New Indie Italia Music Week #164

New Indie Italia Music Week #164

Le nuove leve della musica emergente italiana, i protagonisti dell’indie italiano di oggi, le icone: questo il 164esimo numero di New Indie Italia Music. Volti nuovi e presenze onnipresenti del passato della musica indipendente italiana danno forma a questo numero, come un viaggio nel tempo, nei generi, nei modi di vedere il mondo al variare delle generazioni.

Che poi, le generazioni passano, ma gli ideali cambiano?

Ascoltiamo la migliore musica di questa nuova settimana di Ottobre per schiarirci le idee e guardare nel caleidoscopio del tempo con una nuova lucidità.

 

Pericolo Giallo (Album)

“Pericolo Giallo” è il titolo del nuovo album di Giorgio Canali & Rossofuoco.

Caustico e dissacrante, “Pericolo Giallo” è il decimo LP della discografia ufficiale di Canali, il nono insieme ai Rossofuoco, e prosegue il percorso tracciato dal precedente “Venti” (2020).
Un racconto spietato degli ultimi anni che, attraverso una scrittura schietta e spregiudicata, arriva a compiere una riflessione critica sul ruolo dell’essere umano all’interno di un occidente profondamente segnato dagli eventi recenti, dalla guerra in Ucraina alla crisi economica.

Con oltre 30 anni di attività che l’hanno visto attraversare da protagonista la musica alternativa italiana, prima nei CCCP, CSI e PGR, e poi come produttore degli esordi discografici di numerosi artisti tra cui Verdena e Le luci della centrale elettrica, in questo nuovo album Canali mette a nudo tutte le contraddizioni della società contemporanea e tutti i pensieri di un animo in continuo fermento, incapace di rassegnarsi davanti alle ingiustizie e agli abusi di potere.
Centrale nel disco è l’immagine del sole che riporta metaforicamente ogni essere umano sullo stesso piano, illuminando tutti in ugual misura, e attorno a cui ruotano i ricordi e le storie delle dodici tracce dell’album in cui momenti dissacranti si alternano ad incursioni intimiste e riflessive.

Come per “Venti”, anche “Pericolo Giallo” è nato partendo dagli spunti melodici e dalle idee ritmiche che Canali e i membri dei Rossofuoco hanno composto a distanza nelle proprie abitazioni, figlio di una necessità espressiva in grado di superare ogni genere di ostacolo.

Giorgio Canali, Rossofuoco: 9

 

Un lento contemporaneo

In una danza, durante una conversazione, quando si cammina per strada o dal tramonto all’alba esiste sempre un filo invisibile da percorrere. Restare in equilibrio, per non cadere. Certamente alcuni errori possono essere utili per ristabilire una distanza o trovare la giusta via di mezzo per mantenere un rapporto stabile, non solo con chi ci sta intorno, ma anche con noi stessi.

Babele intravede in due ballerini che ballano un lento contemporaneo due forze che cooperano, ma che a tratti possono arrivare persino a scontrarsi, mantenendo però una certa armonia.

Non ha senso fare finta che vada tutto bene per non pensare o che vada tutto male per lamentarsi, bisogna cercare di vivere rispettando la realtà, mantenendo allo stesso tempo una distanza emotiva che ci permetta così di lasciare da parte troppe illusioni e/o facili drammi.

(Nicolò Granone)

Babele: 9,5

 

TRA LE BRACCIA

Riponiamo troppe speranze scrollando link sentimentali e profondi sullo schermo del cellulare. È diventato difficile fare qualcosa, è più facile sperare che un post faccia quello che non riusciamo a fare noi. Che arrivi a qualcuno al posto delle nostre braccia. Uno scudo che ci ha cambiati, tutti. Arduo trovare un colpevole.

Il pop di Veddasca è intenso, stringente quanto il problema: probabilmente non possiamo far molto per gli squarci del mondo, ma potremmo riparare i nostri. Eppure restiamo a farci abbagliare gli occhi nel buio da alibi luminosi.

(Stefano Giannetti)

Veddasca: 8

 

Medusa (Album)

Una copertina verde shocking, unә ragazzә che balla, dei cani. È questa la copertina di “Medusa”, l’album dei Queen of Saba che ci trascina in variegate sonorità per farci ballare, sorridere, pensare. C’è un po’ di house, un po’ di jungle, un po’ di canto popolare, qualche presa di posizione, la voglia di ribaltare tutto. Partendo dal binarismo e finendo a storpiare la sigla ACAB in “Amami come ameresti Bambi” perché ti piace di più di “una gazzella che brucia”.

