si fa sintesi, in un ballo che vola oltre i timori e le incertezze.
(Lorenzo Ottanelli)

BLUEM: 9,5

Globo

Dopo aver esordito sulle piattaforme lo scorso novembre con il singolo “Mikado”, Ele A adesso mostra il secondo tassello del suo percorso artistico con il singolo “Globo”, prodotto da Disse, giovane promessa locarnese dal sound internazionale, e mixato da Tommaso Colliva.

In Globo, dice l’artista: “Racconto il mio mondo racchiuso in un palmo – dichiara l’artista ticinese – Per le melodie abbiamo deciso di tributare il Maestro Piero Piccioni, campionando il brano ‘Illusione Perfetta’ tratto dall’album Anna Karenina del 1974.”

Un singolo molto intimo ma dal sapore internazionale ed intergenerazionale, che cita musicalmente ma anche letteralmente le grandi ispirazioni dell’artista, dall’hip hop old school alle meravigliose melodie del Maestro Piero Piccioni.

“Non siamo altro che una somma tra amici, paure, famiglie, quartiere, insulti, preghiere”

Ele A: 8

Quer Ballo

Si intitola “Quer ballo” il nuovo singolo di COSTA che possiamo ascoltare in una duplice versione: ovvero quella originale, più in versione acustica e la seconda, quella ancora più mistica e trasognante (il giusto) che vede il remix di Bassi Maestro aka North of Loreto. Il brano, come evoca la stessa copertina, ti fa immergere in un mondo quasi favolistico, che ha le sembianze di un bosco (quasi fatato), in cui perdersi e magari non necessariamente trovarsi, quando si vuole prendere le distanze dalla vita di tutti i giorni.

(Ilaria Rapa)

COSTA:8

il cielo sulle spalle

“Proteggimi dal cielo sulle spalle, da una città troppo grande, dall’universo sotto le scarpe”
“Il cielo sulle spalle” è la laica preghiera di ciulla, l’artista che abbiamo già conosciuto per “Fantasma” e “Distante”. Con il suo nuovo singolo ci ritroviamo catapultati nella sua intimità, in un momento solipsistico che l’artista si prende per sé, per ringraziare con le parole e la musica chi fino a questo momento gli ha dato e continuerà a donargli amore. “Il cielo sulle spalle” è il peso di ogni fardello che ci portiamo avanti quotidianamente e che però riusciamo a far svanire proprio quando ci ritroviamo in preghiera.

(Ilaria Rapa)

Ciulla: 8