New Indie Italia Music Week #165

“Siamo tutti falliti”: è questo lo slogan che aleggia tra i discorsi e le riflessioni dei fan dell’Indie Italiano. Un monito lanciato a carattere cubitali dal nuovo album di Calcutta. Ma sarà vero? Siamo realmente tutti incompiuti come canta Edoardo D’Erme?

La verità è che forse lo siamo un po’ tutti ma la novità è: che male c’è? Cosa è un fallimento se non uno status di consapevolezza del proprio Io scaturito da un tentativo di realizzazione, temporaneamente, non riuscito?

Falliamo ancora, falliamo sempre: fermiamoci solo quando pensiamo di aver raggiunto un punto di arrivo, seppur parziale, che ci soddisfi.

E se la soddisfazione non dovesse arrivare subito, non c’è alcun problema: ci sarà sempre una canzone e tirarci fuori dai brutti pensieri!

Scopri i migliori brani #IndieItalia della settimana con il nuovo numero di New Indie Italia Music Week!

 

 

Relax (Album)

“Relax” è il Cavallo di Troia della musica italiana del 2023. L’album che non sapevi sarebbe uscito, ma del quale avevi bisogno. Relax è tutto Calcutta, non solo perché lo ha interamente scritto e prodotto da solo, accompagnato da alcuni amici di sempre, tra cui Giorgio Poi e Andrea Suriani, ma perché mette insieme generi e intenzioni diverse. Ma è anche il Calcutta che ti aspetti e non ti aspetti, perché lo volevi più alternativo, ma poi ti chiedi: perché mai lo avresti voluto?

“Coro” è la prima traccia ed è già un primo step di un percorso sfaccettato, eppure continuativo. Un coro popolare che si tinge di Sanremo. Ma Relax non è la classica canzone calcuttiana, è un bel pop, finalmente scritto bene, è elettronica, non solo nell’”Intermezzo3″. È funk per “Controtempo”, è l’”Allegria” di un cantautorato un po’ jazz, ma che spinge tanto sulla produzione vocale e che si fonde con un po’di elettronica e sintetizzatori. Per chi vuole qualcosa di più cantato, ballato, allora il singolo “2minuti”, che presenta l’album è il suo. E tra mini-dissing a Jovanotti, a letto con la prima donna di destra, forse quest’anno fa un po’ meno schifo, anche se “crolla [ancora] un po’”.

(Lorenzo Ottanelli)

Calcutta: 9,5

 

Languore (Album)

LANGUORE ci mostra un IBISCO più maturo, capace di sintetizzare la sua forza espressiva, già presente nei lavori precedenti, con maggiore lucidità. Nasce così un album diretto e senza compromessi, immerso in una pasta sonora scura e anti-digitale, dove dimensione elettronica e acustica convivono esaltandosi per antitesi. La narrazione è il risultato parossistico di folgorazioni rivelatrici, momenti di depressione lucida, sincerità spasmodica e abbagliante.

Un arrangiamento analogico corposo che sorregge parole precise ed evocative. IBISCO modella la sua musica, in continua ricerca ed evoluzione, attorno a una sensazione, un sentimento, in modo che possa essere più forte e diretta possibile, scuotendo lo stato emotivo dell’ascoltare. Non vi è margine per compromessi o soluzioni volte a compiacere, LANGUORE è un disco 1:1, da persona a persona.

Il suo post cantautorato ibrido e meticcio nasce dalla necessità di essere quanto di più vero e identitario, per raccontate la condizione umana attraverso eccessi e contraddizioni, muovendosi tra chitarre post rock e incursioni elettroniche di matrice cold wave, senza perdere i riferimenti di un certo cantautorato italiano. Le strutture, spesso dilatate, sono portatrici di una sintesi comunicativa che, per reazione al dramma che la alimenta, vuole prendersi tutto il tempo di cui necessita.

Ibisco: 8,5

 

American Wedding

“American Wedding”, il nuovo singolo dell’artista rivelazione finlandese Goldielocks insieme a svegliaginevra.

