New Indie Italia Music Week #166

In questi giorni, risulta quasi impossibile, porre anche per un attimo in pausa i pensieri per isolarci da tutto ciò che ci circonda, soprattutto dai macro-eventi per i quali non dobbiamo e non possiamo distogliere lo sguardo.

Concedersi un momento per ritrovarsi, in momenti storici come quello che stiamo vivendo, è forse un vizio necessario. Per evitare che tutto si sfaldi, si frammenti.

La musica è qui (anche) per questo: una culla sicura in cui perdersi per alcuni istanti, con la possibilità di guardare al futuro con maggiore consapevolezza e fiducia.

Scopriamo insieme i migliori brani “Indie Italia” della settimana, scelti per te dalla redazione di Indie Italia Magazine!

Awful thread

Come una leggera pioggia autunnale, il cielo coperto, una condizione apparentemente eterna. Il tempo sospeso, come lo stato d’animo che affronta qualcosa che è finito malissimo. Il ritmo e la voce incantevole di Any Other si spezzano, come l’orribile filo, che era necessario rompere. Si fanno i conti con i pezzi in cui ci si riduce e sembra che niente possa ricomporci. Quel limbo tremendo in cui ci si stringe da soli davanti la finestra, attraverso cui ancora non si vede la rinascita, che arriverà.

(Stefano Giannetti)

Any Other: 8,5

 

Tutte le donne

Un nuovo tassello che si aggiunge alla composizione finale, al quadro che APICE, traccia dopo traccia, dipinge nel nostro immaginario emotivo. “Tutte le donne” sono tutte le relazioni passate, tutti quegli amori che pensavamo potessero essere gli ultimi, tutte le dediche messe nero su bianco come un rituale di purificazione. “Tutte le donne” diventa quindi un monito per tutti gli amori sfioriti che poi sono germogliati in qualcun altro, in qualcos’altro che ci fa essere felici di essere qui, ora.

(Ilaria Rapa)

APICE: 8,5

 

Traccia fantasma

Più che ghost track, come può far pensare il titolo, sembra più uno dei leggendari e presunti messaggi subliminali nascosti in certi album.
Provocatoria, sembra essere stata concepita per restare nascosta e che di propria iniziativa si sia ribellata palesandosi, come le angosce che ci urlano dentro mentre fingiamo di non ascoltarle.
Disturbante, sperimentale. Sublime raccapriccio. Voce e suoni funambolici.

(Stefano Giannetti)

Liquami & Pufuleti: 8

 

L’amOre

“Come voglio l’amore, come penso l’amore”.

Finalmente la verità dalla voce incantatrice di Lurayana e i soavi beat ad accompagnarla.
L’amore è relativo come tutto il resto e forse nemmeno esiste. È un’altra delle elucubrazioni della nostra mente, da sempre decantato come sentimento assoluto e celestiale come se una nostra percezione lo svilisse. Lurayana ci pone davanti alla realtà. L’amore si crea e si cerca perché “siamo quello che ci manca, in un modo che non basta”.
(Stefano Giannetti)

Lurayana: 8

 

Non sentirmi

Si intitola “Non sentirmi” ed è il nuovo singolo della band campana Yosh Whale: il racconto questo delle turbe amorose dopo una rottura, la difficoltà ad esprimere i propri sentimenti e quella tendenza ad annullarsi stando accanto all’altra persona. “Non sentirmi” vuole essere in un certo senso un racconto di rivalsa personale sia all’interno della coppia, sia quando ormai se ne è fuori. Un brano che può avere una funzione terapeutica sia per chi l’ha scritta che per chi la sta ascoltando in questo momento.

(Ilaria Rapa)

Yosh Whale: 7,5

 

La musica è finita

Rinascere per un cantautore rappresenta un punto fondamentale non soltanto per carriera, ma per la propria anima. Ed è questo il focus su cui Motta ha deciso di incentrare il suo nuovo album “La musica è finita”.

