New Indie Italia Music Week #156
Guardarsi allo specchio tra la folla per ritrovare se stessi. Beh, potrebbe sembrare strano ma è ciò che ci resta per scansare la fossa del narcisismo.
Cosa siamo noi da soli se non la versione autoreferenziale di noi stessi?
Gli altri non sono tutto, ma è pur vero che possiedono occhi, ricordi e percezioni che ci completano. Siamo i nostri occhi dentro gli occhi degli altri. È questo che ci rende completi.
Circondiamoci di specchi fatti di occhi, senza perdere mai di vista la rotta. Incrociamo gli sguardi mentre la musica ci avvolge nella sua magia. D’altronde, cos’è un brano se non uno specchio penetrabile sull’emotività degli artisti?
Scopri i migliori brani #IndieItalia della settimana scelti e recensiti dalla redazione e specchiati nelle visioni dei migliori progetti artistici del momento.
Pampero
Dopo “Dentro la mia stanza” e “SALE” continua il viaggio introspettivo di MOX con “PAMPERO”, dove sonorità disco retrò accompagnano la penna poetica del cantautore, dando vita a un elegante racconto romantico e nostalgico.
Quello di Mox è un cantautorato che rincorre il presente senza dimenticare il passato, raccontando con una raffinatezza unica le istantanee di una vita. E ricordandoci quello di cui siamo fatti: emozioni.
Sonorità disco retrò accompagnano la penna poetica del cantautore, dando vita a un elegante racconto romantico e nostalgico.
Mox: 7
Cose da discutere (Album)
“Cose Da Discutere” è l’EP d’esordio di INVERNO.
“Cose Da Discutere” racchiude la vita di INVERNO, un lavoro autobiografico scritto quasi interamente da lei con l’aiuto di Vincenzo De Fraia, produttore del progetto e con la collaborazione di Alessandro Alo Casini.
L’Ep affronta il complicato universo delle relazioni, raccontando un’esperienza vissuta in prima persona dall’artista. Otto tracce che descrivono amore intenso, a tratti tossico, concentrandosi sul delicato tema della salute mentale e sui problemi che si creano quando viene trascurata. INVERNO parla apertamente del suo rapporto con l’ansia e la depressione, del mancato amore per se stessi, dell’accettare i propri problemi e limiti e della terapia. “Cose Da Discutere” vuole essere un porto sicuro per tutte le persone che si sono sentite sole nella loro mente, che non si sono sentite rappresentate nella musica e nel dolore.
Nella parte grafica e visual del progetto si vede l’artista legata da un filo rosso che rappresenta un’estensione del tatuaggio a forma di serpente sul suo corpo. Questo disegno è stato fatto per unire tutti i tatuaggi di INVERNO che immortalano momenti, soprattutto bui, della sua vita, quasi ad accettare il dolore e il proprio percorso che l’ha portata a creare la sua identità plasmata da queste stesse difficoltà.
Le produzioni dalle sfumature electro pop e r&b si ispirano all’universo musicale inglese – INVERNO ha trascorso gli ultimi otto anni a Londra- un sound fresco e nuovo che costituisce la cifra stilistica del progetto e ne conferisce l’unicità.
Inverno: 8
Questo momento
Questo Momento è il nuovo singolo dei Palmaria.
Il duo alt pop, formato da Francesco Drovandi e Giulia Magnani, pubblica un nuovo brano dalle sonorità estive, da ascoltare mentre si mangia un gelato che si squaglia al sole o da ballare in riva mare.
Il singolo, in una commistione di italiano e inglese – in pieno stile Palmaria – offre una riflessione sullo scorrere del tempo e sull’importanza di cogliere l’attimo, accettando il fallimento e trasformandolo in un’opportunità. Spesso impegnati a rincorrere il futuro o a rimpiangere il passato, ci si fa scappare le occasioni che il presente offre, quando, in realtà, vivere “questo momento” è l’unico vero modo per goderne pienamente.
Palmaria: 7.5
Mi hai rotto il ghiaccio
È stata tra i protagonisti di Viva Rai 2 in veste di ospite musicale fissa e ora, dopo averlo presentato in anteprima durante lo show di Fiorello, Serepocaiontas pubblica “Mi hai rotto il ghiaccio”, il nuovo singolo insieme a DSonthebeat, disponibile dal 16 giugno su tutte le piattaforme digitali.
La canzone, ironica e leggera, è un invito alla gentilezza e al savoir faire da un lato, e un incoraggiamento a prendere le distanze da chi ha un approccio superficiale e indelicato, dall’altro. “Mi hai rotto il ghiaccio” è un gioco di parole che si può tradurre in un rifiuto anche deciso e sferzante nei confronti di chi, in un corteggiamento, ha modi arroganti e insistenti.