Questa collaborazione unisce due talenti eccezionali combinando inglese e italiano in un brano che racconta la fine di una storia d’amore e trasporta l’ascoltatore in un’atmosfera eterea. La collaborazione con l’artista italiana svegliaginevra, che con il suo pop elegante e personale vanta oltre 15 milioni di stream su Spotify, ed è stata più volte il volto di Indie Italia, Scuola Indie e Indie Triste, è nata come una fusione di spiriti affini.

L’artista finlandese trasporta il suo pubblico in un mondo cinematografico pieno di emozioni intense, dove i fili del passato e del futuro si intrecciano perfettamente. La voce unica dell’artista e i testi fortemente narrativi conducono l’ascoltatore in una realtà alternativa, dove ognuno può sentirsi protagonista della storia. Nella sua musica, Goldielocks combina sonorità appartenenti a band dei decenni passati con il pop contemporaneo influenzato dall’indie.

svegliaginevra, Goldielocks: 7,5

 

Koala

Relazioni che si sgretolano al tatto. Una lotta di sentimenti continua di due anime che si compensano ma che sfregandosi fanno scintille. Due cuori che non riescono a dividersi: sono questi i protagonisti del nuovo brano di Angela Iris in collaborazione con Harley e Obi.

Un brano caratterizzato da un sound fatto di RnB, soul ed elementi di elettronica che conferiscono al brano un’aura di eleganza e sinuosa leggerezza che coinvolge e trasporta l’ascoltatore tra le trame di una storia d’amore magnetica.

Angela Iris, Harley, Obi: 7

 

Nocera by Night

Che cosa si fa la sera a Nocera? Se lo chiede Alfonso Cheng nel suo nuovo singolo insieme a Visconti, e a questo punto sorge la curiosità anche a noi. Ed è proprio su questo argomento che si fonda “Nocera By Night”: un brano che mette insieme post punk, chitarre distorte e synth, un brano che nella sua semplicità esprime la voglia di fuggire dai posti in cui siamo nati e allo stesso tempo il pensiero di voler restare per cambiarlo.

(Ilaria Rapa)

Alfonso Cheng, Visconti: 7,5 

 

 Luce (Album)

Si intitola “Luce” ed è il nuovo EP di Cous Cous a Colazione, il progetto che unisce sapientemente il pop al jazz e R&B. Già dal titolo capiamo in che direzione stiamo andando, ci dirigiamo infatti verso la luce in fondo al tunnel, verso il bagliore che ci fa ancora camminare quando intorno a noi è tutto deserto. La “luce” inoltre viene narrata e descritta attraverso vari punti di vista: ora viene vissuta con un’accezione positiva, ora è sinonimo d’amore, ora è il caos e l’irrequietezza. Il tutto però reso, come sempre, con uno stile peculiare.

(Ilaria Rapa)

Cous Cous a Colazione: 7,5 

 

Pratica Spirituale 

“Vivo con la mente piena e la pratica spirituale, posso abbandonare tutto quello che ho amato”. Colpiscono dritto al cuore, alla mente e all’anima queste parole che provengono dal nuovo singolo di Luca Fol, dal titolo “Pratica Spirituale”. Un singolo meditativo e contemplativo, che invita sia con le parole ma anche con la musica, a rallentare e a concentrarci di più sul presente e su quello che abbiamo, ci invita a godere di quello che abbiamo e, a volte, anche a provare gioia nel lasciare andare quello che abbiamo amato.

(Ilaria Rapa)

Luca Fol: 7,5

 

Presente

“Il presente è un buco nel cuore, se guardi dentro, lui ti divora”.

Il presente è un risultato. Di cose fatte, di errori commessi. Oggi possiamo lavorare solo per il domani, che diventerà un altro impietoso risultato. Così compiere azioni diventa spaventoso, specie se coinvolgono un affetto (“tra ferire e farti male preferisco sanguinare”). E se “come dentro un cinema (…) le cose migliori restano nel buio”, è perché il presente, quando diventa passato, si trasforma in un problema risolto. Ma la sua soluzione non consola: diventa nostalgia e alimenta la paura del qui e ora.