Un tipo di rinascita che il cantautore toscano abbraccia completamente, andando a scardinare le sicurezze di un tempo reinventandosi, con nuovi suoni, nuovi linguaggi e facendo anche affidamento su altri per raccontare pezzi della propria anima.

Partendo infatti da “Anime perse”, traccia d’apertura del disco, ci troviamo davanti al simbolo del cambiamento, dove i suoni classici di un piano e degli archi si uniscono a quelli dei synth. Proseguendo ci troviamo di fronte a brani in cui Motta trasforma la sua voce in quella degli altri, come “Titoli di coda” in cui Motta decide di ridicolizzare il mondo musicale, o almeno la sua parte più “burocratica”, chiamando in aiuto Willie Peyote e la sua voce tagliente. Poi ancora “Alice” con Giovanni Truppi, un brano altamente cantautorale sia nel testo che nelle musiche utilizzate, e “Maledetta voglia di felicità” con GINEVRA.

I featuring di questo nuovo album sono ben studiati, ma non da un punto di vista del marketing o chissà che cosa. Ogni voce inserita in questo disco è perfetta per raccontare l’urgenza di farsi sentire da parte del cantautore, riuscendo a dare anche un punto di vista diverso, fondamentale nella sua rinascita.

“La musica è finita” è quindi con un certo peso, che ci ricorda quanto straordinario sia Motta nel creare della musica e di quanto bisogno ci sia di avere artisti così pronti a mettere in discussione se stessi.

(Filippo Micalizzi)

Motta: 9

 

 

KINTSUGI

Sidstopia rinasce dalle proprie esperienze con il suo nuovo singolo “KINTSUGI”.

Proprio come nell’antica arte giapponese, qualcosa di rotto può essere rimesso insieme e reso ancora più di valore. È questo ciò su cui Sidstopia cerca di porre l’attenzione. Mettere il risalto le proprie cicatrici orgogliosamente è la dimostrazione di quanto quel che ci ha ferito in passato adesso è in grado di renderci delle persone migliori.

Un tema, quello del dolore, che nel brano viene enfatizzato perfettamente grazie all’aiuto di una musica con ritmo serrato quasi schizofrenico e alle parole cantante con disperazione dall’artista.

(Filippo Micalizzi)

Sidstopia: 7

 

River- Boca

Nella vita si tende ad aver paura della violenza, senza rendersi davvero conto che questo sentimento vive costantemente all’interno di noi stessi.

Ogni tanto sentiamo addirittura il bisogno di ricercarla, sfogarla o esserne attratti e in derby come River-Boca la troviamo sicuramente. Ma quando si affrontano due squadre una deve vincere e l’altra fare di tutto per non perdere. Non consideriamo il pareggio, guardiamo la vita come una sfida dove o si vive o si muore.

I Rivera debuttano con questo singolo pieno di energia, fotta e volontà di farsi sentire, alzando la propria voce su una realtà di provincia.

In un ipotetico dualismo tra cuore e cervello non importa chi batte il calcio d’inizio, conta solamente chi segna un gol più dell’altro alla fine della partita.

(Nicolò Granone)

Rivera: 8,5

 

Allodole

Bellezza attira bellezza, occhio però che le paranoie sono sempre lì ad osservare tutto quello che facciamo. Un piccolo sbaglio può diventare una briciola che attira le allodole della nostre mente, specchietto per mille incomprensioni che ci portiamo sempre addosso, anche se facciamo finta di essere totalmente nudi, senza nessun peso.

Marta Tenaglia, con questo pezzo, raggiunge la consapevolezza che in certe situazioni le aspettative diventano più pericolose della realtà, quindi meglio lasciarsi andare, concedendosi anche la possibilità di fare un piccolo passo falso. Anzi, può capitare di scoprire così nuove deviazioni, pronte a portarci in luoghi inesplorati, all’apparenza terribilmente inospitali e poi perfetti per trovare una nuova zona di confort.