È voglia di parlare, essere divertenti, ma allo stesso tempo provocare. Lo hanno fatto con Willie Peyote, che canta una barra potente, in cui chiosa: “resisteremo insieme come in Val di Susa”. Lo hanno fatto con “Cagne vere” insieme a Big Mama e in “Pesca noche” con Ganoona. È tutto un crescendo, un voler danzare. Fino a “Medusa”, la traccia che non ti aspetti. Dove tutto si mischia ed è uno sperimentale che fa sentire il disco vero, fresco e vivo come pochi altri. È un canto popolare su musica elettronica, sound jungle, riferimenti mitici e dediche d’amore. Una chiusura inusuale per un disco da ascoltare e riascoltare.

(Lorenzo Ottanelli)

Queen of Saba: 8,5

 

Mariposa 

C’è voglia di elettronica in questo 2023. E di una elettronica sperimentale per i Fuera, che vanno alla ricerca di sonorità nuove, che si mischiano con il miglior ambient e la ricerca di glitch. Una musica che permette di switchare su melodie diverse, ma che hanno una nota comune – che vibrano forti, ma allo stesso tempo leggere come una farfalla. Una leggerezza che si traspone alla voce, ben effettata e riverberata, “alla Blanco”.

Mariposa è un brano da ascoltare per godersi della buona musica. Nessuna volontà di scivolare nel pop più semplice, ma di prendere la migliore musica house, ambient, elettronica e farla propria. In questo contesto, il testo è un orpello, per niente banale, ma con la voglia di sfuggire alla complessità. In una festa che è perfetta per andarsene dalle difficoltà e “leggera come un’onda poi travolge anche le mie domande, ma di concreto cosa stai cercando?”, forse la stessa aria della mariposa che vola sulla tua stessa.

(Lorenzo Ottanelli)

Fuera: 9

 

Vienimi a salvare

I Segreti sono una certezza, per chi ama l’indie. Perché è una delle migliori band che si possano trovare in circolazione. E questa “Vienimi a salvare” è un dono che speravamo da tanto, dato che le loro ultime “fatiche” si fermano al 2021. Ed è un dono soprattutto per chi è rimasto affascinato da quel “Qualcosa da risolvere” che ci ha emozionato e ci ha fatto cantare per mesi.

Questa “Vienimi a salvare” ci trascina in un enorme grido di amore per la vita. Se in mezzo ad una “profonda solitudine” c’è il mare e qualcuno che può venirti a salvare, allora si è vivi davvero. E si può cantare “una canzone che mi fa volare”. Tra un synth anni Ottanta, le chitarre che portano a un ritornello dal gusto malinconico che si impreziosisce con le batterie, anche questo nuovo singolo ha tutte le potenzialità per essere cantato per mesi e mesi.

(Lorenzo Ottanelli)

 I Segreti: 8

 

Petardi

Di una relazione, breve o lunga che sia stata, ciò che resta nel cuore sono petardi, emozioni deflagranti quanto brevi. Sono la parte più bella, ma nel presente anche la più spaventosa. Abbiamo paura che quei petardi, mentre ci coinvolgono nell’esplosione, si comportino appunto per ciò che sono e si spengano per sempre dopo una notte di amabili follie. Vivere adesso o patire il momento per costruire qualcosa che forse, un po’ più in là, si dissiperà lo stesso?

(Stefano Giannetti)

Asteria: 7,5

 

 

Mattoni

“Sei una favola che fa paura, sei un film di Tim Burton.”

Avventurarsi in qualcosa di grande, partire con entusiasmo e poi venire rimbalzati da muri altissimi e mangiare mattoni. Ci si perde, non ci si ricorda più da dove si è partiti e non si vede dove si potrebbe arrivare. Ma col senno di poi sappiamo di esserci vestiti di quella perdizione, della pioggia che ci ha bagnati, del sole che ci ha scottati, ci siamo fatti avvolgere dal grande mondo nuovo.

I mattoni ingeriti in realtà erano stati impilati e su di essi si può guardare oltre i palazzi che prima ci respingevano, e in mezzo ai quali, tuttavia, ormai sapevamo muoverci.

(Stefano Giannetti)

Gobbi: 8

 

Baggen 

BAGGEN è il nuovo singolo di SAMI RIVER. Con questo nuovo brano, Sami River prosegue il suo viaggio Alt Pop tra sonorità rough tipiche del punk rock e punchline dirette.

Il giovane artista torinese ci dà un ultimo assaggio del suo primo album in uscita il 20 ottobre, con un singolo che parte dal Baggen di Copenaghen, un piccolo club esclusivo, e arriva diretto nella stanza di SAMI RIVER. Tra ricordi di una serata e i frammenti di una storia, un racconto doppio che esplode nel ritornello, come se di colpo fosse tutto chiaro tra musica techno, una relazione che si frantuma e in mezzo tutto il resto, il caos, la folla e la pace.