Poche parole efficaci per un brano che stila un ritratto completo del dramma esistenziale di ognuno.

(Stefano Giannetti)

Giovane giovane: 9

 

Chi l’ha detto

Il ritmo incalzante, innovativo e un po’ retrò al tempo stesso, accompagna questo toccasana per l’anima.

Contro tutte le convenzioni, tutti gli schemi. La verità, la speranza, la caduta e la rinascita stanno solo in noi stessi, e in fondo sono loro stesse solo parole coniate da qualcun altro. E bisogna ascoltarle tutte le parole, per capire quant’è sano conoscerle tutte per sapere quali evitare, mentre ci ritagliamo la nostra strada da percorrere.

(Stefano Giannetti)

Blumosso: 8

 

 Orsi

“Anima gentile, non ti disunire”: la musica morbida e avvolgente sembra dirlo insieme al testo.

Quanti di noi si sentono minacciati, oppressi, impediti dal mondo capitalista, consumista e frenetico? Eppure ci accoccoliamo spesso nelle sue frivolezze, in un aperitivo o in una serie tv. In una gioia bugiarda col cartellino del prezzo. E il prezzo vero non è in euro.

Così “un giorno mollo tutto e vado a vivere in montagna” diventa quella promessa che ci facciamo, mentre abbracciamo il cuscino, o un’altra persona, trovando rifugio in questi ultimi e nella procrastinazione di una svolta.

(Stefano Giannetti)

T vernice: 8

 

POLINESIA

L’amore dura anche quando non si può più fare, mentre si dorme in due letti diversi e forse si ci può incontrare solamente nei sogni. Certe relazioni nascono da incastri imprevisti, abbinamenti all’apparenza assurdi come Bocelli e Wu Tang. Poli opposti che si cercano così tanto da unirsi, andando contro un destino giù scritto.

“Ti chiedo scusa se so già come finirà, perché tanto finirà”.

Per DaveBrain la Polinesia diventa un luogo immaginabile, magnifico, talmente lontano però da sembrare fantastico e non una tappa da segnare in un viaggio. Lì, magari su una spiaggia dorata, sarebbe più facile cambiare vita con la possibilità di aggiustare gli errori del passato, dando speranza alle illusioni del passato.

(Nicolò Granone)

DaveBrain: 8

 

Punti di vista

Bobbi Marcs e Valucre, guardandosi negli occhi, si raccontano delle storie che nascondono un segreto comune: la paura.

In un dialogo tra due persone c’è sempre spazio per le incomprensione e i non detti, e anzi in alcuni casi troppa sincerità può sembrare arroganza o supponenza. Non è facile stabilire un equilibrio, porsi alla giusta distanza, per osservare le cose con razionalità e senso di causa. Basta cogliere un piccolo particolare per lasciar perdere il resto, rischiando così di dare la giusta importanza al contesto.

Può anche capitare di utilizzare dei filtri, il più comune è quello di giudicare le altre persone come se fossero uguali a noi. In realtà ogni vissuto merita rispetto e dev’essere libero da ogni accezione morale o filosofica. Non si può criticare le altre persone, dando per scontato che sarebbe stato meglio agire in una maniera diversa. Non esistono controprove, probabilmente sarebbe stato facile reagire in una maniera ancora più sbagliata e catastrofica, ma se non si capita in certe situazioni è fuori da ogni logica capire e  comprendere il tutto in maniera immediata.

(Nicolò Granone)

Bobby Marcs, Valucre: 7,5

 

Sahara

Chi l’ha detto che un addio non può, in qualche modo, essere dolce? Sicuramente non i Kaufman, che nel loro ultimo singolo ci raccontano proprio quella dolcezza, debole quanto frenetica. 

“Sahara” è quel deserto, nascosto, nostalgico e malinconico, quello delle metropoli che ci fanno stupire ogni volta che regalano una giornata di sole, soprattutto fuori stagione. 