(Nicolò Granone)

Marta Tenaglia: 7,5

 

v e s t i t i

Nel nuovo progetto di thevoto bisogno fare molta attenzione al simbolo &, non solo feat, nuove sonorità e 6 diversi vestiti per 6 canzoni uniche, che variano a seconda della collaborazione.

In questo ultimo brano WadeLeVrai porta il suo afrobet, elevando il brano a movenze tribali e arcaiche, che profumano di spensieratezza e voglia di vivere accettando quel poco che si ha, invece di piangersi addosso per non essere alla moda. Spogliarsi di ogni forma di vanità, riscoprendo valori come la fratellanza e l’amicizia. Condivisione, pietà e affetto sono sentimenti di cui spesso si ha vergogna, anche se in realtà sono più preziosi di tutto l’oro del mondo.

“Siamo poveri si sogni, vogliamo tutto subito, non dubito”

(Nicolò Granone)

thevoto, heysimo & WadeLeVrai: 7

 

Conchiglia

In piedi davanti al mare è un posto bellissimo per riflettere, guardare l’orizzonte, cercando di mettere apposto i cocci di un momento complicare. I più fortunati invece possono tranquillamente ammirare il panorama, respirando la strana felicità di chi preferisce posare i piedi sulla sabbia quando scende la temperatura e il rumore dei nostri pensieri non disturba la calma delle onde che sbattono, in pace, contro la riva.

Ascoltando questa canzone sembra di trovarsi in un libro di Murakami, con il protagonista che cerca consiglio nel silenzio, prima di concludere la propria epopea in maniera decisa, senza possibilità di ritornare indietro.

Tōru invece in questa scena trova la forza per scrivere una canzone dolce e ricca di una particolare sensibilità, dote unica per un cantautore.

(Nicolò Granone)

Tōru: 7,5

 

Duale (Album)

Duale è l’EP d’esordio di De.Stradis.

I brani nascono dall’esigenza di sviscerare un concetto, analizzarlo razionalmente per poi esorcizzarlo impulsivamente. È una musica ricca di elementi, di citazioni musicali e di linguaggio, di pause improvvise e cambi dinamici. Groove coinvolgenti e atmosfere oniriche guidano una scrittura ironica e nostalgica al contempo. La razionalità che si alterna all’istinto, la nostalgia del passato che cede alla preoccupazione per il futuro, il dolore fine a sé stesso che si trasforma in maestro di vita, confluiscono nel titolo “Duale”.

De.Stradis è il progetto solista di Vincenzo Destradis, cantante, autore e produttore bolognese di origini pugliesi, nato come frontman dei Mangroovia e attualmente frontman dei Westfalia (X Factor 2021).
 È anche il suo primo progetto in lingua italiana, in cui la matrice black R&B, jazz, hip hop rimane fulcro centrale, dando ancora più spazio alla ricerca sonora vocale. Anche la scelta del nome ha un forte legame con la sperimentazione vocale, De.Stradis è abbreviazione di Demetrio Stradis, crasi tra il suo cognome e quello di Demetrio Stratos degli Area, suo punto di riferimento fin dall’adolescenza.

De Stradis: 8

 

Dispetto

Fresco di partecipazione a X Factor, il producer e polistrumentista italo francese pubblica un brano presentato in anteprima proprio durante i “Boot Camp” del programma televisivo.

“Dispetto” vede la collaborazione di Tatum Rush, amico e artista con cui Jacopo Planet condivide la versatilità, l’estro e un gusto internazionale riscontrabile in diverse collaborazioni fatte tra i due artisti.

Nato durante il tour di Tatum Rush in apertura a Frah Quintale, questo singolo racconta l’elaborazione di un tradimento subito, attraverso sonorità disco e cold wave. Sensuale ed elegante “Dispetto” è una canzone fatta di contrasti e contraddizioni evidenti anche in arrangiamenti sensuali e un testo ironicamente melanconico.