“Sembri masticare gelide parole: possono bruciare”. Citando i versi della sua canzone, Serepocaiontas commenta così il messaggio alla base del brano: «A volte la mancanza di onestà brucia e lascia il segno. Imparare a dire di no può mettere al riparo dal miraggio di una vuota romanticheria che a volte è solo desiderio di conquista».
Le sezioni di fiati, gli archi e gli accenni di chitarre surf-rock danno un tocco vintage a questo brano dal sapore indie-pop, che prende in prestito il verso “amore aspettami” dalla musica italiana degli anni ‘60, confermando la capacità di Serepocaiontas di coniugare elementi classici a elementi moderni all’interno delle sue canzoni, come già avvenuto nei singoli pubblicati in precedenza.
Serepocaiontas: 7
Dinamite
“Dinamite” è la metafora dei tempi moderni, è la metafora della felicità, che quando arriva, lo fa all’improvviso, senza preavviso, per scoppiare tutta e tutta assieme. “Dinamite”, il nuovo singolo di Nicolò Carnesi, che anticipa il disco, è tutto il tempo che passa impalpabile ai nostri occhi, costretti ad assistere ad uno scenario bellico anacronistico, quando tutto quello che vorrebbero invece vedere è un mondo diverso, un mondo migliore.
(Ilaria Rapa)
Nicolò Carnesi: 8
Rumore Bianco
In questa settimana di uscite, ecco che ritorna anche Apice, stavolta insieme a Rares a farci ascoltare il suo “Rumore Bianco”. Un singolo che già dal titolo è in controtendenza al mare di pubblicazioni che con la musica molto spesso hanno poco a che fare. Il rumore bianco di Apice è quello che ci rilassa, ci fa prendere sonno in un mondo frenetico e annichilito dai sentimenti. Un rumore quello del cantautore spezzino che di rumore ha invece poco, caratterizzato invece dall’insieme di tutte le parole poetiche che se messe insieme riescono ad avere lo stesso spettro sonoro.
(Ilaria Rapa)
Apice, Rares: 8,5
Concetti
Dopo “Vivi con garbo”, “Concetti” è il nuovo singolo del cantante e polistrumentista Luca Fol.
Agrodolce e radioso, questo brano di avvicinamento al secondo disco del cantautore riminese, abbraccia sonorità funky e psichedeliche che danno vita a strofe graffianti composte da chitarra, basso e batteria che poi si addolciscono nei ritornelli più festosi e colorati, ricchi di cori e vocalizzi. Il testo del brano vive principalmente sulle strofe, dove si parla dell’irrequietezza del sentirsi perennemente sotto pressione, dell’aggressione quotidiana che si subisce dalle migliaia di parole e di concetti, appunto, che tutti i giorni entrano nella nostra mente, per poi snodarsi in un leit motiv spensierato e allegro, verso una celebrazione di un’attitudine leggera e vivace.
Luca Fol: 7
PIZZA
Un inno all’Italia e al suo piatto forte per eccellenza? Non solo. Non vogliamo essere così superficiali, almeno non per Le Canzoni Giuste e il loro nuovo singolo che, irriverente come al solito, parla del nostro Bel Paese a colpi di rap e chitarre distorte. Contraddizioni e ipocrisie sono gli scenari che dipinge la band di Pescara, altro che pizza spaghetti e mandolino…
“Potete toccarci l’Italia, ma giù le mani dalla Pizza!”
(Ilaria Rapa)
Le Canzoni Giuste: 8
Milano in fiamme
“Milano in fiamme” è il primo disco di phixre prodotto da Tom Rix e il concept dietro questo Ep è un immagine cinematografica di una città che brucia, metafora della sofferenza dei giovani oggi che devono sopportare i propri disagi.
Il fuoco rappresenta un elemento che può far male, pericoloso, ma in alcuni casi necessario come fonte di energia, scavando dentro noi stessi abbiamo la possibilità di scoprire una nuova ispirazione che ci permette di incanalare la forza per raggiungere un obiettivo.
Se le canzoni di phixre hanno un sotto testo triste e malinconico, in realtà nascondono una luce diversa. Il dolore e la rassegnazione possono essere usati per alimentare i sogni, in modo da ribaltare ogni paradigma per dare spazio alla propria voce in un mondo che a volte, da la sensazione ai giovani di non stare ad ascoltare.
phixre butta benzina sulle proprie fragilità, per poi ballare attorno al fuoco, e se tutto sta per crollare è giusto godersi lo spettacolo dalla giusta prospettiva.
(Nicolò Granone)
phixre: 7,5
Alice
Svegliami quando vuoi, ma se puoi non svegliarmi mai. Amalia parla a se stessa chiedendo di non diventare mai troppo grande per smettere di sognare altrimenti tutta la magia sparisce. Sì, la fantasia, in alcune situazioni, potrebbe non essere in linea con la realtà, dandoci la sensazione di non capire davvero quello che sta succedendo. Ma pazienza, anzi meglio così.
