New Indie Italia Musica #154

Ti ricordi quando ci siamo chiusi fuori di casa? Quando abbiamo fatto terra bruciata intorno al nostro ego pur di non correre il rischio di incrociare di nuovo gli sguardi?

Nonostante la distanza c’era sempre una pazza musica a prendersi cura di noi, probabilmente la stessa. Quella stessa pazza musica che ci ha messo con le spalle al muro mostrandoci la realtà dei fatti: siamo pezzi di unico puzzle i cui pezzi sono uniti dalla musica che ci gira intorno.

Scopri il meglio dei brani #IndieItalia della settimana scelti e recensiti dalla redazione per te, sempre alla ricerca del tassello mancante.

La musica è finita

Un nuovo inizio per Motta che con “La musica è finita”, brano che dà anche il nome all’album che uscirà in autunno, accoglie nella sua scrittura Bianconi e Danno, fino ad amalgamarli dentro la sua immensa personalità musicale che non viene snaturata, ma solamente arricchita.
“L’ultimo giro e me ne vado via, il mondo stacca l’elettricità”, suoni decisi e distorti, che mettono in risalto la voce di Motta, che per una volta individuiamo come narratore esterno: luci, oscurità e amore tossico: “la mia rabbia è nel confondere l’amore e l’abbandono”, la vita è un viaggio assurdo e noi non vediamo l’ora di percorrerlo, chiudiamo gli occhi e preghiamo che la musica non finisca mai, perchè un mondo senza musica è un mondo perso e distrutto.

(Margherita Ciandrini)

Motta: 9

Sbaglio peggiore

“Tu non cercarmi stasera, per parlarmi d’amore”
Ritorna la giovane band torinese che abbiamo imparato a conoscere ad X-Factor 2022: gli Omini con “Sbaglio peggiore” non perdono la loro vibe alternative rock data dalle chitarre energiche e dai ritornelli urlati, ma la uniscono al sound della Torino anno ’90 ed esprimono tutto il disagio dei vent’anni.
Dubbi, paranoie e illusioni, il brano parla di quanto una storia d’amore può far male, tutte le cose non dette, quelle parole taglienti rimaste in bilico che feriscono da entrambe le parti, quella corda che lega le mani di due diversi corpi e che è impossibile da recidere. Gli Omini si sfogano nel ritornello, ci portano ad una catarsi emotiva esplosiva e, mentre cantiamo con loro, riusciamo a guarire un po’ anche noi.

(Margherita Ciandrini)

Omini: 8,5

disco-teca – Album

I Malvax portano il loro indie super pop all’interno dell’EP “disco-teca” che ci racconta l’estate, le serate alcoliche, l’amore…tutte le stazioni della vita che attraversiamo dopo ogni cambiamento necessario.
“ti giuro, ti giuro, ti giuro” ci introduce a questo mood estivo e i Malvax ci cantano che “le stazioni sono un posto perfetto, per scappare da noi stessi”, siamo diversi, affrontiamo i nostri cambiamenti e ci viene voglia di scappare e con “Semafori rossi” utilizziamo l’alcool per smettere di pensare e urliamo al cielo frasi a caso, arrivando alla consapevolezza che ci colpisce in “Gelida”: quello che vogliamo veramente, è fidarci e far si che qualcuno si fidi di noi, e allora cadiamo ad occhi chiusi e speriamo che qualcuno ci prenda al volo. E allora non ci resta che ricominciare con “Stereo” e “Irlanda”, che ci conducono verso la luce: basta scappare, è ora di affrontare settembre.

(Margherita Ciandrini)

Malvax: 8

Capitano Merletti

Capitano Merletti fa la magia di parlare di temi angoscianti come le fragilità della vita, con leggerezza, trasportando l’ascoltatore in un viaggio mistico che si muove tra ricordi, sentimenti e speranze.

“Ho sperimentato molto, ho cercato di non usare le prime intuizioni facili ma di andare oltre, alla ricerca di qualcosa di nuovo e personale. In parte ci sono riuscito. Ho fatto e disfatto finché non ero soddisfatto. In un certo senso è qualcosa che va nella direzione contraria di quello che ci si aspetterebbe da un album, è lungo, richiede tempo per essere digerito. Ci sono un sacco di canzoni! 

L’abbiamo diviso in due, una prima parte esce adesso e la seconda in autunno”.