Jacopo Planet ft Tatum Rush: 7

 

Sensazione

“Sensazione” è il nuovo singolo di Paul Giorgi che torna con un brano vivace per colorare le uggiose giornate autunnali.

“Sensazione” con il suo sound ipnotico e dai tratti psichedelici dipinge un sentimento universale, le famose farfalle nello stomaco che si sentono quando si ha accanto una persona che fa stare bene, ma spesso anche male, eppure è complicato allontanarci.

“Sensazione parla di quando ci leghiamo ad una persona che sappiamo non essere giusta per noi eppure continuiamo a ricaderci ogni volta. Quando ci sentiamo il cuore scoppiare di notte, o come a bordo di un’auto da corsa e non sappiamo se stiamo per schiantarci o meno. Eppure siamo lì, pronti a farci male, a schiacciarci come formiche sotto i sassi. E’ un pezzo che unisce diverse sonorità e sono contento del risultato; sono felice che riesca a trasmettermi un sacco di energia (ricordo di aver saltato fortissimo in studio durante le fasi di produzione!) e spero che succeda anche a chi lo ascolterà.”

Paul Giorgi: 7

 

Bellissimo (Album)

“Bellissimo” è il primo EP dei Bolena. Nati in pieno lockdown dalla forte necessità di sperimentare nuove forme sonore, i Bolena sono Giulia (voce), i fratelli Paolo e Carlo (basso e batteria) – Carlo già fondatore del duo Giulia’s mother (INRI) e Antonio (tastiere e synth).

Anticipato dal singolo “80Nostalgia”, l’EP della band piemontese si compone di quattro pezzi di alternative dance energica e travolgente che strizza l’occhio -con fare malizioso- ai fan degli LCD Soundsystem ma anche e soprattutto agli amanti della dance elettronica e delle irresistibili sonorità della italo-disco come i grandi classici di Donatella Rettore o Pino d’Angiò.

per autoconvincersi di avercela fatta, o ancora per un party esclusivo per illudersi di cancellare i problemi, “Bellissimo” è una ricerca spasmodica di evasione dalla realtà impietosa che ci circonda.

Per esprimere la propria musica, tra le altre cose, i Bolena hanno ideato delle short live session a bordo di biciclette customizzate e dotate di un impianto audio autocostruito: un modo per i arrivare in modo veloce e diretto alle orecchie del pubblico e, contestualmente, per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo per lo sviluppo sostenibile, per spostarsi da un punto ad un altro, la bicicletta come mezzo per veicolare idee e divulgare arte.

Bolena: 8

 

Palo (Album)

Un disco caustico, di quelli che scottano già al primo ascolto senza alcuna fase di pre-riscaldamento. La potenza sonora dei Brucherò nei Pascoli travolge l’ascoltatore. Come una vaso di pandora che viene privato del suo coperchio senza la concessione degli dei, le onde sonore di “Palo” fuoriescono con flussi inarrestabili e getti fluorescenti che illuminano la notte sporcando di sangue e lapilli tutto ciò che ci stia intorno.

Impossibile sfuggire alla carica di questo album, caratterizzato anche da liriche scomode e satiriche che bilanciano i toni diretti e schietti che predominano l’album.

Un disco rock su questo finire di 2023 che però risulta tra i migliori del genere di quest’anno.

Brucherò nei Pascoli: 8

 

Zitti insieme

Una società frenetica, che si muove in fretta ma a cui si contrappone la tranquillità dell’autore, che insieme alla sua ragazza osserva la velocità del mondo.
Un brano introspettivo che si mette dalla parte di chi si sente escluso dal mondo, che si sente inutile, pensando che il mondo possa andare avanti lo stesso.
Un ossimoro, universale quanto condivisibile nato e prodotto da See Maw e Michele Canova Iorfida. La scelta va a chi ascolta, preferite correre o osservare da spettatori?