Un valzer di sguardi, tra due persone rimaste sole in un deserto grigio di palazzi, strade e scritte sui muri. Ci sono tante persone, felici, che ridono e non pensano a quelle stesse persone che si stanno dicendo addio una panchina più in là. 

Sahara” è quell’ultimo frammento di ricordo rimasto intrappolato tra i pezzi di cuore, sparsi da tutte le parti, e ascoltare questo brano è come rimetterlo un pochino a posto, ricominciando dal silenzio.

(Sara Pederzoli)

Kaufman: 8

 

Notre Dame

Un dialogo origliato quasi per sbaglio tra lo stesso Cannella e Giulia, una ragazza che potrebbe essere chiunque ascolti il pezzo. Giulia, come tutti noi, è sempre alla ricerca del proprio posto nel mondo, disposta a rischiare tutto per trovare la strada giusta. 

Qualsiasi cosa pur di abbondare una solitudine opprimente. Familiare no? Chiunque di noi puoi dire di essersi sentito così almeno una volta.

Una mosca bianca all’interno del nuovo disco di Cannella, un progetto in cui l’artista canta il proprio vissuto in prima persona, in cui questo singolo singolo si differenzia per tematiche e modalità del racconto, ma la sua penna è sempre evidente.

(Sara Pederzoli)

Cannella: 8,5

 

“What the River Said” (Album)

I Cinder Swan ci prendono per mano e ci portano in un mondo di sogno, in cui i dolci suoni della musica rendono tutto più leggero. “What the River Said” è il nuovo progetto della band formata Francesco Donadio, Vincenzo Perrone, Egidio Palagano e Francesca Camardo, che ha visto la luce nel gennaio del 2023. Dopo i primi due singoli, “Satellite” e “Waltz#2”, la band ha presentato il suo viaggio mistico tra sonorità alternative e rappresenta per l’ascoltatore un momento di pausa dalla frenesia della vita. Cinque tracce che ci danno un attimo di tregua e ci ricordano che ogni tanto va bene anche viaggiare con la mente da un’altra parte, ad ascoltare cos’ha da dirci il fiume. 

(Benedetta Fedel)

Cinder Swan: 7,5

 

Mare Nero

“Pensavamo durasse per sempre, ma mi ritrovo a parlare di noi con i vuoti”. Su una base urban pop, Vinz torna sulle scene parlandoci di una tanto attesa e idealizzata storia d’amore che, purtroppo, per forza di cose, non è riuscita ad essere. Quanto bruciano i buchi che lascia questo sentimento? Quanto dolore c’è dietro foto che ricordano “quello che non saremmo stati mai”? Il mare si colora di nero e la musica, che non smette di essere ritmata e carica, fa rimbombare nel cervello un ritornello che ha il sapore dolce e amaro della consapevolezza, da cui, a malincuore, non si può che accettare e ripartire. 

(Benedetta Fedel)

Vinz: 7,5

 

amore/squallore

Due tossici innamorati continueranno a drogarsi per avere l’impressione di stare bene.

Due romantici innamorati continueranno a dedicarsi canzoni per avere l’impressione di stare bene.

Adelasia con questa canzone mischia amore e squallore, con l’intenzione di voler sentire davvero, anche oltre i limiti che può sopportare il cuore.

L’emozioni lasciano segni sulla pelle, l’arte quindi è un modo per descrivere agli altri quello che succede all’interno o all’esterno del protagonista. Si può provare empatia ascoltando questo brano, perché il dolore è facile da condividere.

 Adelasia: 8,5

 

 Scartaggi (Album)

Il nuovo disco de Gli Occhi Degli Altri trasuda libertà. Sguardi che sorridono rivolgendosi al passato, piccoli (ma enormi) cambiamenti, ricordi sfocati, viaggi che portano lontanissimo per poi farci risvegliare nel baretto sotto casa. Ha la sregolatezza di una giocata di Gasbarroni, la poesia del primo amore e il dolore senza pace della prima perdita.