Nel mondo di oggi dove tutto va veloce, rimanere quello che si vuole essere, lottando con coraggio anche contro pregiudizi e commenti esterni è un valore importante, e forse serve avere l’ingenuità dei bambini per far finta di nulla, evitando così compromessi dannosi per il nostro modo di affrontare e vivere la vita.
(Nicolò Granone)
Amalia: 7
Moulin Rouge
“Moulin Rouge” è la dichiarazione autolesionista dei Forse Danzica, pronti a morire per amore. Non è importante capire quello che sta succedendo, è arrivato il momento di tirare fuori il cuore, anche strappandoselo di dosso con una certa violenza, per donarlo a quella persona che sappiamo già che ci farà soffrire. E allora come mai compiamo questa scelta folle?
Non esiste un perché quando ci sono di mezzo i sentimenti, tutto può trovare una soluzione, talvolta assurda e pericolosa, un po’ come se Superman decidesse di andare a comprare la Kriptonite.
(Nicolò Granone)
Forse Danzica: 7
Peccato
Se per Oscar Wild era impossibile resistere alle tentazioni, Marta Tenaglia stringe l’occhiolino al Peccato. L’amore e i sentimenti sono qualcosa di perverso, carnale, pericoloso, ma allo stesso tempo dolce e tenero.
E così in una notte d’estate può capitare di scambiare l’avventura per l’amore della vita o viceversa, lasciando scorrere addosso parole, coccole e promesse, così fragili in realtà, da sparire la mattina dopo. Che bello ammettere con leggerezza il nostro analfabetismo sentimentale.
Con te tutto sbagliato, quanto sarebbe vietato, anche solo un piccolo bacio ah, che bello il peccato ah.
(Nicolò Granone)
Marta Tenaglia: 7,5
11:11
Scorre il tempo, ma poi si ferma sulle 11:11, che è un po’ come l’ora X, perché è quella “che mi segna” e che mi fa venire i brividi. Sono le 11:11 e l’orologio ticchetta, il numero doppio che rappresenta l’altro, che guardi ancora e non sai come valutarlo.
Kaput ci spinge in un gioco di sguardi, tra gli occhi e l’orologio, che è come un’entità astratta, con cui prendersela, con la quale avere i dubbi: è bene fidare o diffidare? L’ultima strofa cantata da Kuban segna come la fine di un dialogo: “credo nel destino questa volta”. “11:11” è un brano ritmato, con la voce trattata in modo tale da renderla esagerata, ma adeguata al pezzo. E se alla fine guardi l’orologio e il numero è doppio, qualcosa vorrà anche dire.
(Lorenzo Ottanelli)
Kaput: 7,5
Giorni sbagliati (Lividi)
Un reef di chitarra ci trascina nella nuova di Nashley, tra parole “appese ad un filo di voce” che “possono uccidere i tuoi silenzi che fanno rumore”. È una realtà che ci circonda: tra la noia e i giorni sbagliati rimangono i lividi, che continuano a crescere sotto la pelle, a fare male e suppurare. A volte ci cibiamo solo di emozioni timide, che ci annoiano e che ci anestetizzano. Lo facciamo per non farci del male, ma sono solo illusioni: i lividi sono sempre lì, che ci formano e trasformano.
Nashley ce li ricorda, i giorni sbagliati e i lividi, su un ritornello che si appoggia su una base che ricorda “feeling good”, tra blues e jazz. Tra accordi minori e la voglia di sentirsi migliori, Nashley tira ancora una volta a segno.
(Lorenzo Ottanelli)
Nashley: 8
Rompicapo
Senti sempre che le cose si complicano, perché anche la quotidianità diventa ossessione, una montagna da scalare, un rompicapo da risolvere. Eppure, sarebbe così semplice e allora ti chiedi se davvero hai “la testa che non va”. Sono mezze verità che non sai colmare, perché hai bisogno di una stampella: le regole, che non diventino trappole; la strada, perché a volte non sa dove si trova.
Cannella ci racconta le paranoie che a volte ci complicano una vita fatta di errori quotidiani, di incomprensioni, di banali smarrimenti. Basterebbe una luce per uscire dal corridoio, ma senza una bussola ti perdi anche nel più piccolo bosco. E a volte è colpa tua, a volte non è colpa di nessuno. C’è solo bisogno di venirne a capo, da questo rompicapo, creato da noi stessi.
