New Indie Italia Music Week #171
Poche ore fa, Amadeus, ha annunciato la lista dei progetti artistici che prenderanno parte alla prossima edizione del festival di Sanremo. Come ogni anno, si è cercato di soddisfare le preferenze dei segmenti di pubblico più rilevanti, fra giovani meno giovani e ascoltatori di musica italiana di lunga data.
Non entrando nel merito delle scelte gli artisti per Sanremo 2024, sappiamo molto bene che esiste uno scenario di musica italiana, che pur non godendo della luce dei riflettori, riesce a mantenersi in piedi, anzi gode di ottima salute, offrendoci brani che sono vere e proprie perle nascoste.
Questo numero è dedicato a tutti i progetti artistici che ad oggi, non hanno ricevuto l’attenzione che meritano, augurandoci, che come avvenuto già a molto artisti di cui vi abbiamo parlato negli anni, trovino tutto lo spazio e la visibilità che meritano.
Iniziamo da qui, dai migliori brani #IndieItalia della settimana descritte dalle recensioni del team di Indie Italia Magazine!
Mondo e Antimondo (Album)
A distanza di oltre tre anni dal suo ultimo lavoro discografico, torna finalmente alle cronache della musica italiana, Umberto Maria Giardini (ex Moltheni) con un nuovo album dal titolo “Mondo e Antimondo”.
Anticipato dal primo estratto “RE”, “Mondo e Antimondo”, dal titolo già di per se molto emblematico, è un album che ha richiesto un’incubazione pre produttiva importante, rivelando fin dalle prime note un altissimo livello di ispirazione, mirando e rivolgendo lo sguardo al suo ieri (Moltheni) ma con una luce sempre nuova, sognante, rivelatrice, pronta a confermare un marchio di fabbrica già noto a molti.
Considerato uno dei più longevi e coerenti personaggi della musica alternativa nazionale, in “Mondo e antimondo” Umberto Maria Giardini si supera, evolvendosi nell’ ennesima forma di fioritura inaspettata; un preludio verso orizzonti oscuri e psichedelici, una scia nera nel firmamento del cielo del nostro cuore, canzoni adatte per perdersi attraverso tutte le sfumature del suo suono, perfette nel renderci schiavi della nostra mente, noi.. così diffidenti dinanzi a un domani di fatto non prevedibile.
“Mondo e antimondo” corre e prende subito per mano chiunque; la voce avvolgente accompagna l’ascoltatore attraverso tutte le contraddizioni che ci appartengono, rivelando fisionomie che spingeranno chiunque lo vorrà a guardarsi dentro allo specchio della propria vita, con onestà.
Umberto Maria Giardini: 8
Mediterraneo
“Mediterraneo mare di casa, mare che l’altro è un estraneo.”
Indifferenza, egoismo, senso di superiorità sono sentimenti che fa male accettare, ma sono molto comuni quando si ascoltano le storie delle altre persone, specialmente se sono sconosciuti. Probabilmente ognuno di noi naviga quotidianamente in un mare di guai perdendo spesso la rotta, ma se si vuole migliorare il mondo sarebbe meglio essere meno ciechi e cercare di guardare anche al di la del nostro orizzonte.
Babele s’immerge in Mediterraneo raccontando le storie di chi scappa da casa verso un futuro un migliore, senza dimenticarsi anche di chi non ha ancora scelto quale sia un sogno da seguire per riuscire finalmente ad arrivare a riva e sentirsi al sicuro.
Per sopravvivere in questa Odissea che sa di fortuna bisogna avere molto coraggio e al tempo stesso essere così pieni di paura da non considerare nessun piano B.
(Nicolò Granone)
Babele: 8
Digiti
Lyl, con una trascinante e morbida sequela che mescola sonorità diverse, tra pop, funk e jazz, dipinge un quadro su quanto senza il metaverso ci sentiamo fuori dal mondo, quando è proprio quando annaspiamo per stare dentro ai logaritmi che ci estromettiamo dalla realtà. E per quanto, come lei stessa dice e noi diciamo, siamo troppo lenti per i social, settati “per sopravvivere in un mondo distratto”, poi non resistiamo a questo universo che sta comodo tra le nostre dita. Perché ad ignorarlo si resta esclusi, così ci si ritrova “sempre ad aprire l’ennesimo portale”.