L’ironia delle cazzate sparate ad alta voce, per farsi sentire in mezzo al torpore delle stanze dabbene, e la vitalità di quelle notti bianche che non finiscono mai e che si ritrovano in ciò che diventiamo da grandi. “Scartaggi” è una sintesi densa di quello che rimane di quattro amici dopo anni di sala prove e concerti. Usando un’immagine retorica: è ciò che rimane di buono nel bicchiere dopo che accidentalmente lo si è quasi versato tutto per terra in balia dell’euforia del momento o della negligenza.

 Gli Occhi degli altri: 7

 

Questi danni (Album)

“Questi Danni” è il nuovo album della band Monteluna, un’energica sferzata di nostalgia, un sorriso d’intesa alla propria adolescenza e qualche cerotto da mettere sui graffi che ha
lasciato. Un disco breve che suona sempre veloce, frettoloso come uno studente in ritardo sotto l’ultimatum della campanella. Nella corsa si passa da momenti più limpidi in stile midwest
emo a passaggi più dritti mutuati dalla scuola del punk italiano anni 2000. ù

Un lavoro con cui la band ha cercato di trovare un proprio stile ma soprattutto un proprio equilibrio fra l’istinto verso un’immediatezza ruvida e tagliente e la necessità di scavare fra i ricordi per
raccontarsi sinceramente. “Questi Danni” perché non si vuole romanticizzare il passato o perdersi nella nostalgia ma perché si sa che ogni ferita, ogni errore, ogni sbucciatura sulle ginocchia cadendo dalla bici ha contribuito a renderci le persone che siamo. L’immaginario del disco è composto da foto ingiallite in cui a malapena ci riconosciamo per ricordare e imparare dai momenti più belli come dai più brutti.

Monteluna: 8

 

 Avrai sempre un posto nel mio hard disk (Album)

“Avrai sempre un posto nel mio hard disk”, il nuovo album di Tutte Le Cose Inutili: un viaggio dentro noi stessi, verso il superamento del senso di abbandono che solo la fine di una storia d’amore può dare.

Muovendosi con disinvoltura tra il punk e l’alternative rock, il duo toscano racconta i mesi che seguono un evento così traumatico: l’incredulità davanti a un’inaspettata solitudine, l’attaccamento ai ricordi anche quando si sente che ormai è tardi, la rabbia violenta che esplode dentro come una guerra, e l’amarezza, potente quanto apparentemente implacabile.

Avrai sempre un posto nel mio hard disk non è un disco dedicato al lutto, ma alla rinascita: le canzoni sono i capitoli di un percorso di crescita, le tappe del processo di cura e guarigione. Tutte Le Cose Inutili, però, ci ricordano quanto sia importante non essere ipocriti, accettare e gridare il proprio dolore, dichiarare i nostri stati d’animo in tutto il loro orrore.

Tuttelecoseinutili: 7

 

 SITCOM TRISTE

SITCOM TRISTE è il debut album di SAMI RIVER, in uscita venerdì 20 ottobre in licenza Believe Digital. Nelle 12 tracce sono presenti i singoli precedenti e nuovi inediti, a formare un disco che rappresenta SAMI RIVER in tutte le sue parti e contraddizioni, dal suo Alt Pop che si sporca di punk rock, alla scrittura che nasconde sotto i ritornelli pop un’introspezione mai banale.

SITCOM TRISTE è un percorso di composizione durato un anno, diventando la sintesi dei dialoghi che l’artista ha con il suo psicoterapeuta. È un viaggio all’interno di un mondo personale, con la consapevolezza di andare incontro a paure e contrasti, dentro ci sono piccoli momenti quotidiani sussurrati e grida collettive, speranze e ricordi, una stanza dove si demolisce e si ricostruisce in un loop di soddisfazioni e delusioni. Sono 12 brani, uno per mese, come episodi di una serie tv.

Sami River: 7,5

 

Il tempo non passava mai

Una chitarra in un’eco che è segno di ricordo. La memoria di momenti tristi, della gioia, del dolore, di momenti ormai andati. Di una percezione diversa tra ieri e oggi, quando il tempo non passava mai e ricordarlo oggi sembra strano, come i sogni belli, che non sono come quelli di adesso.

