Si fa presto a dire estate | Indie Tales
Non era ancora spuntato il sole, ma senza dubbio sarebbe stata una bella giornata, anche fin troppo calda. Pietro stava sistemando le ultime cose, chiudendo le valigie ancora addormentato ed era pronto per partire. In realtà non sapeva dove lo avrebbe portato il suo viaggio.
Mare o montagna? Città turistica piena di gente con la macchina fotografica in cerca di un punto di vista diverso degli altri o paesino sperduto in mezzo al silenzio? Non lo sapeva, e anzi appositamente aveva scelto di non aver una meta lasciandosi guidare dall’istinto e dalle conseguenze di ogni minima scelta.
Certo preparare il materiale necessario per un esperienza di questo tipo prevedeva delle contraddizioni, scarponi pesanti e infradito oppure giacca pesante con il cappuccio per ripararsi dalla pioggia vicino al costume e telo mare. Un caffè al bar sotto casa poteva essere una scusa per trovare l’ispirazione, ma al bancone non c’era nessuno e anche il proprietario aveva una bella faccia assonata, chissà se aveva appena aperto o era irritato per l’arrivo di questo nuovo cliente prima di poter finalmente tornare a casa e buttarsi sul letto.
Pietro ordinò un cappuccino e poi, a sorpresa disse: “Vorrei un consiglio, per lei che cos’è un viaggio?”
Il barista, alquanto sconsolato, sorrise fece finta di nulla, e mise lì la tazzina senza rispondere alla domanda. Pietro, senza batter giglio, alzò un po’ di più il tono della voce e si mise a ripetere quella stessa frase.
“Si fa presto a dire estate, qui c’è sempre qualcuno che mi stressa. Basta voglio andarmene via, chiudere questo bar, abbassare la saracinesca e tanti saluti Non ne posso più!” disse la persona dietro al bancone. “Vada pure, la colazione è offerta!” Strillò arrabbiato.
Pietro, quasi sentendosi in colpa, lasciò qualche moneta lì sul bancone e uscì, mettendosi al volante con la voglia di andare il più lontano possibile. Ogni anno voleva programmare questa vacanza, totalmente all’avventura senza piani o punti fissi, ma prima gli amici da ragazzino, e poi la sua ex storica, gli avevano messo i bastoni tra le ruote, dandogli dell’incosciente e criticando questo modo di fare alquanto adolescenziale e immaturo.
Adesso però le cose erano cambiate. La ragazza chissà con chi stava facendo l’amore in quelle notti dove si sudava anche a respirare, mentre gli amici avevano fatto scelte diverse, rimanendo spesso incastrati nelle pieghe della vita. Qualcuno si era trasferito lontano, altri avevano scelto di tradire i ricordi della gioventù a causa di una moglie troppo pretenziosa, e addirittura qualcuno non c’era più, dopo che se n’erano andato all’improvviso senza neanche avere un minuto per salutare.
Pietro ripensava spesso al passato, anzi in molte occasioni era rimasto bloccato dentro i ricordi, rinunciando a provare nuove esperienze. Per un periodo aveva dovuto lottare con la realtà delle cose, sentendosi colpevole per situazioni che erano estranee alla sua volontà, ma nonostante questo non riusciva a sentirsi più a proprio agio.
Quando le cose andavano bene era il primo ad essere felice e ottimista, ma alla prima difficoltà cadeva giù, come un surfista inesperto che sta imparando a controllare la forza delle onde. Adesso però era diventata troppa anche la malinconia, bisognava trovare la scusa per uscire da quel guscio, fare qualcosa e partire ad esplorare quello che stava fuori, compiendo inevitabilmente anche un viaggio interiore alla ricerca di se stessi.
Salito in macchina, alzò il volume della radio, girò la chiave e mise in moto. Il suo viaggio stava per iniziare, nulla era prenotato e neanche il suo navigatore interiore sapeva quale sarebbe stata la sua direzione, ma il bello era proprio quello.