(Stefano Giannetti)
Lyl: 8
Lato positivo
Una sonorità martellante come le voci nella testa di chi certe situazioni le vive. Cioè quasi tutti, e non solo i giovani. L’argomento che da sempre aspettiamo la smetta di essere attuale viene trattato toccando le corde giuste: l’idea di lavoro come sacrificio umano (“è lavoro, guarda che è normale non avere cura di te”) da cui, se ci si trova in disaccordo, si passa per sfaticati; o il sempre crescente divario tra ciò che si vuole fare e ciò che si deve, con la seconda che straccia la prima perché il prezzo è la sopravvivenza (“la precarietà che si intromette tra noi e le nostre scelte”).
E non si stacca mai, nemmeno nel poco tempo libero, perché è tutto troppo opprimente. Naturale chiedersi “quale sarebbe (stavolta) il lato positivo”.
(Stefano Giannetti)
Malvax: 8,5
Prima di te
Trovare la propria identità nella persona di cui si è innamorati, la propria libertà in un legame. Per quanto ciò possa sembrare una contraddizione. L’altro, l’amato/a, diventa un’epifania. Riflesso e manifestazione della propria identità.
Una dichiarazione importante, stravolgente e gioiosa al tempo stesso. Forse la confessione più intima possibile. Un denudarsi dell’anima.
(Stefano Giannetti)
Lamante: 8,5
La fine di un’estate
Siamo a dicembre, vero. Eppure la fine di un’estate è sempre dietro l’angolo. Specialmente in amore. Serepocaiontas ci riporta nel suo habitat tipicamente estivo e marino. Stavolta, però, con un pizzico di malinconia e di nostalgia. Ora che fa freddo. Che non sia una canzone allegra lo si intuisce già dal titolo. Allude alla chiusura del periodo più caldo dell’anno.
Che poi, traslato in amore, indica la chiusura di un rapporto importante. Fai di tutto per dimenticare le cose piacevoli che ci sono state nella coppia, ma non ci riesci. Tutto ci rema contro nella nostra testa. Di quella storia ricordiamo soltanto il bello, cancellando tutto ciò che di negativo non ha funzionato. Per di più, ci precludiamo ogni cosa positiva che si presenta davanti a noi, ignorandola.
La speranza, però, non muore mai anche nel cuore dei più sensibili. Serve un po’ di pragmatica concretezza. Ecco allora il grido di Serena: non pensarmi triste, pensami felice. Un punto definitivo alla questione. Mettiamo per un momento da parte tutte le immagini distorte del passato, che alla lunga pungono soltanto il cuore. Ecco che, più che alle temperature bollenti, bisogna guardare oltre, al freddo che è arrivato e che adesso ci assale. A ciò che sul più bello ha rovinato tutto. Al temporale alla fine di un’estate.
(Simone Sebastiani)
Serepocaiontas: 8
CLANDESTINO (S1 E0)
Addentriamoci nel mondo di Mameli. È il primo singolo con Capital Records (Universal) e si propone come la prima tappa di un nuovo percorso. Non a caso: stagione 1, episodio 0. L’artista si mette totalmente a nudo, mostrando i propri traumi del passato, traslati sulle difficoltà di un presente caratterizzato dalla fine di un amore. Le ferite che ci lascia sono difficili da rimarginare.
L’artista concilia una melodia così orecchiabile con un tema estremamente malinconico e profondo. Un viaggio che parte da lontano, dai pomeriggi siciliani e dalle difficoltà di crescere lontano da casa. Dalle altre donne di suo padre. Ed arriva nel presente, come un pugno in pieno volto. L’amore è forse il senso della vita. E la sua interruzione rischia di farci sprofondare. L’artista, però, appare forte e consapevole all’interno di un tragitto così lungo che è la vita. Sembra pronto a rialzarsi. Mameli, per di più, ora ha le spalle larghe. Ed anche se non ci sono più i Daft Punk su cui piangere in un bar, ha una grande famiglia pronta a spalleggiarlo. I suoi fan. E’ soltanto la prima puntata, pronti a gustarci il resto.