Forse aspettare risposte dalla vita è un attesa inutile, meglio lasciarsi trascinare nel viaggio, liberarsi da ogni pregiudizio, vedere che succede. La musica diventa così uno strumento per liberarsi verso un’altra dimensione, curare le ferite e fare un autoanalisi per provare a capire in che mondo viviamo.

“Medusa, Volume 1”, fluttua nell’universo musicale, accedendo la luce sul viaggio metafisico e interstellare di Capitano Merletti.

(Nicolò Granone)

Medusa, Volume 1: 8

Maitea

Il primo disco della cantautrice Maitea, ha lo stesso nome dell’artista e diventa un biglietto da visita per raccontare agli altri chi è, ma soprattutto ci da la possibilità di renderci conto di quanto le persone, anche se non si conoscono, sono più simili di quanto credano.

Quando incontrano il dolore tendono a chiudersi dentro un Armatura,  provando a correre via tra le Foglie Sparse alzate dal Vento, o addirittura lasciano le impronte sulla Neve, soffice come la Lana.

Sarà capitato a tutti di provare a fare dei Sogni a metà, Chissà, magari mentre si è incantati a Guardare il soffitto, immaginando di poter raccogliere Pezzi di cielo.

Spesso abbiamo paura persino di noi stessi, Maitea attraverso la musica prova ad accettarsi e a capirsi senza il bisogno estremo del giudizio.

(Nicolò Granone)

Maitea: 7

Effetto Domino

“Effetto Domino”: un inno pop alla libertà di espressione nato da una formazione tutta LGBTQIA+. Il brano, scritto ed interpretato da Yosef, Mydrama, Evra, Kaput e Blue Phelix e prodotto da Ozey, racconta uguaglianza e lotta alle discriminazioni senza rinunciare ad una leggerezza ed intelligibilità pop.

La formazione sarà presente in diversi Pride italiani dove sarà in prima linea con un messaggio di auto-accettazione esibendosi dal vivo per celebrare le diversità e condividendo con il pubblico la propria energia e il proprio impegno nel promuovere un mondo di uguaglianza nel quale ognuno possa sentirsi stimolato a vivere pienamente la propria identità.

Il progetto musicale, che vede per la prima volta insieme questi cinque eclettici artisti del panorama musicale italiano attuale, nasce proprio nel mese del Pride dalla voglia di dare voce e sostegno a tutte quelle persone che sono state taciute nella propria identità, che hanno subito violenze fisiche e/o psicologiche a causa di diversità di qualunque genere e pregiudizi.

Il testo di “Effetto Domino”, sottolineato da un sound in pieno stile pop, racconta aspetti di esperienze e quotidianità differenti tra loro ma con in comune il fatto di essersi spesso sentiti in dovere di giustificare il proprio essere davanti alla società. Le voci degli artisti si rendono protagoniste unendosi, con il loro tocco personale e le loro differenti origini e abilità, per creare un inno in cui tutte le età, etnie, identità di genere, paesi di provenienza, orientamenti sessuali, e diversi canoni di fisicità, siano protagonisti di un mondo reale, consapevole e presente nel quale diventa possibile svelare e vivere le proprie emozioni e sentimenti.

Yosef, Mydrama, Evra, Kaput e Blue Phelix: 8

usciamo domani

Danu vuole vedere il futuro con ottimismo, senza pensare agli sbatti del passato, tipo esami o cose simili. Tutto dev’essere preso con leggerezza se no anche l’amore può diventare causa di nuove preoccupazioni.

C’è anche della confusione, perché ogni tipo d’indipendenza predispone il pericolo di avere delle mancanze, quindi tra il dire e il fare c’è di mezzo la realtà, ogni tanto è importante avere i propri punti fissi per non sentirsi disorientati.

Alla fine anche capirsi ha un costo, bisogna pagarlo solamente quando non è troppo alto, altrimenti si verrà smentiti pure dalle leggi del mercato.

(Nicolò Granone)

DANU: 7

libidine

L’emozioni bisogna provarle affondo, sentirle sulla pelle altrimenti si vivono solo a metà. ZAGARA si presenta con la voglia di sperimentare e di portare il suo sound unico all’interno della scena, certamente con le proprie ispirazioni, ma senza diventare una copia di altri artisti x. La musica diventa lo strumento per comunicare, il mezzo che ha la facoltà di abbattere ogni barriera, tirando fuori il cielo dalla stanza.

