Federico Fiamma: “Esprimersi è un atto di coraggio” | Intervista
La sfida di Federico Fiamma è quella di far scoprire il proprio io in una maniera intima e dolce, senza sbandierare ai quattro venti la sua essenza, scegliendo sì di esporsi musicalmente, rimanendo sempre attaccato ad un senso di protezione.
L’intero album, “Fuori stagione” composto, arrangiato e lavorato in tre anni, è figlio di una ricerca di stile ed estetica e della volontà di comunicazione. L’intento è quello di riportare la sperimentazione e lo sviluppo delle armonie e dei suoni nel processo compositivo della forma canzone, mantenendo la verità come linea guida portante, un concept che difende a scoperta di sè stessi nonostante viviamo in una società che non mira alla libera espressione dell’individuo.
Esprimersi è un atto di coraggio che può portare a fare parte di un cambiamento, è inutile lamentarsi anche di noi stessi se continuiamo a commettere sempre gli stessi errori, evitando, per paura del giudizio, di dire il nostro pensiero.
INTERVISTANDO FEDERICO FIAMMA
Come mai hai scelto di chiamare il tuo disco “Fuori stagione”?
Il nome dell’album è arrivato con il tempo, quasi in chiusura del lavoro; mi sono ritrovato in un momento specifico ad analizzare quale fosse stato il mio percorso personale anche in relazione ad esso.
In particolare la lavorazione è stata effettuata in una località marittima che è parecchio frequentata nel periodo estivo per poi ritrovare la sua serenità con l’arrivo dell’autunno. Ho sentito subito un forte legame con quel vissuto, con quell’essere in un momento per molti “sbagliato” in un luogo che non avrebbe avuto molto da dare ma, in realtà, mi ha consentito di esprimere al meglio tutto quello che provavo.
“Fuori stagione” è un titolo d’impatto che spero possa trasmettere a chiunque voglia ascoltare l’album la tranquillità di non esser giudicato, di trovarsi nel posto sbagliato, ma di affrontare il tutto con la serenità che il nostro destino richiede.
Quali intemperie hai affrontato durante la realizzazione di questo progetto?
Non le ricordo neanche tutte. Avendo affrontato gran parte della stesura e della lavorazione da solo mi sono scontrato con qualsivoglia problematica, da varie di natura logistica a mere problematiche tecniche. Ciò che conta però è la forza di volontà che mi ha portato a completare il tutto contemplando l’ipotesi di diventare maniacale ed accettando però la natura delle cose per come mi si ponevano davanti.
La console analogica che ho utilizzato, per citare una storia, era solita interrompere il flusso di qualche canale durante le registrazioni, il disco è pieno di “suoni” derivati da questo problema.
Si può partire da punti di vista diversi per trovare la giusta soluzione?
Una domanda che potrei porvi io: esiste una giusta soluzione ?
Credo che sia prassi comune attuale vedere la vita come un susseguirsi di problemi da risolvere nel minor tempo possibile; io, personalmente, preferisco molto di più l’osservare al risolvere.
Ad ogni modo, qualora si volesse per forza trovare una giusta soluzione, credo che contemplare più punti di vista possibili sia fondamentale, potrebbe consentire uno sguardo più distaccato concedendoci il tempo giusto per metabolizzare ed affrontare.
La musica è uno strumento per capire la realtà, perché?
Sinceramente, non so cosa sia la musica. Credo sia molto sottovalutata da istituzioni, fruitori, e quant’altri nonché addirittura rilegata quasi esclusivamente a mero intrattenimento o sottofondo. C’è una potenza evocativa e catartica nella musica non presente in altre arti per il suo essere di natura intoccabile e senza materia fisica. Dentro lei sono confluiti vissuti di esseri umani eccezionali che hanno messo a disposizione la loro anima in virtù di qualcosa di più grande. La musica potrebbe quindi essere un mezzo di trasporto molto avanzato in cui gli strumenti per capire la realtà viaggiano, nel tempo, lentamente e consentendo a chi ne ha voglia di carpire quanto giova alla sua essenza.
Con questo non voglio denigrare la musica composta per fini di intrattenimento o spettacolo, è semplicemente un mestiere differente che non mi rispecchia.
Invece quanto è difficile parlare con se stessi?
Come nelle migliori relazioni ci vuole una dedizione ed un amore sconfinati, con il tempo il dialogo diventa sano e costruttivo ma non è una costante, a volte si fanno passi avanti ed a volte si cade e ci si deve rialzare. Non giudicarsi ed accettarsi in qualsiasi pensiero è fondamentale per consentire una migliore introspezione.
Che emozioni provoca l’inizio di un nuovo anno?
Nel corso della mia vita ho sempre visto l’inizio di un nuovo anno come un momento prezioso per prefissare degli obiettivi da raggiungere o per valutare quanto successo nell’anno precedente.
A livello emotivo potrei dire ben poco perché queste riflessioni mi risultano più razionali di quanto non voglia.
Sicuramente l’inizio di un nuovo anno equivale all’apertura di un nuovo ciclo perciò potrebbe essere vantaggioso porsi le domande giuste per affrontare il futuro in maniera migliore.
Per rispondere, invece, questo inizio anno nello specifico mi provoca da un lato la tristezza e la difficoltà nel lasciar andare quanto per vari motivi non farà più parte della mia vita, dall’altro impone una linea di demarcazione netta che mi dona una buona dose di curiosità e forza.
Chi sono i tuoi eroi nell’ambiente musicale?
Ne ho moltissimi nei più disparati generi musicali, se ne dovessi elencare un po’ citerei sicuramente J. S. Bach per la sua attitudine, Roger Waters e Franco Battiato per la profondità ed il loro linguaggio, i Beatles per la loro ricerca che risulta sempre attuale, Labrinth e Beck Hansen per la loro estetica, i Calexico per l’innovazione e la forza delle loro radici, Luciano Berio e tutte le avanguardie per la devota sperimentazione. Potrei continuare per ore…
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