(Simone Sebastiani)
Mameli: 8,5
oh my
Un brano che vuole essere da transizione tra il primo ep e la musica che verrà nel 2024. La ricerca del suono è molto meticolosa e rispecchia di più le influenze internazionali e la personalità dell’artista. Il sound dark e malinconico esplora sin dai primi secondi l’emozione che il brano vuole portare a galla: la malinconia e la difficoltà di stare lontani dalla persona che si ama, il circolo vizioso dell’andare avanti ma che fa sempre fatica a chiudersi dopo la fine di una relazione. Parla di cercarsi anche dopo tanto tempo e di una speranza di ricostruire che non muore mai.
Il sound è dark e profondo, tocca emotivamente e musicalmente delle corde che INVERNO non aveva ancora esplorato, portando l’alt/pop e l’elettronica pop come principali generi di riferimento. Una miscela di vocoder, synth che creano tensione, melodie r&b che si ispirano a FKA Twigs e Mahmood, bassi distorti e un ritornello che ti entra in testa al primo ascolto; INVERNO vuole far conoscere il suo mondo senza maschere. Una canzone fresca che sfida la sfera emotiva di ognuno.
Inverno: 7
Esprimi Un Desiderio (Album)
Dopo l’uscita dei due singoli “Napoli” e “Sentieri”, Subconscio presenta il suo nuovo EP dal titolo “Esprimi Un Desiderio”. Con questo disco l’artista manifesta a suo modo cosa significa avere un sogno e trovare il coraggio di esprimerlo. A volte capita di non sapere cosa si desidera e si va avanti sentendosi sempre più persi e confusi. Ogni desiderio è importante e speciale perché è un mistero che parla di te. É come un seme che ha bisogno di tempo per uscire dal terreno e germogliare.
Subconscio: 7
Kairosclerosis (Album)
Dopo una manciata di singoli dall’energia prorompente, Lurayana debutta ufficialmente nel panorama musicale italiano col suo primo EP Kairosclerosis. Dear Tempo, L’am0re e Luci, sono stati i singoli di antipasto al progetto dell’artista e dj, qua anche nel ruolo di producer, affiancata dal produttore Dalila, che svela in questa opera prima tutta la sua personalità.
Gli ingredienti del sound di Lurayana, che negli ultimi mesi si è man mano consolidato attraverso le sue anticipazioni, ci sono tutti e la parola d’ordine è sperimentazione. Sperimentare con la musica e le contaminazioni, certo, ma anche con se stessa: con Kairosclerosis l’artista si è messa in gioco come cantautrice, dopo anni da dj, portando la sua voce in prima linea e sotto i riflettori per la prima volta. Una cambiamento importante che ha coinvolto non solo la sua carriera artistica, ma anche la sua crescita personale, raccontata attraverso pensieri sfuggenti e immagini sfocate nell’ep di debutto.
Lurayana: 7.5
Summer Sad
Così come in un giorno di sole può arrivare un temporale improvviso anche in amore si entra nella stagione denominata “Summer Sad”.
RYAH, con questo brano cupo e triste, mette a nudo tutte le fragilità della perfezione, ricordando ancora una volta che l’equilibrio e la felicità possono essere sensazioni momentanea, tutto può prendere una piega sbagliata, lasciando il nostro cuore sottosopra.
Le illusioni funzionano solamente quando sono più forti della realtà, se però questo velo immaginario inizia a essere sollevato dal senso del quotidiano, l’amore finisce o diventa qualcosa di tossico e pericoloso.
Come una calda estate finisce, lasciando spazio al freddo dell’autunno, così anche la bellezza e la sicurezza di un sentimento si trasformano inspiegabilmente. Non accettare il dolore farà solamente più male.
(Nicolò Granone)
RYAH: 7
Punto Zero (Album)
“Punto Zero” è tornare a casa la sera dopo essere stata fuori tutto il giorno, con i vestiti che odorano di cibo, i capelli che sanno di fumo e la voglia di togliersi tutto di dosso: tutte le sovrastrutture, le aspettative, le domande e le risposte, solo Arya, nulla più.