“Il “Baggen” è un piccolo club di Copenaghen, ma per me è la grande metafora della vita. Un locale apparentemente chic ed esclusivo, ma che nasconde incognite e controversie, nel bene e nel male. Un non-luogo dove poter essere chi si vuole e al contempo nascondersi. Tratto da una storia vera.”

Sami River: 8

 

Falafel Nostalgia (Album)

FALAFEL NOSTALGIA è il primo full-length album di Friz, rapper bolognese.

Falafel Nostalgia riconferma il background hip hop e il versatile gusto per la ricerca musicale di Friz messo in mostra nel precedente EP Ballate Dasporto (2020).
Nelle 10 tracce che compongono il nuovo album sono cucite sapientemente insieme basi che ondeggiano tra analogico e digitale, tra omaggi al rap classico e boom bap fatto di cassa e rullante, beat strumentali e brani che esplorano diverse sfumature di urban pop, uk garage/dance, R’n’B e jazz.

Il paesaggio sonoro variegato ma coeso si trasforma nel perfetto sfondo per le tematiche e per il mood del progetto. Falafel Nostalgia è la colonna sonora delle notti insonni passate per strada in cerca di cibo, dell’ultimo drink o di conforto, di quei momenti trascorsi rinchiusi in casa con la mente annebbiata dall’apatia o dai troppi pensieri.

Friz: 7

 

555 (EP)

Quello di cecilia è un viaggio che è partito dal CAOS per arrivare al COSMO.

L’artista ha iniziato questo cammino con il progetto “il senso di questo caos” e adesso torna a raccontarsi in “555”, il suo nuovo EP.

“febbre”, “crisi”, “crepe” e “sete” quattro le tracce che compongono “555”, numero angelico che simboleggia la trasformazione, il movimento e l’evoluzione e che raccontano il processo che l’artista ha attraversato per arrivare fin qui.

“555” è una ricerca di stabilità, un inseguimento che è anche evoluzione e avventura, in contrapposizione al progetto precedente “il senso di questo caos”, in cui l’artista si divincolava da quel timore di non essere mai abbastanza, la sopraffazione causata dall’ansia generalizzata, il disturbo dissociativo dell’identità, un vero e proprio caos che ha preso forma sia nei testi che nelle produzioni delle tracce.

cecilia: 8

 

Certo che sto bene

“Certo che sto bene” è la risposta di Alberto Bianco a tutti i “come stai” della vita, trasformando in canzone leggera ma profonda una risposta che è apparentemente mero vaniloquio. Nella superficialità del quotidiano Alberto Bianco riesce a far galleggiare, o meglio, a far “surfare”, come direbbe lui stesso, anche gli argomenti più spigolosi e pesanti sulle note delicate della sua canzone. “Certo che sto bene” diventa anche un monito a ricordarci ogni giorno di provare a fare quello che ci piace, anche perché, in fondo, sono proprio queste le cose che riescono a tenerci ancora in vita.

(Ilaria Rapa)

Alberto Bianco: 8

 

Disco Vaniglia

Il nuovo (dolce, ma non troppo) singolo di Lorenzo_BITW e Elasi ci fa ballare e ci riporta indietro alle vibes da discoteca, quella patinata e scintillante degli anni Ottanta. L’energia che ti trasmette è contagiosa, ti fa venire voglia di ballare: siamo quasi definitivamente nel periodo dell’anno in cui possiamo ritornare nei locali, basta stare troppo all’aria aperta, è ora di tornare in pista, luci stroboscopiche e un groove che ti trascina per tutta la notte.

(Ilaria Rapa)

Lorenzo_BITW, Elasi: 8

 

Musica/che/non/funziona (Album)

Tra l’essere e l’apparire Malinverni ha scelto, e sceglie sempre, di mantenere un estetica musicale coerente con la realtà in cui vive, quella  di un trentenne che ha meno paura dell’amore rispetto agli obblighi morali della realtà.

“Musica/che/non/funziona” è una protesta sociale contro le canzonette che passano in radio solamente perché fanno ballare, ma sono vuote di contenuto, è una ribellione sincera all’apatia di una certa scena musicale che rende felici i discografici, con canzoni che durano giusto il tempo dell’estate.

In questo Ep, oltre alle canzoni già pubblicate come singoli, troviamo “Ancora sera”, emblema della condizione sociale dei giovani d’oggi, pieni di rammarico e pronti a chiedere scusa soprattutto per tutti quegli errori che hanno subito e non commesso.