(Sara Pederzoli)

See Maw: 8

 

Hotel Corallo (Album)

L’essenza degli anni ’60/’70 rivisitata in chiave moderna grazie al magico tocco di Ytam e okgiorgio. Questo è quello che vi aspetta se decidete di premere play al nuovo album di Ytam, “Hotel Corallo”. Un concentrato di nostalgia e novità, per tutti quei cuori rotti che dopo quintali di scotch cercano di ripartire.

Potevamo aspettarcelo dai pezzi già usciti “2 o 3 minuti”, “Millennial” e “POV”, che avevano settato l’asticella ad un livello abbastanza alto. Il nuovo album di Ytam è una commedia romantica, la versione fresca e aggiornata di un musical cult, a tratti ironico e a tratti sfacciato.
I brani si alternano tra calma e tempesta, con riflessioni sull’amore e sulla voglia di vivere.

Un ottimo album per uscire dalla comfort zone ed esplorare tutte le contraddizioni di una generazione sempre alla ricerca del proprio posto.

(Sara Pederzoli)

Ytam: 9

 

Alta Velocità

Crescere, sbagliare, scappare…tutto questo per ritrovarsi e per capire che forse, l’alta velocità, quella emotiva, non è proprio quello che fa per noi.

Carla Diletta, con “Alta Velocità”, traccia il suono dell’Io che si interroga e che non condanna per le scelte sbagliate. Non basteranno, treni regionali, voli o città da cambiare per cambiarci.

Ascoltarsi, sentirsi nel profondo per ritrovarsi, Carla Diletta con questo suo nuovo brano, condivide con noi uno status di consapevolezza esemplare, e da far proprio.

Carla Diletta: 7

 

Scusa per il disordine

Zeep con “Scusa per il disordine” ci racconta di quando la frase “arriverà quando meno te lo aspetti” si verifica davvero e ci ritroviamo ad accogliere dentro il nostro disordine interiore una persona che entra in punta di piedi, per paura di non disturbare, che noi speriamo segretamente rimanga più tempo possibile.

“Oggi mi va di togliere dal cuore quella scritta “vendesi”” Zeep si lascia cullare da questa nuova melodia che è diventata la sua vita, e prova a condividere tutte le sue ansie e preoccupazioni con l’altra persona che è pronta ad accoglierle, trasformandole in qualcosa di bellissimo, perché divise a metà non fanno più così paura.

Non sappiamo mai se fare due passi dentro la testa di qualcuno sia la scelta giusta, ma ci buttiamo e ci fidiamo di quel destino strano che ci ha messo davanti a questa situazione inaspettata.

(Margherita Ciandrini)

Zeep, Kaizèn: 8,5

 

Acqua e zucchero – Album

Il cantautore romano Peter White ci culla la testa e il cuore con il nuovo album “Acqua e zucchero”, una cura per cuori infranti e antidolorifico per ferite aperte dentro la mente. Le ballad malinconiche e struggenti dell’artista si inseriscono perfettamente all’interno del panorama musicale indie italiano e ci raccontano cosa vuol dire vedere il mondo attraverso gli occhi lucidi di Peter White e di alcuni amici.

Ritroviamo ad esempio Galeffi in “Qualcosa in mezzo ai denti”, e malediciamo il cielo insieme a loro, abbiamo le mani gelide e non troviamo pace dentro questo vento che porta via le parole e ci porta a “Baricentro” con chiamamifaro, un sound più pop ed estivo, complice l’ukulele che scandisce il ritmo. “Segni zodiacali” con Gemello ci fa spezzare le parole in gola, siamo circondati dal buio e le barre del rapper ci portano dentro un prato sconfinato, senza possibilità di nasconderci, e bruciamo lentamente come una sigaretta accesa, brilliamo per un po’ e poi più nulla.

Peter White nella corale “Prendi le cose che fai”, così come in tutti gli altri brani, ci descrive perfettamente e con “Acqua e zucchero” ci spinge ad andare avanti, anche quando fa male, anche quando tutto sembra scivolare tra le nostre dita.

(Margherita Ciandrini)

Peter White: 9