Tre nuovi brani nati in momenti e luoghi diversi ma accomunati da un unico intento: quello di scandagliare il fondo del mondo interiore dell’artista portandone alla luce sia i tesori che i mostri.
A quasi tre anni di distanza dal suo EP d’esordio, “Peace Of Mind”, intervallati dalla pubblicazione di alcuni singoli, l’artista italo-venezuelana torna con una nuova release che la conferma come una delle voci più interessanti del panorama neo-soul/R&B.
Arya: 8
Hollywood
Nella società del consumismo persino le relazione stanno diventando uso e getta, e le persone oltre a sentirsi più sole hanno paura ha riconoscere se stesse, sentendosi niente dentro il tutto.
Theseghella, artista che fa parte della family Maciste Dischi, esordisce esprimendo tutta la frustrazione di chi ha tutte le qualità per essere una stella, ma gli eventi della vita lo fanno apparire come un piccolo puntino in lontananza. Hollywood è il rimpianto di una relazione da film che è terminata con un finale scontato, abbastanza scontato da soap opera, mentre l’amore aspetta, e spera ancora, in un episodio diverso con un ultimo colpo di scena prima dei titoli di coda.
Quando si arriva alla fine non c’è spazio neanche per un briciolo di poesia e allora l’unica soluzione che rimane è affidarsi alle lacrime.
(Nicolò Granone)
Theseghella: 7,5
Rockstar
Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo. Viene quasi naturale citare l’inizio di Anna Karenina, libro di Tolstoj per entrare nel mondo di Sergio Andrei e conoscere meglio questa sua nuova canzone Rockstar.
I drammi fanno danni pazzeschi, e in questa autobiografia in musica, l’artista vincitore di Area Sanremo 2023, ripercorre il suo passato come a voler cercare una lezione dal passato per guardare avanti con occhi futuristici, un po’ come quelli dei bambini che non conoscono ancora le delusioni del mondo e vivono appieno l’innocenza di chi non sa quale sia la definizione del dolore.
(Nicolò Granone)
Sergio Andrei: 8
VAFFANGURU
Siete alla ricerca di un inno esplosivo e che professi la libertà di espressione? Beh, con LE CANZONI GIUSTE cascate bene. La band di Pescara che si è sempre contraddistinta per la sua irriverenza, offre una fonte di riflessione carica di punk rock e voglia di andare contro le convenzioni sociali. Il loro monito è quello di celebrare la diversità e l’autenticità, abbattendo i muri della “normalità”. “Vaffanguru” è un grido di sfida che invita chi lo ascolta a interrogarsi sulla propria definizione di felicità che molto spesso coincide con il guardarsi dentro e accettarsi per quello che si è.
(Ilaria Rapa)
Le canzoni giuste: 7,5
Nuvola
Ugo Crepa ci regala una gemma, stavolta al fianco di Mazzariello. Il tutto è avvolto in un’atmosfera sognante, quasi ovattata che ricorda, per l’appunto, le caratteristiche di una nuvola. “Nuvola” è il racconto di un amore che è ancora all’inizio, tutto da scoprire, e che per questo ti fa calare in un mood quasi onirico, spesso distante dalla realtà. Mazzariello contribuisce ad aggiungere la giusta quantità di leggerezza al singolo con un ritornello che si sposa perfettamente con l’essenza a tratti magica del brano.
(Ilaria Rapa)
Ugo Crepa, Mazzariello: 7,5
Cuori in pista
Quando il filo rosso comincia a lacerarsi non si sa mai quale estremità cederà prima. Speriamo incessantemente che quel filo, in qualche strana maniera, possa riuscire a cucirsi da solo ma basta fermarsi di fronte allo specchio e rivedere l’altra persona nei propri occhi (proprio come scrive Soap) per dire: “come fa un filo a ricucirsi da solo?”
Riflettiamo, ci arrabbiamo, ci riproviamo e rimaniamo in silenzio. Ma per quanto ancora siamo disposti a farlo?
Delle volte è meglio lasciar spezzare quel filo e aspettare che nuova musica riesca a colorare di nuovo quello che ormai si è spento.