“Mi hanno detto cosa vuoi dalla vita, io gli ho risposto ridendo che la volevo libera, libera, si lo stiamo perdendo”

(Nicolò Granone)

Malinverni: 8

 

Colpa tua

Per crescere bisogna imparare a convivere e accettare ogni senso di colpa, cercando di mantenere sempre alta la soglia della sopportazione anche se la vita prova, e a volte riesce pure, a colpirci talmente forte da buttarci a terra.

Quando si è piccoli ogni errore ricade sulle altre persone, basta chiedere scusa e tutto finisce lì, invece con il passare degli anni, ognuno di noi diventa il capro espiatorio di se stesso, addirittura è più facile sentirsi anche responsabili dei delitti del mondo.

E oggi anche la minima ragione viene messa in discussione, ragionando attraverso i ma e i se, ecco perché è così difficile riuscire a trovare una pace interiore, sentendosi davvero felici e non fingendo un sorriso per non far preoccupare nessuno.

Boetti gira il dito nel dolore, evidenziando il fatto che se non ti prendi cura di te stesso è solo “Colpa tua”.

(Nicolò Granone)

Boetti: 7,5

 

Punti fragola

Se Ciliari fosse Cupido, l’amore sarebbe un gioco a premi, fatto di puntifragola: più ne riesci a collezionare più sarà facile trovare la persona giusta con il quale condividere notti romantiche.

Il sound che strizza l’occhio alla samba fa provare all’ascoltatore quella voglia d’agire senza troppi perché, ballare e lasciarsi trascinare, fino a che non si spengono le luci, in un turbinio di emozioni difficili da descrivere solamente a parole.

Lasciamo perdere ogni complicazione futura, adesso non vale la pena  ascoltare una canzone triste come tante, è importante godersi il momento con spensieratezza e voglia di lasciarsi andare. Meno cervello, più baci.

(Nicolò Granone)

Ciliari: 8,5

 

69

 

La collaborazione tra Giumo e Tanca ci restituisce un brano fortemente punk: “69” è un grido lunghissimo ed esausto di due voci che vorrebbero evadere dalla realtà, che al momento gli restituisce solamente i loro difetti. “Se scappo cercami, tu” una richiesta di non essere dimenticati, di non sparire dentro un ricordo di una storia che li ha fatti sprofondare in un baratro, lasciati indietro da chi aveva giurato di amarli. “Un giorno o l’altro farà parte di me non dare peso, no, non farmi male”, sentire tutta questa sofferenza all’improvviso fa si che sia necessario per i due artisti sfogare tutta la loro frustrazione all’interno del brano, che tra scream e chitarre protagoniste ci fa sentire soli, in mezzo alla strada, con i pugni al cielo a chiederci perchè tutto questo dolore sia capitato proprio a noi.

(Margherita Ciandrini)

Giumo, Tanca: 8

 

Come mi ricordi

Il duo pop-elettronico bye.tide, con la collaborazione di Drvmmer, ritorna con un sound che sa di malinconia e di ricordi apparentemente persi nel tempo che poi ritornano, cogliendoci di soppiatto, e facendoci sentire un po’ più soli, pur essendo tra la moltitudine di persone che distrattamente ci circondano. Momenti in cui sopravvengono tutte le nostre fragilità, anche quelle altrui.

E allora sguardo fisso, un foglio, una penna, e la mente va, in cerca di me, in cerca di te.

“Come mi ricordi” è un brano elegante e intenso che esprime in musica tutti gli stati d’animo toccati nelle liriche della coppia dei bye.tide. Un crescendo di emozioni che esplode sul finale con sonorità catchy e inaspettate che sorprendono l’ascoltatore.

(Margherita Ciandrini)

bye.tide, Drvmmer: 8

 

Si dorme come cani

La delicatezza e la schiettezza, tipiche dei testi di Zibba emergono con forza nel racconto che ci propone in “Si dorme come cani”, quasi una ninna nanna ispirata ad uno spaccato di realtà, cruda e visibile davanti a noi, di un disagio emotivo tangibile e insostenibile.

Quante volte abbiamo pensato di non riuscire a sostenere delle situazioni in cui tutto era troppo per noi, poi ci siamo ritrovati in una qualsiasi stazione, e abbiamo visto persone sedute, con i loro cartoni per coprirsi, i loro bicchieri per le monete dei passanti, e ci siamo chiesti: ma noi, perchè siamo così tristi e infelici, quando in realtà siamo fortunati ad avere un tetto sulla testa e la pancia sempre piena?

E ci sentiamo anche un po’ come cani randagi che vagano per strada, ignari di possedere una fortuna che non riusciamo ad individuare.

(Margherita Ciandrini)

Zibba: 8