ETT canta in un ambiente malinconico, che è moderno, ben riverberato, con i bassi che entrano prepotenti. In una musica che si svuota per dare spazio alle parole nel primo bridge. Un cantato quasi sussurrato. Un ricordo che è lontano, che a volte è sbiadito e che altre è nitido, che fa ancora male, come quei “brividi, sulle ginocchia lividi”.

(Lorenzo Ottanelli)

ETT: 7

 

Umore #3 (Album)

Questo Ep è l’ultimo di una trilogia che ci ha mostrato Luca Re nel profondo. Da una visuale più esterna, ci ha trascinato nella sua intimità e nel suo umore e ora ci sembra di conoscerlo da sempre. Era già tutto scritto in “Specchio”, che ha presentato l’Ep prima di scoprirlo. Lo mette a fuoco in “7 7mbre”, un’intro dove dal classico piano prende il sopravvento l’elettronica – è la pioggia, che mostra l’insicurezza, quell’insicurezza da mostrare allo specchio.

La routine da scartare, come i fogli di canzoni scritte e poi perse. È “Umore”, voler essere chi si vuole “senza dargli un nome”. Ed è qui che Luca Re butta tutto fuori ed è uno schiaffo in faccia per mostrare la sua libertà, che ora necessita di perseguire. E alla fine questo giorno sembra “Domenica”. Ultima traccia di un inno alla maturità.

(Lorenzo Ottanelli)

Luca Re: 8

 

Maledetta quella notte (Album)

Afro beat e funk, jazz sensuale e percussioni, anni ’80 che entrano prepotenti dentro le nostre orecchie, ormai abbiamo imparato ad amare tutte queste sfumature, gusti se vogliamo, che compongono il Mago del Gelato.

Abbiamo bisogno di tutte le sei tracce di “Maledetta quella notte”, EP allo stesso tempo energico (“Zenzero”, “Saraceno”, “Stracciatella”) e introspettivo (“Maledetta quella notte”, “Elisir”, “Richiamami”) che ci porta all’interno di mondi fatti di zucchero e colori, montagne di panna con gli zuccherini ma anche gelato gusto menta e liquirizia.
Scambiamo i nostri flussi di coscienza con quelli della band, condividiamo esperienze e suoni, ci muoviamo a tempo di musica, sensuali,
e, finalmente, ritroviamo il nostro io più profondo.

(Margherita Ciandrini)

Il Mago del Gelato: 9

 

Una vita che non voglio vivere

“Ogni passo è fragile, mi muovo docile”

Matsby, con il suo flow pop e la sua attitudine street, ci conquista con “una vita che non voglio vivere, accompagnandoci lungo il viaggio che è la vita, con i suoi sogni e le sue paure.
A volte seguire un percorso diverso da quello che ti avevano prefissato non è una brutta idea, nonostante sia buio e pieno di ostacoli, scacciamo via i pensieri negativi e ci lanciamo in questa nuova avventura, per trovare un senso a questa vita strana.

Siamo senza una guida, ci muoviamo cauti e cerchiamo di non perdere noi stessi, e alla fine riusciremo ad accettarci, con tutte le nostre diverse sfaccettature. Finalmente, siamo arrivati.

(Margherita Ciandrini)

Matsby: 8,5

 

Finger Food

VILIU ci propone un esercizio di stile in sei piatti: “Finger Food”, prodotto da UBE, è il caleidoscopico progetto della nuova identità dell’artista che si presenta con un nuovo nome e con un pretenzioso e ben riuscito nuovo disco, da degustare boccone per boccone. “Finger Food” non si pone confini e, partendo dall’hip hop, si muove in ogni direzione e si lascia influenzare da diversi generi. Una metafora dedicata al cibo etico, trasportata sulla musica. Un invito ad assaggiare sapori diversi e molteplici, senza rinunciare alla massima qualità. E noi ce la siamo goduta tutta. 

(Benedetta Fedel)

VILIU: 9