Primo dicembre, data d’uscita del brano “cuori in pista” di Soap, cosa possiamo fare se non aspettare un prossimo giorno in cui dare un senso a tutto questo?
Nel mentre in cui ci pensiamo, vi consiglio di avere in cuffia questo sottofondo.
(Viola Santoro)
Soap: 8,5
Ultima festa
Scommetto che a tutti noi, almeno una volta, sia capitato di pensare come il tempo riesca a volare solo nei momenti in cui tutto sembra andare per il verso giusto. Speriamo così tanto di avere un’ultima festa ma, alla fine, ci ritroviamo da soli nella pista annebbiati dal fumo passivo di ultime sigarette.
In questo brano dall’anima elettro-pop, Ceneri riesce a darci un’ottima descrizione della paura di lasciare andare via un momento che volevamo potesse essere infinito.
(Viola Santoro)
Ceneri: 7,5
Bandiera bianca
Tre voci che riescono ad amalgamarsi in modo perfetto creando un’atmosfera che riesce a riportarci a secondi interminabili fatti di pensieri e rinunce. In questo primo dicembre freddo, umido e pieno di grigio, questa è la colonna sonora perfetta.
In questo brano pop ed oscuro ci possiamo tranquillamente ritrovare mentre camminiamo, se mai sotto la pioggia, con tutti i nostri pensieri in testa.
Abbiamo le labbra rotte dagli addii e forse anche dal freddo di questi giorni.
(Viola Santoro)
Blue phelix, yosef, schiuma: 7
America – Album
JeBel si racconta dentro il suo primo progetto discografico “AMERICA” in cui raccoglie tutti i suoi timori, desideri e sogni, raccontando storie di vita vissuta e amori nati, cresciuti e finiti (nel bene e nel male).
Partendo dal primo flusso di coscienza “Come fai”, JeBel ci porta dentro un viaggio fisico e metaforico con “Vienna”, che ci riempie di malinconia e voglia di rivalsa mentre rimaniamo confusi e ciechi in mezzo alla “Nebbia”, che ci copre la strada davanti a noi, lasciandoci senza uno dei nostri sensi, e non ci resta che chiudere gli occhi e farci guidare dall’istinto.
È sempre la malinconia il sentimento prevalente che ci accompagna in “Goodbye”, la paura di deludere e di non essere mai abbastanza, ripresa in una chiave diversa dentro “Un’altra festa”, in cui JeBel ci canta un amore verso la fine dei suoi giorni, quando non si ha più voglia di ricominciare a lottare, e semplicemente, ci lasciamo andare all’inevitabile fine.
“Ma non adesso” è una risposta comoda ad una domanda che presuppone uno sforzo tortuoso, allora preferiamo prendere la via di uscita più semplice, fino ad arrivare a “Cosa sei”, che ci fa bruciare di desiderio.
(Margherita Ciandrini)
JeBel: 8,5
God is good
Martino, con il suo brano “God is good” rappresenta l’artista che scrive per necessità, per un volere più alto, che prescinde dalla sua sola volontà. Martino racconta l’importanza della spiritualità all’interno del singolo che racchiude diversi generi musicali, mescolando la cultura hip-hop anni 90 con il cantautorato partenopeo, con una spolverata generosa di R&B e barre rap che riescono ad esprimere al meglio le intenzioni dell’artista.
È importante avere una luce che ti illumina il cammino, così come delle certezze nella vita, e per Martino queste si trovano quasi tutte all’interno della sua spiritualità, che gli permette di sentirsi sicuro e amato, e di pregare per la protezione di tutte le persone che gli stanno accanto.
(Margherita Ciandrini)
Martino: 7
L’ordine delle cose da dire (Album)
Postino è sempre Postino, ma più maturo, e lo si sente in questo nuovo album, che prende il meglio delle ultime release uscite nel 2018-2019 e le riporta a noi che non vedevamo l’ora di riascoltarlo, dopo Ambra era Nuda, dopo quel “gatto sul comodino” che oggi offre molto di più dei discorsi di lei, che non sopporta ancora e ancora. Preferisce fuggire in letargo, perché il caos è totale e la vita è l’esempio di un mondo che degenera, dove “l’entropia può solo aumentare”.