La libertà sembra un valore scontato, probabilmente però nel momento del lockdown ci siamo accorti appieno di quanto sia fondamentale, mentre chiusi nelle nostre stanze sentivamo il bisogno di spostarci anche solo a qualche isolato di distanza.

(Nicolò Granone)

ZAGARA: 7,5

Tutto bene

“Ma tu come fai a stare bene ed io no” si chiede semplicemente Priestess, in una canzone che è un totale affondo nel suo animo. Priestess non ha paura di esorcizzare le sue paure più vivide: il pianto davanti allo specchio, il tremore, le inspiegabili “nuvole sulla testa” e le fragilità estreme in una relazione, anche nei gesti più semplici.
Si alternano affetto/solitudine, angoscia/finta rilassatezza ma, probabilmente, trovare una soluzione definitiva è impossibile, quindi Priestess preferisce dissipare gelo e difficoltà nel più classico “Tutto bene” quando “ti trovo qui di fianco a me, fermo e immobile”.

Priestess riesce a dissacrare tutto con un mood intimo, imbavaglia le sue domande in un velo di insicurezza, tanto da cantare “la notte non dormo, eh vabbè, eh vabbè..”.
La base è particolare, quasi sincopata con richiami al raggaeton ma, la cantante pugliese, si muove autonomamente portandola in un nuovo scenario più “suo”, più pop.
Il suo flow è ineccepibile, le collaborazioni con Madman e Gemitaiz l’hanno forgiata e consacrata negli anni, mentre nel ritornello sfocia in un cantato molto radiofonico.
Priestess in “Tutto Bene”sembra confermarsi ai livelli mostrati in passato, grazie a delle lyrics autorevoli ed un sound caratteristico.

(Giuseppe Gualtieri)

Priestess: 8

OSSA // MORSI

“Ti spaccherò tutte le ossa a morsi” canta FEBBRE, descrivendo un sentimento così forte che a tratti è violento. La musica pop, elettronica e synth, diventa il background di una storia d’amore che ricorda una grande montagna russa. Una storia d’amore fatta da due persone che sono così sbagliate da farci pensare che siano le uniche a capirsi così bene. “OSSA // MORSI” è un pezzo energico che parla di un continuo dualismo, a partire dal titolo: il male e il bene, l’odio e l’amore che convivono. È che a volte per quanto un sentimento sia sbagliato, tanto da spaccarci le ossa a morsi, ci fa anche sentire come se fossimo gli unici due balordi al mondo.

(Benedetta Fedel)

FEBBRE: 7,5

Epoimai

La continua diatriba tra ‘’amore e fastidio’’ non finisce di disturbare l’artista, perché, se da una parte vorrebbe vivere l’amore in maniera disinvolta, dall’altra parte c’è una quotidianità (situazioni e persone) che non lascia pace e che, quindi, le fa vedere ogni cosa come un problema dal quale scappare e per cui è ‘’stanca’’. In più, per non farsi mancare nulla, quella persona fin troppo apprensiva ‘’continua a starmi appresso e non vuole capire che non siamo fatti per stare insieme’’ – dice epoimai; ‘’già ho abbastanza cose di cui preoccuparmi, sono stanca, non ho né
bisogno né voglia di star dietro pure a questa’’.

Beatrice, in arte epoimai, classe 2005, nasce in Lombardia da papà italiano e mamma russa, ma ora vive in svizzera. Scopre la musica con i viaggi in macchina e una festa dove prende in mano il
microfono e inizia a cantare ”La felicità” di Simona Molinari. Ed e’ lì che ha capito cosa è per lei la musica. Con gli amici porta sempre cassa e playlist e viene definita ”la musicista e cantante
del gruppo”.

Estroversa, certosina (al punto giusto) e responsabile quanto basta (”epoimai” basterà), scrive canzoni che parlano di lei, ma anche degli altri, vivendo la sua vita e facendola vivere anche agli altri, con i suoi alti, i suoi bassi e quello che i suoi occhi
raccontano.

epoimai:  7

Dove non prende

Il duo romano torna con il nuovo singolo “Dove non prende”, un brano che si discosta dalle sonorità precedenti, un brano che prende più ispirazione da sonorità urban alternative e post rock. “è il brano più triste che abbiamo scritto”, afferma il duo: mette infatti al centro tutte le promesse mai mantenute dalle città, un riferimento a tutti quegli amici che sono andati via senza mai più ritornare e una consapevolezza che forse tutti i sogni fatti fin ora resteranno per sempre delle mere illusioni.