(Lorenzo Ottanelli)
Cannella: 7,5
La Noia
I Santi Francesi tornano con un brano che ha un sapore d’estate, sempre rimanendo in tema “sentimenti distruttivi”, “La Noia” ci racconta come, anche nei periodi di vuoto e di solitudine, la noia non deve per forza essere qualcosa di negativo: è proprio da quei momenti di stasi che riusciamo a creare le situazioni migliori. “Quando il vuoto si fa grande vorrei scappare, noi respiriamo male, male,male” abbiamo sempre bisogno di un contatto, di qualcosa che ci leghi alla realtà, che sia un sentimento eccessivo o un vizio a cui non riusciamo a rinunciare, difficilmente riusciamo a venire a patti con il silenzio e, mentre fissiamo il soffitto bianco che ci restituisce solo le voci allegre delle persone fuori dalla nostra finestra, decidiamo di salire in macchina e partire. I Santi ci fanno ballare e ci danno quella spinta per spaventarci di nuovo, per prendere quella strada impervia che abbiamo sempre evitato, per far nascere una nuova parte della nostra vita.
(Margherita Ciandrini)
Santi Francesi: 9
La Domenica Sul Divano
“La domenica sul divano, l’orologio va al contrario, ma non c’è niente che mi distragga da te”
VV e Bais ci raccontano “La Domenica Sul Divano” di una coppia qualunque: sono semplicemente stesi sul divano a guardare un film, o anche solo in silenzio ognuno con i suoi hobby, ma hanno sempre un punto di contatto, una mano sulla gamba, un piede che tocca l’altro, in qualche modo sono soli insieme e non c’è nulla di più bello. Quando il tempo di qualità insieme si passa anche mentre si è in silenzio, ognuno ascolta i pensieri dell’altro e sono ormai bravissimi a leggersi dentro, guardano affranti l’orologio e sperano che le lancette tornino indietro, ma sono consapevoli che prima o poi arriverà quel lunedì che li riporterà bruscamente alle vite di tutti i giorni. Ritmo pop incalzate, i due artisti instaurano un dialogo musicale che ci coinvolge e ci fa pensare a quelle volte che abbiamo risposto “niente” ai nostri amici che ci chiedevano cosa avevamo fatto nel weekend…ma per noi, quel niente è stato tutto.
(Margherita Ciandrini)
VV,Bais: 9
Il canto del Villaggio (Atto III) – Album
Livrea, dopo aver rilasciato i due EP “Il canto del villaggio (Atto I)” e “Il canto del Villaggio (Atto II)” ci dona l’ultima parte di questo album onirico ed esoterico, e con “Androgini” ci presenta l’Atto III, che ci trasporta in un mondo fatto di uguaglianze e anime dannate, ognuna con la sua mutilazione e i suoi viaggi che le hanno portate fino a questo punto, nessuno credeva in loro ma esse continuano a cercarsi ininterrottamente, e qui troviamo la chiave di speranza che ci propone Livrea che, dopo le paure e le difficoltà sviscerate nelle prime due parti, ora ci mostra una piccola luce alla fine del tunnel. Se “Houdini” è la perfetta canzone d’amore: 7 giorni su 7 pensiamo a quella persona, che riesce a leggerci nel pensiero e ci sembra di vivere dentro una giostra, girando e girando senza fermarci mai, “In un mondo” sembra portarci sopra una scogliera, mentre Livrea, come un alito di vento, ci canta dei sogni persi e ritrovati e delle rinascite, che sono sempre possibili, dopotutto, siamo “figli di una specie libera”. La leggerezza di “Lido”, ci taglia finalmente queste catene autoimposte e riusciamo improvvisamente a ridere “fino a scoppiare come bolle di sapone”.
(Margherita Ciandrini)
Livrea: 8,5
URLA
“URLA” è una ballad pop avvolgente, dal sound elettronico ma delicato, il tappeto sonoro ideale per le voci dei due artisti. Nel brano, quasi come in una chiacchierata al bar, i due si lasciano andare a racconti personali e parlano di storie d’amore travagliate. Quelle storie finite, di drammi che da adolescenziali diventano generazionali.
Le sofferenze dovute all’amore si trasformano nella paura di per il futuro, come per ogni ragazzo che inevitabilmente, ad un certo punto della sua adolescenza, si lascia andare in un urlo di incertezza nei confronti di un domani sempre più in bilico e con meno sicurezze.
(Sara Pederzoli)
Caleydo, Fasma: 7,5
Martedì Giovedì
Un brano che racconta quel momento in cui ci si rende conto che la bellezza di un amore, di una relazione, risiede ormai principalmente nel suo ricordo, e non rappresenta più la realtà.
Quante volte trasciniamo avanti delle situazioni perché troppo abituati, fino al momento in cui ci si sveglia e si vedono le cose chiaramente.
Questo è il racconto di Clavdio, con la sua immensa capacità di scrivere testi poetici e al tempo stesso immediate, parole che scolpiscono immagini dirette e potenti in cui ci si riesce subito a immedesimare.
(Sara Pederzoli)