Postino parla del mondo di oggi attraverso le piccole cose, con un ritmo creato da strumenti suonati, con degli archi interessanti, che iniziano l’album e lo finiscono. Postino parla di quelle piccole cose che raccontano ciò che siamo e ciò che siamo stati, dove andiamo e dove vogliamo rimanere. Impossibile fuggire dall’imperturbabilità “che mi avvolge e mi sconvolge” per rimanere in un limbo che diventa Atarassia. Fino a quando non vogliamo la sua deriva, che non ci sia alcun obbligo morale, dove tutto si trasforma in un’orda tribale. Fino a che non ci si trova nel buio, ma qualcuno ti può salvare e vogliamo solo gridare: “siamo io e te, il mondo attorno non c’è”.
(Lorenzo Ottanelli)
Postino: 8,5
Un glorioso disastro (Album)
Spezzoni di vita, di fallimenti e strascichi di buon umore, tra ballad e feste alcoliche, i Cassandra prevedono già “Un glorioso disastro”, il loro secondo album, fuori il 1 dicembre per Mescal, anticipato dal singolo “Bonsai” disponibile dal 24 novembre. Crudi e onesti come non mai, i Cassandra mettono in musica la loro visione del mondo, molto spesso pessimistica, ma senza troppa disperazione.
Tratti rilassati ed altri infervorati sono quelli che colorano il movimentato quadro dirty pop di questo secondo album della band fiorentina, che descrive, partendo dal , disastri quotidiani, piccole apocalissi, ma soprattutto si pone l’aulica missione di proporre un rimedio agli sbattimenti quotidiani. Gli incerti tempi che stiamo vivendo sono frenetici, per non dire schizzofrenici, dobbiamo essere ovunque e fare di tutto per sottostare alle aspettative sociali.
I Cassandra, dal canto loro, si prendono i loro tempi. Per la band fiorentina infatti la vita deve essere lenta, «sprecata sul marciapiede con una birra in mano», dicono. Andare controcorrente è il rimedio: mentre tutti corrono, loro rallentano e si godono l’essenziale. Viene scritto proprio così questo album, in una villa in mezzo al niente, lontana dal traffico delle informazioni provenienti dall’esterno, soli con la musica. Il risultato è un disco completamente genuino, dai suoni così poco influenzati da sembrare primitivi, spogli di virtuosismi inutili, come la vita di tutti dovrebbe essere.
Cassandra: 7.5
Ultimo Piano (Album)
Martina Conti chiude il primo capitolo del suo percorso artistico pubblicando l’Ep d’esordio “Ultimo piano”.
Con 7 tracce, di cui due inedite (“Acqua in bocca” e “Ultimo piano”), la giovanissima cantautrice e musicista riconferma il suo inconfondibile stile che mischia con equilibrio sonorità indie di ispirazione d’oltreoceano alle sfumature del nuovo linguaggio del pop.
“Ultimo piano” è il cuore dell’Ep, da cui deriva il titolo del progetto, un brano che racconta le fragilità all’interno di una relazione, parlando di aspettative e delusioni, impegno e rischio. Martina unisce la leggerezza dei vent’anni alla sua maturità emotiva in una traccia pop per raccontare la sé bambina, ambiziosa e sognatrice, che si scontra con la realtà adulta.
Martina Conti: 7
Memoria
Un ritmo sincopato costruito su una chitarra che parte e si stoppa, un mondo punk che sgomita con una scrittura che vuole essere interrelata con quella neo-pop del bnkr44. Un incontro che si fa memoria, per (non) raccontare quello che si è stati, tra dare il peggio di sé e resuscitare il punk. Perché non ci si ricorda o non si vuole ricordare, anzi “non si può riscrivere” perché “è quella guerra che non fa la storia”.
“Memoria” è un brano che ti viene sbattuto in faccia, sia nell’intenzione, di un cantato incazzato, sia nella parte musicale, molto pop-punk di cui nessuno può fare a meno. Nemmeno il bunker, che stavolta ha deciso di urlare, così come LA SAD fa da sempre.
(Lorenzo Ottanelli)