(Ilaria Rapa)

Gbresci: 7,5

Disco Sentimento – Album

Si intitola “Disco Sentimento” l’EP d’esordio di Kid Gamma. Un titolo che si autoracconta, essendo questo un disco che mette insieme amore per la musica e passione per raccontare i sentimenti, quelli che ti fanno venire la pelle d’oca, che ti lasciano un segno e che in quanto tali per diventare eterni è necessario inciderli, in qualsiasi modo. Kid Gamma lo fa infatti con le sue canzoni, cinque brani che sono la storia di un ragazzo della Gen Z con la passione per la musica pop anni ‘80 e per Micheal Jackson.

(Ilaria Rapa)

Kid Gamma: 7,5

GIACOMO – lato B (ep)

Dopo il lato A, più pop ed emotivo, blaui torna con “GIACOMO – lato B”. Sebbene la componente elettronica rimanga un fil rouge della ricerca musicale dell’artista, in questa seconda parte si fa preponderante, tanto da diventare protagonista in tracce come “(per stare)”. Il lato B non è solo interessante dal punto di vista sonoro, per cui percepiamo parecchie influenze e assistiamo a collaborazioni decisamente azzeccate, come quella con G Pillola e Blue Jeans, ma ha una nuova intenzione: GIACOMO – lato B è meno romantico e più sensuale, ammiccante e sincero, come la frase schietta e romantica che ti scappa da brillo.

(Benedetta Fedel)

blaui: 8,5

Brooklyn

Poter ascoltare un suo brano inedito, cantato con la sua voce è un regalo, a due anni dalla sua scomparsa. Michele Merlo canta una canzone d’amore immaginifica dove Roma è come New York e Ponte Sisto sembra il Ponte di Brooklyn. È come innamorarsi e scontare lo “scintillio” del suo comparire e scomparire e il ricordo delle sere a Trastevere, avvinti, mentre ci si sente liberi e lo si fa senza regole, perché l’amore non ne ha. Qualcuno forse l’avrà sentito live, o forse ripescato sul web mentre Michele lo canta in acustico. Il regalo è oggi sentire questo pezzo prodotto.
Un brano scritto insieme a Gazzelle, dove lo stile del cantautore romano si mixa con i ritmi e le intenzioni di Michele Merlo. Un’accoppiata vera, perché entrambi hanno scritto un disco su “le cose [che] iniziano e poi finiscono, ci intimoriscono”. Un brano che è un dono, per chi ancora non si scorda il ragazzo di Marostica e che vive ancora, grazie alle canzoni.

(Lorenzo Ottanelli)

Michele Merlo: 8,5

Sei venuta soltanto per andare via

Trovarsi a fare i conti con il vuoto, con ciò che non c’è più perché se ne è andato. E prendersela con lei, perché non si riesce a sopportarlo perché si è fidato ma a questo punto “sfidarsi è meglio”. Anche le più piccole cose ci stringono il cuore, come la maglia che lei ha appoggiato alla sedia e che è ancora lì. La memoria non dà scampo, è come un continuo ritornare, come una giostra che continua a girare anche se gli si chiede di fermarsi. È anche una richiesta al Padreterno di dimenticare, fino a che non ci si scorda di Lui e tutti i pensieri tornano su lei, che ti ha fatto male. Ma è quel bene che non hai che non vuoi scordare. Scirocco mostra e dimostra, con un’intenzione malinconica, la grande sofferenza e un ritmo che si adagia su un reef di chitarra lenta, che va ad accompagnarsi a una lieve batteria nel ritornello straziato.

(Lorenzo Ottanelli)

Scirocco: 7

Bimba

“Il sapere come un’arma che mette paura” dove il game è spudorato e se sei una ragazza che fa rap sembra impossibile alzare i gomiti e trovare spazio. Il mondo del business e della musica è ingabbiato in pregiudizi sessisti, dove se sei una tipa non puoi scrivere barre, dove se hai una faccia dolce come il Kinder non puoi essere mordace. ALDA fa a pezzi una mentalità bigotta e patriarcale con le sue parole, con quelle metriche killer che solo lei sa fare.

Con un dubstep che la sostiene, ALDA non fa scherzi e spara all’impazzata sopra i nostri sguardi. È forte e non ha bisogno della nostra approvazione perché già ne è consapevole. Una voglia di riscatto che aveva già mostrato in “Bubu Chacha” e di cui non vuole più fare a meno.

(Lorenzo Ottanelli)

ALDA: 7,5